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Autore: Meramadia94    25/07/2016    1 recensioni
Sequel di '' Capace di uccidere?''
Sakura torna a Tokyo per svolgere un lavoro universitario e nel frattempo pensa di poter godere della compagnia del fratello e dei suoi nuovi amici... ma come arriva in città verrà coinvolta in un nuovo caso che vede protagonista un membro della prima squadra. Fantasmi del passato che vogliono vendetta ed una sfida alla polizia che in caso di sconfitta, potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ninzaburo Shiratori, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~L'avventura da poco vissuta e che in un certo senso le aveva fatto vedere l'ispettore Shiratori sotto un altro tipo di luce, era ormai conclusa.
'' Uff...''- sospirò Sakura asciugandosi i capelli con un asciugamano dopo essere uscita dalla vasca da bagno, dove era rimasta ad avvizzire per una buona mezz'ora, sino a quando Ran non le aveva spedito un messaggio.
'' La mia amica Sonoko ha avuto dei biglietti per l'inaugurazione di un nuovo locale in città e ha deciso di invitare anche te. Ti unisci a noi?''
Non ci aveva pensato due volte a mandare un '' Dimmi dove ci troviamo e a che ora'', come risposta.
Data la svolta dei fatti, killer e psicopatici vari l'avrebbero lasciata in pace per molto tempo, ed era bene approfittare della pausa per fare la ragazza normale in visita al fratello.
Finito di asciugarsi, andò nella stanza che il fratello le aveva preparato proprio per le sue visite a Tokyo e dopo aver a lungo osservato i suoi vestiti, decise di mettere una maglia di cotone nero a maniche lunghe, con una minigonna bianca, pieghettata e degli stivaletti bianchi.
Acconciò i capelli, si diede un leggero velo di trucco ed uscì dalla sua stanza.
'' Ciao...''- la salutò allegramente il fratello -'' Vai da qualche parte?''
'' Sì... cerco di recuperare un po' di normalità... comunque non preoccuparti, sarò sempre reperibile e tornerò entro mezzanotte, promesso.''- rispose la ragazza -'' A proposito... come sta Shiratori?''
Il fratello la tranquillizzò.
'' Ci vorrà il suo tempo prima che possa riprendersi, come hai detto tu... ma adesso è fuori pericolo.''- fece il poliziotto.
'' Meno male...''- sospirò Sakura.
Sperava davvero che l'ispettore potesse riprendersi in tempi brevi, perchè come quel giorno aveva ribadito a Shouto... c'era una vita piena di gioia ad aspettarlo una volta uscito dal tunnel.
E non poteva buttarla via così per colpa di un disgraziato che aveva giocato con un sentimento prezioso come l'amicizia e che aveva usato la giustizia come scusa per rovinare la vita di molte persone in contemporanea.
In fin dei conti... era un uomo giovane, forte, pieno di buona volontà... e cosa più importante, anche se forse non l'aveva ma inotato sino a quel momento, aveva avuto la fortuna di incontrare persone che in un modo o nell'altro gli volevano bene.
'' Senti...''- fece Wataru leggermente imbarazzato- '' ti va se prima di uscire parliamo un attimo? Solo qualche minuto.''- fece il giovane agente sendendosi sulla poltrona del soggiorno.
Sakura era stranita, ma annuì, sedendosi.
'' Non mi scuserò con i genitori di Shiratori se è questo...''
'' Nononono...''- fece il fratello -'' Non si tratta di questo, anzi hai fatto benissimo... volevo parlarti di altro.''
'' Ok, dimmi di che si tratta.''
'' Ok...''- fece Takagi sfregandosi nervosamente i palmi delle mani contro i pantaloni. Non sapeva da dove cominciare, ma doveva togliersi quel tarlo dalla testa, anche se faticava lui stesso a credere di aver pensato una cosa del genere... -'' so che mi dirai che non sono papà e so anche che non sono fatti miei...''
'' Però...?''- lo incitò Sakura.
'' Però... sai che con me puoi parlare e puoi dirmi tutto quello che ti passa per la  testa, vero?''
'' Certo che lo so.''- e non solo lei.
Con Wataru Takagi si poteva parlare di qualunque cosa, in qualsiasi momento, e si poteva essere certi al cento per cento che non avrebbe mai tradito quel segreto.
Era uno dei tanti motivi per cui le persone stavano bene con lui.
'' Quindi... se ci fosse qualcuno che ti piace... me lo diresti, giusto?''
'' Certo che te lo direi...''- fece la ragazza non capendo bene dove il fratello volesse andare a parare con quel discorso.
'' Quindi... c'è qualcuno che ti piace, o a cui vuoi particolarmente bene?''
'' Se non te l'ho detto finora, vuol dire che non c'è ancora nessuno...''- nel dir così gli diede una pacca sulla spalla -'' tranquillo, nessuno ha intenzione di portarmi via, almeno per il momento.''- ora però era lei ad avere una domanda per il poliziotto.
Sì, il giorno che aveva trovato Shiratori in quella soffitta e gli aveva impedito la morte per dissanguamento, suo fratello le aveva chiesto se per caso in quei sei mesi che non si erano visti aveva conosciuto qualcuno che le fosse rimasto nel cuore, ma era una curiosità da fratello maggiore e chiesta in un momento particolarmente delicato per smorzare un po' la paura e la tensione.
In quel momento invece, sembrava quasi preoccupato e speranzoso di sentirsi dire di no.
'' E questo discorso nasce da...?''
'' Beh, sai come si dice...  i legami forgiati in battaglia sono inossidabili...''- fece lui.
Solo allora Sakura capì qual'era il fine di quella conversazione.... si sentiva divertita, leggermente offesa... ma divertita soprattutto.
'' Apri la bocca.''- gli ordinò.
'' Cosa?''- fece il poliziotto stranito.
'' Voglio controllare una cosa, apri la bocca.''- fece lei perentoria.
Il poliziotto non potè che obbedire.
'' No.''- fece Sakura allontanandosi dalla bocca del fratello -'' Non hai bevuto.''- nel dir così si allontanò per recuperare la sua giacca di jeans e la borsetta - '' Io vado. Ran e una sua amica mi hanno invitata ad andare con loro in un locale in città, stasera. Comunque puoi stare tranquillo... ci sono diversi punti che renderebbero l'idea di una frequentazione tra me ed il tuo collega, inadeguata.''
'' E quali sarebbero, sentiamo...?''- fece il poliziotto, sollevato dal pensiero che la sorella non era ancora innamorata di nessuno e di Shiratori meno che mai.
Ok, che le cose tra loro si erano appianate dopo un tempo che gli era sembrato un'eternità... ma non faceva certo i salti di gioia davanti alla prospettiva di ritrovarselo come cognato.
Anzi, lo faceva rabbrividire e non poco.
'' Mi risulta che sia già impegnato. Prima cosa.''- fece Sakura -'' Seconda cosa, al momento non ho molta voglia di pensare ad un marito e a dei figli.''
Takagi sorrise sollevato.
Ma sì, meglio che restasse la sua bambina ancora per un po' di tempo.
Avrebbe avuto tempo ed anche molte occasioni per pensare all'amore della sua vita e ne era certo, sarebbe stata la ragazza più felice sulla faccia della terra... ma per il momento, voleva godersela il più possibile e poter dire di essere ancora lui, l'unico uomo della sua vita anche se adesso, la piccoletta di casa Takagi doveva far a metà con Sato.
'' Terza cosa... ti rammento che con quello che studio, faccio giornalismo, non assistenza agli anziani.''
'' Prego?''- fece il poliziotto lievemente offeso -'' guarda che ha solo due anni più di me.''
'' Ci arriverai pure tu prima o poi... il tempo passa in fretta.''- fece allontandosi dall'appartamento trattenendo a stento le risate.

Da quegli eventi, passò circa un mese.
Un mese in cui Sakura era tornata a Kyoto e Shiratori, con grande gioia e sollievo di tutti gli agenti della prima divisione investigativa, era stato dimesso dall'ospedale ed era tornato in servizio.
Shouto non ebbe la minima possibilità di scampo al processo: le prove a suo carico riguardo al tentato omicidio di un rappresentate della legge e di quello della sorella di un ufficiale di polizia, tra cui le testimonianze delle sue vittime, furono decisive per la sentenza.
Carcere a vita. Senza attenuanti, permessi di lavoro e d'uscita, da scontare in isolamento totale.
Un modo molto  triste e se imposto, crudele, di passare il resto il resto dei propri anni. Era un individuo pericoloso, troppo pericoloso, per dargli nuovamente fiducia e modo di contattare qualcuno dall'esterno.
Il momento in cui l'imputato lasciò l'aula di tribunale e l'occhiata carica d'odio, rancore e risentimento, ma soprattutto voglia irrefrenabile di vendetta che riservò all'ex amico, fu il loro ultimo addio.
'' Meno male che non può leggere il tuo articolo...''- fece Ran leggendo la copia della ricerca che l'amica di Kyoto aveva conservato e portato loro che aveva intitolato '' Nella mente del killer''.
Un sostanzioso articolo che sosteneva che quasi certamente il passato, i traumi e le esperienze negative influivano non poco sul modo di comportarsi del presente... ma anche di come il passato, per quanto orrendo e spaventoso potesse essere, si potesse superare se si aveva la fortuna di incontrare una o più anime gentili e coraggiose che offrivano amicizia incondizionata, spontaneamente e che quindi, ad un certo punto della vita non si poteva incolpare nessuno e nessun tempo passato se le cose andavano diversamente da come le si erano progettate, perchè si era scelto in totale autonomia sbagliato invece di giusto.
Sakura era tornata a casa per consegnare la ricerca e da quel momento era rimasta in trepidante attesa per conoscerne il risultato.
La gioia che la travolse quando il professore le propose un trenta, fu indescrivibile e prese quasi subito il treno per Tokyo per festeggiare il risultato ricevuto con suo fratello, la quasi cognata e i suoi nuovi amici.
'' Veramente, se Shouto potesse leggere quello che hai scritto di lui non la prenderebbe per niente bene.''- aggiunse Ran.
Sato rise sommessamente -'' Di questo non devi assolutamente preoccuparti Ran. Akinari Shouto, non uscirà di prigione e non farà danni per molto, moltissimo tempo.''
'' Anche se così non fosse, sarebbe indifferente.''- fece Conan -'' I giornalisti e gli investigatori hanno il compito di rendere la verità di dominio pubblico, non di farsi trovare simpatici.''
'' Giusto.''- fece la ragazza scompigliando affettuosamente i capelli al bambino.
'' Comunque, vivi complimenti davvero.''- fece il fratello -'' visto che non avevi motivo di preoccuparti così tanto?''
In quel mese che non l'aveva vista, l'aveva sentita molto spesso, anche perchè la madre l'aveva chiamato, per chiedergli di tranquillizzare la sorella più piccola che mano a mano che passavano i  giorni, senza avere uno straccio di risposta, diventava sempre più agitata ed irrequieta.
La signora Setsuna era stata anche tentata di darle un bicchiere d'acqua con qualche goccia di sedativo per farla dormire.
Poi per fortuna, il risultato tanto aspettato e sospirato era arrivato.
'' Ha parlato la sicurezza fatta persona...''- lo punzecchiò la ragazza, facendolo diventare rosso come un peperone.
'' Coraggio Shiratori.... daglielo.''- fece Conan all'indirizzo dell'ispettore.
'' Cosa...?''- fece l'ispettore, attirandosi così gli sguardi di tutti i presenti.
'' Il pacchettino che tieni nella tasca della giacca... è un regalo per Sakura, dico bene?''- fece Conan -'' Ti ho visto con la maestra Kobayashi in una gioielleria, mentre stavate guardando dei gioielli... ed è improbabile che chi vuole fare un regalo alla fidanzata porti con sè la destinataria del regalo al momento dell'acquisto. Ti stava aiutando a scegliere un regalo per Sakura, giusto?''- concluse con l'innocenza ed il candore che solo un bambino poteva avere.
'' Questo non è un detective in miniatura... questo è uno stalker.''- pensò la ragazza ridendo sommessamente.
Shiratori, in risposta, mise una mano in tasca e ne tirò fuori un pacchetto che dalla forta doveva contenere un braccialetto, decorato con un nastro di carta ritagliato in modo che creasse una coroncina di fiori di carta.
Lo tolse con cura e poi aprì la scatola, che scoprì contenere un braccialetto in argento con dei ciondoli raffiguranti dei fiori di ciliegio attaccati.
'' Wow, è delizioso...''- fece Sakura.
'' Lo ha scelto Sumiko... io per certe cose sono negato.''- si giustificò Shiratori.
'' Vorrà dire che a scegliere l'anello di fidanzamento ti ci accompagnerò io.''- fece Sakura indossando il braccialetto, facendo arrossire l'ispettore.
'' Sì, buona idea...''- fece Takagi guardando la sorella con aria scettica.
Per tutta risposta, la ragazza alzò gli occhi al cielo, incredula che dopo un mese pensasse ancora ad una cosa del genere.
'' Santo cielo...''- imprecò a bassa voce per poi riferirsi all'ispettore -'' crede che presto o tardi tra noi nascerà del tenero.''
A quelle parole, se prima l'ispettore era solo rosso, con quelle che aveva sentito divenne paragonabile al colore del sangue.
'' Ma figurati...''- fece verso il collega -'' è solo un modo come un altro per ringraziarla per essermi rimasta vicino... non ci sto provando.''
Veramente, non riusciva a capire come il collega potesse aver pensato una cosa del genere... in primis, perchè ormai l'aveva trovata la donna perfetta per lui e con la quale aveva deciso di passarci il resto della sua vita e non sarebbe riuscito ad immaginare al suo fianco nessun'altra se non lei, a dispetto dei mille pregi che qualsiasi altra donna potesse vantare.
Secondo... Sakura era sì una bella ragazza, ma nulla toglieva che sarebbe potuta essere sua sorella minore.
E comunque, non si sarebbe mai messo a fare l'idiota con una ragazzina di diciotto anni, figurarsi se quella ragazzina era la sorella di un collega.
In quel momento, il cellulare dell'ispettore suonò.
'' Scusate...''- fece allontanandosi dal resto del gruppo -'' Qui parla Shiratori... ah, è lei, sì prego mi dica pure...''
Mentre si allontanava per rispondere, Sakura prese in giro il fratello.
'' Sai che pagherei per esserci il giorno in cui la vostra prima figlia avrà un appuntamento galante?''
Conan, Ran e Sakura stessa non poterono non compiangere quella creaturina che seppur ancora inesistente, al momento giusto, avrebbe avuto il suo bel tribolare nel gestire la sua vita privata ed il rapporto con due genitori poliziotti.
Ma forse chi avrebbe fatto parte della sua vita, avrebbe dovuto preoccuparsi per la maggiore di sua madre...
Ad ogni modo, quella piccola presa in girò bastò per far diventare il fratello rosso come un semaforo e per dargli il cosiddetto '' pan per focaccia''.
'' Ragazzi...''- Shiratori era tornato dalla telefonata che aveva ricevuto, ed aveva un colore piuttosto pallido in viso -'' Scusa se ti molliamo così Sakura, ma dobbiamo andare al carcere...''
Non aveva detto qual'era stato l'argomento della telefonata, ma bastava guardare la faccia dell'ispettore, più che il poliziotto aveva stabilito il carcere come loro prossima destinazione per sapere di cosa aveva parlato al telefono.
O meglio, di chi.
Akinari Shouto.
E quell'uomo significava solo guai.


'' Mi spiace averla disturbata....''- fece il direttore del carcere -'' ma da quello che ho capito, l'unica persona che conosceva in modo particolare in città era lei quindi ho pensato che...''
'' Non si preoccupi, anzi ha fatto benissimo ad avvisarmi...''- fece Shiratori seguito dai colleghi Sato, Takagi e dalla sorella di questi -'' ora, per favore mi dica come è andata.''
'' Akinari Shouto, per disposizione del tribunale, l'ora d'aria la fa da solo...''- spiegò l'uomo -'' il secondino è andato a chiamarlo per condurlo fuori, come ogni giorno.... e l'ha trovato in queste condizioni.''
Nel dir così li fece entrare nell'infermieria del carcere, l'unica parte della struttura adeguata ad ospitare Shouto nelle condizioni in cui si trovava...
Occhi ermeticamente chiusi ed il volto color della cenere.
'' Santo cielo...''- borbottò Sakura portandosi una mano sulla bocca.
Istintivamente, il fratello la strinse a sè coprendole prima gli occhi con una mano per poi abbracciarla, premendole così il petto sulla faccia.
Non avrebbe mai voluto che vedesse una cosa del genere... era per questo che appena aveva saputo che il loro padre era deceduto, molti anni prima, la prima cosa che aveva fatto era stata portarla a casa.
Vero, sei mesi prima sua sorella si era ritrovata a tentare di soccorrere nei limiti del possibile un'amica pugnalata a morte, ma quando l'aveva trovata era ancora viva, anche se agonizzante.
Inoltre, quando Sakura era riuscita ad alzarsi dal letto per la prima volta dopo quella brutta avventura, il corpo della ragazza era già stato riportato a Kyoto e probabilmente con il funerale già officiato.
In poche parole, lei non aveva mai visto un cadavere.
Lui invece, per motivi di lavoro, ne aveva visti molti, forse troppi. E gli era bastata la sensazione che aveva provato la prima volta che aveva visto una vita spezzata per propria volontà o per volontà di altri, per desiderare che la sua bimba non vedesse mai una cosa del genere.
'' Secondo il rapporto dell'infermiere...''- lesse Sato -'' Il decesso è stato causato dal dissanguamento. Si è tagliato ambedue i polsi, poi li ha immersi nel lavandino dopo averlo riempito d'acqua calda.''
'' Scusate, ma c'è qualcosa di strano...''- fece Sakura -'' pensavo che Shouto fosse tenuto sotto stretto controllo come soggetto inaffidabile, imprevedibile e pericoloso. Com'è possibile che avesse un'arma da taglio senza che nessuno se ne sia accorto?''
'' Non è un'arma da taglio....''- fece Sato leggendo con più attenzione il rapporto -'' Pare che le ferite siano quattro, inferte con decisione, molto profonde, tutte verticali e l'una molto vicina all'altra.''
'' Ho  capito.''- fece Shiratori, l'unico che per ora non si era proferito sulla morte dell... come poteva definirlo? Dopo che aveva cercato di uccidere lui ed una ragazza innocente, non poteva certo dire che era un amico.
E mettere il prefisso ex davanti alla parola amico, era come dire che quella che avevano condiviso fino al momento in cui i loro rapporti si erano incrinati per poi morire definitivamente era pura illusione.
'' Per quanto possano essere stati intensi i controlli su di lui, era difficile che lo fossero anche alla mensa della prigione.''
Takagi gli diede subito appoggio.
'' E' vero. All'ora di pranzo, la mensa è sempre molto affollata e c'è sempre un via vai di detenuti al self service, addetti che sparecchiano, inservienti... è difficile accorgersi di un detenuto che si mette in tasca una forchetta con tutto il trambusto che c'è.''
'' Probabilmente...''- fece Sakura improvvisamente triste -'' dopo un mese in quelle condizioni si è accorto che non avrebbe tollerato un simile isolamento per tutto il tempo che gli restava sulla terra e ha deciso di finirla così...''
'' No.''- fece Shiratori scuotendo il capo, scuro in volto -'' Lo ha fatto per ripicca contro di me. E' il suo ultimo screzio contro di me. Un modo per dire che alla fine non sono riuscito a prenderlo, per fargli pagare quello che doveva... e che in un certo senso è colpa mia se è morto.''- nel dir così si allontanò dalla stanza.
I due colleghi fecero per raggiungerlo, ma Sakura li stoppò per poi prendere la stessa direzione dell'ispettore.
'' Dici che dobbiamo lasciare che ci parli lei?''- fece Takagi rivolto alla fidanzata.
'' Tu che faresti se avessi nel cuore un gran dolore o qualcosa che anche se cerchi di nasconderlo è palese che ti soffrire?''- fece Sato in risposta.
Takagi non ebbe bisogno di pensarci.
Lui avrebbe chiamato il suo migliore amico e ci si sarebbe sfogato. Proprio come aveva fatto lui, molto tempo prima quando era convinto di essere l'ultimo dei pensieri di Sato o l'ultima persona a cui avrebbe potuto pensare come persona con cui spartire il resto della vita o un futuro, sfogandosi con la sorella.
Certo, forse era un po' eccessivo definire Sakura, la migliore amica di Shiratori, ma era anche vero che su tutte le persone che conosceva, la sua sorellina era riuscita ad instaurare con l'ispettore un rapporto di complicità e poteva dire che erano amici. Non così intimi, ma erano amici.
E con il carattere di Shiratori... non era certo una cosa semplice.
'' Se la sa cavare...''- fece Sato avvicinandosi al fidanzato per baciarlo sulle labbra.
Sakura se la sapeva cavare benissimo. Non per niente era la sorella della persona più fantastica che conosceva.

'' Shiratori....''- fece Sakura quasi correndogli dietro, una volta che questi du uscito dal carcere -'' per favore, aspetta.''
'' Sto bene.''- la rassicurò il poliziotto -'' Sto benissimo. Non c'è bisogno che vi preoccupiate per me.''
Sakura non gli credette.
'' Non è morto per colpa tua. Non l'hai ucciso tu.''- fece la ragazza con una decisione che non era solita per il cognome che portava -'' Lui era già morto. E' morto quando ha deciso di far marcire in prigione un uomo per trarne vantaggio.''
In poche parole... Akinari Shouto, poliziotto integerrimo ed amico sincero e fidato era morto nello stesso momento in cui il mostro della corruzione e l'abbaglio di poter ottenere un grosso risultato senza impegnarsi poi molto, l'avevano preso all'amo.
Quello era il momento in cui era morto.
'' Ti do un consiglio da amica...''- fece la ragazza -'' Non permettergli di rovinarti la vita così... non è colpa tua. Nulla di quello che è successo ti è imputabile.''
Shiratori sorrise tiratamente.
'' Lo so.''- fece il poliziotto -'' So che non potevo fare altro... solo che per questa storia... avrei voluto un altro tipo di finale.''
Ed in effetti non gli si poteva dar torto per come era finita quella storia cominciata male e forse finita peggio.
Ma nessuno di loro purtroppo aveva avuto il potere di decidere la fine della storia.
Tutto quello che potevano fare era accettare, conviverci e cercare di ricominciare da dove si erano interrotti.

Grazie a chi mi segue su questo fandom mi è venuta l'ispirazione per altre storie.
So che probabilmente questo finale ha portato un po' di amarezza in bocca a chi legge, ma non angustiatevi. Per adesso è finita. Grazie di cuore a tutti voi!!!

  
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