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Autore: NeroNoctis    23/07/2016    1 recensioni
Jimmy è quello che la società definisce come pazzo, disadattato e persona da evitare. Convive da sempre con una voce nella sua testa, voce che lo fa impazzire e lo spinge a commettere azioni deplorevoli. In un contesto fatto di sesso, droga,violenza ed omicidi apparentemente slegati tra loro, dove Jimmy è vittima e nemico di sé stesso, riuscirà a prendere in mano la sua vita ed uscire dal casino in cui vive?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Come la pazzia, in un certo senso elevato, è l'inizio di ogni sapienza, così la schizofrenia è l'inizio di tutte le arti, di ogni fantasia.
- Herman Hesse


 

Il vociare delle gente in quel mini market era tremendamente assordante, come si poteva fare tanto baccano durante la spesa? Era davvero, davvero fastidioso. Jimmy avrebbe voluto picchiare tutta quella gente fino a zittirla, per godersi un solo attimo di pace. Si chiese perchè la pace ed il silenzio a volte erano così sottovalutate, poi si rese conto di trascorrere giornate ad ascoltare la musica a tutto volume e non era di certo musica classica. I suoi generi preferiti spaziano dal rock al metal, passando da tutti i sottogeneri esistenti e non. La prova ne era anche la sua camera, tapezzata di poster dei suoi gruppi preferiti, mentre custodie di cd decoravano il pavimento o la scrivania. 
Afferrò delle lattine di birra, fissando per un numero imprecisato di secondi la marca di quella bevanda. Una coppia di anziani passò dietro di lui, facendo un commento poco carino sul suo look, etichettandolo come satanista. 

I pregiudizi, che brutta merda. 

Jimmy vestiva con jeans neri bucati in diversi punti, una maglietta grigia e una camicia anch'essa nera. I capelli erano alzati, sparati in diversi punti come se avesse appena preso la scossa, mentre il suo sguardo azzurro era leggermente intimidatorio con tutti. Usava spesso la matita sotto gli occhi, sbavandola a dovere fino a crearsi delle vere e proprie occhiaie, cosa che risaltava ancor maggiormente il colore azzurro dei suoi occhi.

Era abituato agli sguardi della gente, così come ai loro commenti, ma dopo la centesima volta aveva imparato a conviverci. Sapeva di non rientrare nei canoni della civiltà "pulita", ma quello era lui, non poteva cambiare, non doveva, non voleva. Poi, in fondo, chi era che impostava gli schemi della società? Perchè dovevano esser seguiti certi standard per essere ritenuti accettabili? Era una grandissima fregatura, tutto quanto. Il mondo andava avanti pieno di etichette: etero, gay, bisex, nero, punk, emo... chi non trovava posto in tutto questo o era strano, o non esisteva affatto. L'intero pianeta era un'intera etichetta nell'infinita massa universale, quel nome "terra" che tanto vagava nel nulla cosmico, così come la gente: un ammasso di nulla cosmico racchiuso in un sacco di carne, ossa ed organi. 
Jimmy afferrò diverse di quelle lattine e si diresse alla cassa, fissando con sguardo stralunato la gente intorno a lui, che non ricambiava mai lo sguardo. Sembrava quasi avessero paura di lui... forse dovevano davvero averne.

A quel pensiero sorrise.

Gettò i prodotti con noncuranza sul bancone, osservando quanto aveva preso: lattine di birra, burro di noccioline, patatine, diverse crocchette di pollo e del pane in cassetta. Bob, il tizio alla cassa, lo fissò indignato, ma non disse una parola. Probabilmente anche lui riteneva tutto quello che si parava davanti a lui strano e pericoloso.

Beh, uno grasso e con quegli orrendi baffi grigi sul viso non poteva pensare altrimenti, il classico idiota americano che non faceva sport e passava le giornate a criticare, criticare e criticare. Grazie all'avvento dei social network, persone come Bob trovavano il loro spazio nel mondo, circondandosi di persone senza valori che facevano la stessa cosa, giudicare senza conoscere. Il ragazzo pensò che forse, prima di giudicare gli altri, dovevano prima giudicare loro stessi.

«Dieci dollari e novanta.» disse Bob con voce assente, quasi meccanica. Lavorava in quel mini market praticamente da sempre, doveva essere noioso pronunciare il prezzo ad ogni clienti per anni.
Jimmy afferrò dei soldi dalla sua tasca e li poggiò sul bancone, accartocciati. Non era mai stato un maestro dell'ordine, figuriamoci se avesse trattato i soldi con rispetto. Dopotutto se sani, puliti e appena stampati avevano lo stesso valore di una banconota sporca e accartocciata. Quello si che era un efficiente modo di pensare, ma non veniva applicato alle giuste cose, ovvero le persone.

Doveva smetterla di pensare in quel modo, ne aveva abbastanza persino di sè stesso. Ma almeno sentire i propri pensieri sulla testa era migliore di sentire... quell'altro.
«Questi soldi non bastano.» esclamò Bob fissando Jimmy, che rispose con un sorriso beffardo. 
«Stronzate.» rispose, non perdendo quel suo sardonico sorriso. In verità non lo perdeva mai, dato che rideva sempre in quel modo. Aveva smesso di trovare divertenti molte cose, ormai niente lo faceva più ridere di gusto. Forse era quello diventare adulti? Non trovare più nulla di divertente? 

«Devi posare una di queste per poter pagare con... quelli.» disse, indicando una lattina di birra e successivamente quell'ammasso di carta che un tempo potevano essere definiti dollari. Bob intravide un guizzo nell'espressione del ragazzo, ma non seppe identificarla, sapeva solo di dover prestare attenzione. Conosceva Jimmy, conosceva le voci che giravano su di lui: drogato, violento, senza famiglia, pazzo. Soprattutto su quell'ultimo termine le voci erano più frequenti, con diverse persone che avevano giurato di aver visto quel ragazzo in comportamenti molto strani, come parlare ad un muro o ridere istericamente senza motivo alcuno. A queste voci si susseguivano quelle secondo le quali il ragazzo soffrisse di personalità multiple o si fosse semplicemente fritto il cervello con il solito mix di droghe e alcool. Personalmente Bob non voleva immischiarsi in quegli affari, ma doveva ammettere che anche lui pensava che Jimmy doveva finire rinchiuso in una casa di cura.

Il ragazzo afferrò una lattina e la aprì, portandola alle labbra e fissando Bob con uno sguardo divertito. Bevve la birra tutta d'un sorso, facendola colare leggermente sul bancone, sul pavimento e sui vestiti. Una volta finita si passò la mano sulla bocca, accartoccio la lattina e la gettò sul pavimento, non distogliendo lo sguardo dal commerciante, che deglutì ma non fece nulla. Non voleva reagire, non poteva. I clienti fissarono quella scena esterrefatti, mentre alcuni commenti prendevano vita, non ricevendo comunque risposta né da Jimmy né tantomeno da Bob.
«Adesso bastano...» sussurrò l'uomo, prendendo i soldi e consegnado una busta al ragazzo, che uscì oscillando la testa e con il suo solito sorriso stampato in volto.

Una volta arrivato a casa, trovò una ragazza seduta sui gradini. Era Amber, o Jessica... non era mai stato bravo con i nomi, soprattutto con i nomi che non gli importava conoscere. La ragazza era bionda, con una visibile ricrescita castana. Indossava una gonna sportiva rossa e una camicetta bianca. Jimmy alzò un sopracciglio a quell'abbinamento, secondo il suo parere era vestita da schifo, ma non voleva di certo dirglielo, non ancora almeno.

Il suo viso era tremendamente familiare, forse si erano incontrati ad una festa, o avevano semplicemente scopato dietro un cassonetto della spazzatura. Difficile dirlo, tutte le alternative erano valide, ma di certo, qualcuna vestita in quel modo non doveva essere per niente interessante. Valeva comunque la pena tentare.

Quando la ragazza incrociò lo sguardo di Jimmy, scatto in piedi così velocemente che quasi inciampava, facendo sorridere il ragazzo che trovò la cosa divertente e pietosa allo stesso tempo. Nonostante poco prima era convinto che nulla lo divertisse, doveva ammettere che forse si sbagliava, ma dopotutto la sua testa era un enorme casino, figuriamoci se sapesse distinguere cosa lo divertiva e cosa no.
«Jimmy!» esclamò lei.
«Ciao.» rispose lui, con voce quasi priva di interesse. 
«Mi avevi detto di passare adesso per... lo sai, insomma.»
«Sei venuta fin qui per darmela.» affermò lui, squadrando dalla testa fino ai piedi quella ragazza. Se doveva portarla a letto, quantomeno doveva assicurarsi che fosse interessante. Ad occhio aveva una terza di seno, con le curve al punto giusto. Di viso non era proprio il prototipo della ragazza ideale, ma ci si poteva accontentare, dopotutto erano semplicemente dei passatempi, un paio di tette per soddisfare un bisogno umano e passeggero. 

"Che pensiero maschilista." disse tra sé, ma l'aver pensato quella cosa, lo fece sorridere ancora di più.
«Sei davvero stronzo, ma sì. Quella festa è stata davvero epica, soprattutto la parte finale con te. Mi ci voleva proprio un secondo round.»
«Ah-ah.» rispose lui, dirigendosi alla porta e facendo accomodare la ragazza, di cui non ricordava ancora il nome... forse era Jenny? Bah, non importava. L'importante era svuotarsi e cacciarla via, non aveva tempo da perdere con determinati elementi. Una volta arrivati dentro, la ragazza si guardò intorno: la casa era disordinatissima; tavolini pieni di posaceneri pieni e bottiglie vuote, vestiti lanciati ovunque e un divano con un sacchetto di patatine sopra. L'unica cosa che appariva nuova in quella casa era il televisore da cinquanta pollici, per il resto era un casino. Jimmy posò la spesa in cucina, per poi portare quella tizia su in camera. 

Una volta dentro, la ragazza restò a bocca aperta: muri pieni di poster, una bandiera americana con inciso il simbolo di V for Vendetta e una puzza di erba da far girare la testa. Schivò i vestiti e varie ciafrusaglie e si accomodò sul letto, mentre Jimmy si tolse la maglietta e la camicia. Salì su di lei, iniziandola a baciare e toccarla ovunque, fin quando non si ritrovarono nudi uno sul corpo dell'altra. Il rapporto si consumò così, senza passione né coinvolgimento, solo sesso dettato dall'istinto. La ragazza (di nome Ashley, Jimmy lo scoprì soltanto curiosando sul suo cellulare) si era addormentata sul letto del ragazzo, era stanca e aveva fumato una canna che la fece eccessivamente rilassare, mentre lui stava finendo la sua dose di erba, fissando con aria assente il muro.

Non era stato per niente male quel rapporto, ma non ne aveva neanche voglia. Fu comunque meglio di fare da solo a sera tardi, non che ne avesse bisogno, se avesse voluto avrebbe comunque trovato qualcuno su cui venire. Pensò che comunque quello era uno dei vantaggi del vivere da solo, poteva portare a casa chiunque senza rotture di palle. Ricordò che quando viveva ancora con sua madre, le liti erano all'ordine del giorno. Parlava lei poi, che da quando si era fidanzata con quel coglione là non era poi tanto diversa da lui. Che madre patetica.
Decise di rivestirsi, infilando boxer e jeans, ma quando uscì dalla camera, sentì quella voce nella sua testa. Quel sussurro odioso che lo accompagnava sin da quando era piccolo, quella voce così assordante che riusciva a sentire solo lui.

«Che aspetti? Uccidila.»
«Prendi quel coltello in cucina, tagliale la gola.»
«UCCIDILA!»


Jimmy si portò le mani in testa, chiudendo gli occhi per cacciare vie quella voce, ma era inutile, tutto inutile. Non andava via, non andava mai via. Diede una testata al muro, ma la voce continuava a crescere, fino a divenire un vero e proprio urlo omicida.
Senza sapere perchè e senza rendersi conto di averlo fatto, Jimmy si ritrovò in piedi di fronte Ashley, ancora addormentata. In mano stringeva un coltello e la voce nella sua testa continuava a dargli ordini. 
Jimmy si avvicinò alla ragazza, mentre un diabolico sorriso si stampava sul suo volto.


 
 
Note dell'autore:
 


Come penso si sia notato sin dalle prime righe, questa è un'opera completamente differente dalle mie precedenti. 
Affronterò tematiche delicate, parlando di cose che forse possono dar fastidio ad alcuni, scene abbastanza crude, con piu' o meno dettagli.
E' la prima volta che parlo di qualcosa del genere, la prima volta che creo un protagonista che non sia un eroe, anzi, è totalmente l'opposto. Voglio spingere il lettore a provare sentimenti contrastanti per Jimmy e probabilmente ci sarà chi lo odierà a morte e chi lo amerà. Voglio proprio far questo, vedere come vi approcciate  a lui.
Il suo background è già definito e ci saranno molti momenti che parleranno del suo passato.
Spero solo di non aver creato una storia schifosa! 
Lasciate una recensione qui sotto se volete, grazie a chi mi leggerà e crederà in questo progetto totalmente nuovo per me! Accetto soprattutto le critiche  ♥
Marco / NeroNoctis
   
 
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