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Autore: DemoneDiCristallo    21/07/2016    1 recensioni
Max è un uomo di trentanove anni con un figlio da crescere e gravissimi probelmi economici. Rimasto vedovo, deve combattere contro una situazione critica. Ma cosa accade dopo che viene in possesso del leggendario drago di zaffiro?
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passai a prendere Andrew e tornai a casa senza dare troppo peso alle parole dette da quel Morgan. Un senso di delusione, albergava all'interno della mia testa. Sapevo che questo era stato l'ennesimo fallimento, e dovevo riuscire a trovare la forza per andare avanti. Passarono i giorni, io trascorsi tutto il tempo cercando un lavoro, ma con scarsi risultati, inoltre, tra una spesa e l'altra, finì quasi completamente i soldi donati dalla chiesa. Era arrivato il giorno che avrei voluto non arrivasse mai: il compleanno di Andrew. Svegliai il bambino tra carezze e baci, sussurrandogli all'orecchio << auguri, amore mio >> . Il piccolo sembrò ignorarmi completamente, ancora immerso nei sogni. Si girò in posizione fetale, e cominciò a ronfare nuovamente. Decisi di lasciarlo dormire un altro pò, tanto non sarebbe dovuto andare a scuola, essendo domenica. Cominciai a darmi dentro con le faccende di casa, pulendo dal salone al bagno, primo per una questione di igiene personale, secondo perché l'asistente sociale avrebbe potuto bussare alla mia porta in qualsiasi momento. Improvvisamente, sentì suonare alla porta di casa. Guardai attraverso lo spioncino, e non potetti credere ai miei occhi.
<< Cosa ci fai qui? >> gli chiesi.
<< Sono venuto per il compleanno di mio nipote. >> rispose.
<< Non ti sei fatto vivo per sette anni, e ti presenti così all'improvviso. C'è dell'altro? >>
<< Si. Ho rifelttuto molto in questi giorni. Ho pensato, perché tenere l'astio e l'odio, per cose successe sette anni fa? Dico bene fratellino? >>
Non seppi cosa rispondere, e rimanetti in silenzio.
<< Come vanno le cose? Ah ti porgo le mie condoglianze. Mi dispiace molto. >>
<< Ti ringrazio. Ah che maleducato, accomodati. >>
Feci sedere mio fratello sul divano, assieme a me, e cominciai a spiegargli tutto quanto.
<< Merda, perché non me ne hai parlato prima? >> chiese mio fratello, quasi sorpreso.
<< Forse perché non ne ho mai avuto l'occasione? Perché credevo che dopo quel che era successo, mi odiassi? >>
<< Siamo fratelli, come puoi pensare che ti odi? Comunque ho portato un regalo per Andrew. >>
<< Ti ringrazio di cuore. Mettilo la, cosi quando si sveglia lo trova. >> risposi, con aria sorpesa.
<< A proposito...l'ultima volta che l'ho visto, aveva pochi giorni, posso vederlo? >>
<< Si vai. E' di là che dorme. >>
<< Sono sveglio! >> Gridò il bambino, dalla cameretta.
Mio fratello entrò lentamente nella stanza, e cominciò a presentarsi al nipote.
<< Ciao, io sono lo zio Ricky. Non ti ricordi di me perché eri molto piccolo l'ultima volta che mi hai visto. Io sono il fratello maggiore del tuo papà! >>
Il bambino fissò Ricky, e dopo un pò, pronunciò un freddo e secco "ciao".
<< Allora, com'è andata? >> chiesi a mio fratello
<< Come immaginavo, ci vorrà del tempo prima che mi consideri realmente suo zio >>
<< Capisco...vedrai che col tempo ti accetterà. >>
<< Comunque ho notato che ha gli stessi occhi azzurri di tua moglie. Complimenti, è davvero un bel bambino. >> disse Ricky
<<  Andrew vieni di qua che lo zio Ricky è venuto per il tuo compleanno, non fare il maleducato! >> urlai, con tono irritato.
Il piccolò uscì dalla sua stanza, con il pigiamino di Topolino, le pantofole di Spiderman e tenendo con la mano sinistra un orsacchiotto marrone. Teneva il broncio, e si sedette scattosamente sul divano, con le braccia conserte.
<< Allora? Perché fai così? Perché devi tenere il muso? Sai quanta strada ha fatto lo zio per venire al tuo compleanno? >> Gli dissi con tono di rimprovero.
<< Non mi importa niente! >> urlò il bambino, sporgendo leggermente i grandi occhi azzurri.
<< Ma cosa ti prende? >>
Scoppiò in lacrime e disse << Sono stanco di vivere come un povero. Da quando la mamma è con gli angioletti tu non hai più i soldi per fare nulla. Non me l'hai comprata la torta vero? E neanche un regalo! E' il compleanno più brutto di tutta la mia vita! >> detto ciò, corse in camera sua e chiuse la porta sbattendola. Io e mio fratello rimanemmo ammutoliti. Io mi sentivo lacerato, come se avessi ricevuto duemila coltellate nello stesso punto. Mi veniva da piangere. In quel momento mi schifavo, perché stavo facendo vivere a mio figlio una vita che non avrei mai voluto vivesse. Chiesi scusa a mio fratello, che annuì, e si alzò in piedi.
<< E' meglio che vada. Spero il regalo sia di suo gradimento. Questo è il mio numero, se hai bisogno di qualcosa chiamami. >>
Non dissi nulla, accompagnai solamente la porta. La scenata di poco fà mi aveva ammutolito. Entrai nella stanza di Andrew, ma non vidì il bambino, sentì solo il suo pianto a singhiozzo.
<< Andrew, dove sei? Su dai esci fuori, non fare così! >>
Iniziai a cercarlo, e lo trovai sotto al letto, in posizione fetale, mentre abbracciava il suo peluche.
<< Lasciami stare! >> urlò piangendo.
<< Su dai vieni di là, che lo zio ti ha lasciato un regalino! >>
<< Non mi interessa! Ho detto vattene! >>
<< Ti racconto una storia, va bene? >> Dissi sussurrando, con tono pacato.
<< C'era una volta un uomo, e con lui, la sua donna. Loro si amavano tantissimo, erano fatti l'uno per l'altra. Era come un angelo, gli occhi di lei lo lasciavano senza fiato ogni qual volta si incrociavano con i suoi. Avevano una casa, un lavoro, ma soprattutto, si amavano. Cosa potevano desiderare di più? Col tempo però, nonostante l'amore che si trasmettevano a vicenda, cominciarono a sentire come un vuoto, che li separava. Avevano bisogno di un qualcosa che li unisse. Inizialmente non sapevano cosa fosse questo vuoto, avevano tutto il necessario per stare bene, ma più il tempo passava, più questa sensazione aumentava, finché il loro cuore, che ormai si era unito in un solo grande cuore, comunicò loro cosa effettivamente mancava. Così dopo nove mesi, quell'angelo mise al mondo  un bambino. Questo bambino colmò subito quel vuoto, e li unì definitivamente. Loro tre insieme erano perfetti, e avrebbero vissuto tutta la vita insieme, vedendo il loro piccolo crescere.  Quel bambino eri tu Andrew. Sei il dono più grande che Dio mi potesse regalare, e sappi che per farti stare bene, darei la mia vita. >> il piccolo uscì da sotto al letto, mi abbracciò stringendomi forte, e cominciai a piangere assieme a lui.
<< Ti voglio bene papà. Scusami tanto per prima. Non avrei mai dovuto dirti quelle cose >>
<< Non fa niente piccolo mio... Non fa niente. Ti voglio un mondo di bene. >> baciai Andrew sulla fronte, asciugai le sue lacrime, e tornai in salone.
<< Tesoro vuoi un toast? >> gli chiesi.
<< Si papà! Con la cioccolata! >>
<< Arriva subito! >>
Andai verso il frigorifero per aprirlo, quando improvvisamente, il cellulare squillò.
<< Pronto? >>
<< Domani alle 8.00. Stesso posto. >>  detto questo, la cornetta venne subito riagganciata.
 
   
 
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