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Autore: Caroline94    22/07/2016    5 recensioni
Una serata in discoteca, una Levy ubriaca e molte (troppe) occasioni per fare l'infattibile... come se la caverà Gajeel?
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"Oi, Shorty, chiamo la Bunny Girl per dargli che sei viva e poi torno a casa" l'avvisò lui prendendo il telefono della ragazza.
"No..."
Fu solo un sussurro ma lui lo udì benissimo e alzò lo sguardo su di lei, di scatto.
"Come?" domandò, una lieve nota d'ansia nella voce.
"Non la disturbare... è con Natsu" spiegò la ragazza, rannicchiandosi di più alla ricerca di una posizione comoda "Non interromperli"
Gajeel si ritrovò a sgranare gli occhi, guardando quella sottospecie di donna cadere lentamente nel sonno.
"Un attimo, Shorty!" si riprese "Che intendi dire con non interromperli?"
Che Natsu avesse finalmente capito che c'erano altri vantaggi nell'avere una fidanzata col davanzale?
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Enjoy❤
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gajeel faticava ancora a capire come aveva fatto a mettersi in quella situazione. Un attimo prima era sulla pista da ballo, con un paio di tette degne di questo nome che gli si strusciavano addosso... e quello dopo seduto al tavolo, con Lucy che gli ficcava tra le braccia una Levy a dir poco ubriaca prima di andarsene a cercare quell'idiota del suo ragazzo.
Di punto in bianco si era ritrovato a fare da badante alla mocciosa, e questo era abbastanza seccante. Il problema, però, era che Levy non aveva una sbornia normale , di quelle in cui rimetti l'anima e crolli addormentato dove capita. No. Era troppo semplice per lei. Da ubriaca Levy sentiva l'obbligo di essere lucida!
Se ne stava riversa sul tavolo, la bottiglia di vodka ormai vuota tra le mani, disegnando cerchi concentrici sulla superficie borbottando lunghi monologhi sul senso della vita e ridendo ogni tanto, così, senza nessun motivo apparente.
E Gajeel era nervoso.
"Oi, Shorty, che ne dici se ti metti su un taxi e torni a casa?" chiese guardando la pista, sperando che quelle tette non avessero trovato altri addominali su cui strusciarsi.
La ragazza alzò gli occhi ambrati su di lui, spaesata, poi li sbatté e si mise dritta. Restò in silenzio per qualche minuto a fissare il vuoto, il che fece preoccupare il ragazzo pensando si fosse addormentata con gli aperti. Stava per scuoterla quando lei scattò in piedi, facendolo trasalire, iniziando a trafficare con le tasche dei jeans. Lei, che indossava sempre gonne e vestitini, era andata in discoteca con i jeans. Il sabato sera. Con i jeans!
"Che stai facendo?" chiese lui, vedendo che non arrivava ad un dunque.
"Rogue" mormorò lei, la voce impastata dall'alcool "Mi faccio... venire a prendere da Rogue..." spiegò e lui capì cosa stesse cercando: il cellullare.
"Non puoi prendere un taxi e basta?" domandò, irritato. Levy smise la sua infruttuosa ricerca e alzò gli occhi su di lui, terrorizzata.
"No... i taxi no... gli autisti sono dei serial killer psicopatici!" sussurrò guardandosi intorno, come se un tizio potesse uscire da un momento all'altro da dietro l'angolo brandendo una motosega.
"Shorty, quante volte devo dirti di non leggere quelle storie dell'orrore prima di andare a dormire?" sospirò.
"Ma sono belle..." mormorò lei, abbassando lo sguardo, come una bambina che giustificava qualche monellata. Gajeel si passò una mano sul viso, ripetendosi di mantenere la calma: più tardi avrebbe fatto i conti con la Bunny Girl. Alzò gli occhi al cielo quando la vide tirare finalmente fuori il cellullare ed osservarlo come si guarda qualcosa di sconosciuto e strabiliante per la prima volta, perplessa.
Se avesse potuto, Gajeel avrebbe sbattuto la testa contro il tavolo. Ripetutamente. Con forza.
"Ho capito, piantala!" sbottò alzandosi. Le tolse il cellullare di mano e se la caricò in spalla con poca grazia.
"Mi porti da Rogue?" domandò lei. Se fosse stata sobria gli avrebbe urlato contro di metterla giù.
"No" rispose secco, stringendola più del dovuto, con fastidio"Ti porto a casa"
Il ragazzo si avviò fuori dalla discoteca, dove l'aria fresca della notte li prese alla sprovvista; fermò il primo taxi che passò e ce la mise dentro.
"Il taxi no..." mugolò lei, debolmente. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e s'infilò sul sedile posteriore, accanto a lei: "Tranquilla, non ci porterà in un vicolo per squartarci brutalmente" le rispose ironico chiudendo lo sportello. In risposta ottenne un: "Ne riparleremo quando sarai fatto a pezzi da una sega circolare" che fece ridere il tassista.
"Scusami, piccola, ho solo un'accetta. Va bene lo stesso?" domandò mettendo in moto.
"Non ci si metta anche lei, la prego" supplicò lui, sfinito, dandogli l'indirizzo.
"Non avevano smesso di dare alcool ai minorenni" chiese l'uomo a metà strada.
"So che può sembrare assurdo ma è maggiorenne" rispose Gajeel "E da un bel pezzo anche" aggiunse guardandola. In effetti sembrava proprio una bambina vista così, rannicchiata sul sedile posteriore della macchina, accanto a qualcuno che era almeno il doppio di lei.
"Le fanno sempre più piccole" fu il commento dell'autista che ricevette come risposta un "Già" distratto.

Ci volle mezz'ora prima che arrivassero alla palazzina dove abitava la ragazza, Gajeel aveva pagato il viaggio e se l'era messa in spalla avviandosi oltre il cancello. Trovò il portone socchiuso e solo una volta nell'atrio si accorse di non sapere dove abitava la ragazza.
"A che piano, Shorty?"
"Mmmh... terzo... no, quarto. Si, quarto" disse, la voce impastata dalla stanchezza. Il ragazzo sperò di non dover girare tutto il palazzo e salì le scale.
Ma Levy non si era sbagliata, al quarto piano una delle porte recava il nome McGarden.
"Oi, Shorty, le chiavi"
Non ricevette risposta.
"Shorty?" sussurrò scuotendola. La ragazza soffocò un lamento e mugolò un: "Nella tasca" che lo fece pietricare. Scherzava vero?
Non vedendo altri segni di vita da parte di Levy, fu costretto a provvedere da solo. Infilò la mano libera nella tasca a cui arrivava ma la trovò vuota.
"La tasca... dietro" mormorò la ragazza.
Kami... perché?
Soffocando l'istinto di sbattere la testa contro il muro, Gajeel portò una mano al sedere della ragazza e lo infilò nell'unica tasca presente. La ragazza iniziò a dimenarsi, scossa dai risolini.
"M-mi fai il solletico..." balbettò.
"Sta ferma, Shorty... non riesco a tirarle fuori" sbottò irritato "E abbassa la voce, sveglierai tutto il palazzo! Sai che ore sono?" la rimproverò riuscendo a recuperare le chiavi. Aprì la porta, non senza difficoltà, ed entrò chiudendosela alle spalle con un calcio.
Posò l'oggetto sul primo ripiano che trovò e cercò di orientarsi in quel piccolo appartamento. Individuata la camera da letto vi si diresse... e quasi non inciampò nella valanga di libri che costellavano il pavimento.
"Sei una maniaca" commentò facendo slalom tra i tomi per raggiungere il letto, dove posò il "sacco di patate". Levy aveva gli occhi chiusi ma era sveglia, e lo fece intendere anche senza bisogno di parlare.
"Mi dispiace" sussurrò, lasciandolo piegato su di lei, ancora nell'atto di posarla sul materasso "Sembrava carina" disse girandosi su un fianco e portando le mani sotto il viso, nella classica posa che assumeva quando voleva dormire. Gajeel deglutì e sembrò aver perso l'uso della parola.
"Chi?" domandò poi, continuando ad osservare il viso della ragazza, steso in un espressione beata, dimentico per un attimo di tutto.
"La donna... quella con cui stavi ballando... è colpa mia se non hai concluso nulla..." mormorò, la voce sempre più presa dal sonno.
"Nah... era solo una sgualdrinella, avrà già trovato qualcuno con cui divertirsi" rispose piano, alzandosi per togliergli le scarpe mostrando i calzini e righe colorate.
"Oi, Shorty, chiamo la Bunny Girl per dargli che sei viva e poi torno a casa" l'avvisò lui prendendo il telefono della ragazza.
"No..."
Fu solo un sussurro ma lui lo udì benissimo e alzò lo sguardo su di lei, di scatto.
"Come?" domandò, una lieve nota d'ansia nella voce.
"Non la disturbare... è con Natsu" spiegò la ragazza, rannicchiandosi di più alla ricerca di una posizione comoda "Non interromperli"
Gajeel si ritrovò a sgranare gli occhi, guardando quella sottospecie di donna cadere lentamente nel sonno.
"Un attimo, Shorty!" si riprese "Che intendi dire con non interromperli?"
Che Natsu avesse finalmente capito che c'erano altri vantaggi nell'avere una fidanzata col davanzale?
Levy sembrò infastidita da quel richiamo alla realtà, storse il naso, ma rispose: "Che stanno facendo sesso, Gajeel" sbottò spazientita "Adesso lasciami dormire, ho sonno"
"Eh, no" la fermò lui, abbandonando il telefono sul comodino e quasi gettandosi sulla ragazza "Non puoi metterti a dormire come se niente fosse dopo avermi detto una cosa simile!" la rimproverò, balzando sul letto.
"Gajeel!" esclamò lei, aprendo finalmente gli occhi "Ma che vuoi?"
"Da quando Natsu ha capito a cosa serve il suo gingillo?" chiese, poco delicatamente. Levy sospirò, stanca.
"Un paio di settimane... ma ovviamente è stata Lucy a cominciare" aggiunse facendo assumere un espressione di consapevolezza sul viso del ragazzo: ovviamente centrava la Bunny Girl, quell'idiota non avrebbe mai potuto concepire un simile pensiero da solo.
"E tu come lo sai?"
"Me lo ha detto Lucy, ovvio" rispose girandosi di schiena e piegando le ginocchia, chiudendo di nuovo gli occhi "Io e lei ci diciamo tutto"
Al ragazzo s'illuminarono, mostrando un vivido rosso brillare nelle iridi, che lei non vide.
Forse una Levy sbronza non era poi così seccante.
"E, di un pò, c'é altro che ti ha detto?" chiese a bassa voce. La ragazza fece una smorfia.
"Non sono così ubriaca, Gajeel" fu tutto ciò che disse.
Sbronza, certo, ma lucida.
"E dai Shorty, dimmi qualcosa... giuro che non aprirò bocca con nessuno" promise sporgendosi verso di lei "È semplice curiosità personale" tentò di persuaderla.
"Ho detto di no, non insistere" rispose lei.
"Non mi dirai proprio nulla?" domandò il ragazzo, piano, facendo scorrere le mani sui suoi fianchi.
Levy sbarrò gli occhi, consapevole di ciò che lui avrebbe fatto di lì a poco, e il terrore la pervase.
"Non pensarci nemmeno!" ammonì, ma era troppo tardi. Gajeel ghignò e cominciò a muovere freneticamente le mani sui fianchi e la pancia di lei.
Levy iniziò a controcersi sul materasso, presa da una crisi di risate, che le mozzarono il respiro.
"Gajeel... smettila... n-non respiro" provò a dire, tra una risata e l'altra "Va bene!" si arrese, infine, facendolo fermare.
"Va bene... cosa?" chiese lui.
"Ti dirò qualcosa" sospirò lei, per ridare aria ai polmoni "Ma guai a te se te lo fai scappare con qualcuno: le ragazze mi uccideranno se scoprissero che te l'ho detto" ammonì. Gajeel si fece la croce sul cuore.
"Ciò che succede in questa stanza, rimane in questa stanza" recitò saggiamente.
"Ok, ma non aspettarti granché... forse alcune cose le avrete già sospettate"
"Tipo?" chiese, ormai fremente di attesa. Per quanto poteva sembrare strano, Gajeel era uno a cui i gossip interessavano molto... forse troppo.
"Tipo... la relazione tra Luxus e Mira" cominciò la ragazza, facendo sgranare gli occhi del ragazzo che alzò il braccio in segno di trionfo, puntandole un dito contro.
"HA!" quasi urlò facendola sobbalzare "Lo spogliarellista mi deve 100 jewels!"
Levy alzò un sopracciglio: "Avete scommesso su quei due?" chiese, e si sorprese di essersi sorpresa: dopotutto erano sempre... loro. Scosse la testa rassegnata.
"Se è per questo avevamo scommesso anche sul Fiammifero e la Bunny Girl. E mi toccherà dare 50 Jewels ad Erza" aggiunse sconsolato, facendo ridere la ragazza.
"Beh, anche Erza non scherza" riprese lei "Ci ha raccontato tutti i dettagli della sua prima volta con Gerard... a quanto pare lo hanno fatto nelle docce di Ryuzetsu Land, l'estate scorsa" confidò.
"Ah, beh, che era una pervertita si sapeva" sghignazzò Gajeel "Però... ci siamo fatti tutti la doccia, lì dentro" ricordò, un espressione disgustata sul viso.
"Come se non lo avessi fatto anche tu, almeno una volta" lo riprese Levy.
"Ok, ci sono molti posti strani in cui ho fatto sesso ma mai in una doccia pubblica. Beh, nei bagni si... ma quella è un altra storia" disse, quasi compiaciuto. Levy scosse la testa, rassegnata ma divertita. "E tu, Shorty, qual'è il posto più strano in cui hai fatto sesso?" domandò, un sorriso malizioso sul viso. Lei arrossì lievemente e lui si aspettò la classica confessione da brava ragazza, ovvero che non lo aveva mai fatto.
E invece...
"In un letto" rispose, guardando il soffitto. Gajeel rimase spiazzato da quella risposta: Levy non era vergine?!
"Che fantasia" sbottò, a mezza voce, un po' deluso.
"Si, ma era durante un trasloco" aggiunse lei facendolo assumere la classica faccia da pesce lesso "È... è successo molto tempo fa" balbettò.
"Oh, certo, quando eri un adolescente con gli ormoni a mille" la canzonò lui.
"Piantala!" esclamò lei, lanciandogli contro il cuscino.
"Oh, le avventure amorose della giovane e innocente Levy McGarden sono più hot di quanto ci si aspettasse" commentò, divertito.
"Non basterebbe tutta la tua immaginazione" rispose la ragazza, altezzosa e, si, un po' compiaciuta. Piano piano la sbornia le stava passando ma restava sempre quella sicurezza dovuta all'alcool, e unita alla sua semi-lucidità... beh, Levy non avrebbe mai parlato di cose simili se non fosse stata in quelle condizioni.
"Devi essere proprio sbronza, Shorty" rise lui. Levy scrollò le spalle.
"Forse" concesse affondando più nel cuscino "Tanto domani non ricorderò nulla" disse, tranquilla, con uno sbadiglio.
"Proprio nulla?" chiese il ragazzo, fattosi improvvisamente serio, guardandola di sottecchi. Levy scosse la testa, cadendo nuovamente nel suo torpore.
Per svariati minuti il ragazzo non parlò, e lei stava finalmente per assopirsi, se un movimento anomalo del materasso non l'avesse destata all'improvviso. Aprì piano un occhio, e si ritrovò a sbarrarli quando scorse Gajeel riverso su di lei, appoggiato con le braccia ai lati della sua testa.
"Cosa stai...?" scattò ma lui la fermò avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
"Ciò che succede in questa stanza rimane in questa stanza, Shorty" le ricordò in un sussurro. Levy rimase paralizzata, inchiodata sul proprio letto, tra le sue braccia; stordita e imbarazzata.
Era troppo vicino.
"Gajee..." non finì nemmeno di parlare che le sue labbra furono catturate da quelle del ragazzo. Il bacio che ne seguì fu intenso e movimentato, lui non si preoccupò nemmeno di accertarsi se la ragazza fosse viva o morta per shock; segni di vita non ne dava ed era alla sua completa mercé.
Ci volle un minuto buono prima che le sue labbra si chiudessero intorno a quelle del ragazzo, ma erano pigre e lente nel ricambiare come se facessero fatica a muoversi. Gajeel strinse le mani intorno al suo viso e fece leva con i gomiti, approfondendo quel contatto... e sarebbe filato tutto liscio se il suo telefono non avesse squillato.
Si fermò, ancora con le labbra su quelle di Levy, un ringhio che minacciava di uscire dalla sua gola. Augurando la morte a chiunque avesse avuto la malsana idea di contattarlo, abbandonò di malavoglia quel morbido pezzo di paradiso e si allungò sul comodino per prendere il cellullare.
Tre messaggi. Natsu.
Che tu sia maledetto, Dragneel!
Scrisse velocemente di essere impegnato e che lui avrebbe fatto meglio a tornare dalla Bunny Girl e non farsi sentire fino alla mattina dopo; ricevette in risposta qualche insulto ma non se curò.
Piuttosto gettò l'apparecchio vicino alla lampada, pronto a riprendere dove aveva interrotto, ma quando abbassò lo sguardo rimase seriamente deluso nel trovare Levy addormentata sotto di sé; aveva gli occhi chiusi e il respiro regolare. Provò a scuoterla per svegliarla, le lasciò anche qualche leggero bacio, ma la ragazza non ne voleva sapere. Alla fine rinunciò, affranto, e rotolò sul materasso per non gravare oltre sul suo esile corpo. Quel corpo che lo faceva impazzire più di due tette fatte come si deve.
Levy, da lì a qualche a mese, era diventata una specie di ossessione, non riusciva a togliersela dalla testa. La notte occupava i suoi sogni e il giorno non immaginava altro che tenerla stretta e baciarla... magari anche qualcosa in più.
E quella sera c'era andato molto vicino.
Maledisse nuovamente quell'imbecille che si ritrovava per amico e si alzò dal letto. Rimase per un pò a guardarla dormire, meditando su l'idea più contorta e malsana che avesse mai avuto.
Con un ghigno che non prometteva nulla di buono si tolse la camicia e la gettò sul pavimento, gattonò sul letto e si posizionò sulla ragazza ancora dormiente ed ignara di tutto; lentamente le sfilò i bottoni della camicetta rosa e senza maniche che indossava, lasciandola aperta, mostrando il reggiseno di pizzo color pesca. Arrossì lievemente (oh, si, arrossì) ma fece lo stesso con la chiusura dei propri jeans, prima di abbassarsi e morderle il collo. La ragazza gemette nel sonno e si mosse, lui tirò via le lenzuola e le lasciò ai piedi del letto prima di avvinghiarsi alla ragazza, chiudendola tra le proprie braccia, pregustando già l'esilarante reazione al suo risveglio.
Non avevano fatto l'amore, era vero, ma niente gli impediva di lasciarglielo credere per... beh, molto tempo.


Angolino Carolineoso:
È ufficiale: mi sono innamorata di questi due.
Li Shippo troppo! In modo vergognoso, oserei dire.
E invece di concentrarmi sulle mie 12 (numero a caso ma non troppo lontano dalla realtà) storie in corso io ne scrivo altre... si, lo so, sono un genio.
Alla prossima ^.^
Caroline94💛
   
 
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