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Autore: The_Lock    24/07/2016    0 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.8- Lights off

 

“Sono sotto arresto?” domandò l'Alchimista, senza perdere il suo ghigno, ed alzando le sue braccia coperte da una tunica color azzurro acceso e ricamata in oro.

“Oh, ti meriteresti più di un semplice arresto...” ringhiò Tyler, avvicinandosi all'Alchimista, ma facendolo scoppiare in una fragorosa risata, talmente sguaiata che l'uomo dovette reggersi lo stomaco ed asciugarsi le lacrime.

“Allora uccidimi, ragazzino.” lo provocò, prendendo un bel respiro. Tyler sapeva bene che l'Alchimista si stava prendendo gioco di loro, e se fosse stato leggermente più impulso gli avrebbe tirato un bel pugno sul naso.

“Andiamo!” intervenne Dylan, strattonando l'Alchimista, ma l'uomo si fece d'un tratto serio, prese una boccetta dal tavolo e la lanciò ai propri piedi. L'impatto generò un nuvolone di fumo denso e grigio, lasciando i ragazzi nel panico, nel constatare che quando il fumo fu svanito, l'Alchimista era scomparso.

“Merda!” sbottò Dylan, tirando un calcio al tavolo.

“Avremmo dovuto prevederlo.” mormorò Lydia, avvicinandosi al tavolo per cercare qualche indizio, ma un suono congelò tutti in quella posizione: era l'ululato di Void, attirato dalla magia dell'Alchimista.

“Tyler!” urlò Skylar, chiedendo implicitamente all'amico di creare un portale per scappare immediatamente da quel luogo, ma prima ancora che il rosso potesse evocare il cuore, un'ombra nera apparve all'interno dello studio, rivelando Void affamato e famelico.

 

Sydney provò ad entrare in biblioteca, ma le porte erano state chiuse dalla bibliotecaria. Scoraggiato, il biondo si accasciò sugli scalini prendendosi il volto fra le mani e imponendosi di restare calmo, sebbene sentisse il cuore in tempesta. Avrebbe tanto voluto bere o addirittura fumare, per cercare di far andare via quel sentimento opprimente che sentiva addosso.

Passò qualche minuto, poi il biondo sentì dei passi lungo il vialetto ghiaioso ed il rumore ferroso della stagnola che veniva piegata.

“Tieni.” disse Kyle, porgendo al ragazzo un secondo kebab, mentre divorava il primo.

“Grazie...” mormorò il biondo, accettando l'offerta. Kyle si sedette al fianco del ragazzo, e mangiarono in silenzio per qualche minuto.

“Scusa. Non avrei dovuto insistere.” disse Kyle, accartocciando la carta e finendo il suo kebab.

“No, avevi ragione. Dobbiamo andare avanti per il bene della squadra, giusto?” mormorò il biondo, e Kyle annuì.

“Il succhiotto me l'ha fatto un ragazzo. Si chiama Stefano. È un artista. Ma io ero ubriaco e non c'è stato nient'altro.” spiegò, sospirando.

“Quando... quando Nick ha provato a baciarmi il collo...” mormorò il biondo, incerto se dire la verità o meno, ma se dovevano essere sinceri l'uno con l'altro allora avrebbero dovuto raccontarsi tutto “...quando Nick ha provato a baciarmi sul collo, ho visto te... ma eri... vampiro...” spiegò “...e volevi mordermi.” concluse, non avendo il coraggio di alzare gli occhi per guardare la reazione di Kyle.

“Mi dispiace.” mormorò il moro “Forse... forse mi sono sempre e solo giustificato, ma non mi sono mai scusato. Ti ho fatto soffrire nonostante meritassi qualcosa di più- disse, tirando su con il naso ed asciugandosi una lacrima -ed invece di proteggerti o di aiutarti... Syd, mi spiace.” disse, nascondendo il volto fra le mani.

Commosso, il biondo si avvicinò a Kyle e lo abbracciò, sentendo per la prima volta quel corpo come tiepido e non bollente; sentendo quelle parole da parte di Kyle, Sydney sentì come un peso dissolversi all'altezza del cuore.

“Ti meriti quello che non sono riuscito a darti.” mormorò, nascondendo il suo volto nell'incavo del collo di Sydney, sul quale il biondo sentì poggiarsi una lacrima. Il contatto con l'Acqua percorse la schiena del biondo come un brivido gelido, e subito nella sua mente si spalancò una possibilità.

“Che stupidi!” disse il biondo, sciogliendo l'abbraccio con Kyle e prendendolo per il polso per dirigersi insieme in camera del ragazzo.

“Che succede?”
“Non capisco perché non ci abbiamo pensato prima! Che stupidi a cercare un discepolo, quando probabilmente l'Alchimista che ha liberato Void è lo stesso che l'ha creato!” spiegò Sydney, correndo su per le scale del corridoio, incurante del volume della propria voce.

“Ma che dici, sono passati più di seicento anni!”

“Ma gli alchimisti cercano sempre una cosa, oltre la pietra filosofale!” aggiunse, e Kyle capì, spalancando gli occhi.

“La fonte dell'eterna giovinezza!”

 

Fasci di luce, bombe d'aria, sfere d'energia e flussi di ombre attaccavano Void contemporaneamente, ma la creatura rimaneva ferma ed inghiottiva ogni attacco ed anzi, sembrava addirittura divertirsi nel rimanere in quell'occhio del ciclone. Lydia- l'unica che non stava attaccando Void -corse al tavolo dove il laboratorio dell'Alchimista si ergeva come un'opera d'arte. La rossa si mise a cercare fra le pietre, fra le ampolle e fra gli innumerevoli fogli qualcosa che sapeva poter contenere informazioni sulle attività di quell'uomo: il proprio grimorio. Mentre Void scompariva, attaccava gli altri guardiani alle spalle, facendoli volare da un punto all'altro della stanza, la ragazza dai capelli rossi non si dava pace e continuava a rovesciare le fiale, le erbe e persino qualche alambicco.

“Lydia!” urlò Tyler “Ci servirebbe una mano!”
“Arrivo.” disse la rossa, continuando a cercare e sbattendo i pugni sul tavolo, frustata dall'infruttuosa ricerca. Il gesto di stizza, però, aiutò la ragazza nella sua spasmodica questua, ed all'improvviso un cassetto si aprì, come chiamato da un'ordine superiore.

Lydia afferrò il libro e poi scaraventò il tavolo di legno contro Void, colpendolo con schegge e travi. La creatura ululò e scomparve, per poi ricomparire alle spalle della ragazza, ma ecco che Dylan arrivò in soccorso della ragazza e generò una nuvola di tenebre che potesse nasconderla dall'immonda creatura. Lydia corse fino alla parete opposta e tese un braccio, facendo crollare i mattoni.

“Che fai?” domandò Skylar, mentre Void risucchiava la nuvola con la sua bocca insaziabile.

“Creo una seconda via d'uscita.” spiegò Lydia, ma la torre era alta almeno una decina di metri e saltare sarebbe stato inutile, oltre che rischioso- e solo Skylar sapeva volare.

I due ragazzi furono distratti dall'urlo di Vyvyen e videro la bionda tra le grinfie serrate di Void, videro la sua bocca spalancarsi e i suoi accendersi di quel verde spettrale per poi risucchiarne la magia. Tyler generò appena in tempo una sfera d'energia che esplose sulla faccia del mostro e lo fece volare contro il lato opposto della stanza. Skylar e Dylan corsero ad aiutare la bionda e raggiunsero Lydia e Tyler che guardavano il vuoto che si apriva sotto i loro piedi.

“Saltiamo!” disse Lydia, e gli altri tre ragazzi la guardarono come impazzita. “Saltiamo e Tyler, per l'amor del cielo, crea un varco in tempo!” spiegò Lydia, ed i tre fecero per protestare, ma ecco che Void si stava per rialzare e tornare all'attacco e non c'era più tempo per pensare. I cinque saltarono e chiusero gli occhi per poi atterrare su qualcosa di morbido, rimbalzare e cadere su qualcosa di più duro.

 

“Ahia!” disse Skylar, trovandosi il piede di Dylan in faccia e il gomito di Lydia sullo stomaco.

“Che caspita è successo?” disse Sydney, aiutando i ragazzi a districarsi da quel nodo di braccia e gambe. I cinque erano atterrati sul letto del biondo- sfondandolo con il loro peso -e poi erano caduti per terra, e a parte qualche contusione erano tutti sani e salvi.

“Void ha preso Vyvyen.” mormorò Dylan, aiutato da Kyle a stendere il corpo svenuto della sorella sul letto del biondo.

“Abbiamo incontrato l'Alchimista.” spiegò Tyler.

“E...?”
“E c'è sfuggito...” mormorò Skylar, sbuffando.

“Ah- disse Tyler, come ricordandosi di qualcosa e dirigendosi a passi pesanti verso Lydia – tu mi devi spiegare perché hai giocato a Dora-l'esploratrice invece di aiutarci!” spiegò, inviperito.

“Stavo cercando questo.” spiegò Lydia, mostrando un libro che teneva ancora stretta al petto.

“Cos'è?”
“Un Grimorio. Streghe e alchimisti hanno sempre un libro in cui scrivono le loro magie, quindi ho pensato che prenderlo sarebbe stata la soluzione migliore.” spiegò la rossa, sedendosi sulla scrivania di Sydney ed iniziando a sfogliarlo.

“Ehi! Non ho finito con te! Ti stavo rimproverando.” spiegò Tyler, visibilmente più addolcito dopo quella spiegazione.

“Noi che facciamo, adesso?” domandò Skylar.

“Aspettiamo che ad Acantha torni il sole e poi torniamo a prendere a calci nel sedere Void.” propose Dylan, seduto sul letto vicino alla sorella addormentata.

“E l'Alchimista.” aggiunse Tyler.

 

Erano passate ore da quando Void le aveva prosciugato la magia nelle vene, eppure Vyvyen era ancora stanca e debole. Ora era sul letto di casa che si rigirava tra le coperte, troppo arrabbiata per dormire e troppo esausta per fare altro se non rimanere sul letto a non fare niente. Qualcuno bussò alla porta della sua stanza e subito dopo entrò il suo maggiordomo con un vassoio pieno zeppo di leccornie.

“Ehi, Fred!”
“Signorina Vyvyen. Come si sente?” domandò l'anziano, poggiando il vassoio sul comodino della ragazza ed aprendo le finestre, facendo entrare il sole forte di inizio aprile.

“Stanca.” spiegò, sorridendo.

“C'è un giovanotto che chiede di lei.” spiegò.

“Chi?”
“Un certo Banquo. Lo lascio entrare?”

“Oh sì, certo, ma dammi dieci minuti!” spiegò, alzandosi e dirigendosi in bagno per sciacquarsi la faccia. Vyvyen si guardò allo specchio, l'assenza di magia aveva reso i suoi capelli meno splendenti ed il suo volto meno luminoso, ma si convinse che era comunque bella abbastanza da fare la finta malata e ricevere Banquo senza sembrare uno zombie. Quando tornò in camera, infatti, trovò Banquo che l'aspettava, seduto composto sul bordo del letto appena fatto da Fred.

“Ehi!”
“Ehi! Ho saputo che stavi male e allora sono venuto a farti visita.” disse lui, sorridendole.

“Non hai paura di venir infettato?” domandò lei, sedendosi al suo fianco e iniziando a giocare con una ciocca di capelli biondi, mentre Banquo rispondeva con tranquillità che l'influenza di stagione l'aveva già avuta e non era un granché.

“Due giorni a casa e poi ti sentirai come nuova!” concluse, avvicinandosi impercettibilmente a lei.

“Hai altri consigli, dottore?” domandò lei, inclinando il volto come per prepararsi a ricevere un bacio.

“Solo tanto riposo.” sorrise lui, e quando i centimetri furono troppo pochi per essere bruciati con movimenti lenti dei tendini del collo, il ragazzo prese coraggio ed accorciò le distanze, baciando la ragazza sulle labbra fresche e accarezzandole dolcemente il viso.

 

  
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