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Autore: yuuko    22/04/2009    1 recensioni
Anche quella mattina tutto si svolse normalmente, andò a prendere Orihime a casa sua come sempre e arrivarono a scuola mano nella mano. Andava tutto per il meglio, era felice, doveva per forza essere felice. E allora perché provava quella sensazione di tristezza infinita, che non lo abbandonava mai e lo coglieva sempre impreparato? Perché quando era solo il cuore pulsava dolorosamente, come se gli avessero conficcato una lama nel petto? Una lama,già… [Pairing: GrimmjowxIchigo, mia seconda fanfiction in assoluto.]
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inoue Orihime, Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sbaglio più grande




Era passato quasi un anno ormai da quei giorni nell’Hueco Mundo; erano riusciti a sopravvivere tutti quanti a quella battaglia terribile, e adesso ogni cosa si era sistemata, Orihime era sana e salva nel mondo degli umani, e Rukia era tornata in quello degli shinigami, nella Seritei. L’ultima volta che si erano visti era stato più di due mesi fa; ripensandoci gli era sembrata molto contenta, quasi gioiosa, e quando poi al ritorno Renji era venuto a prenderla e le aveva cinto la schiena con un braccio, la situazione si era improvvisamente e dolcemente chiarita.

Anche quella mattina tutto si svolse normalmente, andò a prendere Orihime a casa sua come sempre e arrivarono a scuola mano nella mano. Andava tutto per il meglio, era felice, doveva per forza essere felice. E allora perché provava quella sensazione di tristezza infinita, che non lo abbandonava mai e lo coglieva sempre impreparato? Perché quando era solo il cuore pulsava dolorosamente, come se gli avessero conficcato una lama nel petto?
Una lama, già…
- Ichigo, cos’hai? Ti senti male? - gli chiese all’improvviso Orihime.
Lui la guardò, il suo sguardo dolce e preoccupato per lui lo intenerì, ma questo non bastò ad alleviare il dolore che gli attanagliava il petto. In fondo doveva aspettarselo, era passato un anno da quel giorno. Dal giorno in cui lo aveva ucciso.
- Non preoccuparti Orihime, va tutto bene, sono solo un po’ stanco –
Un sorriso attraversò il volto della ragazza. Era così bella quando sorrideva, per un attimo gli faceva dimenticare tutto quanto. Era stato per questo motivo che si era fidanzato con lei, per farla felice e poter vedere il suo sorriso meraviglioso sempre più spesso. Probabilmente era l’unica cosa di lei di cui era innamorato, il suo sorriso. Povera Orihime, sapeva di sfruttarla, ma non poteva più farne a meno, perché senza di quello lui probabilmente sarebbe sprofondato in un vortice di angoscianti rimorsi.
Quel giorno cercò di essere allegro, non voleva preoccupare nessuno, e soprattutto non voleva farsi vedere così debole da nessuno. Riuscì a superare la scuola, persino ad accompagnare Orihime a casa, sempre col sorriso sulle labbra, ma mentre usciva dalla casa della ragazza, il dolore ritornò più violento che mai, il cuore iniziò a battere sempre più forte, come se volesse uscire dal petto pur di non provare quello strazio lacerante. Si accasciò a terra, esausto, e rimase lì fermo, con una mano ad artigliare la camicia. Dopo un tempo interminabile, la morsa d’acciaio che lo aveva intrappolato in quel nugolo di sofferenza diminuì un poco e gli permise di respirare regolarmente, ma rimase sempre lì, una presenza costante, consapevole di essere sgradita ma senza nessuna intenzione di andarsene. Come in trance, si alzò in piedi e vagò per le strade della città, privo di una meta precisa, e intanto la sua mente si perdeva tra un pensiero e l’altro. Le immagini di quel giorno, che tante volte aveva cercato di dimenticare, gli passarono davanti agli occhi, incapaci di fermarsi. Rivide il suo volto, con quel ghigno stampato in faccia, nel momento esatto in cui la lama nera penetrava il suo petto scolpito.
Nonostante sapesse  di essere ormai giunto alla fine, quell’odiato sorriso rimase sulla sua faccia, e senza scomporsi si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò:

- Hai fatto la tua scelta, eh? Ichigo…-

Che scelta? No, si sbagliava, non aveva scelto nulla, altrimenti perché si trovava qui, con questo  dolore al cuore?
Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?
Ma in realtà conosceva già la risposta. Sapeva benissimo di odiare proprio quel suo cuore, che adesso lo stava uccidendo lentamente, battere sempre troppo velocemente ogni volta che lo vedeva; odiava la sensazione di debolezza che lo permeava ogni qualvolta l’hollow lo guardava negli occhi, con quel suo ghigno sprezzante: odiava quel desiderio crescente dentro di sé che bramava la sua bocca, le sue labbra, di più, sempre di più…
Per questo lo aveva fatto, perché sperava che quei pensieri così impuri, così malsani ai suoi occhi, sarebbero scomparsi se lui fosse morto. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe sentito così, distrutto dal dolore e dal senso di colpa. E mentre vagava per strada, solo una cosa gli fece distogliere la mente dai propri pensieri:
Una chioma azzurra.
Era di un uomo sulla ventina, che stava parlando allegramente con i suoi amici.
Erano tinti, non avevano niente a che vedere con i suoi capelli, la loro lucentezza, la loro morbidezza…
E si ritrovò a piangere senza freni, lacrime calde gli sgorgavano dagli occhi senza fermarsi, imperturbabili, bagnandogli la camicia; ma lui non ci badava, non riusciva a pensare a null’altro che non fosse lui, alle sue labbra, alle sue braccia così forti e muscolose, al suo petto marmoreo, perfetto, al suo volto bellissimo, che tante volte avrebbe voluto accarezzare….
Mentre si disperava in quel modo, in piedi in mezzo alla gente, incurante di tutto e di tutti, col cuore che gli pulsava d’amore perduto, alzò lo sguardo al cielo, e per la prima volta in quell’azzurro così simile ai suoi occhi lo rivide finalmente sorridente, non con il suo solito ghigno arrogante ma con un sorriso dolce, un po’ triste. Ichigo lo guardò e fu come se lo avesse ritrovato, non l’immagine di lui trapassato dalla sua spada, ma un Grimmjow come lo sognava la notte, prima della fine di tutto.
Allora si asciugò gli occhi e sorrise, veramente, come ormai non faceva più da tempo, lo salutò con lo sguardo e tornò a casa, dal suo padre casinista e dalle sue amate sorelline, con una consapevolezza in più.







Note dell'autrice:

Da questa seconda fanfiction avete capito che sono una pazza masochista: non solo ho messo insieme Ichigo con Orihime (Orihime! o_o), ma ho pure ucciso il mio adorato Grimmjow, praticamente il mio personaggio preferito (dopo Shiro-chan, s'intende XD). Però mi sono presa una mini soddisfazione perdonale: ho infilato una piccola RenjixRukia, sono troppo carini insieme!
Altra storia triste sul mio secondo pairing preferito, devo essere totalmente matta, sisi, mi sto praticamente rovinando da sola. Ah, una cosa che mi hanno fatto notare (chissà chi ^_^): il personaggio di Ichigo potrebbe essere un po' OOC, sembra strano che pianga, lo so, ma in fondo tite-sensei non ce lo ha mai mostrato in questa situazione, quindi ho fatto di testa mia.
Ringrazio nuovamente la mia mitica editor (ormai lo sei diventata anche senza aver acconsentito, muah) Eragon 1001 che ha letto e rivisto il capitolo, praticamente prima era un mezzo disastro. Grazie! E mi raccoomando, recensite!

PS: Un ringraziamento a tutti quelli che hanno recensito l'altra ff, "Non piangere", in particolare a DarkRose86 per tutti i consigli (che poi ero sicura di avere già visto il tuo nick, infatti avevo letto "The Owl" e varie SasorixDeidara, bellissime *_* ); e sopratutto grazie a quelli che l'hanno aggiunta in preferiti.

PPS: Ma come mai ci sono così poche ff su questa bellissima coppia?! Muovetevi anche voi a scrivere! XD
*sono pazza lo so*
  
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