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Autore: __shadow    23/07/2016    0 recensioni
Dal testo
Tutto può iniziare o finire in una manciata di secondi.
Tutto può mutare con un nonnulla.
Noi esseri umani siamo così fragili, così come le nostre esistenze.
Viviamo nell'incertezza dal primo giorno in cui nasciamo, per questo motivo bisognerebbe far tesoro di tutto quel che si ha.
Cogliere le opportunità e soprattutto amare quando ci è concesso di farlo.
Perché appunto potremmo perdere tutto da un momento all'altro.
A volte lo capiamo solo a caro prezzo.
~~~
All'età di 14 anni mi successe qualcosa di singolare, qualcosa che non mi spiego. A volte mi chiedo se non mi sia immaginato tutto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto può iniziare o finire in una manciata di secondi. 
Tutto può mutare con un nonnulla.
Noi esseri umani siamo così fragili, così come le nostre esistenze.
Viviamo nell'incertezza dal primo giorno in cui nasciamo, per questo motivo bisognerebbe far tesoro di tutto quel che si ha.
Cogliere le opportunità e soprattutto amare quando ci è concesso di farlo.
Perché appunto potremmo perdere tutto da un momento all'altro. 
A volte lo capiamo solo a caro prezzo.

L'inverno era appena iniziato e il freddo era già insopportabile, la neve aveva coperto ogni cosa in pochi giorni, dandomi la sensazione di camminare sulle nuvole.
Sin da bambino avevo sempre avuto questa sensazione e ora che avevo ormai trent'anni la cosa non era affatto mutata, anzi creava in me una sensazione di benessere siccome venivo puntualmente travolto dal vortice di quei bei ricordi.
Mai avrei detto che un semplice inverno potesse essere per me più importante di qualsiasi altra stagione, soprattutto perchè all'inizio un po' la detestavo siccome mia madre mi impediva sempre di muovermi da casa.
Ma all'età di 14 anni mi successe qualcosa di singolare, qualcosa che non mi spiego. A volte mi chiedo se non mi sia immaginato tutto.
Di sicuro quei giorni me li porto dentro come un parte di me.
Ricordo che era la mattina del primo dicembre, mia madre nonostante l'enorme strato di neve decise di uscire a fare compere per il natale, abitavamo fuori città quindi per noi era molto difficile muoverci in quelle condizioni, mia madre allora cercava di procurarsi quelle cose più importanti prima che la calca di gente invadesse ogni centimetro della città. Mio padre era al lavoro così come mio fratello maggiore, quest'ultimo sarebbe tornato solo per le feste.
All'improvviso però sentì dei forti colpi alla porta, sulle prime non provai alcuna emozione particolare siccome pensai fosse mia madre ma una volta aperta la porta restai come dire, a bocca aperta, e con bocca aperta intendo letteralmente. 
Era una ragazzina, probabilmente della mia età, non lo sapevo con certezza.
Era pallida come la neve che le era intorno, sulle prime pensai fosse malata. E non lo dico perché fosse chiara ma anche per il suo fisico, infatti era molto gracile, okay io ero molto più alto rispetto i miei coetanei ma lei era così esile da far paura, sembrava un ramoscello. Appena mi venne in mente quella cosa pensai a quanti ne avessi distrutto nel primo corso della mia vita e quasi mi sentì in colpa, fu forse quel pensiero a farmi restare fermo sul posto come un soldato in attesa di un ordine. Riposi di nuovo la mia attenzione a lei, aveva gli occhi dalla forma allungata  come se fosse un orientale, ma nulla in lei oltre a quel singolare particolare diceva che fosse così, le irridi, come appurai più tardi erano persino blu, non me ne resi subito conto perché erano di una tonalità scura che poteva facilmente confondersi con il nero. Le ciglia erano chiare e per questo sembrava non avercele affatto. I capelli le erano talmente lunghi da arrivarle un po' più giù della schiena,ed erano di un biondo chiaro,come se fossero dei leggeri raggi di sole su un paesaggio innevato. Poi mi accorsi che aveva un leggero vestitino di un azzurro pallido che le lasciava scoperte braccia e gambe, non aveva nulla neanche ai piedi.
In quel momento come potete capirmi andai nel panico perché l'avevo trattenuta lì sulla soglia invece che accoglierla, probabilmente le era successo qualcosa.. perdipiù stavo gelando anche io.
《 Scusami.. Entra, qui starai bene 》dissi agitato.
Lei senza dire una parola entrò sporcandomi il pavimento di neve.
《 Starai gelando, mettiti davanti al cammino io nel frattempo trovo qualcosa di caldo da farti indossare. 》stavo andando avanti indietro buttando le cose che mi ero lasciato indietro in precendenza lontano dal suo campo visivo andando a creare così altro disordine, poi però mi accorsi che lei non si era mossa a mi guardava con uno sguardo innespressivo come se fossi stato un oggetto di studio.
《 Non hai freddo? 》le chiesi. Non si muoveva né nulla e allora mi avvicinai per controllare se fosse viva, okay era strana come cosa perché comunque si trovava in piedi ma in quel momento fu l'unica cosa che mi venne in mente.
《Hei》la richiamai avvicinandomi tantissimo al suo viso, odorava di pino e fresco, era gradevole.
Lei parve sentirmi finalmente e non capendo perché mi fece una breve carezza, non so neanche se definirla tale, fatto sta che tolse subito la mano 《Ai ai scotti 》disse ridendo.
Io non capivo cosa ci fosse da ridere e comunque sia non ero bollente, era lei quella gelata.
Nei casi normali avrei ribattuto, sono permaloso io, ma udire quel suono di voce e quella risata mi fecero inespettatamente bene.
Le diedi tutto il tempo che voleva nella quale lo impiegò a toccarmi la faccia e ridere. Lo ammetto era strana e se miadre fosse entrata non so cosa avrebbe potuto pensare ma finché era felice credo che le cose sarebbero andate bene così. 
《 Come ti chiami? 》chiesi  quando capì che aveva terminato, lei mi guardò interrogativa e passarono alcuni minuti così, non era possibile che ci stesse pensando 
《 Il tuo nome? Qual è?》 Richiesi pensando non avesse sentito ma sarebbe stato impossibile data la nostra breve distanza. 
《 Non lo so 》disse scrollando le spalle
《 Come non lo sai? Tutti abbiamo un nome 》non so cosa aveva di strano quella ragazza, ma lo era di sicuro. 
《 Chi lo decide?》 Disse scettica, io d'altronde feci una breve risata nervosa
《 I tuoi genitori suppongo o chi ti ha preso con sé appena nata 》
《 Non capisco, sono appena arrivata al mondo,come può essere possibile? 》 in un primo momento pensai mi stesse prendendo in giro ma mentre osservavo la sua espressione capì che probabilmente era vero ma comunque non si spiegava come cosa
《 non è possibile che sei appena nata, se così fosse perché sei tanto grande?  Da dove vieni allora? 》 quella situazione era molto strana di suo figuriamoci con questi discorsi insensati, ma non nego che mi incuriosiva molto.
《Vengo dal cielo, sono caduta da lassù, Mi avevano detto che serviva, che con questo caso sarei stata bella, per un breve attimo. Poi mi sarei schiantata al suolo e avrei vissuto lì per un po' ma qualcosa deve essere andato storto》
Roba da non crederci, vi pare? Sfido chiunque a non pensare che si abbia una pazza davanti, chi mai avrebbe spinto una ragazzina dal cielo con l'intenzione di farla schiantare al suolo.
Era tutta roba da matti,  lasciatemelo dire.
《Perché mai volevano ucciderti?》mi sembra giusto chiederlo dopo tutto ciò.
《Uccidermi? Io non muoio, io mi sciolgo.. e a dirla tutta qui fa troppo caldo.》 La guardai attentamente, mi sembrava sempre più strana, ma la cosa più strana fu quella che vidi dopo..
Alcune ciocche iniziarono a caderle ma nel staccarsi diventavano fiocchi di neve e una volta raggiunto il pavimento erano già delle piccole pozze d'acqua.
《Oh mi sto sciogliendo di già 》 disse nonocurante grattandosi leggermente la testa come se stesse pensando ma in realtà non credo lo stesse facendo sul serio, forse era soltanto impreparata.
Io però a vedere una ragazza sciogliersi mi fece paura e non poca.
Poteva essere chiunque o qualunque cosa a questo punto.
Poteva uccidermi o torturarmi, o peggio poteva bruciare la mia collezione di fumetti.
Si, vi sembrerà ridicolo ma pensai proprio a quello, e nel farlo balzai indietro facendomi persino male un piedi. 
Lei si girò a guardarmi preoccupati
《Stai bene?》 Mi chiese. Ma si che stavo bene, non poteva bruciare i miei fummetti perché se no sarebbe morta anche lei. Risi per la mia vittoria. Lei vedendomi cominciò a ridere di rimando, strana com'era non so proprio cosa avesse potuto pensare,giuro.
Poi mi resi conto della grave piega che aveva preso il  suo problema e credetemi se lo dico ma per un breve istante andai nel panico più totale. Non ci furono parole né niente, la presi per il polso e corsi fuori buttandola con poca grazia sulla neve, non volevo farle male ma non volevo neanche farla morire.
lei per fortuna parve non farci caso, anzi cominciò a ridere di nuovo e rotolarsi per terra, io la guardavo incuriosito per i primi due minuti poi non mi allontanai e andai a indossare gli indumenti pesanti e gli scarponi.
Uscì fuori e mi stesi vicino a lei che si era calmata visibilmente
《 Mi hai salvata 》 mi disse sorridendo dolcemente. Mi piaceva vederla sorridere perché quando lo faceva lo faceva sul serio. Ogni parte di lei si impegnava col solo scopo di  farla apparire meraviglioso, e dio, se lo era.
Mi sentì le guance andarmi in fiamme e mi affrettai a girarmi,  guardavo il cielo.
《 Dovremmo trovarti un nome visto che non ce l'hai》 cambiai argomento, lei appoggiò il capo vicino la mia spalla e chiuse gli occhi prendendo ogni tanto boccate di aria, e per tutto il tempo rimase con un piccolo sorriso sulle labbra.
《 Come vorresti chiamarmi 》il quel momento rimasi un po' sulle mie, non sapevo come risponderti.
Erano poche le volte che avevo scelto dei nomi a degli esseri viventi e ogni volta li aveva chiamati con nomi assocciati ai miei personaggi preferiti, A lei volevo dare qualcosa di unico, qualcosa di solo suo e in un certo senso anche mio, ma non mi veniva nulla in mente.
《Non lo so》 risposi ad un tratto maledicendomi mentalmente, lei però non si offese nè nulla.
《Io sono un fiocco di neve, potresti semplicemente chiamarmi "Neve"》 la cosa non mi piaceva affatto, non era un nome che le adiceva..
E poi era, a mio parere, come chiamare una semplice persona "persona" o addirittura "umano", non aveva senso, davvero.
A lei però piaceva e non potei far altro che chiamarla Neve.
Restai con lei per circa una mezz'oretta,  mi congelai ma non riuscivo ad andarmene prima, ma mia madre sarebbe tornata da un momento all'altro e non potevo farmi trovare lì.
Le disse che mi avrebbe fatto piacere se restasse con me, cosa che accettò con entusiasmo, quindi le offri un posto nel capanno.
Non era il massimo ma era solo per la notte, ero certo che lì avrebbe fatto un freddo boia e che quindi non avrebbe corso nessun pericolo.
Passammo così ogni giorno insieme, quando mia madre usciva stavamo fuori, lei era come una bambina e come tutti i bambini adorava giocare.
Giocavamo ad "acchiapparello" , alle volte a nascondino e svariati giochi, io non ero un'amante di quelle cose ma almeno servivano a tenermi un po' al caldo.
Per il resto, quando mia madre stava a casa mi chiudevo in camera mia e salivo sul tetto dove mi aspettava già Neve. Di solito andavamo lì su dopo cena, non facevamo nulla di particolare,  a volte ce ne stavamo semplicemente in silenzio.
Altre volte mi raccontava di casa sua, di com'era e quanto gli mancava per quel poco che l'aveva vista.
Oppure ammirava le stelle e si inventava storia su di esse.
Alcune romantiche, altre tristi, altre volte erano delle vere tragedie. Alla fine ammise di essere invidiosa di loro, del loro posto sicuro nel cielo e della lunga vita che avevano. Lei voleva essere una stelle e no un misero fiocco di neve.
《 Non dovresti invidiarle, guardale, sono così altezzose e rigide, si credono così importanti ma per me non sono così belle come dicono 》non lo pensavo sul serio così come la maggioranza della popolazione mondiale, tutti crediamo che le stelle siano belle proprio per questo, pensai che se per un po' non avessero avuto più un ammiratore non se la sarebbero presa poi così tanto, e a vedere Neve con gli occhi grandi pieni di commozione capì che avevo fatto la cosa giusta.
《 Davvero? 》 disse con un sorriso largo e intrecciando le mani 
《 Si,ovvio. Sai cosa penso sia davvero bella? e non lo dico tanto per dire, lo penso davvero. Parola d'onore 》dissi con enfasi poggiando la mano sul petto all'altezza del cuore
《 Chi? Chi? 》 Chiese saltellando.
《 Ma che domande. Neve è bellissima 》lei rimase un attimo in silenzio poi mi abbracciò, rimasi pietrificato e poi dopo alcuni secondi ricambiai l'abbraccio.
Cominciai a sentirmi picchiettare da qualcosa di solido sulla spalle e solo dopo capì che in realtà non erano altro che le sue lacrime.
《 sono felice di averti incontrato 》 mi disse. Per la prima volta nella mia vita Sentì utile e in pace con me stesso e il mondo circostante. 
Il 1 gennaio però era molto triste, l'avevo sempre vista allegra e sorridente che vederla così mi fece rattristare in un modo che non potete neanche immaginare. Eravamo come sempre seduti e lei continuava a guardare un punto fisso davanti a lei, un albero, dei rami o persino la neve, non saprei dirlo ma la cosa era già strana e preoccupante di suo perché lei aveva sempre guardato il cielo e mai il suolo.
《 Tra non molto finirà l'inverno ed io sarò costretta ad andare via. Ho avuto così tanto dal mondo...》sussurrò.
 La guardai, non aveva avuto un bel niente dalla vita, anzi per come la vedevo io era stata abbastanza crudele.
Solo in seguito mi accorsi di quanto fortunata fosse stata nel sperimentare la vita, e quanto fossi stato fortunato io nell'incontrarla.
《 Dopo che ne sarà di te? 》chiesi.
《 Non lo so, raggiungerò i miei fratelli.. credo 》
《 Ti terró al freddo io 》 Neve mi sorrise commossa da quel pensiero
《 Sai quanto me che è impossibile,  quando arriverà il momento io sarò pronta ad andare 》
《 Allora cosa c'è che non va? 》 volevo capirla.
《 Credo che mi mancherai tu. Questi momenti con te 》 ero certo di non avergli offerto nulla che un'altra persona non era in grado di dare, ma lei il mondo non lo conosceva o forse lo conosceva meglio di me, ma ai suoi occhi ero speciale. Non potevo crederci.
《 lascia che ti dia il tuo regalo di natale 》 le dissi all'improvviso, non sapevo dove volevo arrivare ma lì scoprì le mie abilità nell'improvvisare che Modestamente mi aveva sempre aiutato.
《 ma il natale è passato 》disse.
in realtà non me ne fregava nulla, non era neanche un regalo bensì un pretesto.
Lei mi piaceva per quanto strano fosse, e in quel lasso di tempo con lei avevo iniziato a nutrire un particolare affetto, se doveva sparire da un momento all'altro era meglio non avere rimpianti.
Mi avvicinai con il viso al suo e tenendo gli occhi chiusi la baciai.
All'inizio un semplice contatto, mi parve di provare una sensazione di tanti anni prima quando ero solo un bambino, stavo giocando con altri miei coetanei quando all'improvviso cominciarono a prendere in giro un'altra bimba  facendo dei cori, in realtà si era solo presa una cotta per me ma a quanto pare a quell'eta è fonte di imbarazzo. Si arrabbiò così che tanto che il suo viso paffutto le divenne rossissimo, tanto da farle sembrare un pomodoro maturo.
Ma non chiedetemi il motivo, perchè non lo so, sfogò tutta quella rabbia su di me, mi spinse con tanta violenza da farmi cadere a terra con la faccia contro la neve, (vi stupirete ancora di più a sapere che io quella donna tanti anni dopo me la sono sposata, ma ovviamente questa è un'altra storia) ma in quel momento fu una cosa più piacevole, tanto da farmi rivoltare lo stomaco come se qualcuno ci stesse sbattendo l'uovo.
Lei non si oppesa ma allo stesso tempo non fece alcunchè.
《 scusami》 mi affrettai a dire staccandomi da lei, ma guardandola non sembrava affatto dispiaciuta, aveva una mano premuta sulle labbre, gli occhi  Un bellissimo blu tenne e le gote leggermente arrossate, per la prima volta.
Vederla così mi fece venire in mente di trasferirmi in Alaska o posti dove fa freddo tutto l'anno e vivere con lei, sarebbe stato fantastico, credo. Non nego che una volta in casa andai a contare tutti i miei risparmi che non mi sarebbero serviti assolutamente, posti del genere li potevo vedere solo al cinema, con quei soldi lì. Se ero fortunato riuscivo a comprare i pop corn e da bere per entrambi.
Chiesi un prestito ai miei ma loro non mi presero sul serio e ci risero sopra. Potete pensare che fossi stato patetico ma ero davvero disperato e a 14 non si può fare molto.
Non riuscivo ad aiutare me stesso figurati lei.
Che poi non vi ho detto cos'è successo dopo il bacio..
Come avevo già detto mi affrettai a chiedere scusa ma lei fece ciò che io non mi sarei aspettato, mi accarezzò il viso, una carezza quasi materna oserei dire, mi guardava con quello sguardo dolce e pieno di orgoglio, come fanno di solito le mamme quando sono fiere dei propri figli.
《 sei proprio un bravo ragazzo. Proprio un bravo ragazzo 》 io nel frattempo restavo lì, inerme,  a bearmi di quelle brevi carezze anche se a dirla tutta non ci stavo capendo nulla. La baciavo e lei mi veniva a dire che ero un bravo ragazzo, roba da non crederci.
《 mi primetti una cosa? Lo so ti chiedo troppo ma per me è importante 》esordì. Le dissi che per me andava bene e la pregai di proseguire
《 non mi dimenticare, okay? So che non posso lasciarti niente di mio perché oltre ha questo che vedi non possiedo nulla. Ma tu non farlo,okay? 》 In risposta l'abbracciai forte, per quel poco che mi era consentito e le sussurai a un orecchio
《  mai. 》
Il resto del tempo lo passammo ovviamente insieme e anche se si respirava sempre un poco di tensione mista a tristezza cercammo di divertici come meglio potevamo. 
Poi accadde, era metà febbraio e la neve piano piano stava svanendo, i raggi del sole erano tiepidi e nel cielo non c'era una sola nuvola.
Noi due eravamo stesi sul terreno dove spuntavano qua e là qualche cioffetto d'erba, lei mi era vicina più vicino del solito, fregandosene del fatto che emanavo calore.
Aveva la testa rivolta contro di me e con la mano destra le accarezzavo i capelli, non credo di esserle stata più vicino di allora.
《 credo sia arrivato il momento di dirci addio 》 mi disse all'improvviso. Io mi bloccai del tutto. Non volevo, non ero pronto e non volevo. 
《 no che non è arrivato il momento 》dissi serio 
《 invece si, guardami... 》non la guardai, non volevo vederla andare via, non sapevo cosa mi aspettava e non volevo rovinare il ricordo di lei. La mia paura era quella di vederla sciogliersi come un ghiacciolo modificando così il suo viso tanto da renderla spaventosa. Serrai gli occhi e nella mia mente la guardai, scelsi il momento dopo il bacio, quando per la prima volta la vidi arrossire .
《 mi sento così strana... Ho paura 》disse con una nota di panico nella voce.
《 io resterò qui con te. Fino alla fine 》e lo feci benché la "fine avvenne dopo circa un minuto. Lei rimase aggrappata a me, forse aveva pianto, forse fu solo una mia Impressione.
Alla fine disse soltanto 《 posso volare.. sono libera 》in quel momento aprì gli occhi e vidi tanti fiocchi di neve passarmi davanti.
Non si era sciolta. Avrei dovuto guardare,  me l'aveva chiesto. Continuavo a ripetermelo forse per coprire il fatto che temevo di essermi perso una cosa grandiosa a cui nessuno avrebbe potuto assistere. Uno spettacolo macabro solo per me.
Ci misi all'incirca cinque minuti per rendermi davvero conto di tutto quello che era successo, poi con un po' di vergogna devo ammettere che cominciai a piangere e urlare proprio come facevano i bambini piccoli, non vi dico la faccia che fece mia madre appena mi vide. Come mi avrebbe detto in seguito pensò che fossi impazzito sul serio, nonostante ciò e nonostante il fatto che non sapesse il motivo delle mie lacrime mi prese tra le sue braccia proprio come faceva nei miei primi anni di vita e mi consolò come meglio poteva.
Da quel momento il nostro rapporto migliorò notevolmente. 
Migliorò anche il rapporto con alcuni ragazzi trovando così dei veri amici su cui faccio ancora affidamento. Perché grazie a quella ragazza ho capito davvero cosa vuol dire avere un'amica, che aiutando gli altri si aiuta anche se stessi, ma grazie a lei ho conosciuto soprattutto l'amore.
Non quello fatto di baci e altre cose, ma un amore diverso, un qualcosa che non so spiegare a parole, ma so che è un qualcosa di bello che porterò sempre con me.
Vedi Neve, ho mantenuto la promessa. Nonostante i miei trent'anni quando ti penso provo le stesse sensazioni di allora e la tua immagine e vivida nella mia mente. So che sarà così per sempre. Farò di tutto affinchè sia così. 
Non nego che negli inverni seguenti alla tua scomparsa sono stato in perenne ansia con la speranza di rivederti alla mia porta ma questo non poteva accadere più. 
Allora nonostante il fatto che io abbia cambiato città per motivi "noisi" come diresti tu, ogni volta che posso mi dirigo in un posto dove nevica, perché qui non nevica mai.
Mi stendo su quello strato freddo e chiudo gli occhi.
A volte sento ancora le tue carezze.
  
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