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Autore: Marpesia    25/07/2016    2 recensioni
1981, era dei Malandrini, ma niente guerra. James e Lily capiscono cosa vuole Remus. Sirius, l'unico che potrebbe realizzare il suo desiderio, ovviamente non ci arriva.
Dal testo:
"Ma davvero sei così ottuso?" chiese disperato James quando Sirius gli domandò dove volesse andare a parare.
"A Remus piacerebbe avere un bambino vostro" intervenne Lily entrando in sala con le mani sui fianchi."
“Bisogna essere sposati per poter adottare un bambino, insomma, lui è ancora single e i single non possono…oh.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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<> ~~Era stata una giornata piuttosto monotona in casa Potter, ma non per questo noiosa o meno divertente di altre: era domenica, James era stato a casa dal lavoro al Ministero nel distretto Auror e aveva potuto passare la giornata insieme a Lily e al piccolo Harry, che di lì a poco avrebbe compiuto un anno. Remus e Sirius, che abitavano insieme in aperta campagna piuttosto lontani dai due coniugi ma nonostante ciò andavano quasi ogni giorno a trovarli, avevano per l’appunto trascorso la giornata dai Potter, poiché anche Sirius, che lavorava con James, aveva la domenica libera. Essedo una giornata piovosa avevano trascorso tutto il tempo a casa, divertendosi con più svaghi: avevano giocato con il piccolo Harry, parlato di varie cose –dal Quiddich al nuovo locale aperto a Hogsmade, cercato di cucinare cose nuove tutti e quattro -risultato la cucina devastata- e avevano fatto una vera e propria battaglia di cuscini per tutta la casa, con tanto di barricate, trincee e divise mimetiche, ottenute con semplici incantesimi di trasfigurazione. E sì, avevano tutti e quattro ventuno anni. Quella sera, esausti, ordinarono delle pizze da un nuovo locale babbano dietro l’angolo aperto da poco, mentre guardavano la televisione babbana  –con James e Sirius che la guardavano spaventati e cacciavano gridolini spaventati ogni volta che c’era una nuova scena o pubblicità. Quando arrivò per Remus e Sirius di tornare a casa –il primo si reggeva a malapena in piedi per la stanchezza dovuta alla giornata e alla vicina luna piena- James pregò Black di rimanere un altro po’ perché voleva parlargli di una cosa; Lupin, mezzo addormentato, disse che avrebbe aspettato il compagno lì, e non voleva sentire ragioni.
“Rem, per favore, non ti reggi in piedi e vuoi aspettarlo? La cosa potrebbe andare per le lunghe” cercò di convincerlo James, mentre il biondo prendeva di nuovo posto su una sedia.
“Sì Moony, vai a letto che sei stanco. Poi ti raggiungo io, non preoccuparti” aggiunse Sirius che, quando si parlava del suo fidanzato, diventava docile, calmo, disponibile e quasi responsabile. Alla fine il mannaro cedette, non era in grado di ribattere in quelle condizioni a mezzanotte passata, e andò avanti. Una volta che fu scomparso nel vortice di fiamme verdi del camino, Prongs invitò l’amico a risedersi sul divano in sala i e lo guardò attentamente cominciando a parlare con nonchalance.
“Oggi Remus si è divertito, era carico nonostante la luna piena imminente.” Sirius lo guardò vagamente incuriosito, annuendo e chiedendosi come mai James volesse parlare del suo ragazzo; lasciò che l’occhialuto continuasse. “Era proprio contento, sì…quando poi si tratta di Harry sorride sempre.”
“Sì, il piccolo gli piace” concordò Black, ripensando alla faccia felice del suo Moony quando Lily aveva portato il piccolo Potter nella sala e lo aveva depositato sulle gambe del biondo, che aveva iniziato a farlo giocare e  fargli il solletico. “Ci sa fare con i bambini.”
“Esatto” fece James sorridendo. Sirius lo guardò perplesso domandandosi il perché di quella conversazione; dopo qualche momento di silenzio, in cui il ragazzo con i capelli arruffati lo aveva guardato senza smettere di sorridere compiaciuto e speranzoso, aspettando che l’amico capisse cosa intendesse dire, e l’altro lo guardava stranito, Potter sbuffò.
“Dannazione Pad, ma proprio non ci arrivi da solo?!” sbottò. La faccia perplessa di Sirius gli fece capire che no, non riusciva a connettere le cose.
“Allora” ricominciò il ragazzo con i capelli arruffati, parlando come quando si spiega un concetto ad un bambino piccolo. “A Remus piace passare del tempo con Harry. Harry è felice se passa del tempo con Remus, perché Remus, come hai detto tu, ci sa fare con i bambini.” Sirius continuava a non capire. “A Remus piacciono i bambini” ripetè James sull’orlo di uno sclero. Padfoot annuì. “È bravo a tenere i bambini.”
“Sì, certo, l’altro giorno ha tenuto il figlio di Frank e Alice e mio cugino Arthur a volte lascia i suoi rossi da noi, Rem riesce a tenerli sotto controllo tutti e sei. Li fa divertire e a volte insegna loro delle cose.”
“Ecco!” esclamò James vittorioso. “Ma davvero sei così ottuso?” chiese disperato quando Sirius gli domandò dove volesse andare a parare.
“A Remus piacerebbe avere un bambino vostro” intervenne Lily entrando in sala con le mani sui fianchi. “James, dovevi arrivare dritto al punto” continuò rivolta al marito. Aveva origliato la conversazione dei due perché sospettava che le cose andassero per quel verso, e dovevano essere chiari con Sirius, che tra l’altro ora stava zitto con la bocca spalancata.
“Davvero non ci arrivi? È così palese, insomma, ogni volta che c’è un bambino di mezzo sorride, li tiene sempre volentieri e loro stanno bene con lui.”
“Da…davvero?” chiese dopo un po’ il bel Black, sorpreso e dubbioso.
“CERTO!” gli urlarono contro insieme i Potter, ormai al limite della sopportazione.
“Mhh…non ci avevo mai pensato prima…” mormorò lui, ponderando la questione. “Sì, insomma, ora che ci penso è vero…potremmo adottare un bambino…”
“Alleluia!”
“Ma…” disse subito dopo.
“Basta, vado a tagliarmi le vene!” annunciò James uscendo dalla stanza. Lily prese il posto del marito e si sedette vicino a Sirius, chiedendogli cosa lo trattenesse e non lo convincesse.
“Bisogna essere sposati per poter adottare un bambino, insomma, lui è ancora single e i single non possono…oh.”
“Ci sei arrivato, finalmente!” ruggì Prongs rientrando nella sala con le braccia aperte in segno di vittoria. Si piegò davanti all’amico e gli parlò, scandendo ogni parola: “Tu ora vai da Remus, ok? Gli chiedi se vuole un bambino, ma non ora, è troppo stanco e ti risponderebbe che sì, gli piace il polpettone di mia madre.”
“Domani?” chiese emozionato Sirius.
“Fratello, quando ti pare, basta che lo fai!” rispose esasperato l’occhialuto. Poi riprese, più calmo “Dopo che glielo avrai chiesto, lui ti farà giustamente notare che non può adottare un bambino perché non è sposato, e poi, dopo questo, TU GLI CHIEDI DI SPOSARTI” finì con voce di nuovo alta. Sirius lo guardò per qualche secondo poi sorrise, annuendo energicamente e alzandosi dal divano.
Salutò i due giovani coniugi e si smaterializzò subito in casa sua, trovando Remus addormentato sul pavimento, davanti al camino della polvere volante. Probabilmente aveva cercato di aspettarlo alzato ma poi non ce l’aveva fatta. Sirius sorrise intenerito e lo prese in braccio, per poi portarlo al piano di sopra, nella loro camera, dove lo adagiò sul loro letto matrimoniale e si sistemò accanto a lui accarezzandogli i capelli mielati. Aveva una voglia matta di svegliarlo in quel momento e fargli la proposta, ma doveva essere tutto perfetto e di sentire le opinioni del tutto coerenti del suo ragazzo sul polpettone di Dorea Potter non aveva proprio voglia, in quel momento idilliaco.
“Vuoi sposarmi, Remus Lupin?” mormorò piano per sentire come suonava ad alta voce, e sorrise tra sé e sé, perché suonava davvero bene. Il suo fidanzato in quel momento dormiva, o forse era in uno stato di pesante dormiveglia da quando lo aveva preso in braccio o aveva parlato, o forse parlava nel sonno, o magari era del tutto sveglio e stava solo tenendo gli occhi chiusi, questo Sirius non poteva saperlo, fatto sta che Remus si rannicchiò di più sul petto del moro mormorando “Sì, lo voglio”.
 

   
 
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