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Autore: Storm_inside    22/07/2016    1 recensioni
Tutti prima o poi si viene a far fronte ad una delle più grandi paure dell'uomo :la morte.
La morte che porta con sé amore e rilascia dolore e frustrazione. Vuoto.
Sono questi i sentimenti che il giovane Percy Jackson, a soli sedici anni, deve imparare ad affrontare.
Un nuovo tutore, preso dal lavoro e senza una famiglia, saranno in grado di riportargli la felicità sottratta ?
Ormai nessuna certezza, lo sa.
Eppure, perchè si sente così vivo nello specchiarsi in quei profondi occhi d'onice ?
Perchè riflettono ciò che non vorrebbe mai rivedere ?
Come possono affrontare tanto dolore quanta la solitudine che vi si legge ?
Come mai lui e gli altri ragazzi vengono definiti la 'Classe Speciale' ?
Sempre un maggior numero d'incognite riempie le sue giornate eppure ne è certo : avrebbe trovato una risposta ad ognuna di esse.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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-Prima o poi tutti dobbiamo venir a patti con la morte.
Eppure non è sempre implicato il fattore consapevolezza, non lo si può decidere arbitrariamente.
Così come non si può decidere il momento...-

Per quanto tentasse di mantenere la concentrazione sul discorso dell'uomo, non riusciva a comprendere perchè tutto ciò venisse considerato indispensabile.
Era tempo perso, si ripeté, tempo che avrebbe volentieri trascorso chiuso in camera a non far nulla.
Magari ascoltando un po' di musica, chissà.
Eppure si trovava lì, invischiato in una discussione di cui non vedeva l'origine ed ancor meno la fine, si disse, lanciando uno sguardo all'orologio ed apurando che erano tre ore buone dall'inizio della 'seduta'.

L'avvocato, nonchè colui che richiese la chiacchierata, era infatti intento nello sproloquiare sulle innumerevoli motivazioni che avrebbero favorito la sua adozione.
Percy infatti, nel pieno dei suoi sedici anni, non poteva legalmente parlando vivere senza un adulto che l'avrebbe custodito e tutelato.
O perlo meno questo era ciò che doveva essere il motivo, ragionò Percy.

Ora, seduto accanto al medico di turno il giorno dell'incidente, non sapeva se scoppiare a ridere o prendere a testate il muro.
I due uomini si dibattevano infatti su una serie tanto vasta di leggi che fece accapponare la pelle al ragazzo.
No, si disse.
Avrebbe fatto sbattere loro le testo al muro, per poi ridere.
Non riusciva a credere che stessero realmente litigando, perchè ormai non si trattava di un semplice dibattito legale ma di una vera e propria litigata con tanto di urla, per ottenere una stupida custodia.
Se avesse potuto avrebbe richiesto di venir spedito dallo zio, Ade, in Europa.
Eppure non sembrava in grado di 'badare ad un ragazzino' come aveva precedentemente sbuffato l'avvocato.

Perso nei suoi pensieri non si rese conto però che i due si erano improvvisamente fermati e lo stavano ora osservando.
Alzò gli occhi, osservando prima uno e poi l'altro.
Non aveva idea di cosa gli avessero domandato così con una scrollata di spalle si decise a parlare.
-Scusate non sono riuscito a seguire la...discussione...sapete, la dislessia...- borbottò con voce arrochita.
Erano almeno due giorni che non aveva aperto bocca.

Il medico gli sorrise dolcemente, carezzandogli i capelli con un'innata delicatezza.
-Il signor Kronos ha ben pensato che dovessi essere tu a decidere chi dovrebbe prenderti in tutela. Si, sai, ci chiedevamo se conoscessi qualcuno disposto...un parente, amico di famiglia...-parlò lentamente.
La voce forte e chiara lasciava una nota di benevolenza carezzevole, il sorriso incoraggiante.
I suoi occhi dorati e caldi lo osservavano attentamente, come a scrutargli l'animo.
Vi notò un insieme di emozione ma con certezza poté dire che non avevano nulla a che vedere con la compassione.
Dispiacere, si, ma nulla più.
L'uomo, incoraggiato dall'attenzione del giovane, continuò a parlare.
-Sai io ho già affrontato situazioni simili...molti ragazzi e ragazze della tua età, anche più giovani, si trovavano improvvisamente senza una famiglia.
Così alcuni volontari, medici ed infermieri, abbiamo deciso di costituire una specie di casa per tutti loro e-

L'uomo venne improvvisamente interrotto dal medico legale che, battendo le mani sulla scrivania perfettamente levigata, si alzò ergendosi in tutta la sua latezza.
-Tu non porterai il ragazzo lì dentro ore e nemmeno tra un milione di anni - sibilò con lo sguardo ridotto a due fessure infuocate.
Il medico lo osservò per pochi istanti per poi sorridere.
-Suvvia Kronos, sai anche tu che lì dentro il ragazzo sarà al sicuro più di ogni altro luogo.-
Ora entrambi seri si fronteggiavano con sguardo freddo.
-Mio caro Dionisio, non credo tu possa poi molto fin quando sarà in mano ai Sociali. E se io ti proibisco di portarlo là dentro, tu non lo farai-

Percy interdetto aggrottò le sopracciglia.
Che diamine stava succedendo ? Dove non doveva essere portato ?
Fu proprio il giovane ad interrompere i due.
-Scusate ma di cosa state parlando ?- domandò con un fil di voce che bastò a placare gli animi.
I due si voltarono sorpresi, quasi dimentichi della sua stessa presenza nella stanza.
-Di nulla, non avrai nulla a che vedere con tutto ciò.- sbottò l'avvocato iniziando a mettere in ordine le carte d'adozione e le diverse pratiche.
L'uomo bloccò le sue azioni sbattendo quasi letteralmente in faccia all'uomo una lettera.
Senza neanche guardare il ragazzo iniziò nuovamente a parlare.
-Percy ti dispiacerebbe andare a prendermi qualcosa da bere ? Anzi tieni i soldi, prenditi qualcosa al Bar degli uffici mh?-
Porgendogli ben più soldi di quanti ne servissero ed una poco velata richiesta di togliersi dai piedi il ragazzo uscì dalla stanza.
Ma che diamine stava succedendo...
                                                                                *                              *                                 *

I corridoi deserti lasciavano una vaga sensazione di irrequietezza, come se potesse sentirsi osservato dalla freddezza del grigio che ricopriva le pareti.
Intento ad osservare un quadro di dubbia interpretazione, non notò un giovane arrivare nell'esatta direzione.
Almeno non fin quando quest'ultimo, più basso di un paio di teste di lui, non gli finì addosso facendo cadere una cartella piena di fogli.
Alzò gli occhi per scusarsi quando sprofondò nell'oscurità di due enormi occhi color carbone, che lo fissavano intensamente.
Si stupì di provare l'esatta sensazione avuta quando ad osservarlo fu il medico.
Non seppe spiegarsi come eppure, quando riaprì gli occhi che non si accorse d'aver chiuso, del ragazzo non c'era più traccia.

Aprì e richiuse gli occhi diverse volte, come ad assicurarsi di non star sognando, per poi darsi dello stupido.
Neanche volendo qualcuno poteva esser stato lì.
La velocità con cui era sparito, una battito d'ali di farfalla, si aggirava nui pochi secondi.
Associando la visione, perchè era una visione si ripeteva, ad un calo di zuccheri si diresse finalmente verso la caffetteria, certo più che mai che una colazione avrebbe solo che agevolato la situazione.

Eppure quegli occhi...

Sembravano così profondi ...



Angolino dell'autore
Buon salve amanti del fandom.
Con questa mia prima storia, per cui mi auguro siate comprensivi, spero di aver attirato la vostra curiosità.
Gran parte della storia inizierà a prendere forma nei prossimi capitoli.
Ringrazio immensamente chi è arrivato fin qui e mi auguro sia stata una lettura piacevole.
Essendo per me una novità scrivere per poi pubblicare sarei molto felice se qualcuno volesse aiutarmi nel tirar su la storia al meglio.
Tutte le recensioni sono ben accette ovviamente :)
Detto questo mi auguro che ci si riveda nel prossimo capitolo.
-Storm_inside

 
   
 
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