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Autore: TimeStrangerRey    26/07/2016    1 recensioni
«... Non ti permetto di criticarmi!»
«Non ti sto criticando...» si limita a dire. «Se vuoi ti compro un po' di intelligenza, cosicché tu intuisca quando una persona ti sta criticando e quando no.»
Eh!?! Cosa... cosa mi ha appena detto?!? «Non accetterei la tua elemosina manco morta!»
«Ah, sei sicura delle tue parole?»
«Certo che ne sono sicura!» sbotto irata. «Non c'è alcun motivo per cui debba essere in debito con te! Non hai il diritto di trattarmi da scema solo perché sono meno intelligente di te!»
Dragneel se ne va, come se niente fosse mentre io cerco di riprendere fiato.

***
E se i personaggi a noi noti di Fairy Tail fossero alle prese con ben altre questioni? Ad esempio... scolastiche e amorose? E se scorrendo gli occhi su questa storia, ci imbattessimo in un personaggio che non avremmo mai pensato essere intelligente come scritto qui?
{AU!, Itazura na Kiss.}
I hope enjoy it!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Levy McGarden, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Angolo di Bebe:

Ciao a tutti! Come state fiorellini miei?(?)
Diciamo che questa è la mia prima storia su questa sezione, quindi non sarà niente di speciale. Prima che leggiate ciò che ho scritto, vorrei chiarirvi delle cose. Allora... da dove inizio a spiegare? Dal perché di questo angolino qui sopra, forse è meglio.
Dunque: ultimamente ho avuto la fissa di rileggermi – e di riguardarmi – Itazura na Kiss ed avendo, di recente, avuto la fissa pure per Fairy Tail, mi sono pensata i personaggi di Fairy Tail alle prese con uno stile di vita «più normale». In pratica ho sostituito la trama di Fairy Tail con quella di Itazura na Kiss.
Questa storia non è proprio una storia, come dire? È un capriccio. Sì, avete capito bene! Un capriccio che voglio togliermi. La trama si baserà su quella di Itazura na Kiss, niente di speciale, con – ovviamente – dei cambiamenti. Non so perché, ma è da un po' che mi chiedevo come si sarebbero comportati i personaggi di Fairy Tail se fossero stati degli studenti liceali alle prese con gli studi, i problemi amorosi e tutte cose riguardanti noi adolescenti e così ho voluto stravolgere le storie di due anime/manga che – personalmente – adoro. Dopodiché ho aggiunto un personaggio che scompigliasse per bene la vita di un certo personaggio di Fairy Tail. Un po' come fa Kotoko con Irie. Molto probabilmente, quasi tutti i personaggi di Fairy Tail saranno OOC, ma li ho adattati alla situazione.
In certe occasioni (come in questo capitolo), per chi avesse letto/visto Itazura na Kiss troverà delle analogie. Fiorellini, è del tutto normale. Come vi ho già detto, la trama sarà leggermente copiata dal manga della Tada... so perfettamente che il regolamento di EFP vieta di copiare opere non scritte da noi, ma qui la trama è un po' come quella di Itazura na Kiss, salvo alcune parti che le ho modificate e aggiunte. Cioè, vi troverete un paio di capitoli che assomiglieranno allo sviluppo del manga della Tada. Dopotutto, questa storia è un mio capriccio, uno sfizio che voglio levarmi.
Bando alle ciance, vi lascio alla lettura. Scusatemi se mi sono dilungata troppo. Spero vi piaccia.

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

Capitolo uno: Convivenza forzata.

«No, grazie.» mi dice in modo gelido mentre mi restituisce la lettera che gli ho dato e come se non bastasse, mi supera come se niente fosse, lasciandomi lì con un'espressione a dir poco ridicola.
No... non ci credo...

***

Mentre cammino per i corridoi di scuola mia, tutti gli studenti non fanno altro che guardarmi e bisbigliare tra loro, cercando di soffocare qualche risatina imbarazzante. Come se non li sentissi...! Non sono poi così tanto stupida, io! Ho il cuore che mi batte all'impazzata per la vergogna, mi sento tremendamente in imbarazzo. Accidenti a me e alla mia impulsività! Continuo a camminare con lo sguardo basso e la depressione – nonché l'imbarazzo e il disagio – che aumenta ad ogni passo che faccio.
«Hai sentito la novità?» sento dire da qualcuno. «Tachibana della F si è dichiarata a Dragneel!»
«Sì! E pare che lui l'abbia respinta senza pensarci su due volte!»
«Ma è ovvio che lui l'abbia respinta! Lui è Dragneel della sezione A! Ti pare uno che si metterebbe con una della sezione F?!?»
Hanno ragione. Hanno perfettamente ragione!, ma sono cattivi. A rigirare il dito nella piaga... insomma! Almeno commentate quando non ci sono! Cerco di ignorare le loro voci – anche se mi è difficile –, ma non ci riesco perché ciò che dicono è la verità.
«Fatevi gli affari vostri!» sbotto acida, stufa di sentire tutte quelle critiche (purtroppo vere), e corro a rifugiarmi in classe dalla vergogna.
Da quando il tragitto fino in classe mia è diventato un percorso lungo?
Una volta arrivata, apro la porta di classe mia, sperando che i miei compagni non mi prendano in giro, e mi ritrovo lo sguardo di tutti puntato addosso. Sembro una criminale in un'aula interrogatoria!
«Mireille!» Levy grida il mio nome come se fosse una bestemmia. «Mi hanno detto che ti sei dichiarata a Dragneel, poco fa! Ma è vera questa diceria?»
Mi limito ad annuire. Come si spargono in fretta le notizie!
«Ma sei scema?» mi sgrida. «Come hai potuto essere tanto pazza?»
Intanto a me e a Levy si avvicina Erza, alla quale non mancano mai dei rimproveri per la sottoscritta. «Lo sapevi che ti avrebbe respinta, no?» si limita a dirmi.
«Non c'è alcun bisogno che me lo diciate pure voi!» farfuglio imbronciata.
«E come se non bastasse, Mireille, gli hai dato la lettera davanti al cancello della scuola! Davanti a tutti! Potevi almeno dargliela in un angolo più appartato durante la pausa pranzo!» mi rimprovera Erza, alzando un sopracciglio.
«Lasciatemi in pace...» mi copro il viso con il dorso della mano, imbarazzata. Mi sento le guance andare a fuoco e le orecchie che ancora mi fischiano. «P- perché non poteva esserci anche la più piccola delle possibilità che gli potessi piacere?» domando ingenuamente.
Levy ed Erza scoppiano a ridere di gusto. La prima si asciuga le lacrime che le sono spuntate agli angoli degli occhi, mentre la seconda si porta le mani sullo stomaco. Cosa ho detto di così tanto esilarante?
«Ma dai! Questo è impossibile!» mi dice Erza, ricomponendosi. «Stiamo parlando di Dragneel Natsu! Lui è nella sezione A, quella per i ragazzi con il QI più alto ed è persino il primo della sua classe. E come se non bastasse, è risultato primo anche nei test nazionali!»
«Ho sentito dire che abbia un QI pari a 190» mi confida Levy.
Già, lui è un genio. Sapevo benissimo che aspirare a lui sarebbe risultato una cosa impossibile – oltre che assurda – per una come me che è stata collocata nella classe dei peggiori di tutta scuola. Ma mi sono innamorata di lui senza volerlo.
«È stato due primavere fa...» comincio a dire. «durante la cerimonia d'apertura dell'anno scolastico.»

«Lo sai?» sento dire dalla ragazza che mi siede affianco. È una ragazza molto bella: ha i capelli di un bel blu elettrico con un nastro color mandarino che li raccoglie e un incarnato piuttosto roseo. Ha l'aria di essere una persona molto simpatica e socievole... spero di farci amicizia. «Il ragazzo che tra poco farà il saluto era chiamato il bambino prodigio della scuola media xxx.»
«Che cosa?» le risponde meravigliata la sua amica.

«Pare che abbia un QI di 200 in tutte le materie!»
«Vuoi scherzare? Non ci credo!»
Uhm... chissà che faccia avrà questo tipo..., comincio a riflettere. Me lo immagino brutto come la fame, con gli occhiali dalle lenti assai spesse, un taglio di capelli altamente demodé e con il viso ricoperto di acne. Sto per mettermi a ridere come una scema nel bel mezzo dell'assemblea, ma – non so come – riesco a trattenermi.
«Vi presento il nuovo iscritto,» sento dire dalla voce del preside. «Dragneel Natsu.»
Dal palco, vedo che si fa avanti un bellissimo ragazzo dai capelli leggermente scompigliati, di uno stupendo rosa pastello e dal fisico atletico. Come gli sta bene l'uniforme..., fantastico.
Pronuncia il suo discorso difficilissimo con una tale naturalezza e chiarezza da far invidia! Deve esserselo imparato a memoria!

«Volevo capitare a tutti i costi nella sua classe, così iniziai a studiare come una matta.» rivelo a Levy ed Erza. «Che bel sogno che avevo... peccato che non si sarebbe mai potuto avverare!»
«Ma certo!» sottolinea Levy. «Noi della F siamo i peggiori di tutta la scuola.»
«Ed è proprio per questo che ho deciso di dichiararmi a lui! Non potevo finire il liceo senza aver avuto modo di confidargli i miei sentimenti!»
Le mie migliori amiche mi guardano con aria comprensiva. La mia ingenuità deve piacere loro un sacco!
«Sapete... non ho dormito tutta la notte per scrivergli questa lettera...» confido mentre tra le mani continuo a rigirarmi i miei sentimenti scritti in nero su bianco. «L'ho corretta decine e decine di volte, soprattutto gli errori di ortografia! Ma lui ha detto che non la voleva, senza neanche pensarci troppo e questo è il risultato.»
«Dragneel sarà pure il ragazzo più intelligente di tutto il Giappone, ma ha un carattere molto strano.» sospira Levy.
«Hai pienamente ragione, Levy. È assurdo che a diciassette anni più che suonati non abbia nessun interesse per le ragazze.» sospira, invece, Erza.
«Al mondo ci sono ragazzi molto più normali.» sospiro io, per ultima.
«Mireille!» sentiamo gridare il mio nome. «È vero che ti sei dichiarata a quel Dragneel della A e sei stata respinta?»
«Oh! Ci domandavamo appunto dove tu fossi finito, Gray! Le tue urla ci mancavano un sacco!» dice ironica Erza.
Gray la ignora e continua ad avvicinarsi a me con l'espressione di un cane bastonato. «Tu... tu sei innamorata di quel... di quel geniaccio?!?» mi scrolla le spalle. «Tu... tu sei la mia donna!»
«Gray, io non sono affatto la tua donna!» gli rispondo staccandomi dalla sua presa ferrea e andando a sedermi al mio posto.
«Madonna Santa! Ma quanto siamo fredde!» si lamenta. «Non siamo forse compagni di 'avventura' da ben due anni?»
«Si, ma questo cosa vorrebbe dire?»
«E comunque come si permette questo Dragneel?» ignora le mie parole e batte con estrema violenza il pugno sul mio banco, procurandomi uno spavento inaudito. Quando fa così, mi fa paura... «Non la passerà liscia per averti rifiutata! Questa è una sfida nei miei confronti, lo ammazzo quel lurido bastardo!»
«A- aspetta un attimo, Gray!» Levy cerca di calmarlo. «Ma ti è andato il sangue al cervello, per caso?»
«Si crede chissà chi, solamente perché è una specie di genio!»
«Ora basta!» decido di mettere il punto 'fine' a questa sottospecie di delirio. «Vi prego. Avete ragione voi: sono stata un'impulsiva! Avrei dovuto aspettarmi un tale finale... e poi, uno che non si degna nemmeno di leggere una lettera! Io non so proprio scegliere i ragazzi...! Ad ogni modo, ci rinuncio. Mi sta più che bene così.»
Non è vero, ma devo convincermi di queste parole. La campanella di inizio lezioni suona, salvandomi da questa situazione imbarazzante. Le ore passano veloci e non ascolto nessuna delle spiegazioni che i vari professori ci forniscono per quanto riguarda le loro materie. Ho la testa invasa da numerosissimi pensieri. Povera la mia lettera... e pensare che mi sono impegnata tanto nel scriverla bene...
L'ultima campanella delle lezioni mi desta. Meno male che le lezioni sono terminate, così mi rintanerò sotto le coperte del mio letto! Metto i vari libri di testo nella mia borsa, così come l'astuccio rosa dopo averci riposto al suo interno la mia cancelleria. Insieme ai miei amici, esco da scuola e ci avviamo a casa.
«Allora la prossima volta verremo tutti a festeggiare da te!» dice Gray, super entusiasta.
«Sì, che bell'idea!» mi abbraccia Levy.
«Quando la mia casa sarà finalmente pronta.» concedo loro. «Un paio di mesi ancora e poi potremmo risistemarci.»
«Ora dove andrai a stare? I tuoi zii, se non sbaglio, si trasferiscono in America e casa loro è già stata presa da un'altra famiglia.» mi chiede Erza.
Già... è difficile quando praticamente quasi tutta la tua famiglia è nel mondo del canto o del cinema! La mia famiglia, composta da me e mio padre, no invece. Lui è un cuoco di un rinomato ristornate e io, beh. Io sono una frana in tutto quello faccio, cucina compresa.
«Dal migliore amico di papà.» mi limito a dire. Non so quasi niente di lui, però papà dice che è una persona dal cuore d'oro e se lo dice lui, mi fido.
«Davvero? E dove vive?»
«Uhm... in una città qui vicino. Io, purtroppo, non lo conosco.»
D'un tratto vediamo sbucare fuori Dragnell e il suo amico ed istintivamente mi nascondo dietro ad Erza. L'imbarazzo ancora non cessa ad andarsene!
«Ehi, ma è quella di stamattina...» gli dice il suo amico a bassa voce, cercando di non farsi sentire.
Gli occhi di Dragneel e i miei si incrociano per qualche minuto e mi sento le gambe farsi di gelatina. Ho il cuore che batte all'impazzata e sento le guance infiammarsi.
«Io mi avvio.» dice.
«A... aspetta Dragneel!»
Lo sapevo... è senza cuore.
«Ma come si permette?» farfuglia Gray, fremendo di rabbia. «Ehi, tu!» gli grida addosso. «Solo perché sei nella A, non ti autorizza a darti tutte quelle arie! Ma chi cazzo ti credi di essere? Hai restituito la lettera di Mireille senza neanche leggerla!»
Mi sento morire dalla vergogna. «G- Gray! Basta!» lo supplico. «Non è il caso di fare un'altra scenata!»
«Tu non sei umano! Nel tuo corpo non scorre neanche più il sangue!»
Dragneel si volta e lo guarda tagliente. «Io... odio le ragazze prive di intelligenza.»
Che umiliazione... ho perso due anni appresso a quello! Non posso perdonarmelo... Esco fuori dai gangheri. Ma come si permette?! «Non prenderti gioco di me!» gli grido funesta. Ora gli faccio vedere io!
«Se penso che sono stata innamorata di un essere disgustoso come te... che spreco di tempo! Non ti permetto di criticarmi!»
«Non ti sto criticando...» si limita a dire. «Se vuoi ti compro un po' di intelligenza, cosicché tu intuisca quando una persona ti sta criticando e quando no.»
Eh!?! Cosa... cosa mi ha appena detto?!? «Non accetterei la tua elemosina manco morta!»
«Ah, sei sicura delle tue parole?»
«Certo che ne sono sicura!» sbotto irata. «Non c'è alcun motivo per cui debba essere in debito con te! Non hai il diritto di trattarmi da scema solo perché sono meno intelligente di te!»
Dragneel se ne va, come se niente fosse mentre io cerco di riprendere fiato.
«Proprio non capisco cosa passi per la testa di un genio come lui...» riflette – forse – ad alta voce Gray.
«Mi è piaciuto ciò che hai detto, Mireille!» mi si complimenta Erza. «Lo sai che è la prima volta che ti arrabbi?»
Lo so e questo non mi piace..., mi dico. Tira fuori il peggio di me.
Dopo che ci siamo salutati all'incrocio, salgo in macchina con papà.
«Hai messo tutte le tue cose nei bagagli?» mi domanda una volta che mi sono allacciata la cintura di sicurezza. So che questa è la macchina di un suo collega, noi non ce l'abbiamo. O meglio, non ne vogliamo sapere di averne un'altra.
«Sì, papà. Non ti preoccupare. Comunque, chi è il tuo migliore amico papà? Io non ricordo di averlo mai visto...»
«Io e lui ci conosciamo fin dai tempi delle medie, anche se lui era terribilmente bravo a scuola. Io, poi, ho frequentato un istituto professionale, mentre Neel ha frequentato la T Dai.»
«Neel?»
«Sì, era il suo nomignolo. Ad ogni modo, di recente abbiamo avuto modo di risaldare la nostra vecchia amicizia e quando ha saputo della nostra situazione, ha insistito molto affinché andassimo a stare da lui.»
«Che brava persona.»
«Hai ragione tesoro. Neel è davvero una splendida persona. Sapessi com'era interessato quando gli ho parlato di te!» mi confida papà, con l'eccitazione che gli sale sempre più. Non l'ho mai visto così elettrizzato! «Oh, siamo arrivati.»
«Di me?» gli domando accigliata.
Papà parcheggia l'auto davanti al garage di una lussuosa casa, vicino ad una BMW nera, dall'aria nuova e molto costosa.
«No, è solo che il figlio di Neel... ha la tua stessa età e frequenta addirittura la tua stessa scuola. I suoi figli sono d'accordo che andiamo da loro. Meno male Ille, non dovrai più preoccuparti per nulla.»
Scendiamo dall'auto e io no so cosa rispondergli. Suo figlio ha la mia stessa età e va addirittura nella mia stessa scuola...? Speriamo che sia un ragazzo simpatico. Mi guardo attorno e sul muretto che fa da recinto alla proprietà in cui ci siamo fermati, leggo il nome che vi è inciso: Dragneel. Un momento... ma questo cognome non mi è mica estraneo!, mi sale un nodo alla gola.
«In ogni caso, è pur sempre un maschietto e come tutti i maschietti sono come dei lupi: pronti a saltarti addosso. Sappi che se qualcuno ti facesse del male... non ci penserei due volte ad ammazzarlo, bambina mia.»
«Oh, papà...» gli sorrido. Ho diciassette anni, ma per lui è come se ne avessi ancora cinque. Non cambierà mai. Ci avviamo verso l'entrata e suoniamo il campanello, attendendo che qualcuno ci apri la porta.
«Oh! Ben arrivati!» sentiamo dire da una voce piuttosto gioiosa, non appena la porta si spalanca. «Mio caro Tachi!» lo saluta l'uomo che ci sta difronte con una confidenza alquanto imbarazzante per me.
«Oh, caro Neel!» mio padre lo abbraccia e si salutano.
Però... questo signore non assomiglia proprio per niente a Dragneel... meno male, il cognome è solo una coincidenza!
«Come sono felice che siate venuti! Fate come se foste a casa vostra, mi raccomando!»
«Grazie mille Neel! Non so come sdebitarmi! Scusa l'intrusione e anche il disturbo.»
«Suvvia, per così poco?» gli risponde. «Oh, tu devi essere Ille. Ma come sei bella! Si vede che hai preso da tua madre!»
«P- piacere di conoscerla, signore.» lo saluto educatamente.
L'uomo scoppia a ridere. «Cara, chiamami pure Neel!»
Arrossisco completamente imbarazzata. «Certo!»
Questo signore è davvero una persona solare ed estroversa. Ecco perché a mio padre brillavano gli occhi quando mi parlava di lui. È davvero una persona che sa mettere a proprio agio le persone. Meno male.
«Tuo figlio, invece?» chiede mio padre.
Ah, già. Papà mi aveva accennato al fatto che Neel aveva dei figli. Speriamo che siano simpatici ed accoglienti come il padre!
«Ehi, Natsu! Sono arrivati i Tachibana!» grida Neel.
Na- Natsu?, ripeto scandalizzata. N- non può essere una coincidenza anche questa!
«Vieni qui a salutare, forza!»
Nel corridoio d'ingresso si materializza il mio incubo peggiore. Il ragazzo che oggi mi ha procurato due delusioni è il figlio di questo signore così gentile? No! Ma io mi rifiuto di crederci!
«Oh! Eccoti qua.» dice mio padre.
«Lui è il mio primogenito, Natsu.» lo presenta il padre e Dragneel si presenta.
«Piacere.»
«Oh! Ma che bel figliolo che hai, Neel! Si vede che anche lui ha preso dalla madre!» scherza mio padre.
Oh mio Dio. E ora che cosa faccio? Non avrei mai immaginato che questa fosse casa sua! Sono finita in un bel pasticcio! E ora come me ne esco?
«Tu sei... Ille?» sento dire da una voce femminile. «Ooh... ma come sei carina! Che bello!»
Davanti a me c'è una donna bellissima. Ha i capelli corti, tutti arricciati e di un bel biondo grano. Ha un aspetto molto raffinato ed elegante, curato e non provocante. Lo sapevo che era bellissima...
«Oh, buonasera signora. La ringraziamo per l'ospitalità.»
«E di cosa?» risponde gentilmente la donna a mio papà e poi mi si avvicina. «Tu e Natsu siete in classe insieme, per caso? Ma vi conoscevate già, non è vero?»
«Beh... siamo in due classi completamente diverse... ma... beh, ultimamente abbiamo avuto modo di conoscerci. Dico bene, Mireille?» risponde con nonchalance. Da quando mi chiama per nome?
«Allora buon per voi...» gli risponde la madre. «Sono sicura che ci divertiremo molto insieme. Io ed Ille potremmo fare shopping insieme, cucinare dei dolci insieme, ...» comincia a sognare.
Ehm... signora... non vorrei romperle le uova nel paniere, ma io non so cucinare. «Sì... c- certo.»
La signora Dragneel continua a fantasticare e io mi sento sempre in imbarazzo, finché non sento un brivido percorrermi lungo la schiena. Ho come la netta sensazione che qualcuno mi sta osservando! Subito dopo, nel corridoio sbuca fuori un bambino – credo frequenti le elementari – e non mi degna neanche di uno sguardo.
«Oh, eccoti qui Zeref! Dai, vieni a salutare la nostra ospite Ille!» lo incita la madre.
Guardandolo bene, non assomiglia molto al fratello ma ciò non toglie il fatto che sia anch'egli un bel ragazzo, ehm... bambino.
«Zeref vuoi salutare o no?» lo rimprovera la madre.
«Sono Zeref Dragneel e frequento la terza elementare. Piacere.»
«Uhm... ha tutta l'aria di essere un bambino intelligente.» dice mio padre.
«P- piacere di conoscerti Zeref.»
Per tutta risposta, il bambino mi fa una smorfia e si nasconde dietro il fratello. «Tu non mi piaci neanche un po'!»
Non so perché, ma queste parole mi feriscono. Io adoro i bambini e nessuno di loro mi aveva mai trattata come ha fatto ora questo piccoletto! Entrambi i fratelli Dragneel mi hanno respinta! Che vergogna!
«Come ti permetti, Zeref! Chiedile subito scusa!» lo sgrida il signor Neel, ma il bimbo scappia via facendogli una linguaccia.
Di sottecchi vedo Dragneel soffocare una risatina e non riesco a sentire ciò che mi dice sua madre. Già non mi piace più il fatto di essere loro ospiti..., sospiro.
«Dai Ille, vieni. Ti mostro la tua camera.» dice la signora Dragneel. «Non sai con quanto impegno ci ho messo per preparartela!»
Dai suoi occhi vedo faville. Saliamo la rampa di scale e mi porta al piano superiore. Attraversiamo due porte e nell'ultima porta a destra, sull'insegna a forma di orsetto, leggo i caratteri scritti in corsivo molto raffinato: Mireille's room. Ma che carino questo orsetto! E c'è pure il mio nome scritto!, sbrilluccico dalla contentezza. Quando la signora Dragneel apre la porta, rimango senza parole. La stanza è arredata come si legge nelle favole delle principesse. Il rosa non è un colore che mi fa impazzire, ma questa stanza – con questi colori – mi piace da matti. Mi fa impazzire. Ho sempre desiderato avere una stanza come questa!
«Uh, uh! Com'è?» mi chiede felicissima la donna e io le sorrido imbarazzata anche più di prima. Se penso al disturbo che le ho arrecato per arredare questa stanza...
«Spero che ti piaccia!»
«Vuole scherzare?» ho la bocca praticamente spalancata. «È da urlo! Mi piace tantissimo!»
«Sai, ho sempre desiderato avere una figlia femmina... sognavo di farle una camera piena di peluche e tutta rosa.»
«Questa qui...» sento dire da una voce che ormai conosco benissimo «era la stanza di Zeref.» mi fa sapere Dragneel.
«Eh?» sapere che ho spodestato un bambino da camera sua, non mi fa affatto sentire a mio agio. Mi sento in colpa...
«Adesso le sue cose sono state portate in camera mia e io non ho più il mio spazio...» si lamenta con nonchalance.
La madre lo guarda stizzita. «Ma sentilo! Piantala di dire tutte queste sciocchezze, Natsu. Vedi piuttosto di darle una mano a disfare i suoi bagagli. Io vado a preparare la cena.» e detto ciò, mi lascia da sola con Dragneel. Mi sento a disagio, non lo voglio qui. Non dopo ciò che è successo oggi.
«Dunque...» interrompe il silenzio «da dove inizio ad aiutarti?» dice nel mentre mi avvicina il trolley con dentro le mie cose.
«Va'... va' pure.» gli dico imbarazzata. «Posso fare da sola, non ti preoccupare.»
Di colpo si blocca e mi guarda in modo gelido. «Ah, già! Non devo fare nulla che ti faccia sentire in obbligo nei miei confronti.»
Lo vedo andare verso la porta della mia nuova camera, ma prima di uscire, si volta verso di me. «Che tu ci sia o meno, non mi cambia nulla. Vedi di non interferire con la mia vita.»
Mi chiude la porta quasi bruscamente e mi lascia lì, sola, a meditare nella più completa solitudine.
«Mi sa proprio che sono capitata in un posto tremendo...»

  
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