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Autore: Il_Genio_del_Male    19/07/2016    7 recensioni
Parlando di estate, cosa c'è di più emblematico del canto delle cicale? Il grillo Jongin, però, non ne è affatto contento.
[Insetti!AU]
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Nel dialogo socratico Fedro, opera di Platone, si tramanda una leggenda secondo cui le cicale sarebbero emissari divini: innocue bestioline all’apparenza, con il compito di scoprire e riferire alle Muse chi tra gli uomini mortali più le onorasse [1]. E forse ciò corrispondeva a verità, nell’antica Grecia politeista. Quanto avviene nell’epoca odierna, invece, è molto diverso. Ed il grillo Jongin ne è perfettamente consapevole.

La sua vita da ortottero [2] non sarebbe nemmeno disprezzabile, se non fosse per un gruppetto di cicale determinato a fargli perdere la pazienza. Chanyeol, Baekhyun, Jongdae e Sehun: questi i loro nomi. Esserini senza alcuno scopo nella vita eccetto quello di cicaleggiare tutto il dì -a volte anche dopo il tramonto- ed esprimere opinioni non richieste ad un volume eccessivo, guastando così le ore di sonno che il povero Jongin, terminato il proprio frinire notturno, vorrebbe trascorrere riposando. Parola chiave: vorrebbe, al condizionale. Poiché di fatto, per quanto lo desideri, non gli è possibile. Quelle stramaledettissime cicale lo tengono sveglio con il loro chiacchiericcio incessante, ancorate comodamente al tronco del pino marittimo sotto cui il grillo è solito ripararsi.

La soluzione più ovvia sarebbe cambiare albero. Jongin però non contempla neppure per sbaglio un simile atto di codardia. Non è certo lui il disturbatore della quiete pubblica. Non cederà, semplicemente. Inoltre ha dalla sua parte Kyungsoo e Joonmyun, due operose formiche il cui formicaio dista solo pochi balzi. In un modo o nell’altro, Jongin riuscirà a cacciare via le quattro intruse.

 

 

“Quel granello mi sembra troppo grande da portare, considerate le vostre dimensioni”.

“E’ ammirevole l’impegno che ci mettete, ma forse dovreste chiedere aiuto alle vostre colleghe”.

“Ma poi, dico io, che fretta c’è? L’autunno è ancora lontano!”

Chanyeol, Jongdae e Baekhyun proprio non ce la fanno a evitare di impicciarsi degli affari altrui. Sicché, simili ai pensionati umani che studiano i cantieri stradali e ne criticano l’operato, viene loro spontaneo offrire consigli non voluti. Joonmyun e Kyungsoo interrompono l’operazione di trasporto di un chicco di riso.

“Chi ha tempo non aspetti tempo” replica Joonmyun, e agita le zampine con enfasi per ribadire il concetto. “Dovreste pensarci anche voi, sapete” tenta di esortare le cicale, sempre affabile e immune alle punzecchiature. (Jongin si sbagliava: può contare solo su Kyungsoo.)

“Sì, certo” sbuffa Baekhyun, trasudando sufficienza.

“La Fontaine [3] non vi ha insegnato nulla sulla nostra indole?” rincarò la dose Jongdae.

“Non li trovate carini, così microscopici e zelanti?” chioccia Chanyeol rivolto ai suoi compari.

“Microscopico sarà il tuo cervello” sbotta Kyungsoo, bellicoso. “Scendi dall’albero, se ne hai il coraggio, e vediamo chi dei due farà il culo all’altro”.

Jongin, che ufficialmente sta sonnecchiando all’ombra dei fili d’erba, esulta interiormente. Prendi e porta a casa, bestiaccia di stocazzo. Cullato dalle sonore proteste delle cicale, risentite da una tale acredine, il grillo ottiene finalmente il sonno tanto agognato. Ignora, però, di essere nel mirino di qualcuno.

Quel qualcuno, per la precisione, è Sehun. Si dà il caso, infatti, che la meno rumorosa tra le quattro cicadidi [4] lo tenga d’occhio da un po’. Senza usare superflui giri di parole, Sehun ha una cotta stratosferica per Jongin. Prima di lui ha avuto soltanto un brevissimo flirt con Zitao, una cavalletta alquanto sexy e atletica che adesso frequenta Jongdae. Poi c’è stato Yixing, una coccinella probabilmente troppo espansiva, ma la loro è rimasta una casta amicizia. Jongin, invece, lo attrae come nessun altro insetto dotato di ali è mai riuscito. Le sue antenne, gli occhi profondi e vivaci, il corpo sottile e tonico di un magnifico verde screziato di grigio, il soave canto che gli concilia il sonno: Sehun ama tutto di quel grillo, e sovente compone haiku di dubbia qualità in onore del suo bello. Il problema, però, è che sino ad ora non ha ancora avuto l’ardire di recitarne mezzo al cospetto del destinatario. E’ afflitto da una timidezza castrante, e la spiccata avversione che Jongin manifesta nei confronti delle cicale di certo non aiuta.

 

 

A turbare le sacrosante ore di riposo di Jongin, una volta tanto, non è il cicaleccio prodotto dalle sue acerrime rivali, bensì un richiamo decisamente più inquietante. E sgradevole. (Ebbene sì.)

“Minseoooook” invoca la lumaca Lu Han, con voce priva di emozioni come quella di chi ha subito un lavaggio del cervello. “Minseooook” ripete, incurante della scia di bava che lascia dietro di sé.

L’oggetto del desiderio è un esemplare verde brillante di mantide religiosa. E’ l’unico maschio della sua specie in grado di emulare e mettere in pratica la procedura omicida delle femmine: seduce i suoi simili, ci si accoppia e infine ne divora la testa. Lu Han, scellerata chiocciola ermafrodita, trova tutto ciò molto eccitante. Non passa giorno che non veda l’ostinata arionide [5] strisciare e sbavare dietro alla mantide, cercando (sperando) di raggiungerla, prima o poi. Che Minseok, dal canto suo, si mostri indifferente alla cosa non fa che stimolare Lu Han ad impegnarsi con maggior fervore.

Sehun, sotto sotto, avverte una forte affinità con la lumaca. Ai suoi compagni, al contrario, la faccenda suscita unicamente disgusto.

“Che volgarità. Io sono per la massima libertà, eh, però un minimo di discrezione sarebbe gradito. Certe cose è meglio confinarle nel privato” commenta infatti, schifato, Baekhyun.

Jongdae è intento a tubare con Zitao e non interviene. Chanyeol, invece, non esita ad esprimere il proprio pensiero al riguardo. “Detesto le mantidi religiose, mi terrorizzano. Vuoi mettere la leggiadria di una farfalla, la sinuosità di un bruco?”

“Yeol, ti prego” Baekhyun sbatte le ali, stizzito. “Toglitelo dalla testa, dammi retta. Un tipo del genere è meglio perderlo che trovarlo”.

Si riferisce ad Yifan, un bruco per cui Chanyeol nutre una segreta, e del tutto ricambiata, passione. Yifan è a posto, alla mano, persino divertente; però sono diversi anni, ormai, che aspetta invano di trasformarsi in una bellissima farfalla. Tuttavia non è mai arrivato allo stadio di crisalide, il suo sviluppo è bloccato. Baekhyun considera quel ritardo inspiegabile alla stregua di un’anomalia genetica da cui è bene tenersi alla larga.

“Ma è così adorabile” sospira. “E ha delle curve da infarto”.

“Se lo dici tu, Yeol. Io mi limito a tener conto della realtà, ovvero che in lui c’è qualcosa di sbagliato. E se i vostri figli dovessero somigliare a lui? Mettereste al mondo bruchi frustrati o cicale difettose, ecco”.

“Baek, apparteniamo a specie diverse. Non è possibile per noi avere dei cuccioli, lo sai anche tu” scoppia a ridere l’amico.

“Non mettere limiti alla provvidenza. Jongdae mi ha confidato che lui e Zitao ci stanno provando”.

“Scherzi?” chiosa Sehun, d’un tratto loquace.

“Credo di aver capito male” si acciglia Chanyeol.

“No no, è esattamente come ho detto. Se tutto va bene, tra qualche mese diventeremo zii!” esclama Baekhyun, raggiante.

La notizia sconvolge Sehun, ma al tempo stesso ha il potere di restituirgli la speranza. Se una cavalletta e una cicala possono pensare di riprodursi, lui può approcciare il grillo che gli ha rubato il cuore e, perché no, farlo suo.

 

 

Giunto infine il grande giorno in cui la prode cicala decide di tirare fuori le palle (metaforiche), i suoi compagni lo osservano scalare il tronco dell’albero sventolando altrettanti metaforici fazzoletti e tifando per il piccolo di casa.

Jongin lo vede arrivare e immediatamente dirigersi verso di lui con sospetto. Teme che l’altro abbia escogitato un nuovo metodo di tortura psicologica e/o cacofonica. Indescrivibile è la sua sorpresa quando, invece del solito cicaleccio assordante, lo sente intonare una poesia –all’incirca.

“Ehy, sono Sehun

Sei bello più del sole

Orsù bombiamo [6]”.

Segue un intero minuto pregno di silenzio. Sehun attende trepidante il responso, ricambiando l’imperscrutabile sguardo con cui il grillo lo sta fissando. Finché…

“Shakespeare si sarà rivoltato nella tomba”.

La cicala incassa il colpo. Sembra proprio che dovrà rivedere il suo piano di conquista, ma non importa. Piano piano, un passo alla volta, Jongin sarà suo.

E’ solo una questione di tempo. (Magari prima che arrivi l’autunno.)

 

 

 

 

[1] Cito direttamente dal Fedro: “Si dice che un tempo le cicale erano uomini, di quelli vissuti prima che nascessero le Muse; quando poi comparvero le Muse e nacque il canto, alcuni di loro restarono così colpiti dal piacere che cantando non si curarono più di cibo e bevanda e senza accorgersene morirono. Da loro in seguito ebbe origine la stirpe delle cicale, che ricevette dalle Muse questo dono, di non aver bisogno di nutrimento fin dalla nascita, ma di cominciare subito a cantare senza cibo né bevanda fino alla morte, e di andare quindi dalle Muse chi tra gli uomini quaggiù le onora, e quale di esse onora”.

[2] Famiglia di insetti a cui appartiene il grillo.

[3] Riferimento alla celeberrima favola La cicala e la formica.

[4] Famiglia di insetti di cui le cicale fanno parte.

[5] Famiglia di molluschi comprendente anche le lumache.

[6] Un haiku è generalmente composto da tre versi rispettivamente di cinque, sette e cinque sillabe –o more che dir si voglia.

 

Tutto ciò nasce dal mio atavico non amore per le cicale. Potrei essermi lasciata prendere un po’ la mano.

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