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Autore: OrenjiAka    19/07/2016    3 recensioni
Primi giorni di liceo, Ryūko Matoi affronta diversi studenti con le divise stellate che ambiscono a mettersi in mostra di fronte a lady Sastuki. Durante uno di questi duelli, Ryūko crolla a terra.
[...] La ragazza non può fare a meno di notare, però, che l'avversario sta tirando a segno molti più colpi di prima. Si direbbe che la stia quasi pestando, stesa a terra com'è. Quasi, però.
Perché col cavolo che Ryūko Matoi si lascia menare da una mezza calzetta al servizio di lady Satsuki.
Sta prendendo una pausa. Ecco, deve pensare a una strategia d'attacco e conserva le forze per quella.
«Senketsu, hai un piano?»
«Credevo l'avessi tu.»
Ti pareva. [...]

Seconda classificata al contest ‘Scavando nel proprio animo’ indetto da Angie96 sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mako Mankanshoku, Ryuko Matoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore (Su efp e sul forum): OrenjiAka/TarAnemia
Fandom scelto: Kill la Kill
Personaggio scelto: Ryūko Matoi
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo
Note e avvertimenti: Missing Moments
Introduzione: Primi giorni di liceo, Ryūko Matoi affronta diversi studenti con le divise stellate che ambiscono a mettersi in mostra di fronte a lady Sastuki. Durante uno di questi duelli, Ryūko crolla a terra.
Note dell’autore: Una delle cose che ho più apprezzato nell'animazione di Kill la Kill è lo studio della protagonista Ryūko Matoi. Le sue pose non sono plastiche e statiche come ci si aspetta da più o meno tutto il resto dell'animazione destinata al piccolo schermo: Ryūko è slang, è sporca, è di strada. Lo comunicano le pose, i movimenti, le PAROLE. Ed è qui che si sofferma la mia fan fiction: è un'introspettiva, vuol dire che si naviga nella testa del personaggio interessato. Ho lavorato per mantenere ciò che rende Ryūko Matoi il pg che è.


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




Cannon Fodder


Che poi, lei nemmeno voleva entrare in tutto questo.
«Ryūko, mi serve più sangue.»
«Ma falla finita.»
La ragazza non può fare a meno di notare, però, che l'avversario sta tirando a segno molti più colpi di prima. Si direbbe che la stia quasi pestando, stesa a terra com'è. Quasi, però.
Perché col cavolo che Ryūko Matoi si lascia menare da una mezza calzetta al servizio di lady Satsuki.
Sta prendendo una pausa. Ecco, deve pensare a una strategia d'attacco e conserva le forze per quella.
«Senketsu, hai un piano?»
«Credevo l'avessi tu.»
Ti pareva.

Non ha cominciato lei la rissa. Arrivata a scuola, un tipo le ha bloccato il passaggio. E lei non li sopporta i prepotenti.
Beh, anche lei è una prepotente. Però non ha mai bloccato nessuno, e sicuramente non ha mai fatto apprezzamenti indesiderati sull'abbigliamento altrui. Insomma, quel tipo se lo meritava.
Un calcio le prende in pieno la faccia. Brucia. Una goccia di sangue caldo scivola lungo il profilo del viso e cade a terra in un impercettibile "plic".
Così non va, quella roba le serve.

Ryūko gli afferra la caviglia: è muscolosa, soda. Con la mano non riesce nemmeno a prenderla tutta.
La tira verso di sé e lo fa cadere a terra, lui sbatte la testa e non si alza più. KO, vittoria.
«…»
Come no.
Appena tende la mano, un secondo calcio le fa perdere i sensi.
Pronuncia un sottilissimo "che schifo", Ryūko. Trova ironico che abbia ancora la forza di lamentarsi: è tutta una vita che viene presa a calci in faccia.
Il padre che l'ha cacciata fuori di casa.
La scuola dove ha cominciato a fare a botte.
Il preside che convoca il genitore, ma niente da fare: Isshin Matoi non ha tempo da perdere con queste cazzate. Non ha tempo per sua figlia.
È un copione ripetuto ad libitum. Il finale è sempre lo stesso: Ryūko rimane da sola.

Rumore di passi che si allontanano. Nel suo corpo tornano a fluire le forze: abbastanza per rimettersi in piedi, non abbastanza per convincersi che ne abbia effettivamente bisogno.
L'udito è l'unico senso che le è rimasto (oltre a un dolore allucinante per tutto il corpo, ma di quello ne farebbe volentieri a meno). I suoni si moltiplicano e s'impastano.
È lì che si rende conto che una voce è per lei: «Ryūko-chan, alzati! Fai il culo a strisce a quel tipo!»
Si tratta di Mako e della sua proverbiale raffinatezza. Sorride, in fondo le piace quel modo un po' sporco di fare: le dà la sensazione di guardarsi allo specchio e trovarci un'immagine serena.
Le gambe le tremano, nemmeno sa come ma si raddrizza sui vertiginosi tacchi a spillo.
Un ghigno s'increspa sulle sue labbra: «Senketsu!»

Ryūko nemmeno voleva entrare in tutto questo: il completino sexy, il club dei pervertiti spiaggiati, una svitata per compagna di banco e una preside ancora più pazza.
Ma ha bisogno di scoprire chi ha ucciso suo padre, e di qualcuno al suo fianco.
L'avversario si gira.
Tutti quelli che si metteranno in mezzo, invece, per lei significheranno solo una cosa: carne da macello.
  
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