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Autore: Wynn    20/07/2016    0 recensioni
La storia si svolge diciannove anni dopo la battaglia di Hogwarts, ricollegandosi all'Epilogo de I Doni della Morte, e segue le vicende dei giovani maghi della celebre scuola.
Protagonista della storia è Albus Severus Potter, secondogenito del famoso Harry. La storia tuttavia non ruoterà solo attorno al giovane Potter: durante il corso della storia ci saranno pause e digressioni, per conoscere meglio altri personaggi o narrare eventi che si svolgono in altri luoghi. L'anno si prospetta insolito e indubbiamente pieno di sorprese, tra nuovo preside e nuovi studenti. E, sicuramente, nuovi misteri. Perché, sebbene diciannove anni sono estremamente lunghi, non significa che le cose siano necessariamente cambiate... Chi è che sta sferrando degli attacchi ai maghi nel mondo Babbano? Cosa nasconde Walter Davis, enigmatico nuovo preside di Hogwarts? Che sia in arrivo... una nuova minaccia?
Nota: Alcuni personaggi (Roxanne, Molly, Louis, ecc...) fanno realmente parte del mondo creato da J.K. Rowling (anche se quest'ultima non ha mai specificato la loro data di nascita), altri invece (come, per esempio, Lin e quasi tutto il corpo docenti) sono completamente inventati dalla sottoscritta
Genere: Azione, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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III – Primi segnali
- Muoviti, Mollica! -
La ragazza sbuffò, sistemandosi gli occhiali. - Smettila di chiamarmi con un quel soprannome assurdo! Non c'è bisogno di correre, la Sala Comune non scappa via! -
Il ragazzo dai capelli biondi si voltò verso l'amica e le fece la linguaccia. - La verità è che sei lenta, Mollica! Sei una lumaca ma non lo vuoi ammettere! -
Molly “Mollica” Weasley arrossì un po' e con aria seccata, esclamò: - Fa un po' come ti pare. Vai pure in Sala Comune se lo desideri. Io... io... mi fermerò a fare quattro chiacchiere con qualche amica, ecco! -
- Oh, da quando in qua Mollica ha delle amiche? Me le potresti presentare? Magari ce n'è qualcuna che è il mio tipo... - commentò, con fare sicuro, il giovane Grifondoro.
- E-E va bene... lo ammetto non ho amiche... ma nemmeno tu, signor Louis Weasley! -
Il sorriso beffardo di Louis si rattristì. - Beh, è passata solo una settimana da quando è iniziata la scuola, no? Sai com'è... per certe cose... ci vuole... tempo... -
- Già - annuì la cugina.
- Ehi, con quante persone, a parte il sottoscritto, hai parlato fin ora? -
Molly gli lanciò un'occhiataccia. - Secondo te? -
- E così, siamo entrambi a quota zero, eh? -
La ragazza sbuffò. - Ancora per poco... vedrai che presto avrò così tanti amici che potrò a fare a meno di te! -
Louis scoppiò a ridere. - Non vedo l'ora! Finalmente potrò fare a meno della mia cugina pignola! - scherzò.
- P-Pignola io? C-Come ti permetti? -
Le risate del ragazzo risuonarono allegre davanti al ritratto della Signora Grassa.
- Valli a capire, i giovani d'oggi... - sospirò il quadro.




- Ma questo... -
- Che succede, Fred? - la voce di Derek sembrava venire da molto lontano.
L'amico lo raggiunse. - Ah, ma questo libro è... -
Il ragazzo dai capelli rossi corrugò la fronte. - Già, la copertina è completamente bruciata... chissà come mai... -
- Bruciata? -. Lin si era alzata dalla poltrona dov'era rannicchiata e si stava avvicinando rapida con un'espressione preoccupata. - Ah, menomale che non è il libro che temevo... cioè... volevo dire... ecco... forse è meglio se lo diciamo alla bibliotecaria, no? Nel caso non lo sapesse... -
- Hai proprio ragione, Lin cara. Jamesuccio! Visto che tu hai fatto cadere il libro, tu lo porti alla gentile signora bibliotecaria, chiaro? -
Il cugino sbuffò dall'altro lato dello scaffale. - Se lo faccio in cambio non mi chiamerai più in quel modo ridicolo? -
- D'accordo, Jamesuccio. Non ti chiamerò più Jamesuccio per una settimana! - gli promise Fred.
- Una settimana? Va bene... meglio di niente... -. Dal tono del cugino si percepiva quanto questo fosse esasperato.
- Così mi piaci, Jamesuc... -.
- Passami il libro, su! - lo interruppe brusco l'altro.
Sfruttando lo spazio vuoto tra i libri e lo scomparto superiore, Fred fece passare il tomo brossurato dall'altro lato dello scaffale.
James lo prese frettoloso e si allontanò velocemente.
Ci vollero un paio di minuti prima che il ragazzo tornasse indietro.
- Che ha detto? - chiese Derek, guardando la faccia perplessa dell'amico.
- Ha detto... che non ha idea di come sia potuto accadere... -
- Io sono innocente, voi tutti ne siete testimoni! - esclamò Fred.
- … ma questo libro non fa parte dei libri della biblioteca -
- Ah, fiù! Temevo qualcuno mi stesse accusando... ma, aspetta... non è della biblioteca?! Come fa a dirlo? Cioè, voglio dire... la copertina è tutta bruciata e non si riesce a leggere il titolo... -
- Beh, basta aprire il libro, no? -. Così dicendo James aprì il libro e mostrò la prima pagina agli amici. Il titolo del libro, scritto in un argenteo corsivo raffinato, recitava “Incantatio Aurae”.
Sotto di esso una serie di cerchi concentrici erano divisi da numerose linee, che s'incrociavano al centro.
- Sembra un mirino... - commentò a bassa voce Lin.
- Che cosa sarebbe esattamente questo simbolo? - chiese Fred.
Il cugino scosse la testa. - Non ne ho idea, ma la bibliotecaria ha fatto un espressione preoccupata quando ha visto il simbolo... -
- Mmm... curioso... -. Nel tono di Derek c'era una sfumatura d'interesse, che incuriosì Fred.
- Il simbolo ti dice niente? - gli chiese.
Il ragazzo dai capelli castani scosse la testa. - Vuoto totale, mi spiace. Però... se non è della biblioteca... come c'è finito nello scaffale? -
- Bella domanda... cari miei, vi va di “giocare ai detective”? -
James si coprì gli occhi con una mano, scuotendo la testa, mentre Lin indietreggiò leggermente, balbettando: - F-Forse è meglio rimettere il libro dov'era... -
- Ma sappiamo che questo non è veramente il suo posto... - affermò Derek. - James, mi passeresti il libro? Penso proprio che resterò qui a darci un'occhiata... -. L'amico gli passò il libro e, sbadigliando, osservò l'orologio. - Oh, è quasi ora! Scusatemi, ma devo fare una cosa... vi saluto! -
E così dicendo si avviò, con passo svogliato, al portone.
Dopo che il silenzio, interrotto dall'eco della chiusura dell'ingresso, fu ristabilito, Fred chiese:
- Chissà dove doveva andare... è stato lui a chiederci di venire in biblioteca per fare una ricerca... -.
L'altro ragazzo sospirò, sfogliando le pagine del libro. - Mah, penso che se anche glielo avessimo chiesto, ci avrebbe risposto che non sono affari nostri... -
- In ogni caso... c'è qualcosa in particolare, che ti attrae di quel libro? -
- Come? Ah, no, niente del genere... solo... curiosità, immagino... -
- Curiosità? -. La voce lieve di Lin evidenziava una nota interrogativa.
- Già... non so ancora perché, ma credo che questo libro possa contenere qualcosa d'interessante... guardate! -. Derek mostrò agli altri due un disegno. Rappresentava un serpente morto, la coda trapassata dalla spada attorno cui era avvinghiato.
- Ok, ha belle illustrazioni criptiche... vediamo, la didascalia dice... eh? -. Fred sbatté vigorosamente le palpebre un paio di volte. - Ma che scherzo è mai questo qui dice che l'immagine si chiama... “Room”... ma non c'è alcuna stanza rappresentata qui, vero? -
- Esattamente. Per questo credo che farò un paio di ricerche a riguardo... - sentenziò Derek, chiudendo il volume.
L'altro sospirò. - Come vuoi... adesso devo andare anch'io, però. I compiti non si fanno da soli, tristemente... sei hai bisogno di una mano, mi trovi in Sala Grande... -

Come stai, figlio mio?
Qui tutto procede come al solito. Tua sorella sente molto la tua mancanza...
Alla fine com'è andata con quel problema? Spero che tutto vada bene...
Hai conosciuto nuove persone? Hai stretto nuove amicizie? Ricordati che non sei ad Hogwarts solo per studiare. Sei lì anche per crescere e divertirti.
Gira voce che avete un nuovo preside quest'anno. Mi chiedo che tipo sia... magari scrivo una lettera a Neville o ad Hagrid per saperne di più, dopo...
Passiamo alle novità da casa.
L'altro giorno ho saputo da Ron che tuo zio Charlie è partito per la Cina con l'obiettivo di esaminare i draghi della zona... Quando nonna Molly l'ha scoperto è andata su tutte le furie! “Perché non ci ha avvisato prima!” urlava. Zia Audrey è riuscita a calmarla: “Ormai è grande e può badare a sé stesso” le ha detto.
Ieri ho ricevuto una lettera da Luna – te la ricordi?
M'ha detto che le sue ricerche procedono a gonfie vele, anche se non ha ancora trovato nessun gorgosprizzo... Credo che stia aiutando il padre con le spese per il suo giornale... Quasi nessuno compra più il Cavillo, ormai...
Al momento al lavoro sono alle prese con un caso molto complicato... fortunatamente siamo riusciti a trovare una buona pista, però...
Gli affari di zio George vanno meglio del solito. Lee e Angelina lo aiutano tutto il tempo. Non credo sia facile gestire un negozio del genere.
La mamma continua a chiedermi se ho avuto tua notizie. Almeno tre volte al giorno.
Al momento, mi trovo in salotto... ah! Quasi dimenticavo... la mamma ha comprato un nuovo manico di scopa. In questo momento è fuori a provarlo. Talvolta quando la vedo così, allegra e sorridente che vola su un pezzo di legno lavorato, mi sembra di tornare indietro nel tempo.
Hermione è appena entrata nella stanza... non mi piace la sua faccia...


Al girò la lettera corrugando la fronte. Che espressione aveva sua zia?
La parte successiva era scritta in modo così disordinato e confuso che il ragazzo dovette leggerla un paio di volte, per capire ciò che il padre volesse dirgli.

Brutte notizie. Fleur è stata ferita mentre era nel mondo babbano.
Adesso si trova al San Mungo. Non so quanto le ferite siano gravi, ma pare che ci sia la magia sotto. Non conosco i dettagli e al momento non posso dirti di più.
Visto che i fatti si sono svolti un paio di ore fa, Louis e Victorie potrebbero ancora essere all'oscuro dell'accaduto. Se così fosse, riferiscilo tu. Hanno diritto di sapere.
Tra poco andremo in ospedale a vedere le sue condizioni.
Figlio mio,
Fai attenzione,
Tuo padre Harry


Non appena ebbe capito la situazione, si alzo di scatto e si fiondò fuori dalla Guferia.
Evitando per un pelo di scontrarsi con Scorpius che stava salendo le scale, si precipitò il più in fretta possibile alla Sala Grande.
- Al! Che succede? Hai una faccia... - chiese Fred, vedendolo affannato per via della corsa appena terminata.
- Louis! Victorie! Li avete visti, per caso? - chiese, invece, Al.
- Vì non so dove sia, ma prima ho visto Molly e Louis quando sono passato in Sala Comune. Ma che diam... - rispose l'altro, preoccupato dal volto rosso del cugino.
- Grazie per l'informazione! - lo interruppe quest'ultimo, che già aveva oltrepassato la soglia dell'enorme portone.




- Tutto bene, Bill? -
L'uomo si voltò verso la fonte della voce. - Sì, è fuori pericolo, per fortuna... -
- Fortuna anche che non ci fossero babbani – eccetto quell'incivile che l'ha investita e non è nemmeno tornato indietro a soccorrerla – nei paraggi! -. L'altro uomo sospirò. - L'hai già detto ai ragazzi?-
- Harry ha detto di aver avvisato Albus. A quest'ora dovrebbe già aver letto dell'incidente... poco fa ho inviato una lettera a Victorie. E pensare che giusto ieri avevamo ricevuto una lettera in cui il piccolo Louis diceva di essere un Grifondoro... a tal proposito, pare che lo sia anche tua figlia, lo sai... ?-
- Così pare... - rispose con aria disinteressata l'uomo fermo sulla soglia. Sembrava distratto.
- C'è qualcosa che non va, fratellino? - chiese Bill, osservandolo.
- Tutto mi sembra così... strano. Voglio dire... hai detto che Fleur ti aveva urlato che non riusciva a muoversi... l'ipotesi più probabile è che... -
- ... Che sia stata la magia, sì, lo so, Percy -
- E, allora, mi chiedo... perché? Perché un mago o una strega dovrebbero colpire Fleur? Tra tante persone... sembra impossibile, ma l'eventualità che ci sia sotto un piano di un ex-Mangiamorte o qualcosa del genere è la più probabile... -. Bill tornò a guardare la moglie che giaceva sul letto ospedaliero.
- Solo perché è sposata con un Weasley? E poi lo sai che tutti i Mangiamorte sopravvissuti sono ad Azkaban, no? - mormorò, accarezzandole la guancia.
- Non tutti - fece per correggerlo Percy.
Bill sospirò. - Dubito che Draco o Narcissa ne sarebbero capaci... e il vecchio Lucius ormai fatica ad uscire di casa... -
- Te lo ha detto Dromeda? - chiese, dubbioso il fratello.
- Sì -. La risposta concisa e decisa dell'impiegato della Gringott scacciò i dubbi di Percy.
- D'accordo. Allora... chi è stato? Perché? -
- Non lo sappiamo, Percy. Ma farò di tutto per scoprirlo, questo è poco ma sicuro. Ho chiesto a Ron ed Harry d'indagare sull'accaduto e ho fiducia in loro -. Bill sorrise, ma era un sorriso amaro.
- Questa volta ci è andata bene... se fosse successo come quella volta... -
- Ma non è successo, Percy. Non è successo. E non succederà di nuovo, te lo garantisco -
Percy sospirò, con aria malinconica. - Quanto tempo ci vorrà prima che riapra gli occhi? -
- Un'ora? Due? O forse qualche giorno? Non lo so, fratellino. La verità è che, ora come ora, nessuno sa niente... -
- Tranne il colpevole – sussurrò piano Percy, uscendo dalla stanza.




- Di cosa volevi parlarmi? -
Il mezzo-gigante fece un profondo respiro. - Ho sentito delle cose... beh, non proprio... -
Neville corrugò la fronte. - Cosa intendi dire? -
- Intendo dire che... le cose che sto per dirti mi sono state riferite da qualcun altro... -
- Fiorenzo? -
Hagrid annuì. - Quel vecchio cavallo conosce la Foresta Proibita come nessun altro... -
Neville pensò che il centauro si sarebbe sicuramente arrabbiato se avesse saputo di essere stato chiamato “vecchio cavallo”. - E... ? -
- ... Dice che stanno accadendo strane cose da quelle parti. I piccoli di Aragog stanno impazzendo e pare che di tanto in tanto si vedano delle luci. Fiorenzo ipotizza che siano luci causate da degli incantesimi. Grop è talmente spaventato che quasi non si muove più dal suo albero... -
- Incantesimi? -. L'insegnante di Erbologia era confuso. - Che tipo d'incantesimi? -
- Non posso dirlo con certezza, ma al vecchio Fiorenzo era sembrato che le luci fossero di colore verde. E sai anche tu che magia ha questo colore, vero? -. Hagrid si alzò per buttare qualche tronchetto nel camino.
- L'Anatema che Uccide... -. Neville ricordava perfettamente la prima volta che lo vide in azione. Nonostante fosse sotto shock, nonostante quella sarebbe dovuta essere una comune lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, non poteva dimenticarsi quel corpo - nonostante fosse un semplice ragno, in quel momento, dopo che quella creatura aveva subito quella stessa tortura che, a causa di Bellatrix Lestrange, era toccata ai suoi genitori, non poteva considerarlo come “solo” un insetto -, che dopo essersi agitato tanto, diveniva improvvisamente immobile e freddo. Così come non poteva dimenticare coloro che erano morti davanti ai suoi occhi: amici, compagni e anche semplici conoscenti. Tutto per colpa di un singolo incantesimo. Di una singola maledizione.
- Normalmente chiederei al preside di mandare qualcuno - magari ai fantasmi, che non rischiano di rimetterci la pelle - a controllare la zona, ma... quel tipo non mi piace, Hagrid... -
Il mezzo-gigante annuì. - Neanche a me. Ha uno sguardo... -. Si bloccò, iniziando a mugugnare come cercando di trovare le parole giuste. -... sembra... quasi... quello di un predatore... -
- Un predatore? -
Rubeus Hagrid annuì.
Neville rifletté un attimo. - Sì, assomiglia un po' un predatore che insegue la preda. Di quei predatori che preferiscono la caccia e l'inseguimento alla vittoria. Che godono mentre la preda cerca inutilmente di scappare... di quelle persone che ti danno un briciolo di speranza per poi godere nel momento in cui te ne privano... -. Mentre parlava si alzò in piedi, dirigendosi verso l'uscita della capanna del vecchio Guardiacaccia.
- Meglio starci alla larga e tenere gli occhi aperti, amico - lo salutò il proprietario.
- Lo stesso vale per te -




Tremava. E non era solo un lieve tremolio dovuto al freddo o alla vecchiaia.
Erano brividi di paura quelli.
Devo dirlo a qualcuno, fu il suo primo pensiero.
Ma a chi?
Stringendosi il braccio dolorante, cercando di ignorare quella cicatrice, fece dei profondi respiri. Non servì minimamente a calmarla.
Il cuore batteva rapido e la paura si stava lentamente prendendo il sopravvento.
Devo fare qualcosa.
Con passo incerto, si diresse verso il camino.
Doveva dirlo a qualcuno. Qualcuno che le avrebbe creduto e che, forse, avrebbe potuto confortarla.
Ironicamente un volto, che ormai non esisteva più, poiché visto molti anni prima, si materializzò nella sua mente.
Nonostante fossero passati decenni, non aveva mai dimenticato la gentilezza che traspariva da quel viso. Nonostante gli insulti e le critiche fatte a quella persona, non aveva mai smesso di conservare dentro di sé la speranza di rivederla.
- A noi, due, camino... - mormorò, la voce rauca e tremula.
Cosa avrebbe dovuto dire a quella persona? Come poteva iniziare un discorso?
Erano passati più di trent'anni ormai da quando avevano parlato in tranquillità.
- Chi è? -. Una voce gracchiante si udì da lontano. Il tremolio del corpo della donna s'attenuò un po'.
- Ciao, sorellona... sono io... -. Si morse il labbro. Non era il modo migliore d'iniziare una discussione, ma non aveva tempo. Dovevano sapere.
Mentre il dolore alla cicatrice del braccio sinistro aumentava, la voce gracchiante rispose:
- Cosa è successo, Cissy? -

   
 
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