Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MissJB2501    21/07/2016    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-POV LIV-

Quel pomeriggio mi era stato affidato un bel compito da svolgere: prendere una torta. Mia madre un paio di giorni prima aveva scoperto il sesso del bambino che aspettava, e con mia sorpresa e felicità aspettava un maschio. Quando me lo aveva detto ricordai di averla abbracciata, ero molto contenta anche perchè tutto sommato una sorella ce l'avevo già. Avevamo pensato ad un modo per dirlo a Rob, lei voleva che fosse speciale e allo stesso tempo inaspettato, qualcosa che non prevedevi ad una qualsiasi cena di famiglia, e cosa c'era di meglio se non  farlo scrivere su una grande torta al gusto oreo? Ve lo dico io, assolutamente nulla. Fare shopping per il piccolo frugoletto era stato divertente, avevamo comprato tutte le cose minuscole che avevano i negozi, una cascata di azzurro e bianco colorava il portabagagli di mia madre. Justin era stato molto d'aiuto, era venuto con noi e aveva caricato lui le cose in auto, sarebbe stato presente anche alla famosa cena di quella sera. Non lo vedevo molto il tipo da sorpresa, quindi mi aveva fatto piacere il suo voler far parte  di quella missione segreta, e mi aveva fatto piacere  ancora di più quando mi aveva detto "Io non immagino come prenderei la cosa, ma mi piacerebbe saperlo così." avevo scoperto che anche il mio tenebroso fidanzato aveva un amore sconfinato per i bambini, era grandioso. Mi mordicchiai l'unghia dovendo ancora aspettare il mio turno per la consegna della torta, e mi arrabbiai quando qualcuno arrivato dopo di me si avvicinò al bancone, non era un comportamento educato. Mi avvicinai a lui, ero intenzionata a dargli una bella lezione di buone maniere "Scusi tanto ma mi sembra che non sia il suo turno, perchè non rispetta la fila?" l'odore di cioccolato mi stuzzicò il naso e mi fece venire un brontolio allo stomaco, quella pasticceria poteva diventare la mia casa "Penso che non abbia importanza Liv." voltai la testa di scatto e il brontolio che sentivo prima scomparve improvvisamente, non osai rispondere "Mi piace quando perdi la lingua, mi fa capire che anche se fai la dura hai sempre paura di me. Mi dai una forza incredibile." Brenton mi afferrò un polso, e mi sembrava che tutte le persone accanto noi fossero cieche "Sei un assassino, qualsiasi persona sana di mente ti starebbe lontana. Lasciami." mi allontanai da lui "Questo cappellino è così adorabile, ti sta proprio bene." mi sfiorò il viso con una mano "Liv la tua ordinazione." Maria mi chiamò da dietro la cassa con un sorriso, quello era un buon pretesto per uscire da lì dentro, anche se dubitavo che mi avrebbe lasciata andare tanto facilmente. "Grazie mille Maria, sarà buonissima come sempre." sentivo lo sguardo di Brenton addosso e la cosa mi faceva arrabbiare, non volevo che mi guardasse "Spero che stasera vada tutto bene." incrociai le dita e poi presi la torta tra le mani "Ti do un passaggio a casa." Brenton mi mise una mano dietro la schiena e mi irrigidì "No vado benissimo a casa da sola sulle mie gambe." gli sibilai, alzò le mani in segno di resa "Non c'è bisogno di scaldarsi, se non vuoi che ti accompagni a casa va bene." mi tenne aperta la porta "Grazie." mi strinsi per quanto possibile nel mio cappotto, faceva abbastanza freddo "Liv lo sai benissimo che non è l'ultima volta che mi vedrai vero? Non sarò sempre così gentile, volevo solo che lo sapessi- dal suo sorriso riuscì ad intravedere il suo bruttissimo dente d'oro che mi riportava alla mente brutti ricordi- ah voglio farti le mie congratulazioni per il tuo bel fratellino." non mi sorprendeva che lui sapesse qualsiasi cosa di me e della mia famiglia "Lasciami andare a casa in santa pace." ero così stanca di tutti quegli impedimenti, sapevo che in qualsiasi posto fossi andata lui mi sarebbe stato sempre addosso. Quando mi voltai lui non c'era più e potei finalmente tirare un sospiro di sollievo.

-POV JUSTIN-

"Ti trovo in gran forma amico." Charlie se ne stava come sempre nel suo negozio polveroso, e io in qualche modo in quel posto mi sentivo a mio agio. Non entravano molte persone, anzi si poteva dire che era un negozio sull'orlo del fallimento, ma come diceva Charlie "E' una buona copertura per la polizia." quindi non avrebbe mai chiuso e di conseguenza sarebbe sempre stato il nostro punto di ritrovo per le questioni irrisolte. "Beh ho cercato di fare del mio meglio, non è stato per niente facile ricominciare." spiegai ripensando a come avevo passato alcune settimane, erano state davvero infernali e dubitavo che gli altri potessero veramente capire fino in fondo quello che avevo provato "Voglio essere davvero sincero con te Justin, siamo amici da parecchio tempo ed entrambi ci siamo stati vicini nei momenti difficili, ma tu questa battaglia non la puoi vincere, e non lo dico solo per quello che è successo a Marcus.." parlò con una voce sincera, ma non poteva pensarlo davvero "Che cosa stai dicendo? Vuoi mollare adesso? Sarà difficile, ma non sarà impossibile." strinsi i pugni, il suo problema era che aveva paura "Non posso più aiutarti, non posso mettere in pericolo i miei uomini e francamente non voglio problemi con la polizia." scossi la testa avvelenato "Ho sempre saputo che non avresti mai più avuto il coraggio di affrontare qualcuno. Vaffanculo Charlie." presi il mio giubbotto di pelle ed uscì dal suo negozio senza voltarmi più indietro. Se gli altri avevano troppa paura per aiutarmi, avrei fatto tutto da solo come sempre. Una sola persona non mi avrebbe mai deluso, solo che era andata via troppo presto, e proprio per questo andava vendicata.

Quella sera misi da parte la rabbia per la cena. Ero arrivato a casa di Liv e l'avevo trovata di spalle e tagliare alcuni pomodori, era strano vederla fare qualcosa che riguardasse preparare da mangiare. Le circondai la vita con le braccia "Una casalinga perfetta." risi baciandole il collo, alzò il coltello a mezz'aria "Non ripetere mai più una cosa del genere Bieber, potrei ferirti- si voltò verso di me- è così bello averti qui." mi abbracciò stringendomi forte, era come se stesse cercando di colmare un vuoto "Che cosa si mangia?" chiesi affamato, lei alzò le spalle "Quello che arriverà." scoppiai a ridere dopo di lei. Adoravo vederla essere se stessa, adoravo vederla odiare tutte le cose che invece amavo, adoravo il fatto che fosse tanto diversa da me e allo stesso tempo tanto uguale, adoravo vederla premurosa, forte, coraggiosa e anche se non volevo ammetterlo l'adoravo anche quando me la faceva pagare per qualcosa che avevo fatto, era tutto quello che un qualsiasi ragazzo potesse mai desiderare, era una ragazza che anche dopo mille pericoli era rimasta. "Stai pensando a me?" mi chiese prendendo il mio viso tra le mani "Si hai indovinato, non smetto mai di pensare a te." la guardai negli occhi e ci lessi tutto l'amore del mondo. Era incredibile il modo in cui mi amava, era senza riserve "Io ti penso a petto nudo a bordo piscina con le goccioline dei tuoi capelli biondi che ti ricadono sugli occhi." spalancai la bocca divertito da quello che aveva detto "Scommetto che mi pensi anche in altri modi." la guardai malizioso e mi diede un colpetto sulla spalla "Smettila." era diventata del colore dei pomodori che stava tagliando "Buonasera a tutti." Rob entrò in cucina e mi allontanò da Liv "Scusa Justin ma sto diventando geloso della mia piccola." Liv si coprì il volto in imbarazzo, ma io risi "Nessun problema." risposi portando in tavola i pomodori conditi. Rob annusò l'aria che ci circondava "Perchè non sento odore di cucinato?" non capivo come la sua famiglia potesse essere così divertente "Eccomi con la cena ragazzi- Lily si tolse il cappotto e posò dei contenitori pieni di cibo sul tavolo- sarà meglio cominciare ad accendere il riscaldamento, fuori si gela." ci sedemmo tutti a tavola e cominciammo a mangiare. Mangiai veramente bene tutta la sera, mi piaceva tutto anche perchè non era stato cucinato quasi nulla, e come sua figlia, Lily non era molto abile in fatto di cucina. Il momento della sorpresa a Rob fu la parte più sdolcinata della sera, lui si era commosso e con lui sua moglie. Liv pareva non amare molto queste cose di famiglia, notavo il suo sentirsi sempre fuori posto, ma forse doveva solo abituarsi a questo nuovo modo di vivere in un vero nucleo familiare composto da una mamma e da una presenza maschile, un padre finalmente. Quando finita la serata ci sedemmo sulle scale fuori casa sua e lei si mise tra le mie gambe, potei darle piccoli baci tra i suoi capelli morbidi e profumati "E' riuscita la sorpresa." le dissi stringendola a me, nel mio calore. Sua madre aveva ragione, le temperature si erano alzate "Penso di si, ma è stato strano da vedere." rise nascondendo il viso tra i capelli "Alcune volte mi piace quando piove, mi piace pensare che il cielo sia arrabbiato per qualcosa che è stato costretto a vedere o a sopportare. Mi sento un po' come lui certe volte, e quando finalmente smette di far scendere sulla terra tutta l'acqua possibile, sto meglio anche io." la guardai non riuscendo a capire perchè me lo stesse dicendo "Sta per piovere guarda." allungò un dito verso il cielo ed indicò tantissime nuvole "Se siamo fortunati un fulmine potrà colpire Brenton lasciandolo secco." si alzò in piedi e poi aiutò me. La mia felpa le stava grandissima, era adorabile. "Liv te l'ho detto mille volte: tutti avranno ciò che meritano. Non pensare ai vermi." aprì la porta di casa e la lasciai entrare "Va a dormire adesso che domani hai scuola." si morse le labbra e poi mi baciò. Fu un bacio piacevole, un bacio da buonanotte angelo mio.

-POV LIV-

Con il tempo avevo avuto la certezza che le brutte notizie e le sventure non venissero mai sole, e come al solito anche quella volta la vista di Brenton il giorno prima fu accompagnata dalla vista di qualcos'altro di tragico: Claire e Mason insieme. Camminavano in giro per i corridoi di quella prigione senza via d'uscita felici come non mai, distolsi lo sguardo per evitare di vedere una qualche smanceria tra malefici. Non mi sorprendeva il fatto che si fossero trovati bene insieme, erano uguali e con gli stessi geni maligni. "C'è una chiamata per lei signorina Tanner." la segretaria della scuola mi venne vicino e mi picchiettò una spalla con la mano "Una telefonata per me, ne è sicura?" lei annuì e mi invitò a seguirla. Mentre camminavo alle sue spalle controllai il telefono, forse mi avevano chiamato e non avevo sentito, ma non c'era assolutamente nulla. La segreteria profumava di fiori e di naftalina, il mio naso pizzicò quando presi in mano il telefono della mia scuola "Pronto?" sentì qualcuno respirare dall'altro capo del telefono, ma questa persona non rispose "Pronto c'è nessuno?" ripetei poggiandomi alla scrivania. Qualcuno rise e dal vetro alle spalle della postazione della segretaria del preside vidi Mason staccare la chiamata divertito. Misi giù il telefono e strinsi gli occhi ad una fessura, ero spazientita. Uscì dalla segreteria come una furia e quando mi fu davanti lo spintonai con tutta la forza che riuscì a cacciare "Ti sembra una cosa divertente brutto idiota?" urlai. Mason non smetteva di ridere "Mi piace farti spaventare." la sua risata scomparve e ne uscì quello che mi ricordava il viso di suo cugino, mi guardò con la stessa espressione di Brenton "Devi smetterla di tormentarmi." sbraitai, ma lui mi tappò la bocca con le mani e mi trascinò nello sgabuzzino del bidello "Shh non devi urlare, la tua voce è così fastidiosamente acuta." quello che riuscì a fare per liberarmi fu mordergli la mano, urlò di dolore "Brutta stronza." mi afferrò per i capelli, ma cercai di non mostrarmi debole "Non ti devi comportare così con chi è pericoloso, non te l'ha detto la mammina?" mi parlava all'orecchio e sentivo il suo brutto respiro sulla spalla "Mi è stato detto di difendermi." gli diedi una gomitata inaspettata nelle costole che lo fece piegare in due, mi sentivo così soddisfatta. "Non voglio immaginare la faccia che farà Brenton quando gli andrai a dire di essere stato battuto da una diciottenne pelle e ossa in uno sgabuzzino di una scuola, se fossi in te non mi darei tante arie in giro sulla tua forza." dopo avergli dato un'ultima occhiata uscì in fretta, mi ero messa nei guai fin troppo. I video sull'autodifesa che avevo visto in quei giorni, erano serviti parecchio lo dovevo ammettere. Era arrivato il momento di dimostrare di che cosa era capace la fidanzata del tenebroso Justin Bieber.


   
 
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