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Autore: Lelly99    22/07/2016    3 recensioni
Alla Alice Academy, ormai tutti sono ventenni.
I nostri cari personaggi (Soprattutto Natsume, Mikan, Hotaru e Ruka) ne combineranno di tutti i colori, in questi ultimi anni delle Superiori...
Avverto, subito, che la storia è un po' OOC e si basa soprattutto sul manga.
Più avanti, sarà possibile che si presentino personaggi protagonisti di altri anime.
Beh, non dico altro...
Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO XXIV:

Pov Natsume…

L’atmosfera stava facendosi sempre più silenziosa, fin troppo per i miei gusti. Vedevo la figura del nostro professore e preside avanzare ininterrottamente senza neanche girarsi una volta per farci la ramanzina che entrambi, io e Mikan, ci saremmo aspettati. Mikan ogni tanto girava il suo bel volto verso il mio, come per cercare conferma di uno strano comportamento di Narumi nel mio sguardo. Io personalmente non l’avevo mai visto in quello stato; non riuscivo a vedergli il viso ma avrei giurato che, se l’avessi osservato attentamente, vi avrei scorto un’inquietudine mista ad una malinconia. Forse, anzi sicuramente, c’entrava Yuka. D’altra parte lo aveva baciato, mai nella vita aveva ottenuto ciò che questa sera aveva ottenuto. Forse stava rivivendo i ricordi appannati della sua infanzia, del suo amore per la sua Senpai, di tutti gli avvenimenti all’Accademia, dell’abbandono del suo amore, della sua scelta di diventare professore e poi infine preside. Probabilmente ciò che stava conducendo era un’introspezione al fine di valutare i lati negativi e positivi della sua esistenza. Potevo capirlo perfettamente per tutte le volte che, prima di fidanzarmi con la mia Pois, la avevo condotta anche io per comprendere se il mio essere fosse utile a qualcosa o a qualcuno, se continuare a portare avanti quella vitaccia servisse a qualcosa, per rendermi conto di quanto a volte il mondo possa farti sembrare futile, anzi addirittura di peso per qualcuno. A trascinarmi fuori da questo circolo vizioso era sempre il sorriso di Mikan che mi costringeva a farmi forte per proteggere lei e quello stesso sorriso. Evidentemente Narumi ciò che il sorriso dava a me non ce l’aveva, né poteva averlo in quanto non aveva mai avuto la speranza dell’amore.
Mikan mi guardò nuovamente, voleva chiedermi cosa avremmo dovuto fare per rompere quell’atmosfera che peggiorava sempre più.

Mikan: -Nat, cosa pensi che dovremmo dirgli?- mi chiese bisbigliando come immaginai; la conoscevo troppo bene, l’Alice di Kokoro non lo aveva lei, l’avevo sempre avuto io con lei.
Natsume: -Quando io mi trovavo nella sua situazione, preferivo stare da solo.-.
Mikan: -Come fai a sapere qual è la sua situazione, scusa?- ribatté provocatoria.
Natsume: -Non lo so, Mikan. Ho l’impressione che ciò che ha fatto tua madre lo stia facendo pensare.- risposi io, aveva un’aria confusa.

Rimasi nuovamente in silenzio attendendo che la mia ragazza mi chiedesse il perché della mia sensazione ma a rompere quell’atmosfera di ghiaccio non fu Mikan.

Narumi: -So che non vi siete sentiti davvero male e sono sicuro che se non fosse stato per…- si interruppe un secondo per la voce strozzata che aveva -…per voi, che siete due Stelle Speciali e quest’anno avete gli esami, avrei dovuto punirvi severamente. So anche che per questa scelta di graziarvi ne pagherà la mia credibilità e autorità.- concluse.

Aveva ragione dopotutto, avevamo sbagliato e se ora qualcuno avesse saputo della sua scelta di essere clemente, sicuramente avrebbe pensato che fosse corrompibile.

Mikan: -Ci dispiace davvero tanto. Stia sicuro che nessuno verrà a saperne nulla.-.
Narumi: -So che vi dispiace ragazzi, però le regole sono regole e sicuramente c’è un motivo per il quale vadano rispettate.-.

Mikan assunse un’espressione davvero pentita e mi dispiaceva che si sentisse in colpa per qualcosa che avevo proposto io.

Natsume: -So che è inutile specificare, ma l’idea è stata mia, non di Mikan.- ammisi.
Nel frattempo giungemmo ai dormitori, più precisamente dove c’era la distinzioni tra camere maschili e femminili.
Narumi: -Avrei potuto immaginarlo, caro. Non vi preoccupate ulteriormente, ho già deciso di perdonarvi per questa volta. Adesso andate a dormire velocemente prima che cambi idea.- ci ammiccò con l’occhiolino, cercando a fatica di mantenere un sorriso forzato, noi gli sorridemmo. -Ah, a proposito… Congratulazioni, ragazzi!- esclamò sinceramente felice, noi fummo interdetti.
Mikan: -C-congratulazioni p-per cosa?- domandò intimorita.
Narumi: -Sapete di cosa parlo…- ribatté ammiccando. -Vi conosco da quando avete 10 anni, eh. È vero che siete stati sempre l’uno l’ombra dell’altro ma ultimamente vi ho visti sempre insieme e, Mikan, il tuo sguardo esprime tutta la vostra felicità.- concluse sorridendoci come un padre con i figli, io guardai Mikan affettuosamente e lei arrossì non poco. Le diedi un bacio sulla fronte.
Natsume: -Non c’è bisogno di nascondersi, Polky.- dissi ridendo alla mia ragazza.
Narumi: -Sei cambiato davvero tanto, Natsume. Ti ha cambiato davvero tanto.- io sorrisi.
Natsume: -Sono cosciente di esserlo…- risposi fiero guardando Mikan negli occhi. -…e non potrei esserne più felice.- Mikan e Narumi mi sorrisero.
Narumi: -Nonostante tutte le regole che avete infranto in tutti questi anni, sono orgoglioso di avervi come studenti, ragazzi. E sono sicuro che ne infrangerete ancora molte.- affermò malizioso guadando in direzione dei dormitori.

Credo si riferisse alla regola che due studenti non potrebbero andare uno nel dormitorio dell’altro se si tratta di un ragazzo e di una ragazza. Beh, in effetti quella l’avevamo già infranta.

Narumi: -A meno che non l’abbiate già trasgredita!- esclamò provocatorio guardando Mikan negli occhi, ella arrossiva come non mai.
Mikan: -Uffi, ma perché tutto oggi!- urlò irritata ed imbarazzata, io mi misi a ridere.
Narumi: -Proprio come pensavo.- sibilò soddisfatto di se stesso. -Vabbé dai, chiuderò un occhio anche su questo.- concluse sorridendo complice.
Natsume: -Spero continuerai a chiuderli allora.- intervenni io provocandolo, lui scoppiò a ridere mentre Mikan avvampava.
Narumi: -Ma certo, ragazzi. Se dovessi punire tutti i ragazzi nel Dipartimento delle Superiori che trasgrediscono questa regola a quest’ora la scuola sarebbe una prigione.- scherzò, noi sorridemmo. -Dai su, andate a dormire ora. Ci vediamo domani, sono fiero di voi.- ripeté, noi facemmo segno di assenso con la testa.

Noi augurammo la buonanotte al nostro preside e ci dirigemmo in accordo verso la mia camera. Narumi ci guardò lungo il tragitto e, essendosi accorto che lo stavamo osservando ci fece un occhiolino e si mise l’indice destro davanti alle labbra in segno di silenzio. Io mi misi a ridere, Mikan sembrava sempre più stanca delle prese in giro.

Natsume: -Piccola, tutto bene?- le chiesi dolcemente.
Mikan: -No.- rispose seccamente, io mi sentii in colpa ma la lasciai continuare. -È mai possibile che tutti debbano sempre sapere le nostre cose, Nat? Finiscila di raccontare indirettamente ciò che ci riguarda in giro, lo sai che mi fa imbarazzare. Mentre tu scherzi io mi sento come se non fossi più io. Da quando mi sono accorta di essere innamorata di te sono senz’altro cambiata e da quando ci siamo messi insieme ancora di più. Devo ancora abituarmi ai cambiamenti. Lo sai come sono fatta. Magari per te sono tutte cose scontate, ma per me non lo sono affatto e vorrei che non venissero condivise con tutti coloro che incontriamo…- continuò affannosamente mentre una lacrima le scendeva sul viso, io mi sentii ancora più in colpa.

Attesi ancora in silenzio aspettando che continuasse.

Mikan: -Io so che sei scherzoso, che ti piace prendermi in giro e lo so perché ti amo e ho scelto di amarti anche per queste cose, ma non puoi aspettarti che rimanga sempre in silenzio qualora non digerisca qualcosa.- continuò mentre sempre più lacrime scendevano sul suo bellissimo viso, evidentemente si sentiva tradita, delusa, non triste.

Continuò a fare qualche passo da sola in avanti senza che la seguissi, dopodiché si fermò e disse:

Mikan: -Per me è stato un passo molto importante il nostro e quando ci scherzi così sembra che lo minimizzi e che per te non sia stato come lo è stato per me. Non è che mi vergogno di questo però, non essendomi ancora abituata al mio cambiamento personale, quando penso alla nostra notte insieme a volte mi sento strana, come se avessi fatto una scelta più grande di me. A volte credo che avrei voluto aspettare un po’ di più e penso immediatamente di sbagliarmi immaginando il tuo sorriso e il tuo comportamento, il tuo affetto e le tue accortezze della scorsa notte nei miei confronti; poi quando ci scherzi sopra subito mi ricredo e mi viene il sospetto che per te non abbia avuto il valore d’amore che ha avuto per me. Per favore, dimmi che mi sbaglio, ho bisogno di sentirmi dire che anche tu hai avuto sensazioni simili e che per una ragazza è normale rifletterci sopra.- rivelò tutti i suoi sentimenti di rammarico con una sincerità che apprezzai davvero molto.

Mi sentivo ferito, è vero, ma ciò che disse mi servì per capire veramente quale fosse stata la sua sensazione di quella notte della quale non avevamo ancora parlato. Ovviamente per me aveva avuto lo stesso peso che lei sentiva sul cuore ed il fatto che ci scherzassi sopra non era sicuramente per minimizzare qualcosa che per me aveva grandissimo valore, bensì egoisticamente per stuzzicarla e per vantarmi al fine di ricordare a me stesso che non fosse stato solo un sogno averla tra le braccia per una notte intera.
Lei mi guardava impaziente, come se pendesse dalle mie labbra. Io non volli subito spiegarle il perché delle mie azioni, mi vergognavo. Volli lasciare il compito delle parole al mio corpo. Mi avvicinai da dietro e la abbracciai così forte che Mikan sembrava stesse per sciogliersi tra le mie braccia. Le diedi un bacio sul collo e appoggiai la testa sulla sua spalla. Attendendo di trovare le parole giuste da utilizzare, mi accorsi che il mio respiro sul suo corpo le faceva venire i brividi. Così ella si scostò da me malinconicamente e ricominciò a parlare.

Mikan: -Nat, io ti avevo chiesto di essere sincero con me, di aprire il tuo cuore e di parlarmi delle tue sensazioni. Io lo sono stata con te e mi aspettavo che ricambiassi.- rispose delusa, volli intervenire.
Natsume: -Mikan, io… mi dispiace. Ne parliamo in camera, ti prego.- le riferii supplicandola, non volevo dirle tutto ciò che galleggiava nel mio cuore nel corridoio dei dormitori maschili.

Sbuffò e cambiò strada dirigendosi verso la sua camera, avendo inteso che non avrei avuto intenzione di parlarle, ma si sbagliava.

Mikan: -Ho capito, Natsume. Ci vediamo domani, buon…- venne interrotta da me prima che potesse congedarmi con un semplice “buonanotte”.

Le presi la mano e la condussi dolcemente nella mia camera.

Mikan: -Sono stanca, Natsume. Voglio andare a dormire. Ti prego, lasciami…- mi implorava.
Natsume: -Mikan, non ti sto chiedendo di venire nella mia camera per fare chissà che, vorrei solo rispondere alle tue parole in un posto più appartato.- affermai serio, lei comprese le mie intenzioni e strinse la mia mano fidandosi.

Giungemmo alla mia camera e ci sedemmo entrambi sul letto con i piedi per terra a parlare. C’era silenzio, entrambi aspettavamo che l’altro parlasse per primo. Mikan guardava per terra con aria triste, credeva che per me la scorsa notte fosse stata un semplice flirt con una ragazza, sebbene sapesse che l’amassi più di chiunque altro. Successivamente puntò gli occhi lucidi ai miei.

Mikan: -Dimmi che le mie parole non sono state vane, per favore.- sussurrò con voce fioca, io volevo risponderle a modo per rassicurarla.
Natsume: -Piccola, ad essere sincero sono ferito dalle tue parole, non mi aspettavo che dubitassi di me e dei miei sentimenti. Tuttavia sono felice e orgoglioso di te perché hai avuto il coraggio di tirare fuori ciò che pensi senza vergognarti.- le sorrisi, le presi la mano e baciai quest’ultima con affetto. -Mi dispiace che tu abbia pensato che per me la notte insieme non sia stata speciale. Mi fa piacere dirti che ti sbagli. Io ti amo e non potevo immaginare qualcosa di migliore che stringerti tra le braccia così a lungo.- Mikan mi ascoltava fremente, le tremava la mano ed io gliela carezzai.
Mikan: -Allora perché? Perché sembra che ti sia scivolato tutto addosso? Che non ti abbia lasciato nemmeno un segno?- domandò preoccupata, si guardava l’anello che le avevo regalato e ne sfregava tra le dita i cuoricini.

Scesi dal letto e mi accovacciai tra le gambe di Mikan guardandola negli occhi. Reggendomi alle sue ginocchia mi sollevai di poco e le baciai le labbra, ella ricambiò il bacio. Mi staccai da lei e mi rimisi nella posizione a rana sul pavimento come stavo.

Natsume: -Perché sono un egoista e mi piace scherzare come dici tu.- ammisi. -Mi chiederai il perché mi piaccia fare queste battutine immagino. Ebbene, mio malgrado, credo sia perché sono stato 10 anni a credere che amassi Ruka e mi viene ancora difficile credere che il tuo amore sia reale.- conclusi non guardando più il suo viso, ma le mie scarpe.
Mikan: -Come puoi non crederlo dopo tutto quello che è successo? Voglio dire, mi sono dichiarata, ci siamo scambiati baci a non finire, mi hai regalato un anello, ho conosciuto i tuoi e abbiamo…- si interruppe un attimo e riprese. -…e abbiamo anche fatto l’amore.- disse ingoiando la saliva sveltamente.

Mi guardava con degli occhi imbarazzati ma pieni di amore e comprensione. Le sue parole ultime parole, così dirette, mi avevano colpito. È stato come se la realtà dei fatti mi avesse schiaffeggiato. Era vero, come potevo ancora dubitare della nostra relazione? Mikan mi guardava e dolcemente mi accarezzò il viso. Io le presi la mano guardandola negli occhi.

Natsume: -È vero, è assurdo. Ma tutte le volte che scherzo su di te o accenno alla nostra notte è solo ed esclusivamente per egoismo, per ricordare a me stesso che tu sei reale, che il tuo amore è reale e che noi stiamo insieme davvero. Quindi scusami per tutte le volte che ti prendo in giro ma è il mio carattere e non riesco a contenermi…- abbassai di nuovo lo sguardo. -Per quanto riguarda le tue sensazioni è normale che si abbiano dei ripensamenti o che quantomeno ci si rifletta su, ma sono contento di dirti che è stata la notte più bella della mia vita e che le emozioni che mi hai fatto provare e che mi fai provare anche solo stringendomi la mano come ora sono sincere e sono molto profonde. Non avere dubbi sul mio amore o sul mio modo di vedere la nostra relazione perché è quello di un uomo innamorato e quando un uomo è innamorato usa poco il cervello.- sorrisi sempre guardandomi le scarpe -E se ti dà fastidio che io condivida ciò che ritieni nostro e nostro soltanto, smetterò di farlo, lo giuro. Farei qualsiasi cosa per averti ancora a fianco a me.- conclusi, mi scese una lacrima di commozione, era la prima volta che le parlavo davvero di come l’amore si ripercuotesse sui miei comportamenti.

Mikan mi sollevò lievemente il viso con le dita e, come ci accorgemmo di quanto entrambi fossimo commossi per le nostre parole, ci sorridemmo. Solo un miracolo avrebbe potuto spiegare la nostra sintonia anche durante le discussioni. Ancora commossa Mikan mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

Mikan: -Mi avrai per sempre a fianco.- mi rispose, io le sorrisi e le diedi un bacio.

Lei sbadigliò e io, ridendo, compresi quanto sonno avesse. Mi spogliai, rimanendo in boxer, misi i miei vestiti nel cesto dei panni sporchi e, dopo essermi dato una sciacquata, mi avvicinai a Mikan. Ella si accorse solo in quel momento che fossi in mutande e, arrossendo nuovamente, mi guardò.

Mikan: -C-che stai facendo?- mi domandò continuando a fissare la mia pancia nuda.
Natsume: -Vado a dormire, Piccola, non avevi sonno?- dissi baciandole la fronte e andandole a prendere una maglietta lunga.
Mikan: -Ma io pensavo di andare a dormire…- rispose confusa.
Natsume: -Sì, anche io…- ribattei non capendo quale fosse la difficoltà nel comprendere le mie parole. -Però siccome ho la mia ragazza in camera avrei il desiderio di dormire accanto a lei.- continuai cercando di essere il più chiaro possibile.

Pov Mikan…

Non stavo capendo bene la situazione. Dopo tutti quei discorsi e dopo avergli anche detto di avere sonno mi stava invitando a passare un’altra nottata sveglia. Per quanto amassi Natsume ero davvero molto stanca e ancora ero tormentata dai miei pensieri. Natsume mi porse una sua maglietta lunga ed io la presi in mano.

Mikan: -Nat, io vorrei…- dissi cercando la sua attenzione.
Natsume: -Tu vorresti?- cercava di tirarmi fuori le parole di bocca.
Mikan: -I-io vorrei dormire, davvero.- rivelai sinceramente le mie intenzioni per quella serata.
Natsume fece una faccia strana, non capivo se l’avessi deluso oppure confuso.
Natsume: -Anche io, Mikan.- ribatté accigliato.

Pov Natsume…

Non riuscivo davvero a capire cosa Mikan stesse dicendo. Le stavo solo chiedendo di venire a dormire, non mi sembrava una richiesta impossibile. Era lei che stava evidentemente fraintendendo la situazione. Dopo tutti i discorsi forse credeva che avessi voluto passare un’altra notte come la scorsa. Non che mi sarebbe dispiaciuto, ma le mie intenzioni erano semplicemente di dormire al suo fianco. Mi avvicinai e mi misi dietro di lei. Le strinsi la vita con le braccia e le diedi un bacio sul collo. Le vennero i brividi come prima. Sorrisi.

Natsume: -Principessa, ho sonno anche io, l’unica cosa che ti chiedo è di cambiarti per andare a dormire. Non hai il tuo pigiama qui, ecco perché ti ho dato una mia maglietta e io mi sono spogliato perché ho caldo con il pigiama. Non ho intenzione di farti nulla, stai tranquilla.- mi misi a ridere e le diedi un altro bacio sul collo: mi divertivo a vedere come le veniva la pelle d’oca.
Mikan: -D-dai m-mi fai il solletico così!- rispose scostando il collo e girandosi.

Mi misi a ridere di nuovo e lei mi diede un bacio sulle labbra. Dopodiché si allontanò di poco e cominciò a sfilarsi le scarpe, i calzini, poi gli shorts e la maglietta. Io rimasi a guardarla per tutto il tempo. Senza vestiti era ancora più bella di quanto non fosse già ed il suo viso rosso mi faceva provare tenerezza. Si mise la maglietta lunga e, con l’abilità che tutte le donne hanno, si tolse il reggiseno e lo pose con i vestiti sul comodino, accanto alla sua borsetta. Si accorse improvvisamente che l’avevo fissata per tutto il tempo e arrossì poco, poi si avvicinò a passo lento verso di me che ero seduto a gambe incrociate sul mio lato del letto. Quando fu vicino a me si sciolse i capelli, salì sul letto e mi abbracciò fortemente, io ricambiai l’abbraccio sorridendo. Mi stava donando con quel gesto tutto l’affetto del mondo. Mise la sua testa nell’incavo del mio collo e mi strinse ancora di più, mi faceva effetto il suo respiro sulla mia pelle e mi fece riaffiorare i ricordi della notte precedente. Sorrisi ancor di più ma decisi di mantenere la promessa che le avevo fatto: quella notte avremmo solo dormito. Mikan alzò la testa per guardarmi negli occhi, ma quella mossa mi sbilanciò e caddi sdraiato a gambe divaricate con Mikan sopra di me, ancora abbracciata. La caduta non sembrava averla scioccata più di tanto e l’unica cosa che fece fu alzare le lenzuola e mettersi, anzi metterci, sotto di esse. Io mi misi a ridere per il comportamento iper-affettuoso che aveva assunto ma non nascosi di esserne stato onorato.

Mikan: -Che c’è?- chiese imbarazzata, avendomi sentito ridere.
Natsume: -Niente, tranquilla.- le dissi stringendola a me, lei accettò l’invito e rimise la testa nell’incavo del mio collo sorridendo a più non posso.
Mikan: -Stai comodo così?- mi chiese ridacchiando.
Natsume: -Non ti preoccupare per me, se stai bene tu, sto bene anche io. Hai già esaudito il mio desiderio.- le sospirai nell’orecchio.
Mikan: -Ti amo, Nat.- mi diede un bacetto sul collo stringendomi ancora, io sorrisi ricambiando l’abbraccio.
Natsume: -Anche io. Buonanotte, Principessa.- le dissi avvolgendo i suoi capelli intorno alle mie dita: sapevo che la rilassasse.
Mikan: -Buonanotte, am…- strofinò il suo viso imbarazzato sul mio collo e ripeté meglio. -Buonanotte, amore mio.- concluse, io non dissi niente, la strinsi solo a me e chiusi gli occhi.

Mikan mi avrebbe certamente fatto innamorare di lei ogni giorno di più con la sua ingenuità e dolcezza e io non potevo desiderare di meglio. Ero cambiato per amore, era vero, e non me ne vergognavo, volevo essere il migliore ragazzo possibile per lei che, oltre a cambiare me, aveva cambiato anche la mia vita.
La notte volò e, come se fosse passato un secondo, mi ritrovai con Mikan tra le braccia che ancora dormiva. Nonostante la posizione tutt’altro che comoda con la quale ci eravamo addormentati, avevo dormito con una pace e con una tranquillità che non avevo da tempo. Potevo già abituarmi ad una vita fatta solo di me e lei. Avevo gli occhi appannati ma riuscivo perfettamente ad osservare il solito volto angelico che aveva quando dormiva. Le labbra tirate in un sorriso e il piccolo nasino spiaccicato contro il mio petto generarono il mio primo risolino della giornata. Non riuscii a fare a meno di toccarle i capelli che le cadevano sulle spalle. Erano talmente morbidi che ogni volta che glieli toccavo mi rilassavo. Chiusi gli occhi per assaporare meglio quel momento e mi strinsi a lei, portando il mio viso davanti al suo, che prima era davanti al mio petto. Rimasi per un po’ in quella posizione dopodiché dischiusi gli occhi e incominciai a guardarle il viso: le sopracciglia definite, sempre a disegnare un’espressione serena; i suoi occhi nocciola chiusi, che mi avevano sempre fatto battere il cuore; il suo nasino all’insù così perfetto e poi mi fermai a fissare le sue labbra. Le sue labbra erano splendide, ineguagliabili. Erano la parte del corpo di Mikan che più mi attraeva, sempre tirate in un sorriso mi invogliavano continuamente a baciarle. Le carezzai il labbro superiore con il pollice, poi quello inferiore. Sorrisi, mi stavo innamorando ancora di più e sinceramente non credevo che fosse possibile: il mio amore per lei si faceva sempre più spazio nel mio petto senza mai generarmi problemi. Non riuscivo a capire come si potesse amare sempre di più senza mai diminuire d’intensità. Erano 10 anni che la conoscevo e 10 anni che il mio amore per lei cresceva di giorno in giorno. Io, Natsume Hyuuga. Io che non credevo possibile che proprio l’amore si mostrasse a me. Io che avevo sempre disprezzato le femmine. Io che credevo di avere il cuore inaccessibile. Io, proprio io, mi ero innamorato follemente di Mikan e non avrei saputo immaginare un solo giorno senza lei, senza il suo sorriso. Tempo prima mi dava fastidio ammettere di essere innamorato, non potevo permettermelo io. E invece, proprio quando credevo che la mia vita avrebbe fatto meglio a terminare, è arrivata lei e l’ha scombussolata tutta. All’inizio non potevo vederla, perché mi provocava fastidio il fatto che una ragazzina potesse sempre mettersi contro di me, che una ragazzina volesse cambiarmi, volesse intrufolarsi nella mia vita e lasciarci un segno. Poi cominciai a rendermi conto che in fondo non era così male e ogni giorno della mia vita accanto a lei, dopotutto era un po’ meno orribile. Ancora dopo presi coscienza dei miei sentimenti e, volendoli ignorare, stavo male e non ne capivo il perché. Quando mi accorsi che era lei a darmi la carica per affrontare le giornate, cominciai ad interessarmi a lei, a prenderla in giro per ottenere la sua attenzione, ma niente. Credevo che amasse Ruka e che facesse bene a preferire lui a me. Io che ero pericoloso, che riuscivo solo a prenderla in giro, che non riuscivo a fare a meno di offenderla, che volevo solo proteggerla. E invece lei amava me. Aveva sempre amato me e non me ne ero mai accorto. Avevo sempre pensato a come mi sentissi io e mai lei, a cosa pensassi io, a come mi comportassi io. Io, io, io, sempre e solo io, mai lei. Un giorno, dopo 10 anni ci scambiammo un bacio e io non mi preoccupai di cosa avesse potuto provare lei. Io egoisticamente l’avevo baciata. Non mi importava di chi fosse innamorata lei, io la amavo e doveva essere mia. Il destino volle che, mentre cercavo il modo e le parole per dichiararmi, fu lei a dichiararsi per prima. Natsume, io sono innamorata di te. Ti amo da tantissimo tempo, ma tu non te ne sei mai accorto. Queste le parole cariche di amore, di tensione, di frustrazione che mi rivolse, ed io fermo lì, a pensare. Non l’ho fermata, non l’ho rassicurata, non l’ho baciata. Ho solo permesso che scoppiasse in lacrime. Quello che accadde la scorsa notte mi portò qui, ad averla tra le braccia e accarezzarla, ad avere l’opportunità e l’occasione di amarla come meglio potevo, a farle battere il cuore con un sorriso, a baciarla. Lei è stata un regalo per me, io non ho conquistato nulla, ho solo avuto la fortuna di incontrarla e l’onore di essere amato da un essere così perfetto, quale io non sono. E ora mi trovavo lì a fissarla senza neanche accorgermi del tempo che mi scorreva sotto le dita e a ringraziare il destino o un dio che mi aveva sempre assistito permettendomi di beneficiare di cotanta bellezza e perfezione. La amavo e la avrei amata per sempre, qualsiasi cosa sarebbe accaduta in seguito. Era il minimo che potessi fare per essere grato del dono che avevo ricevuto.
A distogliermi dai pensieri sulla mia esistenza fu un movimento che Mikan fece per accovacciarsi meglio e stringersi attorno il mio braccio. Sorrise, forse si stava svegliando. Sorrisi a mia volta, come avrei potuto non farlo? Le carezzai una guancia e le baciai la fronte. Dischiuse un occhio e, vedendo che la stavo fissando da non so più neanche io quanto tempo, lo richiuse ridendo come una bambina quando fa una marachella. Stavolta le diedi un bacio sulle labbra, lei sollevò la mano dal mio petto e mi carezzò una guancia. Io misi la mia mano sulla sua e le rivolsi il più bel sorriso che fossi in grado di mostrare.

Natsume: -Buongiorno, amore mio.- le dissi, rispondendo così al suo “buonanotte” che mi colpì molto.
Lei sorrise nascondendo il suo viso nell’incavo del mio collo e mi ci diede un bacio, dopodiché sospirò:
Mikan: -Buongiorno, Nat. Ti amo.­- mi abbracciò, io ricambiai l’abbraccio.
Natsume: -Allora? Ne è valsa la pena ieri sera accettare la maglietta per dormire con me, o no?- le chiesi orgoglioso, lei sorrise dietro i baffi.
Mikan: -Sì…- ammise nascondendosi tra le mie braccia.- io la accolsi stringendola.
Natsume: -Come mai tutto questo affetto ieri sera e stamattina? C’è qualcosa che mi vuoi chiedere?- le domandai malizioso.
Mikan: -No.- rispose offesa. -Pensavo che ti facesse piacere, cattivo.- ribatté girandosi dall’altro lato rispetto al mio.
Natsume: -Ma piantala e voltati!- le esclamai tirandola verso di me e avvolgendola con le mie braccia, lei si lasciò scappare un sorriso. -Voglio sapere il vero motivo.- le intimai chiaro.
Mikan: -Perché tu…- si fermò a pensare. -Perché tu sei stato tanto carino con me ieri sera, sei stato sincero e sento che adesso ti conosco ancora meglio. Hai deciso di anteporre la nostra relazione al tuo orgoglio… E poi perché…- mi fece una carezza, io le sorrisi.
Natsume: -Perché?- domandai curioso in attesa della continuazione.

Pov Mikan…

Cavolo mi ero lasciata sfuggire che c’era dell’altro. Adesso come facevo a dirgli che dopo la nostra notte insieme io pensavo sempre a lui e cercavo sempre il suo contatto fisico? Che tutte le volte che vedevo una sua parte del corpo scoperta mi ritornavano in mente le sue carezze e i suoi baci?  Che la sua attrazione nei miei confronti era aumentata? Natsume mi guardava con occhi desiderosi di sapere. Voleva sentirsi dire che lo amavo e tutto quello che pensavo di lui. Natsume era proprio un paravento, sapeva sempre ciò su cui riflettevo. Niente era oscuro a lui di me.

Natsume: -Miiiiikaaaan…- miagolò come un gattino.
Mikan: -Non sono affari tuoi.- mi girai dall’altra parte, mi veniva terribilmente da ridere.
Natsume: -Lo so che non mi stai tenendo il muso.- mi disse percorrendomi con l’indice tutta la schiena per farmi venire i brividi.

Come previsto mi venne la pelle d’oca e strinsi il collo tra le spalle. Dannazione avevo la voglia di stare tra le sue braccia per sempre che mi divorava. Mi baciò tutt’intorno al collo per farmi girare e così feci. Seguii il mio istinto e replicai i baci datimi sul suo corpo, lui mi strinse e mi baciò sulle labbra. Mi ricordai della notte insieme, sentii i brividi sulla schiena.

Mikan: -Esattamente per questo motivo.- mi arresi confessando ciò che pensavo, lui sorrise complice.
Natsume: -Cioè?- voleva che glielo spiegassi, io arrossii pericolosamente.
Mikan: -Sai benissimo cosa intendo, sai sempre ciò che penso senza che te lo dica.- mi strinsi a lui. -Ma, che ore…?- diedi un’occhiata alla sveglia e lessi anche la data del giorno. -Ma è tardissimo!-.
Natsume: -Polky, non prendermi in giro, non è tardi. Sono le 7.47.- mi rispose indifferente.
Mikan: -Sì, invece! Tra due mesi abbiamo gli esami e io sto a carissimo amico!- cominciai a battere i pugni sul letto. -Percheeeeé?- urlai disperandomi.
Natsume: -Giuro che se mi dici perché da ieri mi riempi di abbracci ti aiuto a studiare: io sto apposto con tutte le materie.- mi ricattò vantandosi.
Mikan: -E ti pareva!- scherzai, mi misi a ridere e nascosi di nuovo la testa nell’incavo del suo collo.
Natsume: -Accetti o no?- mi domandò ammiccante.
Mikan: -Mi serve solo matematica e per quella c’è Hotaru.- ridacchiai.
Natsume: -Sì, e Storia? Geografia? Giapponese? Economia domestica? Biologia?- io rabbrividii.
Mikan: -Basta! E va bene, va bene…-. mi arresi di nuovo.
Natsume mi strinse tra le braccia e accostò la sua testa alla mia, io sorrisi.
Natsume: -Sto aspettando…- mi riferì con gli occhi dolci.
Mikan: -Perché… dall’altra notte… io… tu… uffa.- Natsume rise, io lo guardai malissimo. -Io, dall’altra notte, sento sempre il bisogno del tuo contatto fisico. Ecco, tutto qui.- ammisi frettolosamente.

Mi sentii stringere forte ed in un istante mi ritrovai Natsume sopra che si reggeva solo sulle braccia e sui piedi. Avvampai, per l’ennesima volta mi riaffiorarono i ricordi della notte prima. “Basta!” pensai. Guardai Natsume negli occhi lucidi e dilatati. Probabilmente la mia ammissione lo aveva reso particolarmente colmo di felicità. Quando si avvicinò per darmi un bacio io lo precedetti e avvolgendolo con le braccia lo baciai prima che potesse farlo lui. Fu un lungo, lunghissimo bacio. Lo amavo sempre di più, ormai non riuscivo a contenere nessun comportamento in sua presenza. Ogni maschera con lui scompariva. Un sentimento di pienezza interiore mi pervase e lo attirai a me con le braccia.

Mikan: -Non mi lasciare mai, ti prego.- lo supplicai.
Natsume: -Come potrei?- mi rispose baciandomi di nuovo, dopodiché lo feci stendere vicino a me. -Lo avevo intuito comunque.- mi rivelò, riferendosi a ciò che voleva soltanto sentirsi dire.
Mikan: -Non ne avevo alcun dubbio!- esclamai mettendomi a ridere. -Solo che vuoi sempre che sia io a dirti ogni cosa. Sei un furbacchione, ma mi piaci così.- lo abbracciai.
Natsume: -Ti sbagli, volevo che me lo dicessi perché vorrei potessimo dirci qualsiasi cosa. Non voglio che ci sia niente di nascosto. Voglio sapere ogni emozione, ogni sensazione, ogni commento, ogni impressione che passi nella tua mente. Ci sono state tante occasioni tra me e te che per una parola in più non detta è scoppiato un litigio.- io fui colpita assai dalle sue parole, non mi aspettavo che ci fosse una ragione così profonda alla base del suo comportamento infantile.
Mikan: -Mi sembra strano sentire queste parole da te.- ridacchiai. -Per capire cosa pensi devo sempre sforzarmi.- aggiunsi.
Natsume: -E poi non capisci.- scoppiò a ridere, mi offesi e feci per andarmene. -Stavo scherzando, Pois! Smettila di prendertela sempre!- mi prese per una mano e mi tirò di nuovo sul letto.
Mikan: -Comunque ora che ti ho detto quello che volevi sapere, sei costretto a dovermi aiutare in tutte le materie!-.
Natsume: -Non aspettavo altro, Piccola.- mi disse dolcemente attirandomi di nuovo a sé, io sorrisi. -Tra due mesi c’è l’esame di Matematica, cominceremo da lì per recuperare tutto.-.
Mikan: -D’accordo, Nat!- gli sorrisi come una bambina.

Pov Natsume…

Ci guardammo a lungo dopodiché decidemmo di vestirci per andare a ripassare qualche materia insieme. Avevamo il giorno libero perché la scuola era chiusa per dei lavori di manutenzione ai bagni. In fondo mancavano solo due mesi agli esami e potevo solo immaginare la situazione disastrosa nella quale si trovasse la mia ragazza.

Natsume: -Chiamiamo anche Ruka e Hotaru a ripassare con noi?-
Mikan: -Per te va bene?- mi chiese temendo che ci rimanessi male.
Natsume: -Come vuoi tu, Principessa.- le risposi, lei mi regalò il sorriso più grande del mondo e mi diede un bacio sulla guancia.

Poi guardandosi addosso e vendendo solo la maglietta lunga che le avevo prestato mi chiese:

Mikan: -Come faccio con i vestiti, Nat? Dobbiamo indossare le divise anche se la scuola è chiusa perché è lunedì. Io ho la divisa in camera!- mi misi a ridere. -Perché ridi? Dico sul serio…-.
Natsume: -Non è per te…- continuai a ridere. -È perché ho una delle tue divise nel mio armadio…-.
Mikan: -Come mai hai la mia divisa qui?- mi chiese interdetta.
Natsume: -Non ricordo bene perché ma un giorno nel quale ti cercavo disperatamente, trovai nella tua stanza la tua divisa usata e la raccolsi. C’era il tuo profumo, così in un attimo di pazzia la portai in camera mia, la lavai e la tenni. Ora è nel cassetto sotto a quello della mia biancheria.- ammisi scoppiando a ridere di nuovo e andando a prenderle l’oggetto del discorso, Mikan sembrava un po’ imbarazzata.
Mikan: -D-da quanto la hai con te?- mi domandò poi.
Natsume: -Mah, non lo so precisamente tre-quattro mesi credo.- le risposi porgendole la divisa. -Nei momenti che capitava fossi arrabbiata con me, mi fermavo ad odorarla: nonostante l’avessi lavata potevo sentirvi il tuo profumo…- continuai abbassando gli occhi, Mikan sorrise arrossendo.
Mikan: -È da molto che la cerco, non sapevo l’avessi tu.- ribatté annusando la divisa nel tentativo di fiutare ciò che io ero in grado di sentire.

Dopodiché si girò e andò in bagno per lavarsi e cambiarsi, io mi stesi sul letto a pensare. A me, a lei, alla nostra relazione e a quanto mi fossi innamorato di lei. Non sapevo cosa mi fosse preso quel giorno, era dal risveglio che riflettevo. Ero sempre stato una persona riflessiva ma mai così tanto. Forse finalmente ero felice e non riuscivo ad abituarmi all’idea, sentivo il bisogno di continuare a pensarci per renderlo ancora più reale. Sorrisi guardando il soffitto, poi mi girai sul fianco sul quale avevo dormito per quasi la notte intera. Fissavo il posto dove prima c’era lei, strinsi tra le dita le lenzuola e accostai il mio naso ad esse. Sentivo il suo odore ovunque, tutto mi ricordava lei.
Quando Mikan tornò dal bagno lavata, vestita e profumata, io mi trovavo ancora lì a rilassarmi tra i miei pensieri ed il suo odore tra le lenzuola. Potevo rimanere lì per sempre.
Senza che me ne accorgessi si mise dietro di me e mi baciò una guancia per farmi capire che lei era pronta e che mi avrebbe aspettato. Mi girai e le sorrisi, poi mi incamminai verso il bagno e andai a vestirmi e lavarmi anch’io.

Pov Mikan…

Osservai Natsume mentre si recava in bagno, osservai ogni suo passo, ogni suo movimento di spalle, di fianchi, di gambe. Sorrisi ripensando alla notte appena trascorsa. Dormire tra le sue braccia era ciò che avrei voluto per sempre. Lui era l’unica mia certezza. Le sue labbra da baciare, il suo sorriso da gustare, le sue braccia da accogliere erano ciò che ultimamente mi rendeva felice ed orgogliosa della persona che ero diventata grazie a lui. Lui che per me c’era sempre stato, lui che mi aveva sempre protetta, presa in giro per farmi sorridere sotto i baffi e rassicurata, lui che in 10 anni era diventato la mia vita. Ogni giorno che passava lo amavo sempre di più, cercavo il suo contatto fisico, i baci, gli abbracci, lo volevo tutto per me, sempre, in qualsiasi istante. Gli avrei donato tutto l’affetto e l’amore del mondo, tutto ciò che in questa Accademia gli era mancato. Mi sentivo in dovere di ripagarlo per tutte le volte che, anche se allora non lo notavo, anteponeva me a lui.
Sentii la porta del bagno aprirsi e vidi Natsume pronto, in divisa, guardarmi dolcemente. Si chiuse la porta del bagno alle spalle e spense la luce. D’un tratto sentimmo il suono del messaggio che era appena arrivato a Natsume, ci guardammo di nuovo.

Mikan/Natsume: -Tua/Mia madre!- esclamammo all’unisono prima di poter controllare effettivamente il mittente del messaggio, scoppiammo a ridere.
Natsume prese in mano il telefono e lesse il messaggio ad alta voce.


From: Kaoru Igarashi
To: Natsume Hyuuga
Subject: Com’è andata?

TESTO:
Buongiorno, amori miei!
Come state?
Quel novellino vi ha trattati bene spero!
Altrimenti gli faccio vedere io…
Rispondetemi presto.
PS: Vi voglio bene, gattini. <3

 

Mi misi a ridere, Natsume mi seguì a ruota.

Mikan: -Con novellino intende Narumi?- gli chiesi tra una risata e l’altra. -Mi fa morire dal ridere tua madre…- continuai ridendo.
Natsume: -Credo proprio di sì.- mi rispose. -Adesso le rispondo e poi andiamo da Ruka e Hotaru, promesso!-.
 

From: Natsume Hyuuga
To: Kaoru Igarashi
Subject: RE: Com’è andata?

TESTO:
Buongiorno anche a te, mamma.
Qui tutto apposto, Narumi ci ha trattati bene.
Adesso andiamo a studiare per gli esami.
Un grandissimo abbraccio da me e Mikan.
Salutateci gli altri…
PS: Ti vogliamo bene anche noi!

 

Dopo aver risposto, inviò un messaggio di appuntamento a Ruka e bloccò il telefono. In seguito mi fece segno di raggiungerlo, lo feci. Aprì la porta della sua stanza, uscì fuori e la chiuse a chiave, riponendo le chiavi nella tasca destra della sua divisa. Dopodiché mi porse la sua mano, io la strinsi sorridendogli ed insieme ci incamminammo verso il giardino per incontrare i nostri amici.
Quel giorno studiammo fino a sera divertendoci insieme. Strano perché io odiavo studiare; ma con Natsume accanto e Ruka e Hotaru a scherzare con noi, sembrò tutto più facile. Recuperai anche gli arretrati in Matematica, dopotutto non ero in una condizione così disperata come credevo. Le giornate successive volarono come non mai ed io ero sempre più felice. Avevo tutto ciò che desideravo: mi sentivo apposto con le materie e avevo i miei amici sempre accanto. E poi avevo Natsume. Avevo Natsume che sempre mi rassicurava nel momento del bisogno, mi faceva ridere quando ero triste, mi assisteva quando mi sentivo poco bene, mi sgridava quando facevo qualcosa che non era nel mio stile, mi coccolava la notte ed il giorno. Ogni momento di crisi lo superavamo con il dialogo senza mai nasconderci nulla, proprio come avevamo fatto riguardo la nostra prima notte insieme. La nostra relazione andava avanti a gonfie vele: eravamo attenti a curare nel migliore dei modi ogni aspetto di noi. Chiunque ci invidiava per il rapporto che avevamo costruito. D’altronde prima di metterci insieme eravamo migliori amici e quando accade così non può che andare tutto per il meglio. Come dicevo, le giornate volarono così veloci accanto a Natsume che neanche mi resi conto che fossero passati quasi due mesi. Mancava meno di un giorno al primo esame, ma io non ero preoccupata: ero sicura delle mie capacità e sapevo che per qualsiasi cosa ci sarebbe stato Natsume a sostenermi. Io mi fidavo perdutamente di lui e ormai non avevo più paura di nulla.

FINE
CAPITOLO XXIV.


***
AUTRICE:


Cu-cù! Sì, non state avendo una visione mistica, sono proprio io! ;)
Ho ricevuto tanti di quei messaggi privati da molti di voi lettori che mi pregavate di continuare che quasi non ho riempito il Tevere di lacrime.
Ho deciso di continuare e concludere questa benedetta FanFiction sia per voi, che mi rivedete ahimé dopo tre anni, sia per me che non tollero le cose lasciate a metà.
Credevo che dopo tutto questo tempo sarebbe stato difficile immedesimarmi nuovamente nella “me di terza media” che aveva più tempo libero ed era più spensierata, invece è stato assai piacevole scoprire, anzi riscoprire, che infondo sono rimasta la stessa per tutti questi anni, anche stilisticamente.
Mi siete mancati tantissimo, veramente, ma mi farò perdonare lo giuro.
Domani partirò per la GMG e sarò impegnata fino al collo per dieci giorni, ma quando sarò di ritorno mi impegnerò per concludere questa Fic che ha accompagnato buoni tre anni della mia vita ed ora è pronta per essere aggiornata.
Mi scuso davvero per l’enorme, abissale, infinito ritardo e vi ringrazio sentitamente perché io al vostro posto mi sarei odiata.
Bando alle ciance, vi lascio liberi da questo “commento” e spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non ci sia troppa differenza tra questo e lo scorso, essendo passati tre anni. Per esempio credo di aver allungato un po’ tanto -forse troppo, ahahah- i pensieri di Nat.
Vabbé, me ne vado veramente ora! :P
Tanti baci e al prossimo capitolo, che bello poterlo finalmente ridire!
Lelly99

  
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