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Autore: DarkFury    27/07/2016    1 recensioni
Occhio per occhio, cuore per cuore... La ricchezza è uno scopo di vita, uno stile. Quindi, cosa ci sarebbe di sbagliato nel ricorrere ad ogni mezzo per averla?
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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(Così scintillanti... Così preziosi.. Nessun gioiello vale tanto.)
(-Oh, scusate, mi presento. Il mio nome è Miss Elisabeth e sono un'aristocratica d'una posizione piuttosto elevata. Anche se non tutti comprendono l'importanza di questo grado, non sarò mai al di sotto di chiunque altro, per questo merito di avere un tesoro simile.
Quelle gemme sono tutto per me. Da quando ci ho messo gli occhi addosso, non ho fatto che pensarci. Sono la Duchessa Elisabeth, e otterrò ciò che voglio. 
Ho perfino comprato una porzione della famosa cava di Mineropoli e pagato un esperto gruppo di minatori del posto per riuscire a scovarle.)
(Ovviamente avevo i miei contatti, non ho selezionato casualmente nessuna zona. Non mi permetterò errori.)
-Interessante... Quindi quali sono i risultati dei vostri scavi, quest'oggi?
-Signora, non abbiamo ancora concluso nulla. Questa zona trabocca di fossili e minerali ferrei e d'argento, e sono molti i Pokémon a vivere sotto terra, non è semplice scovare un materiale simile. Ma ci sono importanti novità da parte del Professor Tedeo.
(Tedeo è solamente il mio geologo profumatamente pagato per aiutarmi a trovare ciò che cerco. Non è una persona importante, ma il suo aiuto mi è indispensabile, al momento.)
-Allora, Professore, mi dica cosa ha scoperto.
-Non abbiamo rinvenuto la minima traccia di ciò che cerca, scavando, ma..
-Ma...?
-Ma rimane ancora un'altra possibilità. Abbiamo rintracciato in una delle grotte sotterranee di Mineropoli una creatura, il pokémon di cui le ho parlato agli inizi del progetto.
-Quindi se trovassimo lui troveremmo anche le sue gemme?
-Ovviamente. Posso mandare una squadra di ricerca a perlustrare quelle grotte, ma noi non interferiremo al seguito della cattura. Come intenderà procedere?
-Questo non è affar suo. Ora la lascio al suo lavoro.
(Se non riuscirò a trovarle scavando... Troveró la fonte!)



(Preziose... Speciali.. No, uniche... Nessun'altro le avrà mai, io sarò l'unica. Quelle pietre mi apparterranno, e mi appartengono!
Ah, a proposito. Esse sono possedute da un pokèmon. Effettivamente non l'ho mai visto coi miei occhi, ma so quanto esso sia speciale. Ovviamente solo perchè ha l'oggetto in questione. 
Lui le ha... Ma apparterranno a me. È piccolo, dal corpo esile e viola, e sfoggia una boccuccia sorridente piena di piccoli denti affilati, e poi i suoi occhi... Saranno il mio tesoro. Questo pokèmon non è pericoloso, fortunatamente. Ma, secondo le voci, è sfortunatamente raro da avvistare. È un tipo spettro. E vive nel buio.)

(Avete capito di quale mostriciattolo sto parlando?)

...


(...Beh, se non l'avete capito, quello 
sgorbio è un sableye. Si, è uno sgorbio. Ho passato metà del mio tempo a capire come avere le sue gemme e l'altra metà a studiarlo. 
C'è solo un problema, ma questo non mi impedirà il mio scopo.
Sì, potrebbe essere una grossa richiesta, ma io le voglio tutte. E se non me le offrirà volontariamente... Nulla mi impedirà di prendermele.
Non importa se i suoi occhi siano le gemme migliori. E le più grandi. Sembrano due grossi zaffiri, eppure il loro valore non li sfiora neanche lontanamente. Certo, la stima è altissima, ma non intendo vendere nulla. Anche se non ci sono state molte persone che hanno approfondito sulla questione, credo di essere la prima ad interessarsi veramente su quel mostro. Beh, dovrebbe essermi riconoscente.)



-Miss Elisabeth, i nostri minatori stanno lavorando da ore. Conoscono perfettamente questa grotta, ma è enorme, questi tunnel si prolungano per chilometri, e non sono certo che il nostro radar basterà a rintracciare nuovamente quell'esemplare.
-Non mi serve che ritroviate quell'esemplare, me ne va bene uno qualunque, ma trovatelo!
(Pff, questi incompetenti. Stanno lavorando da un mucchio di tempo e non è venuto a galla ancora niente. Perlomeno il Signor Amado non sembra così sprovvisto. Sono abbastanza sicura che saprà cosa farne, quando l'avremo scovato.)
-Ci sono molti pokémon qui dentro, e non è sempre possibile stabilire con certezza di che specie si trattino. Inoltre i lavori sono rallentati, la nostra squadra si è trovata davanti più volte degli Onix a sbarrargli il passaggio, e per motivi di sicurezza abbiamo evitato le aree circostanti.
-Dovrete pur avere una squadra di pokémon con voi che vi aiuti!
-Beh.. Io avrei un Crobat, ma non sono sicuro di...
-Lo usi! L'ho pagato, ricorda? Ora è al mio servizio, è a me che deve obbedire. Faccia uscire quel pokémon.
-Crobat, tocca a te! Aiutaci a trovare un pokèmon, si chiama Sableye, ne hai già visti in passato, e sai cosa fare.
(Ma perchè non l'ha fatto prima?!)



-Abbiamo trovato qualcosa!
Qualcuno urlò da lontano. Tedeo, Amado e Miss Elisabeth, seguiti da alcuni minatori della squadra di ricerca, corsero immediatamente verso la voce. 
Un minatore parava un vicolo col suo corpo, e tutti gli si avvicinarono.
-L'ho trovato per caso mentre esploravamo, evidentemente si era nascosto da un po'. Qui avevamo già controllato! Ecco, lo vedete? 
Qualcosa scintillava dietro una roccia. Ovviamente i radar cominciavano a squillare ripetutamente in coro, felici di aver portato a fine il loro obiettivo. Certo, fu facile catturare quel piccolo pokémon, piccolo davvero, e indifeso, come un cucciolo.
Questo è un Sableye?
(Ma è ovvio! Lo conosco perfettamente, io so che è lui, tutto quel tempo passato a... Beh, ora basta. È qui e lo prenderò.)
-Sì, sì, è lui! Prendetelo!
Il pokèmon di Amado era un Venomoth. Cominciò immediatamente a secernere una lunga tela simile ad una ragnatela e ad indirizzarla verso Sableye. Il povero mostriciattolo non poteva far niente, immobilizzato. Ovvio che fosse un cucciolo, altrimenti una cattura del genere sarebbe stata molto più dura, un altro pokémon sarebbe stato sicuramente imprendibile.
Fatto sta che venne intrappolato e caricato su un piccolo furgone, con a bordo Amado e Miss Elisabeth. Non fece molto per liberarsi, era debole e inesperto, a quanto pare. Ma non aveva dubbi sul suo destino.



(Certo che ce ne sta mettendo, di tempo, quell'Amado... Non gli ho nemmeno chiesto come sarebbe stato quel pokémon in seguito. Ah, beh, se la caverà. Ho visto persone vivere senza un rene, ed esistono anche persone cieche. Non dovrebbe essere un grandissimo problema, e finalmente io avrò la mia ricompensa. In fondo, me la merito.)



Quando il Signor Amado uscì dal suo laboratorio, non c'era nessuna traccia addosso a sé che lasciasse intendere i risultati dell'intervento. Se così si può chiamare. Consegnò in mano a Miss Elisabeth un sacchetto di cuoio pesante, che subito aprì.
- ... (Non posso crederci...)
-Lieto di esserle stato d'aiuto. Più tardi mi consegnerà il compenso che mi spetta.
Un sorriso malizioso gli attraversò il volto.
-Come sta il pokémon?
-Cosa intende? Non le ho mai assicurato che tutto ciò sarebbe andato a buon fine per entrambi.
...
Beh, sappia cosa farne. In particolare quella piccola pietra rossa che vede lì... Sa dove stava? Proprio al centro del petto. <
Un sorriso agghiacciante la colpì. Poi Amado la congedò con un segno della mano, e lei tornò a casa. Non che le dispiacesse aver finalmente avuto ciò che desiderava, ma non poté fare a meno di pensare a Sableye.
Ho fatto la cosa giusta... Non è colpa mia, io non sapevo come sarebbe finito tutto questo, non lo sapevo.. E ora ho le mie gemme, le ho, non mi serve altro...
Dopo una notte un po' tormentata, inutile dire che la Miss espose il suo nuovo bottino in alcune vetrine nella sua meravigliosa reggia, uno chateau, e organizzò una festa in onore di questa vittoria, senza specificare la fonte degli oggetti al centro dell'attenzione.
Quel giorno pagò anche Amado.
-Le avevo mai detto che i pokémon Spettro hanno qualche particolarità?
-Di che tipo?
-Glielo lascio intuire. 
Dopo quelle brevi parole non si incontrarono più.



Da quella sera, comunque, le cose non furono più normali.
I camerieri dello chateau, ogni notte, insieme a Miss Elisabeth, cominciarono a vedere nel buio strane ombre, movimenti rapidi che apparivano all'improvviso e sparivano allo stesso modo. Rumori strani, brevi stridii lontani, ma dolorosi.
Miss Elisabeth si alzò con uno scatto dal suo cuscino e, nel buio, in fondo alla stanza, vide la stessa figura.
Non l'aveva dimenticata, ovviamente. E continuava a vederla, e scompariva, e poi tornava... Come uno spettro. Ma gli spettri non esistevano, giusto?
Miss Elisabeth si alzò e cominciò a correre, mentre dentro la sua mente si insinuava sempre di più, lentamente, il terrore di ciò che immaginava, il pokémon era morto, lo era... E anche se fosse, perchè avrebbe voluto vendicarsi?
(No.. No... Corri Elisabeth, corri... Devi scappare via da qui...)
Lo chateau era un intrico di corridoi e stanze, tappeti raffinati e arredi eleganti, lampadari sfarzosi e quadri giganteschi. 
Era buio, e quando arrivò nel salone delle esposizioni aveva il fiatone.
(Dev'essere uno spettro.. No... Forse... Se accendo la luce sparirà!)
Purtroppo quando Miss Elisabeth accese la luce, non accadde ciò che sperava. Gli occhi le si riempirono di terrore e orrore... In effetti non sapeva bene cosa si sarebbe aspettata. 
Forse qualche creatura mezza trasparente simile ad un fantasma, o una semplice ombra venuta a perseguitarla nel buio, che la luce avrebbe potuto far sparire anche solo per un attimo, salvandola temporaneamente da un incubo eterno... E invece no.
Era esattamente come lo ricordava nel tunnel sotto terra, non era qualche gioco che la sua immaginazione volle farle per punirla, comunque ciò che doveva mancare, non c'era.
Il suo piccolo corpicino era ancora più scuro, perfetto per il buio, e gli occhi erano sostituiti da due grosse orbite nere e scure come le tenebre, in cui non si scorgeva niente all'interno... E la sua boccuccia, che una volta avrebbe potuto sembrare divertente, o dispettosa, era ora un ghigno gelido, di chi cerca qualcosa ed è disposto a tutto per farcela. Come Miss Elisabeth, giusto...? Che nel frattempo si era appiattita contro un muro, paralizzata, e fissava "lo sgorbio". Non ebbe il tempo di guardare, che le vetrine ora erano graffiate e i vetri infranti, eppure le gemme rimasero lì... Poi Sableye indicò con un dito aguzzo il suo petto, poi la pietruzza brillante esposta, simile ad un rubino, che ora pulsava... Un cuore per un cuore, giusto?
(Mi dispiace...)
Elisabeth si arrese e chiuse gli occhi, terrorizzata... Quella fu l'ultima cosa che fece.
A seguito di quello.. "spiacevole incidente", in seguito l'Antico Chateau fu chiuso e nessuno ci mise più piede, le voci continuarono a girare, e non si seppe mai l'effettiva realtà dei fatti.
   
 
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