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Autore: Crysalid93    21/07/2016    1 recensioni
Continua la battaglia contro Papillon, i nostri eroi sempre pronti a salvare Parigi e a de akumatizzare povere persone, innocenti fatte sopraffare dalle emozioni negative. Nuove scoperte, porteranno a una svolta la storia fra i due eroi, chissà però se in bene o in male. Riusciranno a sconfiggere il loro acerrimo nemico? Ma soprattutto riusciranno i nostri eroi a dichiarsi al loro vero amore? Leggete e scopritelo voi :)
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Ciao a tutti, mi chiamo Crysalid questa è la mia primissima ff. Spero possa piacervi. Vi auguro buona lettura e vi chiedo perdono se potrebbero esserci errori di ortografia ^^" Un saluto a tutti
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giunta la sera Marinette stava meglio, la febbre non era più salita e sentendo le forze tornare decise di alzarsi dal letto e scrivere sul suo diario. Tikki sollevata la osservava sorridente seduta su di un libro con un biscotto fra le zampette.

Intanto a villa Agreste, Adrien si aggirava per la stanza come un anima in pena. Plagg roteò gli occhietti esasperato. "Adrien! Smettila di girare per la stanza in questo modo, mi stai uccidendo l'appetito." Disse scocciato il gattino nero. Adrien lo guardò e borbottò qualcosa. "Non ci riesco, voglio andare da lei. Se stesse così male da non riuscire a chiamare aiuto? Se un akuma attaccasse e lei, nel trasformarsi svenisse? Se lei m-" Plagg gli lanciò un pezzo di formaggio centrando la bocca aperta del biondo che subito sputò il formagio schifato e guardò malissimo il suo kwami. "E falla finita. E' solo febbre Adrien e comunque grazie per avermi fatto passare l'appetito." Sbuffò incrociando le braccia. "Arrrrgggh" Disse sfrustrato Adrien e andando a sedersi alla scrivania diede una botta al tavolo facendo oscillare tutto quello che vi era sopra. Da una piccola mensola cadde, il bracciale che Marinette gli aveva donato e sorrise. Voleva vederla a tutti i costi. Alzò il pugno verso il soffitto. "Plagg trasformami!" In breve divenne Chat noir e uscendo dalla finestra si diresse verso la casa della ragazza. Aiutandosi con il bastone, passando da un tetto e l'altro raggiunse il balconcino della ragazza e bussò sulla botola. Marinette che stava per tornarsene a letto guardò Tikki confusa e la fece nascondere. Si avvicinò titubante alla botola e fece per alzarla. "Principessa, sono Chat. Ti sento che sei dietro la botola." Marinette sospirò di sollievo e lo lasciò entrare. "Chat, che fai qui? C'è un attacco?" Disse la mora già in allerta. Lui scosse la testa e rimase ad osservarla. Aveva i capelli sciolti dai soliti codini, indossava dei pantaloncini corti neri che lasciavano intravedere le sue gambe atletiche e snelle, una canottiera bianca e un giacchettino nero a corprile le spalle. Ai suoi occhi era bellissima. Fece due passi verso di lei. "Tranquilla, ho saputo che sei svenuta a scuola e così.." Marinette sorrise dolcemente, si era preoccupato per lei. Da una parte, sapere che ora lui conosceva la sua vera identità la rendeva felice,perchè il loro rapporto si sarebbe solo che solidificato. "Grazie, gattino.." Chat le sorrise, e si sedette sul letto accanto a lei. "La febbre?" Disse di punto in bianco e lei ridacchiò. "E' passata, sembra sia stata una passata da un giorno fortunatamente. Domani andrò anche a scuola non posso mancare.. Già sono una ritardataria cronica! Mi mancano solo le assenze ed addio anno scolastico." Chat rise, e lei per risposta gli diede una cuscinata in faccia divertita. "Non c'è da ridere! Sarebbe una tragedia se perdessi l'anno." Cercò di mantenere un tono serio ma, non ci riuscì e alla fine rise anche lei guardando il suo compagno. Per una volta rimase ad osservare con naturalezza il suo compagno. Alla fin fine, lui non era così male a parte per le pessime battute. Quando era con lui stava bene, si sentiva sicura e compresa anche perchè entrambi avevano lo stesso segreto e lo stesso compito. L'eroe sentendosi osservato, si girò verso di lei trovandola intenta a osservarlo, si avvicinò al suo volto sorridendo. "Ho, qualcosa disegnato in faccia, Principessa?" Lei ritornando sul pianeta chiamato terra, si accorse del volto del compagno troppo vicino al suo e si scostò di scatto cadendo dal letto, però il suo corpo non toccò per niente il pavimento. Aprì gli occhi e sotto di lei vide Chat a occhi chiusi con una smorfia e fu proprio quell'espressione a ridestare nella sua mente il suo incubo. Rabbrividì. "Chat..?Stai bene?" Era visibilemente in ansia e lui se ne accorse. "Non è niente Marinette, tranquilla." Le sorrise e le spostò dietro l'orecchio una ciocca. Lei si piegò nascondendo, il viso nell'incavo del suo collo, mormorando una serie di scusa sconclusionati. Lui inizialmente s'irrigidì per quel contatto poi la strinse con dolcezza a se e si mise seduto tenendola contro il suo petto. "Cosa c'è? Cosa turba la mia insettina?" Sapeva, che qualcosa la turbava lo aveva già capito quel pomeriggio quando era andato a trovarla da se stesso. Nel sonno aveva gridato il nome del suo alter-ego. Intanto lei scosse la testa stringendosi di più a lui. "Mari.." Sospirò lui scostandola leggermente. "A me puoi dirlo, cosa c'è?" Lei con gli occhi già lucidi per le lacrime lo guardò per un istante e poi abbassò lo sguardo. "Ho avuto.. un incubo.." Disse tutta timorosa. Lui prese ad accarezzarle i capelli per farla rilassare. "Eh?" La esortò a farla parlare. "Tu.. rimanevi gravemente ferito a causa mia.. Per colpa mia tu.. tu.." Prese a singhiozzare. "Ti sei buttato.." Parlava a fatica per via dei singhiozzi persistenti che le scuotevano il petto. Chat era triste nel vederla così. Vedere quella ragazza così radiosa e piena di energia, ridotta in lacrime, gli spezzava il cuore. "Mi sono buttato su di te, per proteggerti?" Lei di tutta risposta annui. "C'è altro?" Le scostò le mani dal suo viso e con delicatezza prese ad asciugarle le lacrime evitando di ferirla con gli artigli. Marinette chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi. "Tutto, era successo, perchè io... mi sono lasciata trasportare.. Adrien.." Chat, sgranò gli occhi. "Che centra Adrien?" Lei puntò i suoi occhi celesti in quelli verdi del ragazzo e sospirò disperata. "L'akuma lo aveva catturato, o meglio mi aveva fatto avere un illusione di lui ferito. Ero rimasta così scioccata che non mi ero accorta dell'attacco e.." Chat la riportò contro di se. "Ho capito, era un brutto sogno. Non accadrà niente di tutto ciò. Ci sarò sempre io con te." La ragazza si rilassò. "Grazie gattino.." Si alzò tenendola fra le braccia. "A letto, mia Principessa o domani sarà nuovamente in ritardo e se sarà così domani il gatto nero verrà e la punirà!" Lei lo guardò divertita e finalmente serena, mentre si ritrovò sdraita sul letto. "Oh, e come pensa di punirmi il gatto nero?" Chat assunse, un aria pensierosa con tanto di mano a massaggiarsi il mento. "Io credo, che la sua punizione, possa essere il solletico." Disse sorridendo e Marinette a sua volta sorrise. "Uh, okay tanto io non lo sopporto." Cercò di mentire e Chat alzò un sopracciglio. "Meglio che vada, non vorrei far svegliare i tuoi per testare se veramente lo soffri oppure no.. Buona notte e fai sogni felici." Le prese la mano e la baciò dolcemente. Lei sorrise dolcemente. "Notte Chat.. e grazie di tutto. Sono più serena grazie a te." Lui, fece un leggero inchino, sfoggiando poi uno dei suoi soliti sorrisi da sbruffone. "Lieto, di averle recato gioia Principessa." Lei alzò gli occhi al cielo e lui, se ne andò dalla stanza della ragazza ridacchiando. Marinette dal canto suo, riuscì ad addormentarsi subito. Probabilmente la presenza del suo compagno aveva dissipato tutte quelle paure che la febbre le aveva creato. Chat, appena arrivato a casa, si avvicinò fino al suo letto e mentre ci si stendeva sopra, sciolse la trasfromazione. "Camemberttttt" il piccolo kwami nero volò fino al suo formaggio e si sedette accanto alla scatola. "Ragazzino, vedi per questa sera di non farmi passare di nuovo la fa-" Disse tutto spedito Plagg, ma non finì la frase vedendo il ragazzo addormentato, con ancora i vestiti di quel giorno addosso. Scosse la testa e si mise a mangiare in silenzio. "Quanta pazienza, che ci vuole con questi Chat noir.." Però alla fine della sua frase sorrise.
  
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