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Autore: Caskett_94    19/07/2016    2 recensioni
Seguito alla 8x22... Sette anni dopo. Questa fanfiction è arrivata un po' per volta nei giorni di vuoto misto a tristezza successivi al Series Finale. Per me ci sarebbe stato ancora molto da raccontare. Bastava volerlo davvero. Ho una mezza trama in testa ma sto costruendo di volta in volta le Slice of life e i momenti Caskett che caratterizzeranno concretamente la fanfiction. Buona lettura! E.V.
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Rick e Kate presero posto sull'ascensore della residenza per anziani assieme alla signora Thompson, la quale selezionò il tasto corrispondente al settimo piano. La donna venne poi distratta dallo squillo del cordless che aveva portato con sé e dovette quindi rispondere a quello che Castle intuì essere il cuoco. Kate non prestò la minima attenzione alle parole che la signora Thompson stava scambiando con il suo interlocutore, stava cercando di immaginarsi la situazione che sarebbe seguita di lì a pochi minuti. Si costringeva a fare così ogni volta che si vedeva obbligata ad affrontare una situazione sconosciuta, come le aveva insegnato il dottor Burke. Il suo psicoterapeuta le aveva spiegato che le paure e l'ansia vengono generate dal fatto che gli esseri umani tendono ad avere timore dell'ignoto e per contenere queste ansie è consigliabile cercare di focalizzarsi in anticipo sull'evento che ci preoccupa e creare nella nostra mente tutti i possibili risvolti che si potrebbero verificare, in modo da non essere colti impreparati. Il metodo del dottor Burke, valutò Kate, sembrava funzionare anche in questo caso.
 La cabina era molto spaziosa ed illuminata e per un attimo Rick incrociò i propri occhi con quelli di sua moglie attraverso lo specchio posizionato sul lato frontale del vano dell'ascensore. Fu un istante, ma sembrò durare un' eternità. I timori di Kate vennero spazzati via dall'onda blu dello sguardo dello scrittore. Kate spesso si divertiva ad assegnare tutte le possibili sfumature di blu esistenti agli occhi di suo marito, a seconda di come questi riflettevano la luce circostante. Questo era proprio uno di quei momenti e Kate decise di assegnarvi la tonalità carta da zucchero. Un colore la cui denominazione deriva proprio dalla carta che un tempo veniva utilizzata per confezionare lo zucchero venduto al dettaglio; questo tipo di carta creava un effetto ottico sbiancante che nascondeva i difetti dello zucchero scarsamente raffinato. Gli occhi di Castle, in quel momento, divennero la carta da zucchero dalla quale Kate voleva essere avvolta, quell’ involucro in grado di nascondere agli occhi della gente le sue vulnerabilità che lei era convinta essere il proprio difetto più grande.
 L'attimo che seguì venne marcato dal sussulto della cabina che arrestava il proprio moto in salita verso il settimo piano dell'edificio. Le porte dell'ascensore si aprirono e la receptionist, sorridente, invitò Rick e Kate a precederla nell'uscita con un gesto della mano, essendo ancora impegnata nella conversazione telefonica.
Kate avanzò nel corridoio appena raggiunto, andando a posizionarsi di fronte alla targhetta affissa al muro, la quale specificava la numerazione delle stanze e i locali adibiti alle varie attività ludiche presenti su quel piano. Aveva bisogno di distrarsi in attesa di ottenere di nuovo l’attenzione della signora Thompson. Avvertì il braccio di Castle avvolgerle la schiena, seguito dal tocco morbido della mano che le posizionò sul fianco destro. Eccolo lì, puntuale. La sua carta da zucchero. «Sembra che abbiano una vasta scelta di attività i vecchietti qui » le sussurrò scherzoso all’orecchio. Sulle guance di Kate si materializzarono le due piccole fossette tipiche di quando un sorriso le si stava per disegnare in viso. La targhetta indicava la presenza di una sala da ballo, un’aula adibita alle lezioni di musica e letteratura, una palestra in cui praticare Tai Chi e ginnastica di mantenimento ed infine una terrazza dedicata alle feste. Kate aveva avuto lo stesso pensiero di suo marito.
 
Finalmente la signora Thompson concluse la telefonata. «Vi chiedo scusa, abbiamo avuto un problema con le consegne alla mensa ed il cuoco, non avendo nessun altro con cui lamentarsi lo fa con me!» scherzò la donna. «Bene, come potete vedere su questo piano sono presenti diversi locali adibiti alle attività che la nostra residenza offre »continuò la donna. «Quindi dovremo attendere che il signor Nieman concluda la propria attività mattutina» tirò ad indovinare Castle. «Beh, vedete… Non è proprio così» iniziò la signota Thompson. Kate iniziò a temere che il loro obiettivo sarebbe stato più complicato del previsto. «Vedete, il dottor Jonathan si rivolse a noi circa un anno fa, dicendoci di essere rimasto solo dopo la morte della figlia. Non voleva continuare a trascorrere la propria vecchiaia in solitudine, come aveva fatto durante gli ultimi sette anni e quindi decise di vendere la propria villa e di trasferirsi definitivamente da noi. Fin da subito è entrato in sintonia con gli altri ospiti della residenza, ma da alcuni mesi ha iniziato a dare i primi segnali di demenza senile. Fatica a ricordare qualsiasi cosa, appare molto disorientato e stenta anche a riconoscere le persone. Riconosce a malapena il suo migliore amico, il signor Howard, che non ha mai smesso di venirlo a trovare più volte alla settimana, fin da quando il dottore si è trasferito qui da noi» spiegò la receptionist. «Quindi dovremo fare poco affidamento su ciò che il dottor Nieman ci comunicherà? » chiese delusa Beckett. «Temo proprio di sì» confermò la signora Thompson, che aggiunse «Ora vi accompagno da lui. Sta facendo da spettatore agli altri ospiti della residenza che prendono lezioni di musica».
Kate e Rick si scambiarono uno sguardo frustrato, poi seguirono la signora Thompson lungo il corridoio, avvicinandosi alla stanza da cui provenivano dei solfeggi.
 Kate non poté fare a meno di notare il colore delle pareti del corridoio: erano color carta da zucchero. Avvertì di nuovo quella sensazione di serenità interiore. Non seppe spiegarsi se si fosse trattato dell’effetto che quel colore aveva provocato in lei, rievocando la sicurezza che gli occhi di suo marito le infondevano, oppure se quella tranquillità fosse stata causata dal fatto che qualsiasi cosa fosse venuta a sapere da Nieman, forse, non sarebbe stata del tutto la verità.
   
 
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