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Autore: La Lady    19/07/2016    1 recensioni
Dal testo:
"Ti ricomponi, andando a prendere un nuovo bicchiere per versarci il veleno ambrato.
Non hai la forza neppure di usare la magia.
Tu.
Severus snape."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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17 luglio.

Come ogni anno non puoi non soffermarti a pensare.
Ti riprometti sempre che non lo farai, che sei più forte, che ormai è superata.
"Superata benissimo Severus, proprio benissimo"
Ti osservi le mani con sarcasmo, dita lunghe ed affusolate come quelle di quell'essere che ti ha messo al mondo.
Mani da pozionista, diceva sempre tua madre, eppure ogni volta che le guardi non puoi che pensare alla forma ed al biancore di uelle del babbano.
Curioso, riconosci sorseggiando il tuo wisky incendiario, ti ricordi persino come se fosse ieri il momento in cui hai iniziato a chiamarlo così, "babbano".
Più ti ostini a dimenticare fatti e persone, più esse ti si incollano all'anima.
Ti rivedi ragazzo. quello dinoccolato e con i vestiti di seconda mano, circondato da purosangue ben vestiti ed amati dalla famiglia.
Ti vergognavi Severus...
Li guardavi e solo il tuo orgoglio  ti dava la forza di tenere alta la testa.
Vedevi i tuoi compagni sognare un futuro come quello dei loro padri e tu agognavi solo il contrario per te.
Ridi Severus, sorseggiando quel liquore di lava che ti ricorda tanto lui.
Beveva, si, ma non te lo ricordi mai ubriaco.
Quello no.
Non ne hai mai parlato con nessuno, neppure con la tua dolce Lily, figuriamoci con i tuoi compagni di dormitorio.
Fra i maghi purosangue la linea dei Prince si era estinta col disonore di tua madre mentre per i babbani altri non eravate altro che " gli Snape, quelli di Spinner's End".
Pensavano tutti che lui la picchiasse, che a sera tornato dal lavoro lui la tartassasse fino a farla svenire dalle urla.
Rifletti sula stupidità e l'ottusità umana, quella che crede che le sole ferite siano quelle visibili.
"Poveri illusi, poveri idioti" pensi desolato  "cosa ne sapete voi del dolore?"
Non ti rendi conto di essere ormai ubriaco, te ne accorgerai l'indomani; dal mal di testa e dai fogli lasciati in giro per tutta la casa.
Te ne infischi, senti urla invisibili urlare nella tua testa.
Lo senti urlare, senti le offese rivolte a tua madre, senti quelle parole piene di disprezzo che il vicinato scambiava per violenze fisiche.
Senti quelle parole sputate con violenza da quando eri un bambino, nascosto sotto il tavolo a piangere o seduto lontano da tutto ma mai abbastanza.
Per questo hai imparato a parlar piano, te lo sei imposto come stile di vita.
Tu dovevi essere la sua nemesi, essere ciò che non voleva.
"Quel giorno avrei fatto meglio a farmi una sega".
scuoti il capo, buttando giù alcool e veleno.
stranamente, nel tuo stato di totale ubriachezza, ti ritrovi a fantasticare ad una famiglia con la tua Lily; bambini con gli occhi verdi sorridenti e volti incorniciati da capelli corvini,lunghi e fini come i tuoi.
lanci il bicchiere contro il muro, forte, urlando il tuo dolore, la tua ira, il tuo non aver saputo essere abbastanza.
Tiri un pugno sul bracciolo della poltrona ma neppure quello sembra poter calmare ciò che il wisky ha risvegliato.
Per un assurdo momento provi dispiacere ed empatia nei confronti di Potter;
te lo immagini rannicchiato in cucina, con le lacrime libere di uscire e nella mente solo una domanda.
Perchè?
Ti ricomponi, andando a prendere un nuovo bicchiere per versarci il veleno ambrato.
Non hai la forza neppure di usare la magia.
Tu.
Severus snape.
Ti siedi in malo modo e fai una smorfia ricordando di chi è figlio Potter, la faccia del maiale di suo padre, e l'alcool ti riconduce al tuo solito e dolce cinismo.
Pensi Severus e ti accorgi che comunque neppure tu hai una foto dei tuoi genitori, di tua madre.
la rivedi però ogni sera quando stanco ti attingi ad andare in bagno e negli occhi riflessi nello specchio rivedi i suoi.
Non l'hai mai sentita ribellarsi, non l'hai mai vista estrarre la bacchetta per zittirlo.
Poteva, ne aveva il diritto.
Come allora tu le dai mentalmente della stupida e della debole.
L'hai mai capita a fondo tua madre?
Adesso te lo chiedi veramente.
Lei però non ha mai fermato le tue capacità guardandoti da lontano con gli occhi che solo le madri sanno fare e avere.
Occhi severi, di cui tu porti il nome, ma che sapevano dare tutto ciò che bastava.
Ti ha raccontato le fiabe dei maghi prima di addormentarti e ti ha accompagnato il primo giorno di scuola alla stazione di King Cross.
Ti accorgi ora che tua madre non era debole, ma decisa e risoluta nella situazione in cui si trovava.
Certo, pensi con disgusto, nessuno l'aveva obbligata a sposarsi con un babbano, ma ora ti chiedi:
sarebbe stato davvero diverso con un mago?
Inclini la testa indietro, sullo scomodo schienale della poltrona consunta di casa tua, e chiudendo gli occhi arrivi alla conclusione che lui, tuo padre, ti ha tolto tutto.
persino la possibilità di ucciderlo.
Avevi vent'anni, il Signore Oscuro aveva saziato a dovere il tuo appetito sulle arti Oscure. Non vedevi l'ora, orgoglioso del tuo marchio, di metter fine alla vita dell'insulso babbano quando anche quell'opportunità ti è stata rubata con un banale incidente d'auto.
Sospiri, poi digrigni i denti.
Ti ha portato via tutto, anche tua madre.
Piangi in silenzio come ogni anno, come ogni 17 luglio.
Solo con l'amarezza mischiata al sapore delle lacrime.

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Se questa fic è venuta fuori lo devo soprattutto ad una cara persona che ogni volta c'è, mi ascolta, non mi lascia alla mia oscurità.
Questa fic è anche merito tuo Clara.
   
 
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