Titolo: 50 c o n t r o 2
Fandom: Saint Seiya
Coppia: DeathMask/Aphrodite
Writing community: 1frase
Set di temi: Beta
Rating: Arancione
Note: Ci sono cascato ancora. Le writing community mi hanno rubato
l’anima. Gh. Vabeh, me le
sono tolte in fretta, alla fin fine… Ebbene sì, lo scopo di 1frase è di scrivere una frase (duh!) per prompt, partendo da una coppia di riferimento. Per chi
crede sia difficile fare bene una drabble, provi a fare QUESTO. Dai, coraggio.
Le frasi solo scollegate tra
loro, tranne nella coppia 27-39: solo lì non ho
rispettato l’ordine per farvele apprezzare meglio in relazione una con l’altra.
Ultima cosina, per la numero 30 vi rimando a wikipedia:
apritelo solo dopo averla letta, nel caso non capiste il riferimento, se no che
gusto c’è!?
Dediche: A Kijomi, che se le è beccate a spizzichi e bocconi per un bel po’. E poi, è un Aphrodite bellissimo.
50 c o n t r o 2
[01. A n g e l o]
Noi non siamo angeli, Aphrodite, niente stronzate del
genere; ma neanche demoni, come i “grandi eroi” del Santuario credono; siamo
solo noi stessi, ‘staminchia.
[02. S o r r
i s o]
Aphrodite sorrideva, promettendo bellezza e letalità; sorrideva, ostentando
superiorità e sicurezza: bugiardo, sorriso bugiardo.
[03. F e l i c i t à]
”La felicità è qualcosa di profondamente relativo, non credi?” -disse
Aphrodite- “Certo che lo è, tu ti diverti ad annaffiare erbacce, io sono felice
con una pizza dopo aver decapitato qualche sfigato” –rispose quel maniaco di
DeathMask.
[04. P e r i c o l o]
Il pericolo maggiore, per Aphrodite, era di dimenticarsi dove finisse lui e
dove iniziasse l’altro; dove iniziassero loro, e dove finisse il resto del
mondo.
[05. C o n f u s i o n e]
Aphrodite era confuso: era solito stare da solo, irridendo
delle altrui debolezze; eppure, non riusciva a comprendere DeathMask, che
pareva ridere ancora più di lui.
[06. M o n d o]
DeathMask vide Aphrodite comparire per la prima volta in un
tripudio di petali, letali e meravigliosi: egli percepì i confini del suo mondo
racchiudersi intorno a lui –intorno a un profumo che
sapeva apprezzare, perché sapeva di guerra.
[07. F i n e s t r a]
DeathMask e Aphrodite erano finestre su due mondi diversi,
affacciati nella medesima direzione.
[08. S p a z i o]
”Vedi lo spazio tra me e te, Cancer? Ecco, deve
rimanere tale: sparisci.” Un ghigno, in risposta:
“Sarai tu a implorarmi di colmarlo, principessina.”
[09. V i s t a]
“Più ti guardo e più vorrei ucciderti.”
“Più mi guardi e più vorresti che io ti scopassi, vorrai dire.”
[10. P a c e]
In Saga il traditore DeathMask e Aphrodite avevano
visto la pace, vestita per
[11. S b a g l i o]
Entrambi avevano commesso molti sbagli eppure, davanti al Muro del Pianto, essi
svanirono; rimase solo uno scintillio di anime dorate.
[12. O c c h i o]
Quando DeathMask incontrò Shiryu il Dragone, imparò un nuovo
significato del detto: “occhio non vede, cuore non
duole.”
[13. M a r e]
Lo sguardo di Aphrodite era profondo, profondo come il mare; era lo specchio
della bruttura del Mondo, che lui cercava di purificare con il suo profumo –che
cercava di dimenticare, sulle labbra di DeathMask.
[14. F o l l a]
“Potrà non piacerti la folla, Death,
ma non puoi mica disincarnare mezzo centro commerciale ogni volta che andiamo a
fare compere, santo cielo.”
[15. G a b b i a n o]
L’uccello del mare volava, fiero e veloce,
come immagine di purezza e libertà: “Uccello di merda.”
pensò DeathMask, guardandolo.
[16. S o g n o]
Sogno di nulla, fiori, morte, ombre scarlatte e rosate e
purpuree; sogno di due amanti, e di Eroi mancati che
forgiarono il loro onore: sogno di due vite, di un unico destino.
[17. L i b e r t à]
Aphrodite e DeathMask pensavano di avere la libertà di essere ciò che erano: non sapevano che quella era la loro
maledizione.
[18. G e l a t o]
“Maledizione, i miei cespugli di rose sono di nuovo coperti di brina! Ma è possibile che Athena abbia collocato il Saint delle rose di fianco a quello dei ghiacci?!”
[19. C o n t r o l l o]
DeathMask voleva il controllo assoluto sulla sua vita, sulla sua forza, sul suo destino; voleva essere padrone e sanguinario eroe dominatore: poi, giunse Aphrodite.
[20. P e s c e]
”’Staminchia”
ringhiò DeathMask “solo perché tu sei il Saint di
Pisces io non dovrei mangiarmi una triglia? Animalista del cazzo.”
[21. S o l e]
Il potere dei Santi d’Oro deriva dalla possanza del Sole, eppure Cancer era
oscuro e privo di colore; solo il ricordo di un pallido sentimento rimandava al
calore dell’Astro della Vita.
[22. B r e z z a]
Il respiro di DeathMask sulla pelle era come brezza di mare: intenso, dal sapore salino; il corpo di Aphrodite lo reclamava, ancora una volta.
[23. C o s t a]
Sia il Saint di Pisces che quello
di Cancer si erano allenati su una costa: costa di gelo per uno, costa di Sole
per l’altro.
[24. C i t t à]
La città era una ambiente estraneo, per loro che vivevano in un mondo arcaico:
eppure, sapeva dare soddisfazioni anch’essa… “Noi non entreremo in quel cazzo di Gay Bar, Aphrodite. Scordatelo.“
[25. C a s a]
Nessuno di loro aveva mai avuto una vera casa, a parte ciò che custodivano: insospettabilmente, la trovarono l’uno nel respiro dell’altro
[26. B u g i a]
”Dire che ti amo è una bugia; sarebbe meglio dire che
ti voglio.”
[27. T e l e f o n o]
“…Aphro, vuoi spiegarmi perché
cazzo ti sei comprato un cellulare, se possiamo usare il Cosmo per comunicare?!” –un sospiro di sufficienza, dall’altra parte: “È proprio
vero che sei un barbaro, Cancer.”
[39. M o t o r e]
“…Cioè, mi hai rotto le scatole per il cellulare e tu ti compri un’automobile, DeathMask?!?” –lui sghignazzò impunemente di rimando: “È proprio vero che sei una checca, Pisces.”
[28. O r i z z o n t e]
Quando Aphrodite e DeathMask guardavano l’orizzonte, vedevano solo una linea inutile: altri erano i veri confini, altre le divisioni tra ciò che è e ciò che è invisibile agli occhi.
[29. S t i l e]
“Diamine, ma è così
ovvio, Cancer. La forza di un Saint non si
determina dal vigore fisico, dall’allenamento mentale e neanche troppo dal
Cosmo: risiede tutta nello stile; io ce l’ho, e tu no.”
[30. M a l i n c o n i a]
Una porta si apre di scatto, alla Quarta
Casa: “Ah, ti ho beccato, Cancer! Allora è vero che guardi Suzumiya Haruhi no Yuutsu!”
[31. B a c i o]
I suoi baci odoravano di sangue; colore che aveva ucciso, DeathMask li portava
addosso –sotto la pelle: Aphrodite pensò
che non avrebbe mai baciato nessun altro.
[32. M a n o]
Le mani di DeathMask erano in grado di uccidere, questo lo sapeva chiunque;
Aphrodite, però, si era sorpreso nel valutarne la capacità di creare, usando il suo corpo come
morbida argilla.
[33. C a d u t a]
Cadevano insieme, verso le profondità dell’Ade, dopo
il colpo inferto loro da Rhadamanthys; senza speranza, senza futuro, ma
insieme… fino alla fine.
[34. V o l o]
Petali in volo, nell’aria satura di guerra; veleggiano, leggiadri e mortiferi,
verso il petto di un eroe bambino; volo di petali, nel sangue e nell’aria, per
[35. F e l i n o]
“Il tuo gatto,
Cancer, ha distrutto un cespuglio delle mie
rose. Come credi di rimediare?”
”Boh, qualche geranio qua e là e non te ne
accorgerai, isterico…!”
[36. G r a v i t à]
Per gli uomini comuni la gravità era un vincolo: per DeathMask e Aphrodite, una delle tante leggi da infrangere.
[37. F a n t a s m a]
DeathMask era il signore dei fantasmi; gli spiriti aleggiavano su di lui
–dentro di lui- dandogli forza ed orgoglio e paura… senza tregua.
[38. L o t t a]
“Non ha senso lottare,
se non hai una bandiera da seguire”: questo dicevano loro; eppure, i due
Santi Decaduti tornarono nell’auge dell’Oro, seguendo la bandiera del loro
animo.
[40. T o r n a d o]
Aphrodite sentiva DeathMask muoversi dentro di lui,
con forza ed arroganza: aveva su di lui l’effetto devastante di un tornado.
[41. V e c c h i a i a]
”Perché ti preoccupi di invecchiare? In fondo hai già i capelli bianchi.”
[42. D o m a n i]
Aphrodite, giungendo nell’Ade,
trovò DeathMask alquanto furibondo; lui, che aveva classe da vendere, disse:
“Coraggio, Death: domani è un altro giorno.”
“…crepa in silenzio, Ciuriddu.”
[43. S a n g u e]
Bruciava, sul Gold Cloth, tutto quel sangue; bruciava
di sale e di colpa e di lussuria: quel giorno Colui che non aveva un Nome divenne DeathMask.
[44. P a r a d i s o]
Siamo Gold Saints, guerrieri della Giustizia capaci
di distruggere l’infinito; dovremmo meritarci il Paradiso… eppure non ci
giungeremo, DeathMask: il Paradiso non è per noi.
[45. V o l o n t à]
Uccidere il nemico è una questione di volontà; amarti è una questione di
necessità.
[46. R e a l e]
Solo il calore del suo corpo, e i suoi gemiti sommessi, potevano
suggerirgli che quello che stava vivendo fosse reale: gli sembrava di affogare
in un sogno perverso, sulle labbra di Aphrodite.
[47. R o s a]
L’essenza di Aphrodite risiedeva nelle sue armi, nei suoi tesori, nella sua maledizione: il Santo dei Pesci era
una splendida rosa sull’orlo di un precipizio.
[48. V o c e]
Il suono delle parole –al momento giusto, nel modo giusto- può ammaliare, distruggere; Aphrodite lo sapeva
bene: per questo dalle sue soffici labbra usciva veleno, tessuto di leggiadria.
[49. S o l i t u d i n e]
DeathMask era sempre stato solo, immerso nel suo mondo di morte; Aphrodite era
sempre stato isolato, troppo bello per essere avvicinato: insieme scoprirono
che due solitudini possono crearne una più grande.
[50. C e c i t à]
”Quel tipo sarà stato anche una ‘biscia orba’, ma a
quanto pare è riuscito comunque a prenderti a calci, Cancer.” … “Vaffanculo, Ciuriddu.”