Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Alyson_00    23/07/2016    0 recensioni
In Natura, come in amore, ci sono delle regole precise.
Regole che però possono essere infrante, alle volte.
E se l'amore colpisce un Principe e il proprio Capitano allora le cose cambiano ma, per quante possano essere le difficoltà, l'amore trionfa sempre... o quasi?
Dal testo:
"L'unica persona che vorrei non la posso avere"
Confessò guardando il proprio ginocchio coperto dal palmo della sua mano che improvvisamente era diventato di un vivido interesse per lui.
"Chi vorreste, se posso chiedere?"
"Tu"
Perchè l'amore è sempre bello, anche se appare diverso... in ogni sua forma.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

T'amerò nel bene e nel male per il resto dei miei giorni

 

Tutto in una notte

 

Comunicazione pre-lettura: il personaggio di Legolas appartiene al grane scrittore J.R.R.Tolkien mentre Lanthir appare nella serie “DALL’OSCURITÀ ALLA LUCE” dell’autrice Enedhil, di cui invito a leggere le storie! Detto questo BUONA LETTURA!

 

Era una notte.. strana ma, come tante altre notti strane, era particolarmente bella. La Luna, grande isola in un mare stellato, risplendeva forte e bianca. La sua luce pallida illuminava ogni posto: le mura biancastre del palazzo, le verdi foreste che crescevano illimitate sulle brulle colline, l'acqua che creava giochi e riflessi magnifici e.. infine quella luce andava a posarsi sul viso di Legolas.

Legolas. Sì, quel Legolas, il Principe Verdefoglia del Bosco Atro, bosco che ormai brulicava di Orchi e Ragni durante la notte e soprattutto nei territori confinanti con Erebor - Antico Regno Nanico nascosto sotto una Montagna che ormai consideriamo maledetta - non c'era molto che si potesse definire "Elfico" in quel luogo. Non più almeno.

Quella notte, il bel Principe era seduto su uno dei rami di una pianta che, come tante altre, delimitava la radura. Quella radura che era nota per la sua luce speciale durante la festa di Mereth En Gilith: festa della luce dei Silvani.

Una gamba penzolava nel vuoto mentre il bel volto era rivolto lontano, verso i confini, e la sua memoria stava rievocando missioni e battaglie. Rivedendo amici e compagni. Ripensando a qualcosa che oramai era lontano nel tempo ma che ancora riusciva a far male. Un dolore che pochi potevano dire di conoscere e di cui tutti parlavano. Non c'era l'ombra di quell'amore che un tempo aveva provato per Tauriel, il bel Capitano dai capelli ramati del suo esercito, e quello che lo accomunava al Padre in ricordo della madre morta in una battaglia mentre difendeva il proprio regno.

Quello non pareva più lo stesso Elfo Silvano che un tempo amava intrattenersi coi propri amici e che sognava una vita libera e amorevole assieme a Tauriel.

Si sentì chiaramente un sospiro abbandonare le sue labbra rosate mentre una mano si andava a posare mollemente sul suo ginocchio. Anche quella notte sarebbe passata così: tra ricordi, lacrime e forse con l'amara preoccupazione di non poter avere un compagno per la vita. Passare l'intera eternità da solo non era una bella prospettiva per un Reale nel pieno della giovinezza. Suo Padre, nonostante avesse lui e il suo amore, affogava i ricordi di Elanor nel vino che gli veniva consegnato da Bard ai confini con la città degli Uomini. Lui sarebbe stato diverso. Aveva reagito così tante volte a quel dolore che ormai non ci faceva più caso e proseguiva la propria esistenza perso tra amore e ricordo. Nelle giornate più grigie e tetre della sua esistenza non poteva evitare di incolparsi per l'addio di Tauriel. Si colpelizzava di non essere riuscito a salvarla in tempo da quell'amore troppo impossibile: se solo le avesse confessato il suo amore, forse, le cose sarebbero andate diversamente e ora si troverebbero assieme ad affrontare tutte le Ere della Terra di Mezzo. Ma tornare indietro non si può e questo Legolas lo sapeva bene.

Un rumore sommesso e posato, tipico di un Elfo, fece voltare Legolas verso il limitare della radura sotto i propri piedi. Non vide nessuno ma era certo che qualcuno lo avesse raggiunto e, per pochi istanti, sperò si trattasse di Tauriel. Sperava perché ancora il suo cuore, sotto sotto, provava dei sentimenti per lei.

Lasciò che lo sguardo vagasse ancora una volta tra la vegetazione e allora la vide: una snella figura si avvicinava tenendo il capo chinato verso il suolo. 'Un membro dell'esercito, o un Silvano che torna a casa' pensò Legolas abbassando lo sguardo sconfortato: Tauriel non sarebbe tornata quella notte. Posò lo sguardo verso la Montagna Nanica e un misto di tristezza e rabbia prese corpo nel profondo della sua anima bianca e pura. Strinse i pugni e lasciò andare un sospiro. L'ennesimo della serata.

“A forza di sedervi lassù ci avrete fatto il solco!”

Una voce lo riscosse. Abbassò lo sguardo e lo vide. La figura di poco prima altri non era che il bellissimo Lanthir. Un membro dell'esercito che aveva preso, con fatica e dedizione, il posto della sua Tauriel… si beh, mica tanto sua… Il nuovo Capitano del Reame Boscoso aveva una fama... particolare. Se Tauriel era nota, prima, per essere fedele al Re che l'aveva accolta nella sua casa e, dopo, per aver tradito il suo popolo per amore di un Nano; Lanthir era noto per essere un rubacuori senza limiti e convinzioni. Tanto bravo con le armi, quanto sotto le lenzuola della propria camera. Molte erano le Elfe che cadevano nella sua trappola ma, anche molti compagni non negavano l'attrazione per il loro Capitano. Insomma non era raro che il bel Capitano, poiché spesso ci rivolgeremo così nel parlare di lui, trascorresse la nottata con qualche esponente elfico… maschio.

Lanthir era fatto così. Era un Elfo che dava e riceveva molto. Era uno che, in 2883 anni, non aveva ancora trovato l'amore della sua vita.

Il bel Capitano si avvicinò al tronco della pianta e lo guardò. Non sorrideva. Non faceva nulla si insolito. Sembrava comprendere i timori di Legolas. Per quanto odiato e invidiato, tanto dagli Uomini quanto tra alcuni degli Elfi, Lanthir aveva una caratteristica non da poco: sapeva mantenere i segreti del cuore di qualcuno. Conosceva bene i timori di Legolas ma ne faceva mistero con gli altri: forse per ordine o forse per semplice rispetto del proprio Principe.

Lui e Legolas erano amici da tanto tempo e, dopo battaglie combattute fianco a fianco, erano diventati come fratelli. Certo Lanthir era e restava un Capitano mentre Legolas aveva la carica di Principe Ereditario. IL Principe Ereditario. Ma loro non sembrava importare poi molto.

Legolas continuò a guardare lontano. Ignorando bellamente il proprio amico che, tuttavia, non si perse d'animo.

“Posso farvi compagnia, mio Signore?”

Chiese Lanthir raggiungendo l'amico sul ramo e sostando per un momento con lo sguardo fisso negli occhi del Principe.

“Ormai sei salito... non ti caccerei mai, Lanthir”

Rispose il Principe spostando lo sguardo verso Erebor, una volta che il Capitano si fu seduto sul ramo aggiunse, forse più a se stesso che all'altro:

“Sono due anni. Due anni da quando è partita”

Lanthir guardò il paesaggio che si stagliava silenzioso nella notte prima di spostare lo sguardo sulla Montagna e, infine, sul Principe. Negli occhi dell'amico poté così vedere il luccichio tipico delle lacrime celate che risaltavano alla luce. Non provò compassione poiché diverse volte aveva provato le stesse emozioni al pensiero di occupare la stessa stanza di Tauriel, lo stesso posto nell'esercito e soprattutto lo stesso ruolo per il Re e la sua famiglia. Insomma aveva sentito le stesse sensazioni quando aveva preso posto come Capitano. Tauriel la conosceva bene, era stata lei a insegnarli tutto o quasi sull'arte della Guerra e doveva ringraziarla dei consigli in battaglia. Non sapeva dove si trovasse in quel momento preciso, cosa stesse facendo o con chi si stesse intrattenendo e soprattutto non sapeva se il suo cuore e la sua memoria tornassero alla sua vecchia casa e ai suoi amici... però continuava a sperare che Tauriel tornasse. Per lui, per Thranduil, per Legolas ma soprattutto per se stessa.

"No mio Principe. Si sta sbagliando. Sono passati due anni e cinque mesi da quando se n'è andata"

Le parole erano uscite con volontà propria. Danzando tra le sue labbra in un tenero e soffice sussurro. Non se ne rese nemmeno conto ma sapeva d'aver stupito il compagno.

"Non mi guardate così, vi prego. Tenevo anche io a Tauriel ma, se da un lato non posso far altro che esser triste e soffrire al suo ricordo, dall'altro voglio sperare che al momento lei sia felice e si stia godendo la sua vita. E credo dovremmo proseguire anche noi con la nostra vita sapendo che lei tornerà quando il suo cuore guarirà le proprie ferite"

Spiegò Lanthir mentre continuava a concentrarsi sulla Montagna. Legolas, che aveva ascoltato in silenzio quelle frasi così complesse eppure così piene di significato, si soffermò a guardarlo: i capelli biondo cenere, un po’ ondulati, che gli ricadevano sulle larghe spalle, il sorriso triste e gli occhi tendenti al verde che sfumavano in un azzurro quasi irreale risaltavano sulla sua pelle chiara grazie alla Luna. Portava ancora la divisa dell'esercito verde con un'armatura marrone posata sul petto e i pantaloni stretti verdi che s'infilano negli stivali mettendo in mostra le snelle gambe.

"Credi davvero a ciò che hai detto? Credi davvero che sia ancora viva laggiù?"

Chiese Legolas tornando a guardarlo negli occhi. Non ne conosceva il motiva ma sentiva, nel profondo del suo cuore, che in quel modo gli era più semplice accettare qualsiasi verità. Stava bene con Lanthir, non c'era niente da dire al riguardo, niente poteva separarlo dal suo amico ma, nel profondo, era a conoscenza del fatto che quelle parole di poco prima, forse, non fossero altro che un fievole barlume di speranza.

"Dico solo, Legolas, che per quanto noi possiamo voler credere e ammettere a noi stessi, non stia a noi decidere. Non possiamo scegliere per gli altri e restare quassù a sperare non la farà tornare a casa. Non dobbiamo rovinarci la vita, non lo vorrebbe nemmeno lei"

Rispose l'altro enigmatico cercando di ignorare i brividi che avevano preso a scorrere lungo la sua schiena nel vedere il viso di Legolas in quel momento. Gli aveva dato del tu, aveva parlato ad un amico. Come accadeva sempre quando doveva parlare con qualcuno a cui teneva.

"Penso che sia arrivato il momento, per Voi, di concedere le vostre attenzioni a qualcun'altro. Siete amato da tutti e non vi è Elfa che non desideri unirsi a voi... Dovreste provare ad andar avanti"

Disse nuovamente Lanthir tornando a guardare la cortina di stelle sopra le loro teste. Lentamente Legolas si appoggiò al tronco della pianta sospirando.

"A sentire le tue parole, dovrei giocare coi miei sentimenti"

Disse Legolas ignorando l'espressione che il compagno gli rivolgeva. Lo ignorava perché sapeva che qualunque suo sforzo di resistere al suo sorriso sarebbe divenuto inutile contro quello sguardo dolce e confuso. Lanthir aveva quella dannata capacità di incantare chiunque col suo sorriso. Chiunque.

"Non ho detto che dovete prendervi in giro. Ho setto che vi dovreste divertire con qualcuno" rispose Lanthir tornando a guardare avanti. Quella era stata la risposta più complessa da dare. Perché? Perché era lui stesso a volere le attenzioni del Principe. Voleva poter essere lui la persona con cui Legolas si sarebbe unito. Non voleva altri se non lui. Solo ed esclusivamente lui. Immaginarlo in un letto diverso, con qualcuno di diverso, con qualcuno che non fosse lui, gli faceva male.

"L'unica persona che vorrei, non la posso avere"

Confessò Legolas guardando il proprio ginocchio coperto dal palmo della sua mano che improvvisamente era diventato di un vivido interesse per lui.

"Chi vorreste, se posso chiedere?"

Lanthir voleva e non voleva conoscere la risposta ma, per il bene del suo Principe, avrebbe resistito al dolore...

"Tu"

Rispose Legolas tornando, per la prima volta seriamente, a guardarlo negli occhi. Occhi che ora gli trasmettevano una gioia che non aveva mai conosciuto. Brillavano di... passione, gioia... no brillavano d'amore.

Una semplice parola. Quelle due lettere avevano avuto il potere di riempirlo di una qualche passione… celata da tempo. Troppo tempo.

"Me?"

Disse incredulo Lanthir. Guardò il suo amico che stava ancora appoggiato al tronco e non poteva sapere quanto fosse complesso per lui celare la voglia di stringerlo.

"Sì. Vorrei te"

Confermò Legolas sporgendosi verso Lanthir per sfiorargli le labbra sottili e invitanti con le proprie. Accadde tutto in poco tempo. Le loro braccia si afferravano e le lingue iniziavano un ballo giocoso e divertente.

"Valar se questo è un sogno... non fatemi svegliare"

Disse ad un certo punto Lanthir tirando un sospiro. Legolas sorrise iniziando ad allentare la cintura che richiudeva la tunica del Guerriero. Quei gesti che molte volte aveva compiuto lo stesso Lanthir, che si fosse trovato solo o in compagnia, ora sembrano così dolci e sensuali da sembrargli impossibili. Era qualcosa che lo legava a Legolas.

"Se ti chiedessi di essere... il mio amante cosa risponderesti?"

Domandò Legolas continuando a sbottonare la tunica che ormai lasciava intravedere il petto roseo e muscoloso del Guardiano.

"Credo che risponderei di... non aver mai osato chiedere tanto"

Rispose Lanthir prima di aggiungere, una volta accortosi della situazione della propria casacca, con una tono di voce basso e sensuale:

"E se fossi io a chiederti una simil cosa?"

Legolas sorrise e avvicinandoglisi rispose con sicurezza:

"Sono il tuo Principe, Lanthir. Non ti sarebbe concesso pormi una domanda simile tuttavia non posso risponderti che non accetterei volentieri..."

Quella risposta fece nascere sul viso di Lanthir un sorriso... provocante. Troppo provocante per essere rivolto al Principe ma in quella situazione così informale, nessuno dei due ricopriva più una carica superiore a quella che mostrava.

“Ah e per tua informazione… sei obbligato a darmi del tu, quando siamo soli”

Aggiunse il Principe sorridendogli. Lanthir sorrise e mentre lo abbracciava annuì.

I pensieri che fino a poco tempo prima avevano incupito la serata di Legolas, ora, si erano tramutati in qualcosa di dolce e gentile. Una passione lenta e travolgente. Un amore che per quanto sbagliato, era pur sempre un amore vero e leale.

"Tuo Padre mi ha imposto di limitare le mie conquiste..."

Iniziò Lanthir scendendo dal ramo e incamminandosi verso un gruppo di piante poco distanti da quel luogo. Legolas dapprima lo seguì con lo sguardo, poi, si mosse per raggiungerlo.

"Cosa intendi fare allora?"

Rispose schivando agilmente ogni pianta che si frapponesse tra i suoi piedi. Era cosciente del fatto che in quel momento si stava esponendo molto col proprio Guardiano ma, era altrettanto certo che nessuno di coloro che fossero, se mai qualcuno fosse solito camminare in quella parte di bosco in quelle ore, riusciti a intravedere qualcosa sarebbero rimasti nel più totale dei silenzi. Nessuno avrebbe osato mettersi contro il Principe e, quasi certamente, nessuna recluta avrebbe rischiato di inimicarsi, oltre a Legolas, anche il bel Lanthir: sapeva essere spietato con chi non ascoltava o eseguiva i suoi ordini.

" Amo l’esercito e, se questo può aiutarlo a divenire più forte, sono certo che dopo questa conquista, appenderò la mia reputazione di "conquistatore" al chiodo e passerò il resto dell'eternità con un'unica persona... se ella lo vorrà"

Rispose il Guardiano fermandosi davanti a un gruppo di cespugli... no quelli erano rovi. Ma a nessuno dei due sembrava importar troppo delle spine che sarebbero potute finire sotto la loro pelle... non importava perché quello non sarebbe stato un grande dolore.

Legolas a quelle parole rimase sorpreso. Stava parlando di lui? Aveva appena detto che sarebbe rimasto fedele solo a lui... per l'eternità se solo lui l'avesse voluto e permesso. LUI. La scelta spettava solo a lui.

Sorrise Legolas guardando il compagno prima di baciarlo facendolo cadere sul prato verde proprio dietro ai cespugli.

"Devo considerarlo come un consenso?"

Chiese Lanthir col suo solito sorriso malizioso che tanto piaceva a Legolas. Quel sorriso che era riuscito, giorno dopo giorno, a farlo innamorare sempre più. Innamorare fino a renderlo succube del proprio Capitano.

"Sì. Devi considerarlo tale. E ora se ti azzardi a smettere di baciarmi per cianciare qualcosa di inutile, giuro che ti faccio rinchiudere in una delle segrete"

Rispose Legolas sorridendo. Sorrideva perché sapeva che per il suo Capitano sarebbe stato impossibile evitare di parlare e di dire la propria opinione. Non ci sarebbe riuscito. E, come da previsione, Lanthir alzò un sopracciglio e disse:

"Agli ordini del Principe non si può disobbedire ma... non credo di riuscire a tenere la bocca chiusa... certo a volte sono gli altri a usarla su di me.. ma per una volta e col Principe potrei fare un'eccezione"

Ecco. L'aveva fatto nuovamente. Aveva appena risposto in quel modo strano, dolce e maliziosamente bello. Legolas rise apertamente prima di chinarsi sul compagno e divertirsi. Nessuno li vide.  Nemmeno Tauriel, che dalle profonde e brillanti sale di Erebor vigilava sulle azioni del Principe e su quelle di Lanthir, poteva immaginarsi una tal cosa. Nessuno venne mai a conoscenza della passione che quasi ogni notte abbracciava il bel Principe e il provocante Lanthir... nessuno eccetto loro e la Ex-Capitana.

"Sai vero che questo è un amore... proibito?"

Chiese a un certo punto Legolas a Lanthir mentre si rivestivano. Quello sorrise e voltandosi ancora coi pantaloni aperti rispose:

"Sì ma... una volta un amico mi ha insegnato che le regole esistono perché devono essere infrante... e da allora non desidero altro che infrangere la regola 1223 del Codice dei Capitani. Anche se dovessi diventare un prigioniero di Tuo Padre, lo rifarei. Sempre e per sempre"

Era in risposte come quella che Legolas non riusciva a trovare un qualcosa, una qualche motivazione per ribattere e ammettere d'essersi sbagliato quella notte.

" Il tuo amico deve essere proprio un amante perfetto... Meleth nîn " (Amore mio)

Le ultime parole riempirono il cuore di Lanthir e con qualche lacrima agli occhi rispose:

" Le meluvan úne ar alye lúmessen tenna nurucilie, Hir nîn" (T'amerò nel bene e nel male per il resto dei miei giorni)

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

Allora non linciatemi vi prego! Questa è la mia primissima storia legata alla "tradizione" slash del Signore degli Anelli.

Spero di aver fatto un lavoro... presentabile ma questo me lo direte voi...

Ringrazio la mia stimatissima Enedhil per avermi concesso di parlare di Lanthir anche se spero non mi uccida per questo racconto.

Prossimo capitolo… entro martedì!

P.S. potrei aver scritto qualcosa di errato con l'elfico... non vogliatemene...

Aly

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Alyson_00