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Autore: FlyingBird_3    21/07/2016    1 recensioni
Berlino, 1938
La capitale tedesca è in fermento, viva più che mai grazie alle abili mani dei gerarchi nazisti; tra le sue strade però, le persone comuni svolgono la vita di tutti i giorni.
Tra queste vi è Gerda, una giovane ragazza berlinese amante della moda e della libertà; la sua routine quotidiana è scandita dal lavoro, da feste e chiacchiere con le amiche.
Tutto sembra perfetto finché un giorno, improvvisamente, fa la sua ricomparsa un’importante figura nella vita di Gerda: Andreas.
Andreas Lehmann è un ragazzo tutto d'un pezzo, reso una proiezione di sé stesso grazie ai tempi della dittatura; all’apparenza è freddo, distaccato dai rapporti umani, dedito solo al lavoro. Ma dietro la sua corazza, nasconde un passato di sofferenze e dolore che solo l’amore più sincero può guarire.
I due, amici dall'infanzia, si rincontreranno così dopo molti anni, scoprendo che non c'è via di fuga al loro destino.
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali, Novecento/Dittature
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15 Maggio 1939
 
Caro diario,
sono cambiate così tante cose dall’anno scorso. I tempi corrono così velocemente che mi accorgo solo all’ultimo dei cambiamenti nella vita di tutti i giorni. Proprio qualche giorno fa sono venuta a sapere che molti cabaret verranno chiusi definitivamente; mi chiedo se anche il Jockey Bar possa fare la stessa fine.
Sono passati più di sei mesi da quando ho incontrato Andreas; circa un mese fa, di ritorno da un viaggio, mi portò in regalo un bellissimo carillon da tasca con incise le mie iniziali sul coperchio.
Mi ha promesso che non ci sarà ancora molto da aspettare: questa settimana ne parlerà con il suo capo, poi si potrà organizzare tutto. Il matrimonio. Il mio matrimonio!
Quasi stento a crederci; se un anno fa mi avessero detto che sarei stata la moglie di Andreas, li avrei presi per pazzi, ed invece eccomi qua.
Mi sento come un uccellino sul ramo nelle prime giornate di primavera; mi sento così viva e felice come non mai…
  
Il rumore degli stivali da lavoro rimbombavano per la via quasi deserta del quartiere del centro; era l’ora di punta, ma se si sapevano scegliere le strade giuste Berlino riservava sorprese inaspettate.
Andreas si era vestito con la sua divisa migliore per andare a incontrare von Osten, deciso finalmente a parlargli del matrimonio con Gerda.
Non succedeva spesso, ma nonostante non avesse un appuntamento ufficiale (era prevista una riunione per quella mattina), sentiva di essere nervoso per quello che avrebbe potuto rispondergli.
Appena svoltò e imboccò la via principale, Wilhelmstraße si presentò pulita e ordinata come ogni mattina; salutò con la mano le guardie all’entrata del Prinz Albrecht Palais e mostrò il suo cartellino.
Dopo il controllo del portiere il soldato si diresse al terzo piano dello stabile, dove erano ubicati gli uffici delle SD, i reparti della sicurezza; al piano terra si trovavano invece i reparti della Gestapo, e al secondo piano gli uffici delle SS.
Da quando era stato trasferito, Andreas non riusciva ancora a sentirsi completamente a suo agio dentro quel posto, abituato alla familiarità dello stabile vicino al Tirpitzufer dove lavorava prima.
Sembrava di essersi tuffati nella vasca degli squali, dove erano pronti a mangiarsi l’un l’altro pur di arrivare al potere. Ma tutto questo era ben chiaro ad Andreas: tutti quegli anni di lavoro dovevano pur portarlo da qualche parte, e soprattutto non avrebbe mollato facilmente.
Quando entrò nella stanza delle riunioni notò che quasi tutti erano già seduti ad aspettare von Osten e il suo braccio destro, Müller; prese posto lui stesso vicino a dei suoi colleghi.
Aleggiava un’atmosfera nervosa, quasi competitiva: tutti sapevano che il capo stava per svelare un’importante notizia, e che tra di loro ci sarebbero stati dei prescelti per far parte della squadra personale di von Osten.
Alle nove spaccate il capo e i suoi seguaci entrarono silenziosi nella stanza, e senza perdersi in chiacchiere, iniziarono a snocciolare una serie di nomi.
< < Questi possono restare. Gli altri sono pregati di lasciare la stanza. > >
Andreas vide tre quarti dei soldati presenti alzarsi e andarsene, alcuni borbottando piano; quando se ne furono andati notò che erano rimasti in tre.
< < Voi siete i soldati scelti per entrare nella mia squadra di protezione. Lealtà, coraggio e determinazione sono le cose che vi saranno richieste; siete tra i migliori soldati di tutta la Germania, mi aspetto che lo rimaniate per lungo tempo. > >
Dopo un piccolo momento di silenzio in cui von Osten e Müller parlarono tra di loro a bassa voce, quest’ultimo iniziò un lungo discorso.
< < Il Führer sta progettando di occupare la Polonia questo autunno. Naturalmente il nostro lavoro di spionaggio lì sarà assolutamente indispensabile. Ci potrebbero essere insurrezioni da parte dei polacchi, attentati in ogni momento. Il vostro compito sarà quello di scortare noi in completa sicurezza. Per ora non c’è altro da aggiungere. Complimenti soldati. > >
Un piccolo applauso si levò tra i presenti, e piano piano la stanza si svuotò; Andreas aspettò paziente fuori dalla porta, cercando il momento giusto per conferire con il capo.
Dopo svariati minuti decise di entrare, bussando cortesemente alla porta: dentro vi trovò inaspettatamente solo il braccio destro di von Osten.
< < Perdoni la scortesia… dovrei parlare con von Osten, è una questione che non richiederà più di qualche minuto > >
L’ometto alzò la testa, guardando Andreas come se l’avesse visto solo in quel momento.
< < Mi dispiace soldato Lehmann, ma il capo è molto impegnato. Tra qualche ora deve essere fuori Berlino, e temo che sia già andato > >
Andreas sentì una fitta allo stomaco, deluso da sé stesso: sapeva che quello era il momento migliore per farlo sapere al capo, ma Müller sembrava non volesse farglielo incontrare.
< < Ripasserò un’altra volta allora > > disse, avviandosi verso la porta.
< < Oppure > > disse l’ometto mellifluo, < < Puoi dire a me. Posso farlo sapere a von Osten da parte sua, se è importante > >
Andreas si fermò, incerto sul da farsi: doveva fidarsi di quell’uomo? In fondo doveva solo fargli sapere del suo matrimonio con Gerda. L’aveva vista, ci aveva parlato.
< < D’accordo. Volevo informarla che sono intenzionato a sposarmi > >
Vide una strana espressione sul viso dell’ometto, come se avesse ricevuto un’improvvisa cattiva notizia; decise di scacciare quel pensiero, dando la colpa al nervosismo.
< < Beh… congratulazioni. Chi sarebbe la fortunata? > >
< < La signorina Pfeiffer, signore. L’ha vista parecchie volte al mio fianco ad occasioni ufficiali > >
Müller sembrò rifletterci sopra prendendo il mento appuntito tra le dita.
< < Ah si, ora ricordo > > disse, sventolando la mano con sufficienza, < < Certo. Lei è sicuro della decisione che ha preso? > >
Andreas mantenne la calma, serrando la mascella.
< < Sicurissimo > >
< < Beh caro Andreas, > > disse, chiamandolo improvvisamente per nome, < < la vita non è così semplice. Quella cara ragazza dovrà passare vari esami prima di poter sperare di diventare tua moglie, ora che sei passato ad un grado più alto. E sono costernato nel dirti che probabilmente non li passerà > >
Andreas sentì una fitta al petto appena Müller finì di pronunciare le ultime parole.
< < Insomma, non pensare che non passiamo in rassegna le vite dei nostri dipendenti, soprattutto degli ultimi arrivati. La ragazza… si… > > si girò, prendendo dei fogli da un cassetto stracolmo, < < la ragazza presenta delle mancanze dal punto di vista fisico caro Andreas > >
Chiuse gli occhi, serrando i pugni dietro la schiena; l’avevano seguita? Pedinata? Immaginava che non sarebbe stato facile, ma mai che non avrebbero accettato il loro matrimonio.
< < E proseguendo… la famiglia appare benestante, nonostante si siano quasi ridotti al lastrico alcuni anni fa. La signorina è una… commessa… > >
Müller si tolse gli occhialetti guardando Andreas con serietà.
< < Mi dispiace deluderla, ma ora che è entrato nella nostra squadra, lei è diventato un membro dell’elite. È giovane e rappresenta al meglio il prototipo che Il Führer vuole per la sua gente. Lei potrà diventare un esempio da seguire, e per questo si deve circondare di persone giuste. A partire dalla sua futura famiglia > >
Andreas iniziò a essere insofferente alle parole di quell’uomo.
< < Vorrei discuterne con von Osten se non le dispiace. Gerda è di famiglia tedesca, non ha nulla che non va > >
Müller si mise a ridere, inforcando di nuovo gli occhialetti.
< < Ma allora non hai capito! La ragazza non è fisicamente conforme. Capelli scuri, troppo bassa… . Non ti puoi presentare con una donna così come moglie, tu che sei così… perfetto > >
Andreas si sentì colpito nell’orgoglio, come se gli avessero portato via qualcosa di importante, di nuovo.
< < Le assicuro che Gerda… > >
< < Sarò sincero con te. Sono sicuro che sarai dispiaciuto, ma sei un soldato e bisogna rispettare le regole. Creare famiglie puramente ariane è il nostro grande obiettivo, e supera di lungo un’infatuazione per una giovane ragazza. Quando ti sarai ripreso, voglio farti conoscere la mia segretaria. È qui fuori, è gentile e perfetta sotto ogni aspetto; ti prego di prenderla seriamente in considerazione, data anche l’importanza dell’incarico che ti è stato affidato > >
Andreas rimase impietrito, sconvolto dall’esito di quella conversazione: era entrato per chiedere del matrimonio con Gerda, e ne stava uscendo greve di un appuntamento con una donna sconosciuta.
< < Ora, parlando di cose più serie… essendo un membro delle SD, e collaborando con una squadra di SS, le chiederei se potrebbe pensare al fatto di indossare una nuova divisa. Naturalmente dovrà passare alcuni test, vedremo anche come si comporterà in Polonia, ma l’ammiraglio Meyer mi ha parlato così tanto di lei e ne sono rimasto così colpito… lei ha un grande futuro davanti > >
Andreas sentiva la testa pulsare, piena di tutte quelle nuove notizie a cui doveva trovare una soluzione il prima possibile, che quasi non fece caso al ritorno al lei che gli aveva dato Müller.
< < Signore, le chiederei del tempo per rifletterci sopra. Sono comunque onorato della sua offerta, come soldato > >
Un sorrisino compiaciuto apparve sul viso dell’ometto, che si alzò in velocità per congedare Andreas.
Quando il soldato uscì dalla porta gettò una rapida occhiata a sinistra, incrociando lo sguardo di una ragazza biondissima e dagli occhi color zaffiro; le sue iridi sembrarono illuminarsi, mostrando infine una fila di denti bianchi e perfetti.
Andreas le rivolse solo un leggero cenno col capo, sentendo morire qualcosa dentro di sé mentre si allontanava da quella stanza: come avrebbe fatto a dirlo a Gerda? Alla donna che amava?
  
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