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Autore: fiore di ren    23/07/2016    0 recensioni
"Ci sono quelle esistenze piene, vive, colorate.
Ci sono quelle esistenze misere, vuote, insignificanti di per sè.
E poi ci sono quelli che sono creati.
Quelle esistenze così piccole e indefinite che finiscono con l’essere inglobate nelle altre, nel migliore dei casi. Schiacciate e annientate nel peggiore."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono quelle esistenze piene, vive, colorate.
Ci sono quelle esistenze misere, vuote, insignificanti di per sè.
E poi ci sono quelli che sono creati.
Quelle esistenze così piccole e indefinite che finiscono con l’essere inglobate nelle altre, nel migliore dei casi. Schiacciate e annientate nel peggiore.
E io rientro proprio in quest’ultima categoria, in quella delle persone non insignificanti e misere di per sé, ma resa tale perché schiacciata così tante volte da finire annientata.
Ci sono.
Sono qua.
Nel profondo del mia mente, del mio cuore, del mio corpo. Nel profondo ci sono IO.
Ma a chi importa davvero cosa c’è nel profondo? Non siamo forse tutte persone in cerca di scappatoie?
Perché scavare a fondo per trovare un tesoro quando ci basta quello che troviamo in superfice? Infondo quello che troviamo non ci deve aggradare, basta che sia più insignificante di noi. E cercare in profondità potrebbe significare diventare qualcuno più insignificante di quello che già siamo. Perché alla fine noi viviamo per vincere una battaglia, per prendere più del vicino di banco, per guadagnare più di un parente o avere un giardino più bello di quello del vicino.
In un mondo dove apparenza, giudizio e esteriorità sono tutto, il solo pensare a qualcosa di più intimo, più profondo, il solo soffermarsi a cercare l’umanità e a essere umani risulta una grandissima perdita di tempo. In una società in cui si viene giudicati in base alla provenienza, al livello sociale, alle conoscenze, che senso ha mostrare sé stessi? Che senso ha prendersi cura del proprio io? Non è forse più facile conformarsi? Non è forse più semplice essere la brava figlia che prende bei voti, non arreca problemi, dice sempre di sì, non si arrabbia mai, non pensa con la propria testa?
Eppure io proprio non ci riesco. Non ci riesco a nascondere il mio vero Io.
Ci ho provato. Solo Dio, o chi per Lui, sa quanto ci ho provato.
Ci ho provato quando temevo di essere rimandata in orfanatrofio.
Ci ho provato quando ho chiamato degli sconosciuti “mamma” e “papà”.
Ci ho provato quando venivo insultata per il mio peso o perché adottata. “Va tutto bene, non importa cosa dicono. Parlando con la finta te. Non devi far altro che far finta di non sentire”.
Ci ho provato quando mi sentivo dire che forse era meglio non fossi nata.
Ci ho provato quando mi dicevano che ero una condanna.
Quando mi sentivo dire che ero la causa della possibile fine del loro matrimonio.
Ci ho provato anche quando ho tentato di uccidermi: volevo essere accettata e amata per quello che ero, ma non era possibile. Volevo vivere come Me e non come la maschera. Ma per gli altri ero solo un peso, una nullità. “Infondo se non posso essere me stessa, basta che vada avanti essendo quello che vogliono loro. E loro non mi vogliono nella loro vita”.
Volevo vivere, Io.
Allora mi chiedo, dopo tutti questi anni, dopo questo nascondermi, dopo tutto questo lottare contro me stessa, cosa ne resta di me? Chi sono davvero? Sono davvero una persona che non fa altro che portare imbarazzo alla propria famiglia? Sono davvero la causa dei problemi dei miei? Sono davvero il mostro che dicono io sia? Sono davvero una persona che pensa solo al proprio tornaconto? Che vive facendo soffrire gli altri? Che non sa amare? Davvero era meglio se non fossi mai nata?
Chi sono?
Davvero non lo so più.
   
 
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