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Autore: 365feelings    20/07/2016    1 recensioni
Sono un figlio di Roma, un discendente di Marte, centurione della Prima Corte, vivo e muoio per la legione.
The mortal instruments | Magnus/Alec | raccolta di missing moments, slice of life e au
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: kuma_cla
Coppia: Magnus/Alec (of course)
Avvertimenti: Percy Jackson au
Prompt: Percy Jackson au
Note: storia scritta per l'ultimo drabble weekend indetto dal gruppo fb We are out for prompt. Ricopio così come stanno le note: l'ho scritta di fretta perché non sapevo se facevo in tempo e non l'ho nemmeno riletta. Sicura come di morire che ci saranno delle incongruenze e che faccia schifo, scusa. Ho bellamente sparato il numero di anni passati al Campo Giove. Comunque se non fosse chiaro Alec è un discendente di Marte. (Magnus non lo dico ma è ovviamente un figlio di Ecate). 



La sua casa, la casa dei suoi genitori e dei suoi nonni e dei suoi bisnonni e avanti così per generazioni, è a Nuova Roma.
È nato all'ombra dei fori imperiali, discendente di una delle più importanti famiglie che hanno servito nella legione e seduto in senato. I suoi antenati sono stati semidei, figli di Marte, eroi.
Per anni (tredici, marchiati sul suo avambraccio) ha dato il suo arco, la sua infanzia e parte della sua adolescenza al Campo Giove e lo ha fatto con orgoglio. 
Sono un figlio di Roma, un discendente di Marte, centurione della Prima Corte, vivo e muoio per la legione.
Per anni ha osservato il mos maiorum, rispettoso, senza mai alzare il capo anche quando i marmi della sua stessa casa si facevano opprimenti e presenziare in prima fila alle cerimonie pubbliche, sotto lo sguardo di chi si chiedeva come mai il primogenito dei Lightwood non fosse ancora fidanzato, diventava difficile.
Per anni, sì, per anni. Per tutta la prima parte della sua vita. E non c'è momento che rimpianga, non c'è cicatrice che tornando indietro non si procurerebbe: ogni secondo vissuto all'ombra di Nuova Roma lo hanno portato lì dov'è ora – in un campo di fragole, completamente dall'altra parte del paese, in un territorio che i suoi antenati gli hanno insegnato a disprezzare, in compagnia di quei graeculi da cui i suoi genitori lo avevano sempre tenuto lontano.
Guarda Magnus che gli fa cenno di raggiungerlo, le mani piene di fragole e il sorriso luminoso. Gli piace dove si trova ora, gli piace tantissimo, più di quanto avrebbe mai potuto immaginare – più di quanto, forse, gli sia mai piaciuto il Campo Giove.
Con la faretra ancora in spalla lo raggiunge.
Graecia capta ferum victorem cepit.
   
 
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