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Autore: Monkey D Akiko    23/07/2016    1 recensioni
Piccoli momenti di vita dei migliori personaggi di sempre e le coppie le potete scegliere voi!
Qualsiasi personaggio, qualsiasi paring, qualsiasi ambientazione e qualsiasi genere, tutto incentrato su brevi episodi quotidiani di coppia.
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*CAPITOLI*
1- Gara {AceXMarco}
2- Braccio meccanico {FrankyXKidd}
3- Dichiarazione {AceXRufy}
4- Incontro {AceXLaw}
[...]
28- Spiaggia {ZoroXSanji}
29- Parco {FrankyXRobin}
30- Crescere {DoflamingoXRocinante}
31- Malintesi {PaulyXNami}
32- Dichiarazioni {AceXRufy}
33- Dolci {SanjiXViolet}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro, Sanji/Nami, Sanji/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL'AUTORE
Salveeee a tutti! <3 Rieccomi finalmente con questo nuovo capitolo richiesto da cola23 ^^ L'ho appena finito e non l'ho nemmeno riletto, spero di non aver scritto orrori XD Questa volta è stata davvero dura, un po' perchè non ho tanta voglia di scrivere con questo caldo, un po' perchè ero senza ispirazione (infatti non sono molto soddisfatta del finale :/ ) , ma eccolo qui il capitolo. La volta scorsa ho sbgliato con il conto alla rovescia, con questo siamo a -5 ^^"
Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono la storia, chi l'ha messa tra le preferite, seguite e ricordate e chi recensisce, grazie a tutti! <3 <3
A presto!
Monkey D Akiko <3

 
CAMBIARE IDEA


“Dottore, serve il suo aiuto. Abbiamo un altro caso Corazòn in corsia”
Incredibile. Era la terza volta in quella settimana.
“Arrivo, dite al paziente di non muoversi” rispose stanco all’infermiera.
Law si diresse verso la causa dei suoi problemi: Donquijote Rocinante.
Era un nuovo membro del corpo di polizia locale, giunto in città circa tre mesi prima, e dal suo arrivo non faceva altro che infortunarsi e finire in ospedale. E a chi toccava medicarlo?
A lui ovviamente.
Rocinante era senz’altro un inguaribile imbranato, ma se non altro era un buon poliziotto visto che era entrato nel cuore di tutti i cittadini. Era buono e pronto a fare di tutto per proteggere i civili, per questo lo avevano soprannominato Corazòn, per il suo gran cuore.
Ricordava ancora il loro primo incontro. Rocinante aveva appena catturato un ladro di appartamenti a cui la polizia dava la caccia da settimane, lui era riuscito dove gli altri avevano fallito arrestandolo dopo averlo rincorso per mezzo quartiere. Il problema era che non aveva chiuso le manette e alla prima distrazione il ladro lo aveva colpito alla nuca per poi scappare.
Law sentendo la storia aveva subito pensato che questo nuovo poliziotto fosse un’idiota, ma dopo averlo visitato ne trovò la conferma visto che a ogni movimento creava un danno.
Intanto che pensava a questo arrivò da Rocinante.
“Oggi qual è il problema, Cora-san?” gli chiese spazientito.
“Ah Law! Mi sono spruzzato per sbaglio lo spray al peperoncino negli occhi. Bruciano tantissimo!” spiegò trafelato.
Il dottore lo guardò attentamente, i suoi occhi erano davvero rossi e lacrimavano.
“Mi sembra logico, è fatto apposta per far bruciare gli occhi – affermò ghignando – muoviti e entra nel mio studio così ti medico”
Con l’aiuto di un’infermiera Rocinante seguì Law che lo curò.
“Se ti pagassero per ogni volta che sei finito in ospedale, saresti già ricco Cora-san”
“Ahahahah sono incidenti che capitano quando lotti per la giustizia!” rise il biondo.
“Sono incidenti che capitano solo a te però” puntualizzò l’altro.
“Ci ho fatto l’abitudine”
Corazòn si sistemò meglio sul lettino dei pazienti, ma così facendo perse l’equilibrio e ruzzolò a terra finendo a gambe in aria.
“Tutto apposto?” chiese Law leggermente preoccupato.
“Sto … bene …” rispose dolorante.
“Mi riferivo proprio a questo”
Trafalgar lo aiutò a rimettersi in piedi e lo sostenne intanto che finiva di parlare; l’impresa era ardua vista la differenza d’altezza.
“Law, mi stavo chiedendo … insomma, sempre se ti va naturalmente … posso offrirti un caffè?” chiese impacciato.
Rocinante era innamorato perso del suo dottore, dal primo momento in cui lo aveva visto era stato un colpo di fulmine. Sfortuna vuole che Trafalgar non sembrava interessato, era piuttosto infastidito dalla sua presenza. Il poliziotto non si era però messo il cuore in pace e, se non poteva sperare in una relazione, si sarebbe accontentato della sua amicizia.
Il moro alzò un sopracciglio a quella richiesta per poi tornare a svolgere il suo lavoro incurante del resto.
“Mi spiace ma non intrattengo rapporti con i pazienti all’infuori dell’ospedale” spiegò.
“Ah sì, certo capisco. Era solo per ringraziarti per le cure che mi presti tutte le volte” rispose cercando di nascondere la delusione.
“Il mio è puro e semplice lavoro Cora-san”
 
***
 
Oggi era il giorno libero di Trafalgar e lui ne stava approfittando per fare una passeggiata tra le vie del quartiere in cui abitava. Non che a lui piacesse particolarmente passare così il tempo libero, ma almeno riusciva a distrarsi e a non pensare sempre al lavoro, inoltre fuori dall’ospedale aveva meno possibilità di vedere Rocinante. Negli ultimi tempi il biondo aveva cercato troppo spesso di avvicinarlo e questo lo infastidiva molto, non voleva avere a che fare con un idiota come lui.
“Fermo! Fermatelo!” sentì gridare da più voci.
Non ebbe il tempo di voltarsi per capire cosa stesse succedendo che fu travolto da una persona.
“Maledizione! – imprecò lo sconosciuto cercando di alzarsi – Tu, brutto bastardo!” lo insultò per aver fermato la sua corsa.
“Fermo, in nome della legge!” urlò qualcuno che si stava avvicinando a loro.
Law riuscì a vedere la divisa della polizia e intuì di trovarsi con il criminale, prima che quest’ultimo lo tirasse su con forza e gli puntasse una pistola alla tempia. Si era cacciato proprio in una brutta situazione. Se solo avesse capito prima chi fosse lo sconosciuto che lo aveva travolto, lo avrebbe riempito di pugni e se ne sarebbe liberato.
“Getta subito la pistola!” lo intimò il poliziotto.
“No, tu getta la tua! Se non lo fai questo tipo si ritroverà con un buco in testa!” minacciò a sua volta il delinquente.
Law alzò lo sguardo verso il poliziotto e con sua grande sorpresa riconobbe Corazòn. In un attimo la sua sicurezza si distrusse. Corazòn era solo e sicuramente non era in grado di aiutarlo.
“Getta la pistola!” ripeté minaccioso il criminale e il poliziotto fu costretto a obbedire.
In quel momento il suono delle sirene della polizia si propagò per la strada.
“Dannazione devo andarmene!” constatò l’uomo.
Law sperò che lo lasciasse per buttarsi in una folle corsa, ma l’uomo lo strattonò per un bracciò costringendolo a seguirlo.
“Fermo! Lascialo andare, ti farò io da ostaggio!” propose Rocinante, ma lui non lo ascoltò e corse via, portandosi dietro Trafalgar.
Rocinante raccolse velocemente la sua pistola da terra e partì all’inseguimento, non poteva permettere che quel criminale facesse del male a Law. Era un uomo pericoloso che era stato responsabile di una rapina a mano armata in una gioielleria e di ripetute aggressioni, doveva assolutamente consegnarlo alla giustizia.
Il ladro provò a liberarsi di lui passando attraverso una fabbrica abbandonata sperando così di far perdere le sue tracce. Non sapeva però che Rocinante aveva arrestato altri criminali in quel posto e che quindi lo conosceva come le sue tasche.
Il biondo vide i due entrare, ma non li seguì sperando di poter cogliere di sorpresa quel bastardo passando da un’entrata laterale.
Law si sentiva sempre più in trappola, la fabbrica era un posto perfetto per un criminale per sbarazzarsi di qualcuno, letteralmente. Con la coda dell’occhio cercò alle sue spalle Corazòn per avere almeno una speranza, ma non lo trovò.  Il sangue gli si gelò nelle vene, possibile che non fosse riuscito a seguirli? No, non poteva crederci, non voleva crederci, Corazòn era la sua unica speranza!
Il criminale si fermò, e Law ne capì il motivo.
“Un ostaggio è comodo, ma ora non mi servi più!” disse spingendolo via per poi puntargli la pistola contro.
Prima che potesse premere il grilletto, Rocinante sbucò dal nulla saltandogli addossò.
“Tu non farai del male a nessuno!” gridò deciso.
Corazòn lo teneva fermo a terra, ma l’uomo si dimenava con calci e pugni ai quali il biondo rispondeva. Alla fine Rocinante riuscì a disarmarlo e lo mise al tappeto con un potente pugno alla mascella.
“Sei in arresto!” dichiarò mettendogli le manette.
Dopo pochi secondi arrivarono i rinforzi che fecero salire l’uomo in una delle autovetture dirette alla centrale.
“Stai bene Law?” gli chiese preoccupato Rocinante.
“Sì, sì sto bene. Grazie per avermi salvato Cora-san” lo ringraziò.
“Figurati, ho fatto solo il mio lavoro”
Trafalgar notò che il braccio del poliziotto sanguinava.
“Ah sì, credo di essermi procurato questo graffio quando mi sono buttato contro il ladro” si giustificò.
“Non è un semplice graffio, vieni con me così ti medico la ferita”
Incredibile, Corazòn lo aveva davvero salvato. Si era proprio sbagliato sul suo conto, se non fosse stato per lui sarebbe morto. Aveva agito da vero poliziotto e non aveva commesso il benché minimo errore.
“V-va bene ti seguo! Ah!” mentre parlava inciampò nei suoi stessi piedi e precipitò addosso a Law.
“Mi- mi dispiace, non l’ho fatto apposta!” si scusò immediatamente.
Trafalgar dovette ricredersi nuovamente, Corazòn era ancora l’imbranato che aveva conosciuto.
“Non importa, ormai mi sono abituato ai tuoi incidenti. Almeno adesso ho la sicurezza che se dovessi avere ancora bisogno posso contare su di te come poliziotto” rispose con il suo solito sorrisetto.
“Ma certo, se sarai in pericolo ci penserò io a salvarti!” affermò sicuro ma allo stesso tempo imbarazzato.
I due si alzarono da terra e si incamminarono verso l’ospedale.
“Finita la medicazione potremmo berci quel caffè” propose Law.
Corazòn si illuminò dalla gioia, finalmente stava avendo una possibilità con Trafalgar e non l’avrebbe sprecata.
“Certo!”
   
 
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