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Autore: gangamoon    24/07/2016    3 recensioni
Il trio è tornato ad Hogwarts alla ricerca degli ultimi Horcrux. Harry viene a scoprire qualcosa di importante prima che sia Piton a dirglielo. Questo potrebbe cambiare il triste epilogo della storia…
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Un’altra versione di come doveva andare a finire (secondo me). Questa, devo dire, mi piace di più della precedente (Una nuova era), forse perché è più introspettiva. Harry all’inizio è sempre un po’ impulsivo, ma mostra (spero) un’evoluzione nel corso della vicenda. Stavolta ho mantenuto almeno il trio, anche se non ho approfondito le scene d’azione. Buona lettura! :)
 




 
Quando il dolore rende migliori



 
 
Il dolore era lancinante, gli appannava la vista. Eppure ormai aveva fatto l’abitudine alle continue cruciatus. Forse finora non aveva saggiato fino in fondo l’ira del Signore Oscuro. Qualcosa l’aveva fatto andare su tutte le furie. Qualcosa che riguardava Potter…Qualcosa che il ragazzo aveva fatto o doveva fare. Ma Severus non riusciva a pensare a cosa. Si trascinava per i corridoi e per i passaggi segreti, diretto ai suoi alloggi. Una comune pozione avrebbe alleviato il suo dolore. Se fosse andato subito, ora non si sarebbe trovato in queste condizioni. Ma aveva dovuto impartire gli ultimi ordini ai Carrow, controllare i passaggi che portavano ad Hogwarts, nella possibilità che Harry Potter avesse avuto davvero l’insana intenzione di farvi ritorno. Mancavano poche rampe. Le gambe non reggevano più il suo peso. La scala stava prendendo la direzione sbagliata… Avrebbe potuto riposarsi solo pochi istanti… La scala ruotava più in fretta di quanto ricordasse. Poi tutto si fermò e c’era solo il buio.
***
Harry Potter e i suoi amici camminavano a passo veloce per i corridoi del castello, senza una meta precisa. Congetturavano su dove potesse trovarsi l’horcrux di Corvonero. Nella rispettiva sala comune non era stato trovato nulla di particolare e il tempo stringeva. Sempre allerta, nel caso si fossero imbattuti in qualche Mangiamorte, svoltavano a destra e a sinistra fino a giungere alle scale a cui piace cambiare. Sembrava non fosse passato che qualche istante da quando, il loro primo giorno ad Hogwarts, erano rimasti a contemplare a bocca aperta quell’insolita struttura. Percorrendo una rampa, si fermarono di botto, alla vista di una sagoma scura pochi gradini sotto di loro. Senza esitazione Harry puntò la bacchetta, con il viso contorto dalla rabbia. Solo le parole di Ron e Hermione, che lo trattenevano, riuscirono a farlo ragionare.
– Ragiono benissimo anche senza di voi! Non capite? Dobbiamo interrogarlo! Sicuramente lui sa dov’è l’horcrux.
Ron e Hermione si lanciarono uno sguardo rassegnato e lo aiutarono a spostare il corpo nella Stanza delle Necessità.
Questa si aprì alla richiesta di Harry e Hermione inorridì alla vista delle catene a cui l’amico stava attaccando l’uomo ancora privo di conoscenza.
– Non credo che sia necessario…
– Che cosa ne possiamo sapere? È un assassino!
Hermione stava per ribattere, ma Ron la zittì con un cenno.
– Comunque non otterrai nessuna informazione fin quando è in questo stato. – Riprese Hermione indicando l’uomo – Dobbiamo curarlo.
– Hermione, non c’è tempo! Dobbiamo scoprire dov’è l’horcrux!
– Ammesso che lo sappia e che voglia dircelo – rispose la ragazza, piccata – come pensi di fare per interrogarlo? Vuoi torturarlo?
– Hermione ha ragione, – si intromise Ron per placare l’amica – sarà difficile ricavare da lui qualche informazione. E non abbiamo nemmeno del Veritaserum.
– Ho un’altra idea. Leggerò la sua mente.
– Non puoi usare la legilimanzia se non hai il contatto visivo! – Lo contraddisse prontamente Hermione – E dimentichi che Piton è un ottimo occlumante!
– Beh allora dovrò usare le maniere forti! È già messo male, non dovrò faticare molto.
Esclamò con rabbia il giovane brandendo la sua bacchetta, ma i suoi amici lo trattennero di nuovo.
– Aspetta… forse c’è un altro modo… – Hermione era titubante, ma non ammetteva che Harry potesse ricorrere a quei mezzi barbari nemmeno su un Mangiamorte.
– La formula è “somnium aperio”, puoi vedere cosa sta pensando in questo momento. Nel sonno la mente è libera da vincoli, forse scoprirai qualcosa… ma potrebbe non funzionare.
– Va benissimo. – Rispose il giovane frettolosamente, avvicinandosi alla figura immobile.

 
***
somnium aperio – pronunciò chiaramente.
E si sentì trascinare lontano, come quando si immergeva nel pensatoio, ma senza quel senso di vertigine dovuto alla caduta verso il basso.
Quello che vide gli strinse il cuore. Severus Piton stava immobile di fronte alle rovine di quella che, per un anno, era stata la sua casa a Godric’s Hallow. Di certo era venuto ad assicurarsi che tutto fosse andato secondo i piani di Voldemort. Le immagini scorrevano davanti ai suoi occhi, senza che lui si muovesse, come se vedesse la scena con gli occhi di Piton, oltre Piton stesso che vi agiva. Lo vide entrare incerto nella casa e con lui superare il corpo esanime di suo padre, scomposto sulle scale. Avrebbe voluto osservarlo più lentamente, ma le immagini di fronte a sé correvano, fino a fermarsi sulla soglia di quella che doveva essere stata la sua cameretta. Piton si accasciò contro lo stipite della porta. Sul pavimento della stanza, in mezzo alle macerie, giaceva una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi, ancora aperti. Accanto, nella sua culla, il piccolo Harry  piangeva, forse per il dolore della cicatrice che spiccava scarlatta sulla sua fronte delicata, non comprendendo quanto fosse accaduto.
E Piton, Piton piangeva… Si era inginocchiato vicino alla donna, sfiorandola appena con i polpastrelli, scostandole qualche ciocca arruffata dal viso. Piangeva disperato, invocando il nome di lei, stringendola forte a sé, cullandola fra le braccia. Non riusciva a dire nient’altro, solo quel nome, ripetuto come una nenia, interrotta solo dai singhiozzi e dai baci che l’uomo le posava sulla fronte.
Passarono parecchi minuti, in cui nulla era cambiato di quella visione. Poi Piton adagiò la donna di nuovo sul pavimento. Le chiuse gli occhi, congiunse le sue mani sul suo petto e fece apparire tutt’intorno a lei dei gigli bianchi. Quindi si appoggiò con la schiena alla culla di legno, il capo chino sulle ginocchia piegate. Non si era curato minimamente del bambino che non aveva mai smesso di piangere fino a quel momento. Ora il piccolo, con grande forza di volontà, si era arrampicato alle sbarre del suo lettino, ed era saltato giù in mezzo ai pupazzi. Solo quel lieve tonfo ridestò Piton che lo guardò impietosito gattonare fino alla sua mamma. Lo osservò per qualche minuto, con un enorme nodo alla gola, quindi lo prese in braccio.
– No, piccolino…la tua mamma non tornerà più – gli sussurrò, tenendolo di fronte a sé, appoggiato alle gambe. Poi i suoi occhi si fissarono su quelli del bambino e furono attraversati da un lampo di dolore.
– Perché?!? – Gridò – Perché tu sei ancora vivo e lei no?!??!
Torrenti di lacrime ricominciarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre stringeva il bambino a sé come poco prima aveva fatto con la madre. Ad un tratto si udì un rumore provenire dal piano inferiore. L’uomo si alzò, ridepose il bambino nella sua culla e si smaterializzò.

***
L’ultima cosa che Harry vide furono i suoi occhi neri. Due occhi neri pieni di dolore, che anche adesso lo fissavano.
Harry arretrò barcollando e i suoi amici accorsero a sorreggerlo.
– Harry! – Gridarono all’unisono – Che cosa è successo? Che cosa hai visto?
– Coraggio, Potter, dì loro cosa hai visto...
La voce di Piton tremava per la rabbia. Di nuovo Potter aveva frugato tra i suoi ricordi senza permesso. Ma questa volta, forse, il caso giocava a suo favore. Forse con quel ricordo avrebbe ottenuto la fiducia del ragazzo e avrebbe potuto compiere la missione affidatagli da Silente.
– Era una menzogna!
Purtroppo il ragazzo si dimostrava ancora una volta incapace di andare oltre i suoi pregiudizi, e ignorante.
– Harry, te l’ho spiegato prima – intervenne Hermione – sui sogni non può interferire alcuna barriera occlumantica, anche e soprattutto nel caso in cui si tratti di ricordi.
– Ma non è possibile… non può essere… lei amava mia madre?
Ron ed Hermione si scambiarono un’occhiata perplessa, tanto quell’ argomento era lontano da ciò che si erano aspettati.
–  Mi ha odiato perché mia madre non ha scelto lei?!? Perché io sono sopravvissuto e lei no?! Ha riversato tutto il suo dolore e i suoi sensi di colpa su di me solo per questo motivo?!? Quando avrebbe dovuto essermi amico…!
Piton non si era aspettato quella valanga di domande così accorate. Ognuna di quelle domande confermava quello che era stato. Avrebbe dovuto essergli amico… Aveva giurato di proteggerlo e lo aveva fatto per tutti quegli anni, ma forse non era quel tipo di protezione di cui il ragazzo aveva bisogno…
– Era necessario che tu mi odiassi. Nessuno doveva sospettare del mio tradimento. Anche quando ho… ucciso Silente. Il Signore Oscuro doveva fidarsi ciecamente di me perché io portassi a termine il mio compito…
– Sta dicendo – chiese Ron sbalordito – che per tutto questo tempo è stato davvero dalla nostra parte?
Hermione stava per esclamare che l’aveva sempre detto, ma si trattenne incrociando lo sguardo di Harry. Dopotutto, dalla morte di Silente neanche lei aveva avuto ragioni da sostenere a favore dell’uomo.
– Mi racconti tutto, ho bisogno di sapere.
– Harry… – lo interruppero Ron e Hermione – come facciamo con l’horcrux?
– Ti fidi di me, Potter?
Il ragazzo chiese con lo sguardo conferma ai suoi amici, prima di annuire.
– Bene, dimostralo liberandomi da queste. – Accennò l’uomo in direzione delle catene che stringevano i suoi polsi.
Quindi, restituitagli la bacchetta, i ragazzi gli chiesero cosa sapesse sull’argomento.
– Il Signore Oscuro ha messo i Carrow a sorvegliare la sala comune di Corvonero perché si aspettava che sarebbe stato il primo posto in cui sareste andati a cercare, ma sono convinto che l’Horcrux sia ben nascosto in qualche altra parte del castello. Avete guardato nella Camera dei Segreti?
Intanto attorno a loro la stanza cominciò a cambiare. Era venuta loro incontro. Adesso sapevano dove cercare, sebbene l’impresa apparisse più ardua che mai.
– Harry, dacci la mappa: mi è venuta un’idea. – Disse Ron.
E con quella si allontanò insieme ad Hermione.
– Potter, io non posso restare qui. Cercherò di rallentare l’attacco al castello… Ma prima ci sono delle cose importanti che devi sapere. Prendi questi. – Disse estraendo una fialetta dalla tasca.
– Cos’è?
– Sono ricordi. Appena puoi, guardali. Ti diranno cosa fare… Avrei voluto essere di maggiore aiuto…
Detto questo si allontanò velocemente per raggiungere il Signore Oscuro…

***
Harry corse a perdifiato. Doveva assolutamente fare in tempo. Se Voldemort aveva convocato Piton non poteva significare niente di buono. Arrivò ansimante al passaggio sotto il Platano Picchiatore e lo percorse fino alla Stamberga Strillante. Voldemort stava interrogando Piton sulla Bacchetta di Sambuco. Armato di tutto il suo coraggio, Harry fece l’unica cosa che doveva fare: dopotutto sarebbe dovuto morire ad ogni modo.
– Mi aspettavi, Tom?
L’ingresso inaspettato del Prescelto lasciò entrambi gli uomini di sasso.
– Credo che dovrebbe lasciarci soli, professore. – Disse rivolto all’uomo, guardando fisso nei suoi occhi.
Quello capì e, nei pochi istanti che lo separavano dalla porta, entrò nella mente del ragazzo. Un nuovo compito gli veniva affidato: trovare Ron e Hermione e uccidere il serpente. Non poteva fare null’altro per il ragazzo, solo assicurarsi che la sua missione fosse portata a termine. Con la sconfitta di Voldemort tutti quei sacrifici sarebbero stati ripagati. Si affrettò a uscire con il consenso del Signore Oscuro, ammirando, nel suo profondo, il coraggio e l’altruismo di quel ragazzo che aveva tanto biasimato, che aveva sempre paragonato all’odiato padre, quando invece aveva il grande cuore generoso di sua madre.
E quando quello stesso ragazzo, dato per morto, si fece ancora una volta avanti per affrontare definitivamente Voldemort, fu sorpreso di rallegrarsene, perché in lui anche una parte di Lily viveva. E quando Harry Potter prese le sue parti, difendendo le sue azioni e restituendogli una reputazione integra, allora gli parve davvero di essere stato perdonato dalla donna che amava, sotto le veci del figlio. Ancora una volta gli venne offerta la possibilità di ricominciare, senza rimpianti, e non aveva nessuna intenzione di lasciarsela scappare. Senza più legami con il passato, poteva davvero essere una persona migliore, fino a quando non si fosse ricongiunto alla sua Lily.




 
:3 :3 A voi la parola: preferite questa versione o la precedente?
Grazie a tutti quelli che lasceranno un parere e anche a chi è solo giunto a leggere fin qua ^_^
 
   
 
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