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Autore: Malec895    20/07/2016    0 recensioni
Mentre attraversavo il portale che mi conduceva a casa, pensavo a come dovesse essere la mia vita tra qualche tempo; sono un'immortale ,di cose ne ho viste, ma vedere rinnegare chi tu sia per le tradizioni, la famiglia e il lavoro... è stato un getto d'acqua gelida.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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-Alec è il momento di rialzarsi.- gli bisbigliai ad un'orecchio.
Dopo aver passato il portale d'uscita Alec ha sta facendo fatica a riprendere conoscenza, ma non sono preoccupato di più di tanto, aveva un sorriso a 360° stampato in volto: non poteva soffrire in quei momenti. Io ho ripreso possesso delle mie capacità due secondi dopo aver messo piede in questa città, forse perché avevo sangue di stregone che trascorreva nelle mie vene, o perché semplicemente sono più resistente di Alec.
- Siamo seduti sul ciglio di una strada, quando vuoi riprendere conoscenza io sono qui.- mi avvicinai all'orecchio opposto; la mia voce era un mix tra burla e preoccupazione.
Quest'ultima svanì!

Finalmente aveva cominciato a muoversi, ma non come avevo immaginato. Gira la sua testa, da prima appoggiata sulle mie gambe, verso destra, rannicchiandosi e traendo le gambe verso la sua pancia.
Non ci posso credere... non era svenuto, stava letteralmente dormendo, su di me pre giunta!
Al problema di non capire dove fossimo, si aggiunse un Alec assonnato in preda ad un bel sogno... ma perché gli shadowhunters non maturano in fretta come noi nascosti?
- Amore mio, per quanto mi piaccia averti su di me, non puoi addormentarti su di una strada, almeno affittiamo una stanza in un hotel.- cominciai ad accarezzarlo delicatamente sul volto.
Volevo svegliarlo, ma doveva essere un risveglio adatto al nostro stile!

- Ancora 5 minuti e mi alzo, giuro!.- scandì queste semplici parole, voltandosi dall'altro lato.
- Se noi avessimo 5 minuti, staremmo ancora qui?.- ero dubbioso sulla questione risposta, dubitavo potesse sentirmi, era veramente preso da quel sogno.
- Dai, lo sai che ti amo... potrei riposarmi un'altro po'?.- mi rispose cercando un rapporto fisico con le nostre mani.
- Se non ti amassi anche io, ti avrei già fatto investire.- mi stavo avvicinando per strappargli un bacio sulle labbra.
- Grazie Jace, non saprei cosa fare senza te!.-

Sgranai gl'occhi e mi bloccai per qualche istante, divaricando la bocca quanto più possibile. Speravo di aver sentito male, che il rumore dei camion, delle macchine passanti in quel momento, avessero offuscato il mio udito facendomi sentire l'ultima risposta che avrei voluto mi dicesse.
Sembravo una persona in stato di infarto immediato, molte persone si sono fermate a fissarmi, chiedendo più volte come stessi e se neccesitavo di cure mediche all'ospedale. Fisicamente stavo meglio di tutte le persone all'unisono, ma il mio cuore ne risentiva parecchio.
Subito mi ritrassi indietro, portando con me l'appoggio sulla quale Alec stava abbandonando le sue energie.

- Ahia...- urla dolorante... aveva appena sbattuto la testa contro l'asfalto della strada.- Ma perché lo hai fatto?.- si stava strofinando con la mano la zona dolorante, mentre mi fulminava con lo sguardo arrabbiato.7
Con l'aiuto dei piedi mi spingevo con forza il più lontano possibile da lui, finendo la "corsa" dopo aver sbattuto contro un lampione alle mie spalle.
- Magnus ma che succede?.-cambia totalmente espressione, portando le mani dalla sua testa, sull'asfalto, dandosi la forza necessaria per rialzarsi e non perdere l'equilibrio.
Come se parlare mi uscisse spontaneo in questi momenti; la mia faccia era rigata dall'odio e dalla disperazione delle lacrime, facendomi sembrare un pazzo isterico a causa del trucco sciolto. Cercavo di darmi la forza necessaria con le mani per restare in piedi più di qualche secondo, ma la tristezza di quel momento mi faceva tremare come una foglia.

- Mi spieghi cosa sta succedendo? mi stai facendo preoccupare.- si dirigeva verso la mia direzione, allungando una mano per aiutare la mia causa del "rimanere alzato".
Lo guardavo avvicinarsi inesorabilmente verso di me, con il suo fare tranquillo, ignaro di ciò che aveva appena detto. In fretta e furia agito le mie mani, riuscendo ad aggrapparmi al lampione, ma non distogliendo mai i miei occhi sconvolti e colmi di lacrime, dai suoi.
- Ti decidi a parlare, o preferisci rimanere attaccato a quel palo ancora per molto?.- si stava veramente spazientendo dal mio silenzio.
- Cosa vuoi che ti dica?.- urlo in modo tale che una folla di persone si avvicini a noi per vedere cosa stesse accadendo.

- Ti sarei grato se non alzassi la voce, i nostri problemi non sono di dominio pubblico.- mi afferrò il braccio e si faceva strada attraverso la gente.
- Lasciami il braccio...- mi dimenavo a destra e sinistra, sperando che mollasse la presa su di me.
Alec camminava spedito per la sua direzione, incurante della mia agitazione, e aumentando la presa sul mio povero braccio.
- Non hai sentito il ragazzo?.- seguii il suono di questa voce.
Una persona aveva spintonato Alec a terra, facendo in modo che perdesse il controllo su di me. Ma chi era? Non distinguevo bene le persone attorno a me, erano tutte ammassate come pecore.

- Adesso non sei in grado neanche di rialzarti?.- lo provocava, dopo averlo spinto per terra.
Alec era pronto per iniziare questo combattimento, ma io non lo ero!
- Bene, se stavi cercando dei problemi... gli hai appena trovati.- gli rispose a tono.
Non perse molto tempo e si rialzò ferocemente pronto a qualsiasi tipo di battaglia contro quella persona. Non sapevo chi avesse potuto vincere, confidavo in Alec e nelle sue capacità da shadowhunter, ma non conoscevo affatto quella persona, ed a giudicare dalla facilità con la quale ha abbattuto Alec a terra, non era da sottovalutare.

- Non siamo venuti qua per combattere.- mi interpongo fra i due, interrompendo l'imminente scontro.
- Il tuo amico qui è in vena di prenderle sul serio.- mi sorrise con la faccia di un killer pronto a squartare una delle sue vittime.
- Il suo "amico" qui è il ragazzo; dunque se non vuoi ritornare a casa piangendo ti consiglio di girare a largo da me, ma soprattutto da lui.- mi afferra la mano e mi pone al suo fianco.
Ma perché doveva rendere ogni cosa più difficile?
- Adesso basta.- intervengo.- sono capace di difendermi da solo.- abbandonando la stretta di mano mi riferì ad Alec.- per quanto riguarda te, ti ringrazio dell'aiuto ma è meglio se non accendi il fuoco.-

Oltre che stregone, dovevo improvvisarmi baby-sitter!

- Eh va bene.- mi sorrise, girando il corpo e seguendo il nostro consiglio.- ma mi puoi dire almeno come ti chiami?.- arrestò la sua camminata e mi guardò dritto negli occhi.
- No lui non può.- rispose Alec al mio posto.
- Magnus, mi chiamo Magnus Bane.- detto questo, in pochissimi secondi la folla sembra essersi dileguata lasciando me ed Alec al centro della strada faccia a faccia.
- Perché gli hai detto il tuo nome?.- abbassa lo sguardo per terra, e con un calcio tira una pietrolina che arrivò dritta sulla finestra di un appartamento.
- Perché non avrei dovuto?.- alzai il passo nella direzione opposta all'appartamento dove Alec ha rotto una finestra.

Durante tutto il tragitto nessuno aveva voglia di dire alcunchè, così mi godetti il viaggio fissando i negozi, palazzi intorno a noi. Qualcosa non quadrava, era tutto troppo familiare...
- Dove pensi siamo finiti?.- ruppi il giaccio come ad un primo appuntamento.
Mi ignorò di proposito, continuando a calciare tutti gli oggetti che trovava d'inanzi ai suoi passi.
- Ah vuoi giocare a fare l'offeso.- interruppi i miei di passi.- scusa tanto ma non voglio dilettarmi in questo gioco.- presi ,per la prima volta, io la posizione, e cambiai strada.
- No...aspetta.- l'eco della sua voce arrivò sino dove ero io.

- Non è un gioco, sono veramente adirato per quel tizio.- concluse il suo "lungo discorso".
Inconsciamente ha affermato di amare Jace, e quello arrabbiato è lui.... tutto ha una sua logica adesso.
- Basta non pensarci più, e cerca di andare avanti.- gli risposi con un finto sorriso.
- Eh che io... se qualcuno dovesse provarci con te non saprei come reagire.- le sue guance divennero rosse dall'imbarazzo.
- Tranquillo, sei il solo a potermi sopportare, non penso che qualcun'altra voglia condividere le tue pene e sofferenze.- lui si avvicinò per abbracciarmi, ma non ebbe tempo.

Il suo sguardo si impietrì, gli occhi si sbarrarono dal terrore... il colorito della sua pelle divenne bianco latte.  Fece fatica ad alzare il braccio per indicare cosa dovevo guardare.

No, non può essere vero....






   
 
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