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Autore: ShannaInLuv    19/07/2016    4 recensioni
Lei, Meldy, una ragazza tutto pepe.
Lui, Rogue, il fratellastro indesiderato.
La loro relazione: una cosa complicata.
I loro amici: quelli che cercheranno di farli mettere insieme.
"Okay, okay. " inspirai, cercando di non pensare di avere quasi rotto il cranio a Rogue Cheney, di fronte a me - devo dire la verità ci stavo lentamente godendo. Insomma, non ero l'unica a doversi fare male, no? Anche se la sua non era voluta, beh, neanche lamia lo era. Diciamo che avevo "accidentalmente" sbattuto la porta contro la fronte di Rogue, quando stava cercando di entrare in camera mia.
Lo osservai mentre imprecava tra i denti, tastandosi con il fazzoletto che gli avevo procurato. Ops, con quello non mi ci ero soffiata il naso? Pazienza.
Rogue mi guardò, scoccandomi un'occhiata in tralice, così sospirai e assunsi una posizione che si addiceva più a una gangster, che a me.
" Beh, cosa vuoi?" berciai, accavallando le gambe.
"Son o qui per stringere un patto. " sibilò, la mano premuta sulla fronte.
"Un patto? " ripetei.
Fu a quel punto che Rogue sorrise. " Io non voglio restare qua, quindi, facciamo separarare mamma e Gerard. "
Questa, era un'idea brillante.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard, Meredy, Rogue Cheney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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When something could be wong, it will

 
Capitolo 1 : Rinfaccio a mio padre la morte di mia madre,tentando di far scappare la mia nuova "famiglia".
 
La vita è un'enorme tela, puoi rovesciare su di essa tutti i colori che vuoi, formando un miscuglio, che, magari potrebbe essere bello. Potrebbe, da un certo punti di vista.
Ma non dal mio. Specialmente se quella tela è paragonata alla mia vita e quei colori ai miei stupidissimi parenti.
Insomma, avrei dovuto accettare che mio padre Gerard si risposasse, in un modo o nell'altro. Erano passati molti anni dalla morte della mamma, avrei dovuto accettare che si fosse scelto un'altra guerriera.
Il problema è che era Erza Scarlet, la donna più forte e astuta di questo pianeta. Non che abbia qualcosa in particolare contro di lei - sia chiaro, non mi sarebbe andata bene nessun'altra donna in generale, e questo perchè mia madre era nettamente insositituibile - ma perchè non volevo che un'altra donna vivesse a casa mia.
Quindi, tutto sommato, dovevo soltanto prendere quella tela - la mia vita - e non versarci sopra il colore scarlatto dei capelli di Erza e quello scuro di Rogue, il mio fratellastro.
E invece no.


***



 
Quella mattina mi ero svegliata di pessimo umore - quindi la mia solita media matuttina -, avevo grugnito tirandomi su dal letto e striracchiandomi. Sarei rimasta mille altre ore a letto a poltrire, d'altronde ero in vacanza, no?
Però, non era quello che pensava mio padre, Gerard. Sbuffai una ciocca di capelli dal viso e me li legai malamente in una coda, ancora tutti annodati così com'erano.
Strusciai i piedi per terra, arrancando non so come fino allo specchio accanto alla porta della camera da letto, e sedendomi pesantemente sul puff.
Ancora con le palpebre appiccicate tra loro per il sonno, mi pulii velocemente con un detergente, fiondandomi poi in bagno.

Accipicchia a Lyon, Juvia e tutti quelli a cui ho dato retta!

La testa mi martellava un po' troppo, per la serata passata. I miei amici mi avevano portata al Blue Pegasus, un locale che faceva da pub discoteca, in cui, precisamente ci andavano tutti i più in della scuola. E io, ovviamente, non volevo andarci, se non fosse perchè dovessi accompagnare Juvia ( che tentava inutilmente di conquistare Gray-sama da oltre tre anni) e Lyon che ci aveva seguito a ruota.
Dopo una lavata veloce, mi fiondai al piano di sotto per fare colazione, ovviamente ancora con il mio largo e lungo pigiama con gli unicorni. Avevo una specie di qualche perversione con gli unicorni.
Senza curarmi di infilarmi le ciabatte, scesi le scale più rumorosamente possibile, sbattendo i talloni contro il legno e fermando il chiacchiericcio al piano di sotto. Non vi badai, pensando che fosse mio padre che stava parlando con Simon, un suo collega di lavoro.
Oltrepassai quindi il salotto, bofonchiando un saluto a mio padre e aprì il frigorifero in cucina, afferrando il latte e attaccandomi al beccuccio per mandare giù un sorso.
<< M... Meldy. >> balbettò mio padre dall'altra stanza. Io feci qualche passo, con gli occhi ancora assonnati e uno completamente socchiuso, avviandomi nel salottino, oltrepassando l'arco senza porta che li divideva. La prima cosa che vidi fu mio padre, ovviamente. Era vestito elegante come al solito, con i capelli turchini perfettamente acconciati.
Poi, cacciai un urlo, non perchè fossi diventata completamente matta, intendiamoci - quella fase l'avevo già oltrepassata, almeno secondo Lyon ero entrata nella fase trasformazione in belva schizofrenica - , ma perchè, seduti al tavolo, rispettivamente vicino a mio padre c'erano quella donna e suo figlio.
Erza si mosse a disagio sulla sedia, arrossendo visibilmente, mentre l'altro - di cui allora ignoravo il nome - mi fissò con un sopracciglio inarcato.
Non ci volle molto a capire che la bottiglia del latte era lontana dalle mie labbra, reclinata verso il basso in modo da fluire sul pavimento.
<< Meldy! >> sbraitò questa volta mio padre - probabilmente ripretosi dallo shock di vedere sua figlia di quasi diciotto anni con un pigiama a unicorni -, visibilmente rosso e gracchiando come una cornacchia.
A-ah.
Raddrizzai la bottiglia del latte, troppo tardi, perchè ormai tre quarti di latte era sul pavimento. Feci comunque un gesto non curante e puntai la bottiglia contro mio padre, come se fosse lui ad avere torto.
<< Avevi detto che sarebbero arrivati a mezzogiorno. >> precisai, con la mia aria saccente e tutto il resto. Alzai il volto, mantenendo il naso ben all'aria per far capire a mio padre la gravità della situazione.
Ma mio padre non si intimorì, nè cambiò discorso. Anzi, strinse la mascella. << E' mezzogiorno e mezza. >>
Rimasi paralizzata. COSA?
I miei occhi verdi scattarono sull'orologio a muro, quello di winnie pooh - lunga storia - e vidi che effettivamente mio padre aveva ragione, come sempre.
Ricacciai indietro un nodo alla gola e mi sforzai di imitare una risatina, gracchiando anche io come una cornacchia, questa volta.
Tale padre, tale figlia, no?
Mi sedetti al loro tavolo con non-chalange, ignorando il fatto che fossi spettinata, con le palpebre appiccicate tra loro, il pigiama a unicorni e i piedi irrimediabilemnte zuppi del latte versato a terra.
<< Come butta? >> azzardai.
Erza Scarlet lanciò un'occhiata a mio padre. A vederla per la prima volta da vicina era bella, con i lunghi capelli scarlatti a incorniciarle il volto e ciuffi della frangetta che ricadevano sulle palpebre che contornavano occhi nocciola quasi fossero fatti della miglior cioccolata in circolazione. Sembrava avere un portamente fiero, stretto nel suo scollatissimo vestito.
<< Meldy. >> richiamò ancora una volta mio padre, io distolsi l'attenzione da Erza e lo guardai; aveva quella faccia da stai rovinando tutto.
Oh,bè, che peccato, no?
<< A che ora sei andata a dormire stanotte? >> mormorò.
<< Uhm, alle tre. Sono uscita con Lyon e Juvia. >>
Il viso di mio padre divenne paonazzo, sibilando qualcosa sottovoce che probabilmente comprendeva una serie di insulti talmente diplorevoli che mi avrebbero ucciso, se fosse stata magia.
<< Sono stata al Blue Pegasus, lo conosci no? >> rifilai, annoiata. Okay, se mio padre doveva farmi il terzo grado, non davanti a quei sconosciuti, tantopiù che li avrei comunque bellamente ignorati, i rimproveri. Come sempre, d'altronde. Erano anni che mio padre mi metteva in punizione e io, come risposta scappavo dalla finestra.
Nessuno poteva negarmi qualcosa, tanto meno quello spocchioso troppo serio di mio padre che, da quando è morta la mamma è diventato amabile quanto un grizzly con il ciclo. E non so come sia un orso con il ciclo ma non credo che sia tanto piacevole.
Gerard deglutì, a vuoto, lanciò poi uno sguardo a Erza e le afferrò la mano. Che scena disgustosa.
<< Vatti a cambiare. >> mi ordinò perentorio.
Io feci un ghigno e mi indicai. << Non ti piace il mio pigiama a unicorni? >>
La mascella di papà scricchiolò rumorsamente. Stava per esplodere. << Vai. >>
Mi alzai e me ne andai, non tanto per fare quello che diceva il signor Gerard, ma perlopiù perchè quelle due persone erano men che meno gradite da parte mia.

***

 
Il pranzo passò velocemente, o almeno per me. Per mio padre non ne fui tanto sicura. Ogni volta che Erza o Rogue provavano a parlare, io li interrompevo, con qualsiasi assurda frase, domanda o qualasiai altra cosa mi venisse in mente.
Ogni volta che Erza mi sorrideva, io facevo accidentalmente schizzare un po' di purè dal mio cucchiaio facendoglielo finire addosso e guadagnandomi occhiate da mio padre come se stesse architettando il mio omicidio.
<< Mi dispiace... >> mormorai l'ultima volta quando le finì del ketchup sul vestito, ovviamente non ero per nulla veramente dispiaciuta.
Sapevo benissimo del perchè Erza e suo figlio erano lì e la cosa non mi piaceva per niente. Primo perchè non volevo condividere la casa con quei due, era una casa grande, con più camere da letto, ma ovviamente erano mie.
A Rogue, se non mi fosse servita per i miei allenmenti col sacco, avrei potuto dare la mansarda, forse. Altrimenti si sarebbe accontentato della cuccia in giardino, no?
Secondo, perchè sigificava condividere mio padre con altra gente, insomma era mio padre, perchè doveva diventarlo anche di quell'emo?
L'emo in questione, mi aveva appena ammollato un calcio sotto il tavolo, lo guardai furente e grugnì. << Cosa cacchio vuoi? >>
Rogue si mosse a disagio sulla sedia, ancora con il boccone pieno e quando deglutì, era arrossito. << Mi spiace, non volevo. >>
<< Beh, stai attento. Altrimenti la prossima volta te lo spezzo, quel piede>> sbottai, rendendomi conto di essere arrossita a mia volta. Che stile, davvero. Lyon sarebbe fiero di me.
<< Meldy, >> mi ammonì mio padre. << Sono sicuro che Rogue non l'abbia fatto apposta. >>
Io non risposi, ma rimanevo comunque dell'idea che madre e figlio avessero dovuto scappare fuori casa.
Lanciai un'occhiata saccente a mio padre quando lo scoprii a guardarsi teneramente con Erza, era lo stesso sguardo riservato alla famiglia, e a mia madre, quando era viva.
Come poteva quel traditore... ?
Mi alzai di scatto, sbattendo le mani sul tavolo e guardando furente mio padre, non m'interessava se Erza Scarlet e suo figlio erano in ascolto, non mi interessava sputare fuori tutto l'odio per mio padre da alcuni mesi a quella parte.
<< E ora cosa farai? Staccherai le foto della mamma perchè te lo dice lei ? >> ruggì, ottenendo la voce più acuta di un pulcino. Insomma, dovevo trattenere le lacrime! Non potevo farmi prendere sul serio se piangevo mentre rimproveravo mio padre.
Vidi con la coda dell'occhio Erza irrigidirsi e mio padre guardarmi preoccupato. Non arrabbiato o deluso. Preoccupato.
Quell'infame si stava preoccupando che mandassi tutto all'aria, e ovviamente erano quelle le mie intenzioni.
<< E magari che la chiamassi mammina! >> feci il verso, la voce che si acutiva sempre di più.
<< Io no- >> mormorò Erza ma s'azzittì quando battei una mano sul tavolo, facendo cadere il piatto del purè addosso a quell'emo idiota.
<< E magari che dimentichi mia madre, e magari che consideri lei e suo figlio come la mia nuova e schifossisima famiglia, >> era ridicolo, stavo riversando cose insensate addosso a  mio padre, ormai completamente sbiancato.
Ma era colpa sua, nonostante avesse già deciso di portarsi a casa quei due, per convivere insieme - avevo origliato qualche conversazione, lo ammetto - non se n'era mai degnato di parlarmente, fino almeno alla sera prima, dicendo: << Erza e Rogue verranno a cena! >>
Ovviamente, io sapevo chi fossero - lei era la miglior pasticcera in circolazione - ma mio padre non mi disse altro.
E ora cosa voleva che facevo all'improvviso?
<< Dovresti cercare di instaurare un rapporto invece di fare così! >> sbottò a quel punto mio padre.
Ecco, appunto.
<< Un rapporto?! Ti sei mai degnato di chiedermi qualcosa che non fosse lo studio, dopo che la mamma è morta? Dopo che tu l'hai tradita e lei ha avuto un incidente, per colpa tua? Tua, tua, TUA  e soltanto tua! >>
Okay, forse non dovevo tirare fuori quel discorso, papà c'era stato davvero male e non l'aveva tradita. Quello era quello che pensava a lei, in realtà mio padre le stava preparando una manifica sorpresa. Ma mia madre era morta con l'idea che Gerard l'avesse tradita.
Quindi,sì, beh, un pochiro era colpa sua.
Difatti, lo sguardo di mio padre si fece gelido, con la mascella contratta e i muscoli tesi, si era alzato posizionandosi davanti a me, faccia  a faccia, un confronto tra padre e figlia. Ovviamente sostenni il suo sguardo.
<< Vai in camera tua. >> sibilò.
Sbattei la forchetta sul tavolo, tanto per fare più rumore possibile e grugnì. << Certo. >>
Girai i tacchi e lanciai uno sguardo di puro odio ai due nuovi inqulini della mia casa, quasi inciampando nei miei stessi piedi e non facendo proprio una bella figura. Mi aressi allo stipide della porta e, naso all'aria, me ne andai con quanta dignità possibile.

La mia vita è come una tela, quindi, dovevo solo cancellare quei fastidiosi colori dalla mia trela, per sempre.
Assottigliai gli occhi, fu in quel momento che decisi di fare davvero tutto per fare andare via Erza Scarlet e Rogue Cheney lontano da me. Da mio padre. Dalla mia vita.

AngolinoAutrice(?)
Ohayo minna!
Ho iniziato questa storia nuova, che non durerà più di una decina di capitoli, con la coppia Rogue X Meldy. Spero soltanto non sia un fiasco totale, mi sono scervellata per scriverla in modo comico, scorrevole e grammaticalmente giusto. Soprattuo che abbia una trama divertente.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e non esitate a contattarmi se avete qualche idea per la storia :) Intanto, se volete vi potrò dire i personaggi presenti in questa storia, o almeno i pairing. Li volete?
RECENSITE! <3
Shanna
   
 
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