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Autore: MrsShepherd    24/07/2016    0 recensioni
Ho pensato creare una storia che procedesse per file parallele e contemporaneamente esplorasse la vita famigliare di Bones e Booth, le gioie e le preoccupazioni di un genitore. La storia si basa sul film "Genitori in trappola". Bones e Booth vivono in due stati separati ognuno con una rispettiva figlia, ma non sanno che le gemelle stanno tramando qualcosa che sconvolgerà le loro vite! Enjoy!!!
P.S: E' la mia prima storia, spero vi piaccia!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16: Promesse da mantenere

 

Emily Bratt espirò. Abbassò le spalle, si allontanò dall'arma di precisione posta su di un treppiedi professionale e aspettò.

- Dobbiamo intervenire?- sussurrò portandosi le mani all'auricolare in dotazione. Dall'edificio di fronte nessuna risposta.

Hazel piombò supina sul suo sangue. Brennan la girò rapidamente: - Booth!-

L'uomo si chinò su Gary Clarkson, premette con un ginocchio la ferita sulla spalla e si avvicinò al suo orecchio, adagiandosi sul suo peso: - Adesso ti propongo un patto fottuto sacco di merda. Se lei muore, tu muori. Semplice. Siamo intesi?- sussurrò esercitando una maggiore pressione.

- ...Vaffanculo!- sputò l'emulatore dolorante.

- Siamo intesi?!-

Bratt entrò abbassando l'arma di ordinanza: -Dove mi volete?-

- Ammanettalo tu. Se no lo uccido.-

- Con piacere. Adesso te la chiudo quella bocca frocetto di merda.- rispose la donna.

- Bones che devo fare?- disse Booth guardando la moglie intenta a pulire la bocca di Hazel dal sangue.

- Fa pressione sulla gamba. Non smettere.-

- Mamma...- sussurrò la piccola allo stremo delle forze

- Non muoverti tesoro, stai andando benissimo.-

- Ho paura...io non voglio morire.-

- Non morirai. Te lo prometto.-

- L'ambulanza sta arrivando.- la rassicurò Bratt

- Sentito? L'ambulanza è vicina e presto sarà qui... resta sveglia, non dormire.-

Hazel vomitò: - Scusa.- sussurrò verso la madre.

- Non importa, solo...non dormire...Guarda, c'è anche papà qui con te, non ti lasciamo sola. Booth, continua a fare pressione.-

Booth si guardò i vestiti, fradici e densi di sangue. Era troppo per una bambina.

- Mamma, papà...io...non è vero che vi odio. Mi dispiace, volevamo solo che voi...e Jasmine...e Christine...Parker...-

- La stiamo perdendo. Dove cazzo è quest'ambulanza!?-

- Qui.- rispose un soccorritore, entrando con la sua squadra nell'appartamento.

Hazel venne adagiata sulla barella e caricata sull'auto; Booth continuava a premere sulla ferita e non voleva smettere, neanche quando i medici dell'ospedale gli dissero che se ne sarebbero occupati loro. Brennan stringeva la manina della figlia, con il pollice sul suo polso, per accertarsi che fosse ancora viva. Durante il viaggio perse conoscenza, ma si risvegliò prima che la portassero in sala operatoria.

- Mamma...non voglio finire sul tuo tavolo, ti prego. Promettimi che non finirò sul tuo tavolo...-

Bones la baciò ripetutamente sul volto: - Oh tesoro, te lo prometto, ora va'. Ci vediamo dopo, andrà tutto bene.-

Booth e Brennan la videro sparire dietro le porte scure della sala operatoria; Seeley incrociò gli occhi color ghiaccio di Bones, la guardò eloquentemente e lei capì: - Non lo so. Non lo so Booth.-

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Il chirurgo uscì dalla sala operatoria e venne aggredito da mezzo Jeffersonian. Prese dolcemente per le spalle i genitori di Hazel e li tirò in disparte.

- Hazel durante l'intervento ha avuto un crollo della pressione perchè il proiettile ha colpito un arteria causando la perdita di molto sangue. Però l'abbiamo ripresa, il proiettile è stato rimosso ed è viva. Aspettiamo che si riprenda in questi giorni e poi dovremmo operarle entrambe le gambe, adesso è in terapia intensiva, potete vederla, ma avrà bisogno di riposare.-

- Ma...ma sta bene? Cioè starà bene dottore?- chiese Booth preoccupato.

- Vostra figlia è viva e ha tanta voglia di lottare. Siate contenti per questo.-

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Temperance Brennan sfogliava le radiografie della figlia bevendo una tazza di caffè bollente. Si era abituata a leggere e analizzare i documenti anche senza essere in ufficio e l'odore di disinfettante dell'ospedale non la turbava più. Booth si avvicinò.

- La squadra della scientifica è appena arrivata a casa tua, se la nostra teoria è giusta dovrebbero trovare una testa, il pezzo mancante. Hanno tracciato il perimetro e hanno portato i cani, ora non ci resta che aspettare.-

Bones annuì: - Bene. Christine dov'è?-

- L'ho lasciata con Hazel, nella sua stanza. Ho appena parlato con il dottore, mi ha detto che gli interventi sono andati bene e che Hazel sta recuperando in fretta, ma probabilmente questo già lo sai.- disse l'uomo indicando le radiografie in mano alla moglie.

- So che non sei d'accordo, ma dovremmo pensare anche ad un percorso di tipo psicologico per lei, dopo quello che ha passato...anche per Parker...-

- No, no, hai ragione, le farebbe bene. Farebbe bene a tutti...ma aspettiamo che torni a casa, in questi giorni ne ha già passate troppe. Cerchiamo di focalizzarci su una cosa alla volta. Tra poco ci sarà il processo e finalmente tutto questo sarà finito.- sospirò: - Come procedono le ricerche nell'appartamento di Gary Clarkson?-

- Hodgins ha trovato della carta bruciata nel caminetto, potrebbero essere le lettere che lui e il Becchino si scambiavano in prigione, ma non è possibile provarlo con certezza, il fuoco ha distrutto tutto.-

- Quindi non è possibile provare che Heather Taffet era la mandante degli omicidi.- soggiunse Brennan secca.

- No, però abbiamo le telecamere del carcere che la collegano a Gary, quindi sicuramente il giudice ne terrà conto e la priverà di un po' di privilegi, che aveva prima, insomma.-

Brennan mise le radiografie nella cartelletta e la porse a Seeley, che ringraziò e si sedette accanto a lei.

- Bones, senti...dobbiamo affrontare l'argomento...dobbiamo parlare di noi. Aspetta, ma dove vai?!-

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Bones si fiondò nella camera d'ospedale di Gary Clarkson; lo trovo steso sul lettino, ammanettato, intento a gustarsi una gelatina al lampone.

- Ti aspettavo.-

- No, non è vero.- rispose lei impassibile.

L'emulatore assunse la stessa espressione della sua interlocutrice: - Avanti, dimmi quello che vuoi, visto che sei venuta qui per parlare.-

- Cosa te lo fa pensare...magari sono venuta per ucciderti.-

- Allora avresti mandato via le guardie che piantonano la mia porta, avresti usato un silenziatore e soprattutto ti saresti preoccupata di eliminare le telecamere che ci stanno riprendendo dal momento in cui sei entrata.- le indico: - Dica cheese dottoressa Brennan.- sorrise beffardo lui.

Bones strinse i pugni: - Bene, allora saltiamo i convenevoli: Heather Taffet è tua madre.-

Gary smise di mangiare: - Chi?- chiese con falsa sorpresa.

- Il Becchino, la donna con la quale hai scambiato le lettere che vi incrimineranno per tutti gli omicidi.-

- Ah quella simpatica vecchietta: fammi capire, Heather Taffet, mia madre, con il suo fare persuasivo mi avrebbe convinto, attraverso delle lettere ad uccidere delle ragazze indifese? -

- L'hai detto tu.- disse Bones con occhi infuocati.

- E' una bella storia, ma campata in aria. Posso confermare che Heather è mia madre quanto dire che tu sei mia sorella, ma è solo la mia parola, non ha nessun fondamento, non troverà niente tra i miei documenti, ne tra i suoi.-

- C'è sempre il DNA. Quello stabilirà chi ha ragione.-

- Ma vi serve il mandato e per quello prove che convincano il giudice, prove che non troverete, perchè non avete in mano nulla che ricolleghi veramente a me; al massimo sarò incriminato per il tentato omicidio di tua figlia, ma niente di più.-

Il cellulare di Bones trillò, lesse il messaggio:

Abbiamo trovato la testa, Hodgins ha rinvenuto dei resti seppelliti nel giardino di G.C. Se corrispondono alle vittime è fatta. È finita Bones. Seeley.”

Brennan chiuse il cellulare e guardò l'emulatore, il sorriso beffardo dell'uomo si spense in un istante.

- Non mi servono le prove, mi basta quello che hai detto tu: supposizione di colpevolezza, e poi, davanti a tutte queste telecamere che come hai detto hanno filmato tutto, vedrai che il giudice si mostrerà interessato al tuo albero genealogico.- Bones indicò la telecamera: - Dica cheese Gary Clarkson. Ci vediamo al processo.-

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Hazel aprì gli occhi, un odore di ciambelle, di matite e di vaniglia aveva invaso la stanza interrompendo il suo sonno da convalescente. Accanto al suo letto Jasmine era china su di un foglio di carta, intenta a finire un disegno, concentrata nella sua attività non si era accorta ch la sorella la stava fissando.

- Hey Jaz.- sussurrò lei.

La bambina le si gettò al collo: - Hazel!!! Sei viva, credevo dormissi per sempre!-

- Come la Bella addormentata nel Bosco?-

- Come la Bella addormentata nell'ospedale, però tu sei più bella!- sorrise e le baciò la mano.

Hazel rise divertita: - Come sei venuta qui?- le chiese.

- Con l'aereo.- Jasmine le porse una ciambella e diede un morso alla tortina alle mele che si era presa per sé: -Papà mi ha lasciato qui e poi è andato via con mamma, torneranno stasera.- ingoiò l'ultimo pezzo di pasta.

- Quella la mangi?- e indicò la ciambella che aveva appena dato alla sorella: - Non ho mangiato in aereo.- si giustificò gongolando.

Hazel sorrise e le riconsegno la pasta: - Prendila tu. Io non posso ancora mangiarla. Sono andati al processo?-

- Penso di sì. Hazel, dopo cosa succederà? Cosa faremo?- chiese Jasmine

- Non lo so, ma sono cose che devono decidere i grandi, dobbiamo imparare a fidarci di loro.-

- Hai ragione.- disse Jasmine e le prese la mano: - Disegniamo insieme?-

- Passami una matita...-

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Booth e Brennan uscirono dall'aula di tribunale. Cam si avvicinò a Bones e le mise una mano sulla spalla: - Ottimo, lavoro dottoressa Brennan.- poi si rivolse a Booth e lo portò via da lei. Angela e Hodgins raggiunsero Bones per farle i complimenti.

 

- Seeley aspetto una risposta alla proposta che ti ho fatto, allora, vorresti rimanere qui come agente in dotazione al Jeffersonian?-

- Non lo so Cam. Può darsi. Per ora l'unica cosa che vorrei fare è rimanere un po' con Bones e la mia famiglia.-

Booth si voltò verso Bones e la guardò, anche lei ricambiò il suo sguardo e com se fosse attratta da un magnete corse verso l'uomo, si fermò solo quando fu vicina al suo viso, vicina alla sua bocca. Appoggiò le mani sul suo petto e lo baciò: -E' finita.- sussurrò alle sue labbra:

- E' finita.- rispose Booth ricambiando il bacio.

Emily Bratt interruppe il loro bacio.

- Ehm ehm, odio dover interrompere.- poi indicò l'uomo ammanettato: - Volete fare voi gli onori?

- Con piacere,- rispose Brennan: - Prima però dobbiamo andare a salutare una persona.-

Si fermarono davanti ad una cella chiusa, dalla porta blindata e senza finestre, l'odore di stantio era più forte nel braccio di isolamento e dalle celle accanto, anche esse serrate ermeticamente provenivano urli disumani e insulti.

- Apra lo sportello.- Disse Bones alla guardia che obbedì immediatamente:

- Heather Taffet!- urlò Temperance Brennan e mostrò Gary Clarkson a sua madre, come se fosse un trofeo: - Ammira tuo figlio.- ringhiò Booth.

E se ne andarono, tenendosi per mano, lasciandoli soli, nella penombra, in quelle celle così simili e così lontane che sarebbero state case per il resto dei loro giorni.

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- Bones, che ne sarà di noi?-

- Beh, io penso che ci siano i presupposti per ricominciare.- sorrise Bones

- E cosa diremo alle ragazze?-

- Diremo loro che questa storia ci ha aperto gli occhi; che non possiamo fare a meno l'uno dell'altra, che ci siamo ritrovati e non ci perderemo mai più.-

- Non facciamo promesse che non riusciremo a mantenere.-

- Invece le manterremo Booth perchè siamo una famiglia, siamo legati nel profondo da un legame indissolubile. Non importa, qualsiasi cosa accadrà, io non vi perderò di nuovo.-

- Questa è fede, dottoressa Temperance Brennan?- chiese Booth malizioso prendendola per mano.

- E' speranza, speranza nell'amore.-

Insieme tornarono dalla loro famiglia

E non avvenne niente di più importante che questa frase non possa spiegare.

 

 

 

 

FINE.

   
 
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