Film > Zootropolis
Ricorda la storia  |      
Autore: Freez shad    20/07/2016    7 recensioni
Quello che il sindaco Lionheart può aver pensato dopo essere stato arrestato e prima che venisse scoperto il reale colpevole.
Alla fine sarà il lettore a decidere il suo ruolo nella storia, in base al proprio giudizio
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sindaco Lionheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
'Dove ho sbagliato? Proteggere i propri concittadini è divenuto forse un crimine?'

Erano domande sincere, in un certo qualmodo anche retoriche, quelle che da un po' di tempo irrompevano come acqua di un fiume in piena nella mente del sindaco Lionheart.....dell'ex sindaco Lionheart.
Ancora adesso si mostrava fermamente convinto del suo operato; delle sue decisioni riguardanti il modo in cui aveva trattato i diversi casi di animali regrediti al loro stato originario.


'D'accordo, ammetto che rinchiuderli dentro a quelle celle di massima sicurezza e tenerli segretamente nascosti a chiunque, compresi ai rispettivi famigliari, non è stata un'idea molto buona'.


Quando seppe dei primi animali inselvatichiti che si erano mostrati pericolosi verso chiunque capitasse loro a tiro, aveva pensato bene di proteggere la città catturandoli e facendoli rinchiudere in quell'inaccessibile e semisconosciuta - Prigione? Casa di cura? Laboratorio? - zona di Zootropolis, completamente accessoriata dei più sofisticati e avveniristici sistemi d'allarme; in questo modo, non solo poteva garantire la sicurezza degli altri abitanti della città, ma anche quella di quei.....malati, vittime a loro volta del loro stato. Certo, doveva ammettere che c'era anche un interesse politico personale dietro.
Con i predatori che regredivano sensibilmente al loro stato primordiale, quale preda avrebbe voluto un leone, tra i predatori più feroci del pianeta, come loro sindaco? Solo una preda malata di puro e sano masochismo.
Se fosse stata trovata una qualche cura, possibilmente un vaccino, lui per primo lo avrebbe sperimentato su di sé, iniettandoselo, pur di rimanere saldamente ancorato alla prestigiosa e faticosamente guadagnata poltrona del municipio.


'Ho solo cercato di unire l'utile al dilettevole prendendo, figurativamente parlando, due piccioni con una fava. Chiunque, al posto mio, avrebbe cercato una soluzione che prevedesse una cura per quella strana malattia e il mantenimento del proprio posto di lavoro.
In fondo anche quello del sindaco è un impiego duramente ottenuto e.....mantenuto'.


Non lo si poteva certo criticare; la sua logica non era affatto blanda o sterile.
Lui per primo si era sentito vittima di quella situazione, oppresso dai quei continui nuovi arrivi e frustrato da una cura che non si decideva a venire fuori, da cui sperava di uscire illeso.
Dentro di sé sapeva e temeva che quello stesso....virus potesse colpire anche lui, trasformandolo in una feroce, spietata e ben oleata macchina di morte; a proposito di timore, ricordava ancora quello che incominciò a dipingersi sul volto di quella povera pecorella, che lo stava aiutando nella ricerca prendendosi persino la responsabilità di informarlo sulle novità, colpevole solo di non avergli portato alcuna buona notizia.


'E pensare a tutto il duro lavoro per conquistare la fiducia e il voto di quei piccoli ovini. Sicuramente egregio e ben svolto dato che fu soprattutto grazie a loro che ricevetti la carica di sindaco. E anche questa volta, se non fosse accaduto nulla, avrei sicuramente ottenuto un nuovo mandato con il voto dei conigli'.


Già, i conigli; la sua presenza e il suo discorso alla cerimonia per l'investitura di una coniglietta nel corpo di polizia, come prima della sua specie, gli aveva fatto guadagnare diverse....centinaia, migliaia o forse milioni di voti.
Chi poteva saperlo? Erano in costante crescita quei prolifici leporidi.
Di una cosa però era certo, non si sarebbe mai e poi mai aspettato che a scoprirlo e ad arrestarlo sarebbe stata proprio quella coniglietta, che all'inizio gli era parsa persino ingenua, aiutata da un'improbabile volpe.
La loro inimicizia durava da decenni, se non da secoli, e quella loro collaborazione gli risultò così stranamente inusuale, ma anche appropriata, che se gli fosse stato possibile li avrebbe eretti ad esempio di quella integrazione animale di cui tanto si era battuto.
Come si era mostrato strano il destino; lui l'aveva premiata e lei lo aveva fatto finire, sempre ingiustamente secondo il suo parere, in prigione; proprio vero il detto che l'unica cosa prevedibile della vita è la sua imprevedibilità.
In più, quella sua conferenza stampa a cui la coniglia aveva dato voce ai propri pensieri, lo aveva involontariamente e collateralmente dipinto come un possibile pericolo pubblico, come una belva feroce a cui si sarebbe dovuto stare alla larga, come un caso quasi senza speranza e di cui si doveva sempre sospettare.
Un colpo colossale per lui, politicamente e personalmente parlando; ma anche per tutto il resto del mondo animale, predatori o non, le cui precarie fondamenta era riuscita a demolire.


'Spero solo che Bellwether possa riuscire a trovare quella cura che io non ho fatto in tempo a scoprire'.


Anche lei, cosi fidata e servizievole, era stata una"vittima"; la sua.
Quante volte l'aveva offesa, maltrattata, non mostrato il dovuto rispetto nonostante quello che lei aveva mostrato per lui.
Quante angherie aveva dovuto sopportare per causa sua; aveva relegato il suo ufficio in una sorta di sala caldaie piena di tubi, rumori fastidiosi e probabilmente con perdite e infiltrazioni ovunque; la tazza che gli aveva regalato era molto probabilmente riciclata da un qualche omaggio di una ditta, a cui aveva approvato i lavori di costruzione o ampliamento, che produceva tali prodotti; e quel nomignolo poi, Bruttwether.


'Poverina, non mi stupirei se provasse rancore verso di me o sui predatori in generale.....'


In fin dei conti doveva ammetterlo a sé stesso; in quel suo pensare a tutto......a tutti, aveva in realtà cercato di pensare e salvare se stesso.
Non aveva cercato lui quel problema; gli era letteralmente piovuto addosso con la stessa pesantezza e rapidità con cui precipita una pesante incudine dal centesimo piano di un palazzo e di questo gliene si doveva dare atto.
Ma non si era dimostrato all'altezza del problema.
Non era stato in grado di risolvere niente.
Aveva invece compromesso quegli equilibri, già di per sé instabili, in cui stanziavano le integrazioni fra prede e predatori.
Il suo nascondere tutto e agire subdolamente lo aveva portato alla prigione.
Non voleva deludere nessuno, cercava solo di trovare il modo di "scegliere il male minore".
Aveva fatto scelte coraggiose e i suoi programmi, al suo primo mandato, avevano sempre deliziato i cittadini regalando sogni e speranze; e questo nonostante fosse un predatore.
Un componente dell'allora pericolosa minoranza animale.
Purtroppo anche lui, alla fine, era divenuto una vittima di quello strano virus, anche se in un modo diverso; solo in una cosa poteva sperare,


'.......ma spero che ancora abbia, in cuor suo, la bontà e la forza necessaria per risolvere questo problema per il bene di tutti, prede e predatori. E che magari si ricordi anche di me'.




N.d.A. Che vi devo dire? Me la sono praticamente sognata così e, col suo premere, alla fine mi ha convinto a scriverla. Spero che la possiate trovare piacevole.
Arrisentirci.


   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: Freez shad