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Autore: AnonymousA    21/07/2016    2 recensioni
Renesmee è cresciuta, così come i suoi sentimenti che, giorno dopo giorno, diventano sempre più insistenti, prepotenti. Difficili da ignorare.
E' innamorata di Jacob, il compagno di giochi di una vita. Ma nei suoi occhi non riesce a scorgere l'amore che desidera.
Nel frattempo Jacob ha una vita sociale impegnativa: dopo la ronda, si diverte nei locali di notte, in compagnia di diverse ragazze.
Reneesme rimane impotente a guardare, ignara di una verità più grande di lei.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Violenza | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Ciao a tutti! Sono qui con un nuovo capitolo tutto da leggere solo per voi. Domani parto finalmente per la mia vacanza e quindi non so bene quando posterò, per cui ne ho approfittato oggi. Spero apprezziate. 
Buone vacanze a tutti voi!






Le labbra di Jacob somigliano molto a ciò che ho sempre sognato.
Inutile dire che la sensazione di integrità non mi ha mai abbandonata, dalla prima volta che le sue labbra si sono posate sulle mie, fino all’ultima.
La mia anima incompleta si è finalmente ricongiunta con il suo rispettivo pezzo di puzzle.
Mi sento come se fossi entrata in una dimensione sconosciuta, eppure così familiare, rassicurante.
Come si può conoscere da così tanto tempo una persona e riuscire a scoprire comunque nuovi tratti?
«Nessie, Nessie, Ness…» Jacob respira attraverso di me.
Di nuovo, come se il mio corpo ancora non avesse metabolizzato la sua presenza, la pelle si cosparge di brividi, rendendola sensibile al suo più piccolo tocco.
Respiro il suo profumo e lo faccio mio, ribadendo a me stessa che tutto quello che sta accadendo è vero, reale, tangibile.
Lo stesso Jake, avvinghiato a me da quando è tornato, sembra irreale sotto al mio tocco.
I suoi occhi non hanno mai smesso di guardarmi nello stesso identico modo che mi provoca un vuoto allo stomaco colmabile solo dalla frenesia dei suoi lunghi baci.
Mio padre mi ha concesso un po’ di tregua. Dopo che i pezzi blandi del nostro scarso autocontrollo ci hanno spinti a baciarci davanti a tutti, i miei famigliari ci hanno lasciato il tempo di chiarirci prima di dedicarci alla nuova minaccia.
Sono tutti troppo buoni con me. Non merito questa gentilezza.
Jacob mi ha chiesto se ci fosse un posto nel quale avrei voluto andare, quasi come se fosse un appuntamento.
Ho scrollato le spalle e gli ho risposto che la semplice tranquillità della Radura mi andava bene.
Adesso, seduti sulla gigantesca pietra che ha vissuto insieme a noi i cambiamenti della nostra relazione, il calore di Jake mi appare non solo indispensabile ma insostituibile.
Come ho fatto a pensare che avrei potuto vivere tutta la mia vita senza di lui?
Raccolgo qualche lavanda e ne annuso il profumo, lasciando che questa calma arrivi dritta al cuore.
Jacob mi cinge la vita, attirandomi di nuovo a sé. M’inserisco tra le sue gambe mentre intreccio le mie mani alle sue, dietro la schiena.
Di nuovo, le sue labbra mi cercano e mi trovano. Come un assetato.
Non posso fare a meno di rinfrescarmi di lui, della sua essenza.
Mi spingo verso di lui accarezzandogli i capelli, le spalle larghe, i muscoli tesi delle braccia.
« Jacob » mormoro, intenzionata a capire che effetto fa, adesso, sentire la mia voce che pronuncia il suo nome. Adesso che è cambiato tutto.
Quando la frenesia del bacio diventa ingestibile, Jacob si scosta elegantemente da me, poggiando la sua fronte contro la mia.
Le sue labbra sono piene, gonfie e arrossate. Sorrido davanti a questa tenerezza.
Jacob mi scosta con delicatezza una ciocca di capelli che ricade sul viso e la ripone dietro l’orecchio. Appare nervoso.
Sbuffo, tesa anch’io. Quando abbiamo discusso l’ultima volta, mi aveva confessato il suo Imprinting.
Entrambi sapevamo che questa rivelazione avrebbe modificato la nostra relazione irreversibilmente.
Gli avevo confidato che averlo trovato a… letto con Camille mi aveva distrutta. Di certo non si aspettava questa reazione (neanch’io, in realtà), in fondo non gli avevo confessato apertamente i miei sentimenti. Da donna, avevo fatto in modo che lo capisse.
« Nessie, voglio che tu mi dica ogni cosa » esordisce cupo e serio « Voglio che tu mi dia ogni dettaglio di quel vampiro, perché io voglio staccargli… »
Lo zittisco immediatamente poggiandogli un dito sulle sue labbra. Chiudo energicamente gli occhi per raggiungere la giusta dose di forza.
Non voglio affrontare questo argomento, non ora per lo meno.
Non voglio che quanto è accaduto oggi guasti questo nostro momento.
Non voglio che, in futuro, ripensando a quest’attimo, la paura rovini la magia.
« Jake, prometto che vi dirò ogni cosa » mormoro contro le sue labbra « Adesso siamo solo io e te »
Jacob si inumidisce le labbra contrariato, so che in questo momento passerebbe la sua intera esistenza alla ricerca del vampiro misterioso.
Poi mi stringe la schiena più forte, attirandomi ancora a sé.
« So che forse questo non è un argomento altrettanto importante, ma lo è per me » comincio tesa.
Jake aggrotta le sopracciglia davanti al mio fare un po’ criptico. Dapprima rimane esterrefatto, poi pian piano le mie parole prendono significato.
« Jake quella sera ero venuta a dirti ciò che provo per te » esordisco a testa bassa, incapace di guardarlo negli occhi. E’ una dichiarazione indiretta questa!
Il suo cuore batte a un ritmo frenetico quasi al pari del mio.
Sbuffo frustrata incapace di continuare come vorrei « Per tutto questo tempo ho creduto che tu te la spassassi con ogni ragazza ogni sera. E questo mi ha ferita più di quanto vorrei dirti, ma ora… »
Questa volta è lui a zittirmi afferrandomi il viso con forza e delicatezza al tempo stesso « Ness, non voglio mentirti. Ho passato ogni notte della mia vita a provare a sostituirti »
La sua vicinanza mi provoca un’onda d’urto che mi arresta completamente. Ancora adesso, dopo poco più di due ore, averlo vicino in questo modo… mi spiazza.
Mi afferra le mani stringendole forti « Non sono stato casto, se è questo che mi stai chiedendo. Ma non mi sono spinto fino a quel che pensi »
La sua bocca si avvicina rapida alla mia « Mai » sussurra languido prima che le nostre labbra diventino indivisibili.
Le mie mani raggiungono presto la sua schiena ed anche le sue viaggiano avide sul mio corpo.
Mi passerà mai? Avrò sempre questa smania quando sarà accanto a me?
Questa sensazione non morirà mai ed ora ne ho la certezza.
« Non pretendo niente da te, Jacob » mi giustifico « Volevo solo che sapessi la verità »
« La verità » mormora « E’ che quella sera al Pretty Angels, quando ci siamo appartati, avrei voluto confessarti tutto »
« Perché non l’hai fatto? » sussurro incuriosita e una punta d’egoismo mi pervade: quante cose mi sarei risparmiata!
« Sono stato un codardo, Nessie » afferma cupo, mi fa spazio accanto a lui e mi seggo sull’enorme masso grigio « Avevo paura che non ricambiassi »
Era davvero così cieco? O è stata la paura a renderlo così insicuro?
Ed io che ero certa che si vedesse lontano un miglio quanto fossi presa da lui!
« Mi stai prendendo in giro? » lo sbeffeggio ridendo « Jacob Black che ha paura di un semplice “no”? »
La mia allegria non lo contagia, il volto serio quando si volta a dirmi: « Il tuo mi avrebbe ucciso »
Il senso di colpa mi avvolge, lasciandomi un buco nel petto. Gli sorrido incoraggiante. Adesso, in fondo, nulla ha più importanza: siamo insieme ed è questo ciò che conta.
Anche se, adesso, sono più conscia delle sue emozioni e riesco a comprendere appieno il fulcro dei suoi problemi: so bene che convivere con l’Imprinting non è un’esperienza semplice.
E, ora che ci penso, non gli ho reso le cose meno complicate. Certo, se avesse abbattuto prima le sue difese e mi avesse lasciato entrare gli avrei risparmiato un bel po’ di problemi. Ed anche a me stessa, probabilmente.
Quante notti insonne mi hanno accompagnato quando lui non era di ronda? Mille domande mi affollavano la testa, la martellavano riducendomi in brandelli malandati.
Immaginavo la sua bocca baciare più e più labbra, le sue mani toccare troppe curve.
Credo di aver torturato senza scrupoli mio padre. Anche se la sua discrezione è sempre stata adorabile.
Ho immaginato per troppo tempo un futuro costruito su progetti irrealizzabili e colmi di speranze.
Credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato, che avrei trascorso la mia vita alla ricerca dell’anima gemella senza risultati.
Quando, in realtà, la mia era così vicina.
« Be’ » esordisco punta sul vivo «Avresti dovuto essere meno spavaldo»
Questa volta è lui a scoppiare a ridere « Oh, Nessie, eri semplicemente adorabile quando ti ingelosivi »
Il mio sorriso si arresta di colpo «Allora non eri cieco»
Jacob si alza in piedi dandomi le spalle, le lunghe braccia congiunte verso l’alto. Si stiracchia, producendo una serie di sonori respiri e mormorii.
Incrocio le braccia al petto attendendo una sua risposta. Bel tentativo di eludere la mia domanda, cane.
Quando si volta, il sorriso smagliante che gli spunta sul viso è abbagliante « Voglio mostrarti una cosa ».
 
 
La Radura è sempre stato, a mio avviso, un posto magico, colmo d’amore.
I miei genitori mi hanno accompagnata sempre qui, da piccola. L’atmosfera è sempre stata piacevole e rassicurante.
Mia madre mi ha raccontato la sua vita da umana, mi ha descritto perfettamente l’amore incondizionato che provava ( e che prova tutt’ora) per mio padre. E del tempo trascorso insieme in questo posto.
Quindi, ogni volta che penso alla Radura, non posso fare altro che collegarla ad un pezzo magnifico e romantico non solo della mia vita, ma anche a quella dei miei genitori.
E, motivo per cui, ero convinta di conoscerla alla perfezione.
Ma mi sbagliavo.
Oltre la vallata ripida, alle spalle del campo di Lavande, un sereno salice piangente copre l’ingresso ad un piccolo spiazzale.
E’ davvero un pezzo minuscolo rispetto all’immensità della Radura, ma è pur sempre incredibilmente mistico.
Al centro vige un tenero laghetto dalle sponde irregolari. Su di esso, troneggia un imponente albero di ciliegio. Posso perfino intravedere qualche bocciolo pronto a fiorire con la prossima primavera.
Jacob mi tiene per mano trascinandomi all’interno del posto incantato. Mi pare di essermi addentrata all’interno della Bella e la Bestia.
Un sorriso ebete mi increspa il viso ogni volta che noto un nuovo dettaglio: una rana che nuota serena, lo scintillio della rugiada, il profumo dell’erba bagnata.
« Jake ma.. » sospiro estasiata « è bellissimo! »
Il sorriso che mi rivolge è la risposta a tutte le domande.
In questo piccolo spiazzale, persino il sole appare più caldo e i raggi più luminosi rispetto a quello a cui sono abituata di solito.
Jacob mi lascia la mano e si avvicina al laghetto. Si accosta alla sponda tenendosi in equilibrio sui talloni; con delicatezza, ruota le dita sulla superficie dell’acqua, producendo una serie di cerchi d’onda.
Mi lascio travolgere da quell’immagine, quasi ipnotizzata e beata da questa semplicissima serenità.
« Non ne ero sicuro » borbotta all’improvviso, lo sguardo fisso davanti a sé.
Prendo una lunga boccata d’aria e mi avvicino a lui. L’erba calpesta produce un tenero suono, quasi un impercettibile scricchiolio.
 « Avevo notato qualcosa di diverso nei tuoi occhi » dice alzandosi, gli occhi puntati nei miei. L’intensità del suo sguardo mi fa fermare di botto.
« Credevo fosse solo frutto della mia disperata speranza » continua avvicinandosi, le braccia spalancate.
Quando è a un soffio da me lo interrompo: « Perché non mi hai mai portata qui? »
Ora sorride. Con il dorso della mano rovente mi accarezza il viso, scendendo lentamente verso il collo e poi giù sino al mio cuore. Mi si mozza il fiato.
«Ho giurato a me stesso che ti avrei mostrato questo posto solo dopo essere certo dei tuoi sentimenti» chiarisce.
Dischiudo le labbra, le mani mi tremano: «E adesso lo sei? »
Jacob annienta la distanza tra di noi, mi afferra il viso disegnando dei cerchi sulle mie guance. La scarica di elettricità che si irradia è immediata e la reazione del mio corpo non tarda ad arrivare.
Non se la lascia sfuggire e soffia un vigoroso « Sì »
Impossibile resistere al sapore dei suoi baci, all’intensità del suo trasporto e al fatto che mai mi abituerò alla sua impetuosità.
Proprio quando mi aggrappo alle sue spalle per distruggere qualsiasi fonte di distanza, il cellulare squilla frenetico nella tasca dei miei jeans.
Sobbalziamo entrambi, sconvolti dagli eventi.
Un moto di paura mi accende il petto: perché mio padre mi chiama anziché raggiungerci? Ci sarebbe voluto davvero poco…
« Papà? » chiedo impaurita.
« Renesmee, dovete tornare subito » ordina.
La domanda mi muore in gola quando mio padre afferma: « Questo lo dovete vedere »





Eccomi di nuovo qui! Questo non lo potevo scrivere all'inizio del capitolo per non fare spoiler.
Spero abbiate apprezzato un capitolo completamente incentrato sulla Jacksmee. Credo che la storia ne aveva bisogno.
Vi abbraccio ancora!

 
  
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