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Autore: 94antony    26/07/2016    0 recensioni
un'indagine del commissario Antonio Mazzaglia sul ritrovamento del cadavere di una donna, trovato nella spiaggia di un paesino marittimo della città di Acireale (catania).
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 
-'sta jurnata non finirà mai-
  Andò dritto dritto nel suo ufficio, si sedette e chiamò Zinna.
  -Scrudato e Laudni sono tornati?-
  -si commissario!- fece Zinna
  -bene, falli venire nel mio ufficio-
  -cettu commissario!-.
Pochi minuti dopo, il vice-commissario Scrudato e l'ispettore Laudani entrarono e si sedettero 
  -buonasera commissario- Salutaromo i due uomini sedendosi sulle poltroncine di fronte alla scrivania di Mazzaglia
  -raccontatemi tutto riguardo all'indagine su  Cammaroto...e dell'auto bruciata...e di tutto il resto- ordinò il commissario
  -allora...- Il vice commissario iniziò a parlare -a Viagrande è stata trovata un'auto bruciata. Era abbandonata in mezzo alla campagna...siamo riusciti a risalire dalla targa che si tratta dell'auto del figlio di Cammaroto...-
  -commissario-  lo interruppe l'ispettore -dentro l'auto abbiamo trovato un cadavere-
  -sapete chi era?-
  -no...- rispose Scrudato -il cadavere era completamente carbonizzato e i suoi documenti sono finiti carbonizzati anche loro...la scientifica ha portato via il corpo per poterlo identificare tramite l'impronta dei denti-
  -quando saprete i risultati?-
  -Fra quche giorno, commissario- rispose l'ispettore
  -     e riguardo al furgone trovato a Santa Maria La scala? avete scoperto qualcosa?-
  -Abbiamo trovato i "pesci" che stavano dentro quel furgone- parlò Scrudato prendendo una busta con delle foto e porgendole a Mazzaglia -li hanno nascosti in una grotta sotto la timpa. Non c'era nessuno dentro...la porta della grotta era chiusa ma senza lucchetto. Probabilmente era un nascondiglio temporaneo. Dentro c'erano un centinaio di cassette di polistirolo piene di pesce...sotto il pesce c'era la droga... -
  -circa una tonnellata di cocaina pura- interruppe l'ispettore Laudani. Scrudato guardò torvo Laudani ma prima che uno dei due parlasse Mazzaglia parlò -ci sono altre notizie?-
L'ispettore rimase in silenzio lasciando parlare il vice-commissario -dobbiamo interrogare i due picciotti che abbiamo arrestato quando abbiamo trovato le armi nel capannone-
  -portateli qui, li interroghiamo assieme- disse mazzaglia
  -va bene commissario- l'ispettore si alzò e uscì dall'ufficio. Una decina di minuti dopo entrarono i due picciotti accompagnati da Laudani e da Sansica, un agente  di 23 anni molto legato a Zinna. Li fecero sedere di fronte al scrivania e poi si misero in piedi accanto al commissario.
  -allora- cominciò Mazzaglia leggendo in un fascicolo -Giuseppe Intelisano: spaccio di droga, rapina, rissa...potrei continuare per altri due giorni a elencare i tuoi reati...e lo stesso vale per Sorbello. Cos'è... state gareggiando a chi fa più reati?-
i due uomini guardavano il pavimento senza dire una parola
  -Vi hanno strappato la lingua, per caso?!- Disse guardandoli. Uno di loro alzò lo sguardo aprì la bocca ma l'altro lo guardò in modo minaccioso e ritornò a guardare il pavimento.
  -sappiamo che siete dei picciotti di Cammaroto. Parlate se non volete passare il resto della vostra vita in galera!-
dopo di loro Sorbello decise di parlare -stavamo progettando un attentato a...al questore...e...e a lei, commissario-
Mazzaglia si sistemò sulla sua poltroncina. Appena sentì che stavano progettando un attentato contro di lui cominciò ad agitarsi.
  -un...attentato?!-
  -si...e anche alcune rapine nelle banche...- mormorò Sorbello. L'altro invece continuava a guardare fisso il pavimento.
  -portateli via.- disse. L'agente e l'ispettore si avvicinarono ai due uomini e li portarono via dal suo ufficio.  Scrudato si sedette di fronte al commissario con il viso cupo, visibilmente preoccupato. -ci vulissi una scorta. Ppi tia...e per il questore.-
Mazzaglia rimase in silenzio, senza rispondere. -chiama il questore.- disse Scrudato. Mazzaglia rimase fermo però cominciò a parlare -chiamalo tu. Io devo chiamare Beatrice e dirle di rimanere dov'è. Lei non deve sapere niente, u capisti?- guardò il collega. Era molto agitato. Aveva appena scoperto che stavano progettando la sua morte. -Antò...lo verrebbe a sapere comunque. Non è stupida...capirebbe che c'è qualcosa che non va. Tu devi dirglielo, invece.- Il commissario rimase in silenzio a pensare. Scrudato si alzò -vado a chiamare il questore e informarlo. Tu chiama Beatrice.-
nel frattempo squillò il telefono.
  -pronto?- disse Mazzaglia
  -pronto, commissario, sono Fiorenza-
  -dottore buonasera...novità?-
  -sto facendo l'autopsia ai corpi trovati in via Impastato. Riconfermo l'ora in cui furono uccisi...e poi...tutti e tre sono atati uccisi con una rivoltella-
  -sai dirmi altro?- chiese Mazzaglia. Nel frattempo Scrudato uscì dall'ufficio.
  -non ancora commissario...stasera e domani ho un casino di travagghiu. Devo completare l'autopsia alla ragazza e agli altri tre corpi...e poi ci sta pure il corpo abbruciato trovato nella macchina del figlio di Cammaroto...non voghiu autri morti per almeno una settimana. Arrisentirci, commissario-
  -grazie dottore...arrivederla- Mazzaglia posó la cornetta e  in quell'ufficio regnò il silenzio. Mazzaglia rimase molto turbato da quello che l'uomo di Cammaroto aveva detto. Si aspettava una cosa del genere e per questo non capiva perchè si sentiva così. Da adesso in poi dovrà vivere con la paura di ritrovarsi una bomba sotto i piedi o delle mitragliatrici puntate contro. Adesso sapeva come si sentivano i  giudici Falcone e Borsellino. Capiva cosa significava essere "morti che camminano". Da adesso aveva chiare molte, moltissime cose. 
I pensieri di Mazzaglia furono interrotti da Scrudato che entrò nel suo ufficio.
  -Bussare non va più di moda?- chiese il commissario guardando torvo Scrudato.
  -ho bussato 50 volte. Ma tu eri immerso nei tuoi pinseri e trasii-
  -il questore che ha detto?-
  -ha detto che domani ti darà 4 uomini che ti proteggeranno ogni giorno.-
  -va bene...Devo tornare a casa...oggi è stata una giornata faticosa...-
  -ti accompagno io- si fece avanti il vice-commissario
  -non c'è bisogno-
  -e invece c'è bisogno. Mi porto Sansica-
  -no...I ragazzi lasciali.-
  -va bene...ma io ti accompagno-  Mazzaglia sospirò e si alzò. Uscì dal suo ufficio seguito da scrudato, salutò tutti e si diresse in macchina. Fece per entrare in auto nel lato del guidatore ma Scrudato lo bloccò -no, guido io. Tu mettiti dietro.-
  -pure?!-
  -si. Non fare storie Antonio. Acchiana.- Mazzaglia sospirò e salì in auto. 
 Dopo un po' di silenzio Scrudato iniziò a parlare -Antò. Devi stare attento. Cammaroto non si arrende facilmente. Siamo riusciti a sventare questo attentato contro di te e il questore...ma troverà un altro modo-
Il vice commissario era molto preoccupato. Continuava a guidare prestando attenzione a qualunque cosa. La pistola sul cruscotto pronta per essere utilizzata.
  -u sacciu, Salvo. Io sono sempre stato attento...e continuerò ad esserlo.-
Rimasero un altro po' in silenzio.
Poi parlò Mazzaglia -dobbiamo prendere Cammaroto prima che faccia qualche minchiata. -
  - Siamo riusciti a prendere questi due. Li abbiamo fatti parlare...e se ci riusciamo potranno diventare pentiti di mafia e confessarci tutto. Dobbiamo solo essere pazienti-
  -speriamo, scrudato...speriamo-
Arrivarono a casa di Mazzaglia. Abitava in una casa di campagna nei pressi di Mascalucia. Apparteneva ai suoi genitori. Scese dall'auto e aprì il cancello per far entrare l'auto.  Poi richiuse di nuovo. Scrudato spense l'auto e scese.
  -Oggi dormo qui.-
  -ma veru? Pensavo che te ne andavi a piedi- rispose il commissario in modo sarcastico. Scrudato sorrise e aiutò a chiudere il cancello. La campagna era grande. C'era un orto di pomodori, vari alberi da frutto. Non potevano mancare gli agrumi. Aveva arancie, limoni, clementini e mandarini. Lungo.il largo corridoio che portava dal cancello alla casa era decorato con delle statue nei lati e un tetto di glicine che emanava un profumo stupendo. Arrivarono alla porta di casa. Mazzaglia la aprì e entrarono. Il commissario accese la luce. Era una casa semplice, accogliente .
  -ti sistemo il divano...la mia stanza è al piano di sopra- Mazzaglia prese delle lenzuola e un cuscino dall'armadio sulla sinistra appena si entra e cominciò a sistemare il divano di fronte a esso. Scrudato si precipitò ad aiutarlo.
  -grazie, Scrudato- mormorò senza guardare il collega.
  -Sei il nostro commissario. Sei il mio amico...non possiamo non aiutarti.-
Finirono di sistemare il letto.
  -Ti piace la pasta al forno, Salvo?- chiese Mazzaglia
  -e tu chiedi *a mia si mi piaci a pasta o funnu?*- 
Scoppiarono tutti e due a ridere e si diressero in cucina per la cena. Cenarono in silenzio godendosi la bontà della pasta al forno. Mazzaglia è sempre stato un bravissimo cuoco. Appena finirono guardarono un po' la televisione e poi andarono a dormire.
Si svegliarono la mattina dopo. Mazzaglia preparò la colazione e mangiarono. Mentre Mazzaglia mangiava un cornetto squillò il suo cellulare -pronto?-
  -pronto, commissario...sono Giovanni...Giovanni Tomarchio. Mi è venuta in mente una cosa...dovrei parlarle-
  -fatti trovare fra poco in commissariato, Giovanni. Sarò lì fra mezz'ora.-
  -va bene Commissario-
Posò il cellulare in tasca e finì la sua colazione
  -Dobbiamo andare subito, Salvo. É una cosa importante per l'omicidio di Sofia...e di Sergio e la sua famiglia.-
Scrudato finì anche la sua colazione e si alzò -io pronto sono, Antonio...possiamo andare-
I due poliziotti uscirono di casa e si diressero subito in commissariato.
  -buongiorno commissario- si precipitò Zinna -c'è Giovanni Tomarchio che la aspetta nel suo ufficio- 
  -Grazie Zinna- nel frattempo Scrudato si diresse nel suo ufficio -chiamami Leone, Zinna. Falla venire nel mio ufficio- 
  -Va bene, commissario!- Zinna se ne andò e Mazzaglia entrò nel suo ufficio. Giovanni si alzò -Buongiorno commissario!-
  -buongiorno Giovanni, siediti...Appena arriva l'agente Leone possiamo parlare. Intanto puoi accennarmi qualcosa...-
  -c'è una cosa che ho dimenticato di dirle...riguardo Sofia-
Subito dopo bussarono alla porta -avanti!-
La porta si aprì e Leone entrò. Salutò e si mise accanto al commissario.
  -puoi raccontarci tutto, Giovanni-
Il ragazzo si sistemò sulla sedia e cominciò a parlare 
  -ho dimenticato di dirle che la sera prima del fattaccio Sofia ha discusso con il suo ex ragazzo. Io stavo tornando a casa e li ho sentiti litigare-
  -come si chiama questa persona?- chiese Mazzaglia
  -si chiama Michele...Michele Leonardi. É un ragazzo di Viagrande che Sofia conobbe ad una festa...sono stati assieme per 6 mesi...poi lei lo ha lasciato. Mi raccontava che era gelosissimo e troppo appiccicoso. Non la faceva uscire con le sue amiche, voleva controllare sempre il suo cellulare e il suo profilo Facebook.-
  -sai dove abita?-
  -si...abita in via Verga...a viagrande-
  -hai altro da dirmi?- 
  -no commissario...- rispose Giovanni
  -va bene...grazie. Puoi andare adesso-
  -se ho altro la chiamerò...arrivederci-
  L'agente Leone accompagnò il ragazzo fuori dall'ufficio e poi tornò e si sedette di fronte al commissario. 
  -dobbiamo andare a parlare con questo ragazzo-
  -brava Leone- si alzò -Andiamo.- uscì dal suo ufficio -Sansica, vieni con noi-
  -sissignore- Il ragazzo si alzò e li seguì.
Intanto Un gruppo di quattro poliziotti con mitragliatrici e giubbotti antiproiettili entrarono  nel commissariato e si presentarono
  -è un piacere conoscerla, commissario-  Parlò un ragazzo moro e con la barba incolta -siamo la sua scorta- Tutto il commissariato si girò guardando il commissario confuso. Mazzaglia si mise la mano sulla fronte -mi ero scordato di dirvelo...- mormorò -vi voglio tutti nel mio ufficio. Da Leonardi ci andiamo più tardi. Adesso devo spiegarvi un po' di cose.-
Il commissario tornò nel suo ufficio seguito da tutto il commissariato. La sua vita era cambiata.
   
 
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