Mido è due giorni che sta facendo la penosa dieta del silenzioso, mangia un biscotto a colazione, a pranzo mezzo piatto di pasta -e non importa di quale dimensione sia, lui mangia sempre la metà di quello che deve- e a cena poco e niente. Il verde si crede troppo in carne nonostante la sua perfetta forma magra e secca, e quindi continua ugualmente a guardarsi allo specchio senza tregua, convinto che debba mettersi a dieta.

È una di quelle sere in cui Ryuuji torna tardi dal lavoro e Hiroto gli prepara qualcosa di veloce per poi andare a dormire.
Il rosso sta preparando del riso con verdure, lo sa che è il suo piatto preferito e che non lo rifiuterebbe mai, inoltre è anche semplice e lui -a sua detta- non ha problemi a prepararlo.
Arrivato a casa il pistacchietto poggia la borsa all’ ingresso, bacia Kiyama e va a cambiarsi, per poi sedersi a tavola con suo marito, raccontandogli qualche fatto della giornata come al solito.

Hiroto prepara il piatto per il verde e glielo mette sotto il naso, l’ altro fa una faccia leggermente confusa e stralunata per poi prenderne ad assaggiarne qualche chicco, confermando la sua solita bontà.
Il piatto non è abbondante, infatti è molto più piccolo del solito.
Midorikawa mangia tranquillamente parlando con il marito, il quale lo guarda con particolare attenzione questa sera.
Arrivato a metà del piatto inizia a giocare, usando la forchetta, con i chicchi di riso e i filetti di verdura per poi bere circa quattro bicchieri d’ acqua per sentirsi pieno e colmare la sensazione di vuoto.
-Hiro io sono a posto, non mi va più- sibila Mido per poi alzarsi tenendo le braccia dritte sul tavolo e facendo per andare via, guardando per un’ ultima volta il piatto di pasta che vorrebbe finire, ma sa che non deve.
Hiroto non dice nulla, sorride compiaciuto e si alza anche lui sotto gli occhi ancora storditi del compagno che segue i suoi movimenti con molta attenzione.
Il rosso gli va vicino, si mette dietro di lui senza dire una parola e gli abbassa lentamente le spalle, l’ altro non ha il tempo di reagire e finisce nuovamente seduto.
-Ti ho osservato molto in questi giorni e ho notato che mangi sempre la metà di quello che hai nel piatto, quindi ora mangia, che quello è già la metà di quello che dovresti, non ti ho messo la solita porzione abbondante appunto per fare una prova, infatti ci sei cascato in pieno- dice dolcemente lasciandogli un leggero bacio sulle labbra, per assaporare il gusto del suo piatto preferito, per poi tornare a sedersi al suo posto davanti al marito.

Il rosso prende la forchetta e raccoglie qualche chicco di riso dal piatto quasi pieno per poi avvicinaglielo alle labbra, stuzzicandolo a mangiarne ancora, perché lui lo sa che ne vuole altro ma non ne ha coraggio e non vuole interrompere quella che dovrebbe essere una dieta, ma che invece è solo un inferno.
-Sappi che per me vai benissimo come sei- sussurra il rosso molto teneramente guardandolo eloquente con la faccia da “Ho capito tutto, non mi mentire più”.
Il compagno chiude gli occhi stringendoli forte per poi prendere con le labbra la metà di quello che c’ è sulla forchetta, e Hiroto gli sorride nuovamente, è evidente che Midorikawa non si sia ancora rassegnato all’ idea di abbandonare quella dieta appena cominciata.
-Non credo che tu abbia la bocca così piccola- si lamenta con una occhiataccia divertita e Midorikawa arrossisce in un momento, capendo perfettamente la battuta sporca del compagno, il quale è solito fare queste affermazioni stupide riguardante i loro rapporti.
-Sei Un Pervertito!- urla con tutte le sue forze strizzando gli occhi e alzandosi nuovamente in piedi, quelle affermazioni da maniaco lo mettono a disagio ed è in quei momenti che vorrebbe sbranarlo vivo.
-No, Sono Preoccupato!- esclama di rimando alzandosi in piedi e avvicinando nuovamente la forchetta al marito.
Mido, rassegnato, emette un sonoro sospiro e finisce quel boccone lasciato a metà per poi riprendere possesso della forchetta.
-Buono?- domanda Kiyama con faccia curiosa sotto il giudizio minuzioso del marito.
-Vuoi la verità? Il riso è poco cotto e infatti è duro, le carote si sono sciolte quando invece dovrebbero essere semplicemente morbide, le zucchine sono state tagliate male, le patate sono diventate purea e la cremina di fagioli non è venuta, inoltre gli asparagi hanno troppi fili- sentenzia con un sorriso sulle labbra e la forchetta alzata verso l’ alto con una faccia da saputello rimproverando il marito.
-Ma io credevo di essere stato  bravo!- si lamenta poggiando la testa sul tavolo con viso rassegnato e uno sconforto indescrivibile addosso, anche se lui lo fa apposta a farsi vedere triste.
-Lo saresti stato, se ci fossi stato io con te a cucinare- risponde puntandogli contro la forchetta facendola girare in tondo come a formare dei cerchi immaginari.
-La prossima volta ne cuciniamo tanta allora- risponde l’ altro con una risata sforzata sperando di non ricevere altre domande.
-Perché quanta ne hai buttata scusa?- chiede guardando il suo piatto vuoto, dopo aver finito ogni chicco, con fare stupito e preoccupato, Hiroto non è proprio il tipo che butta solo la quantità che va mangiata, di solito ne fa cuocere altra in modo da fare il bis.
-Solo il pugno che ti sei mangiato- risponde timidamente grattandosi la nuca con la mano, cercando di non incrociare i suoi occhi ancora affamati.

Ed è così che la lezione di cucina per il suo Hiroto è arrivata quella sera stessa, tra un bacio e l’ altro.