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Autore: John Spangler    27/07/2016    1 recensioni
Dopo aver lasciato la piccola città di Cocoyashi, Nami Watanabe e sua madre si trasferiscono nella metropoli di Loguetown, una delle perle della California meridionale, per iniziare una nuova vita. Tra amori, drammi e problemi vari, le loro vicende si intrecceranno con quelle degli altri abitanti di Loguetown, mentre intanto il boss mafioso Crocodile conduce nell'ombra i suoi loschi affari, con la collaborazione del Joker. Come andrà a finire? Lo scoprirete solo leggendo questa storia.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Pieces'
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Capitolo 12: L'amore è nell'aria

 

20 Dicembre 2015

Loguetown, California, USA

Negli studi di Logue Channel

 

-...come ci ha confermato Mike Galdino prima di venire brutalmente aggredito, il pilota di fama mondiale Franky Flam, da poco ritiratosi dal mondo delle corse, è stato visto in compagnia di Shirley Fishmann, l'ex pornostar nota anche come Madame Shirley. I due erano in atteggiamenti inequivocabili, il che conferma le voci circolate negli ultimi mesi sulla loro relazione. La cosa renderà di certo felici i fan della coppia. Un pò meno per quanto riguarda il nostro Galdino, che dovrà passare un paio di giorni in ospedale per guarire dalle batoste ricevute dal signor Flam e dalla signorina Fishmann. Purtroppo, sono i rischi del mestiere.- Paula Rockbell concluse il discorso con un breve sorriso e poi riprese a parlare.

 

- E ora, passiamo a cose più serie. Sono passati otto giorni dalla morte di Edward Newgate, un evento che ha sconvolto tutti i californiani. Come sapete già, il suo vice Gomez Pink ricoprirà l'incarico di Governatore fino al prossimo 4 Gennaio, data in cui il compianto Barbabianca avrebbe iniziato il suo secondo mandato e in cui, invece, si terranno le elezioni per decidere chi sarà il nuovo Governatore.

 

- Sono già emersi decine di candidati, sia dei due partiti che indipendenti. Da notare soprattutto Jonas Petricelli, sindaco della nostra città.

 

- Per chi non lo ricordasse, Petricelli si era già presentato anni fa alle elezioni, venendo però sonoramente sconfitto da Newgate. Poco tempo dopo, è diventato sindaco di Loguetown.

 

- Petricelli è molto popolare, non solo in città, ma nell'intero Stato. Ricordiamo in particolare non solo la sua ottima gestione della città di Loguetown, ma anche le sue numerose iniziative di beneficenza, e la creazione dell'agenzia di sicurezza e vigilanza Cipher Pol Aigis, che ha dato e continua a dare un enorme contributo alla lotta alla criminalità. Intervistato dai nostri inviati, Petricelli ha dichiarato che, qualora dovesse vincere, si dimetterà da sindaco di Loguetown e lascerà la città in mano al suo vice, Rayleigh Silvers, e che si attiverà per porre fine una volta per tutte alla minaccia della Baroque Works.- La giornalista si schiarì la voce e continuò.

 

- I nostri sondaggi lo danno in netto vantaggio rispetto agli altri candidati. Anche molti degli elettori del defunto Newgate hanno dichiarato apertamente che voteranno per lui, invece che per Pink.

 

- Insomma, il signor Petricelli sembra avere delle ottime prospettive per il suo futuro. Se volete farci sapere la vostra opinione in merito, potete contattarci al nostro numero verde o sulla nostra pagina di Facebook...-

 

***

 

Davanti al Baratie

 

Nami era appoggiata alla portiera dell'Impala, in piedi e a braccia conserte, fischiettando e aspettando l'arrivo di Bibi. Normalmente l'egiziana sarebbe venuta a prenderla assieme a Igaram fuori dall'Emporio di Ivankov, ma stavolta le due avevano deciso di far riposare l'autista. La rossa aveva pianificato una serata solo per loro due. Sarebbero prima andate a mangiare una pizza, poi a fare quattro salti al Marineford, e poi...a fare altro. Nami già pregustava il momento in cui avrebbe assaporato di nuovo il corpo dell'amica.

 

Quel che non sapeva, era che il destino aveva altri piani in serbo per loro due.

 

Proprio quando stava iniziando a pensare a qualche nuovo giochetto da fare con Bibi, dalla direzione del Baratie giunse il rumore di un'auto che si avvicinava. Nami alzò un sopracciglio e subito dopo vide l'auto di Igaram attraversare il cancello e fermarsi a poca distanza dall'Impala. Una delle portiere posteriori si aprì e ne venne fuori Bibi. La ragazza sembrava parecchio preoccupata, e quando vide Nami le corse incontro.- Nami!-

 

- Bibi...che succede?-

 

- E' successo un imprevisto...devo tornare in Egitto immediatamente!-

 

- Oh...la crisi si è risolta, quindi?- Nami ricordava che il motivo della prolungata permanenza di Bibi in America era una crisi politica che rischiava di trasformarsi in una guerra civile.

 

- Sì, ma non si tratta di quello...mio padre è stato colpito da un proiettile. E' in ospedale. I medici dicono che non è grave, però...- Gemette.- Sono preoccupata, e voglio andare subito da lui.-

 

- Cazzo...Bibi, mi dispiace tantissimo...-

 

- Vorrei poter rimanere. Mi mancherà un sacco questo posto, e...e anche tu mi mancherai.- Sospirò.- Non ho mai incontrato una ragazza come te. Io...anche se ci conosciamo da poco più di un mese, ti considero la mia migliore amica, Nami.-

 

La rossa deglutì, cercando di nascondere il disagio provocato da quelle parole.- Per me è lo stesso, Bibi.-

 

- Sarà difficile coltivare un'amicizia con tutta la distanza che ci separerà...-

 

- Beh, non tanto. Puoi tornare qui quando vuoi. E poi possiamo sempre sentirci via Skype e i social network. Ci siamo scambiate i contatti, no?-

 

Al che ci furono dei colpi di clacson.- Signorina Nefertari, dobbiamo andare.- giunse la voce di Igaram dall'auto.

 

- Arrivo subito, Igaram!- rispose l'egiziana. Guardò Nami negli occhi e le si avvicinò, dandole un piccolo bacio sulle labbra.- Ciao, Nami. Grazie di tutto.-

 

L'americana ebbe appena la forza di rispondere, sopraffatta com'era dalle emozioni. Rimase a guardare prima Bibi che entrava in macchina, poi il veicolo che si allontanava lungo la strada. Alla fine rientrò nell'Impala e si lasciò cadere sul sedile del guidatore.

 

Rimase immobile e in silenzio per quella che parve un'eternità, con in sottofondo soltanto i rumori del traffico e le voci degli abitanti della città, lo sguardo fisso davanti a sè.

 

Poi, lentamente, una lacrima le scese lungo la guancia, e lei iniziò a prendere a pugni il volante.- STUPIDA! STUPIDA! STUPIDA!-

 

Sebbene a prima vista potrebbe sembrare che quegli insulti fossero rivolti a Bibi, in realtà non era così. Nami ce l'aveva con sè stessa. Perchè nonostante avesse sempre saputo che prima o poi sarebbe finita, e che in fin dei conti non si trattava altro che di amicizia mista a sesso, una parte di lei aveva iniziato a sperare che il loro rapporto potesse diventare qualcosa di più.

 

In altre parole, Nami aveva iniziato ad innamorarsi di Bibi.

 

Si era detta più volte che era una pazzia, che non aveva alcuna speranza. Che avrebbe dovuto controllarsi. Ma purtroppo, come aveva scoperto, certe emozioni non si possono controllare, e ora non poteva fare altro che piangere e sfogare la rabbia e la tristezza che la stavano invadendo.

 

***

 

Il giorno dopo

L'Emporio di Ivankov

 

Quella mattina, Nami si presentò al lavoro con un'espressione che definire mogia sarebbe stato un eufemismo. Il signor Ivankov non se ne accorse, preso com'era dalla prospettiva di una giornata da trascorrere col suo Bentham. Infatti, poco dopo l'arrivo di Nami se ne andò saltellando e cinguettando come un usignolo.

 

Robin, invece, se ne accorse, e appena le due ragazze furono rimaste da sole, decise di indagare.

 

- Nami, c'è qualche problema?- le chiese, mentre le due si accingevano a pulire delle statuette che più tardi avrebbero consegnato a un cliente.

 

- Eh...cosa?- Era talmente distratta che in un primo momento non aveva sentito la domanda dell'altra.- Hai detto qualcosa?-

 

- Ti ho chiesto se c'è qualche problema.- ripetè con calma Robin.

 

- No, nessun problema.- rispose in fretta Nami. Prese un pennello e cominciò ad occuparsi di una statuetta con le sembianze di una qualche divinità greco-romana.

 

Robin non si fece ingannare dalle parole della rossa.- Sei sicura? A me sembra di sì.-

 

Nami interruppe per un attimo il suo lavoro.- Non è nulla, solo...un problema personale.- Sospirò.

 

- Ti va di parlarne? Potrebbe farti bene.-

 

- Non...non ne ho molta voglia, a dire la verità.-

 

- Se non ti va, fa lo stesso. Non devi sentirti obbligata.- Si aggiustò gli occhiali.- Ma se vuoi, io sono pronta ad ascoltarti.-

 

La rossa esitò un attimo, poi riprese l'operazione di pulizia.- Si tratta di Bibi...-

 

Robin ascoltò con pazienza la giovane Watanabe, la quale andò avanti a parlare per diversi minuti.

 

-...lo so che lei non c'entra niente, e che sono io che mi sono fatta delle illusioni.- disse alla fine la rossa, facendo quindi una piccola pausa.- Ma mi sento...non so neanche come definirlo. Sono triste, e al tempo stesso arrabbiata. Sto male.-

 

- E' comprensibile. Chiunque, al tuo posto, starebbe così.-

 

- A te è mai capitata una roba del genere?-

 

La mora non rispose subito.- No, mai.-

 

Nami sospirò e abbassò lo sguardo, continuando a spolverare la statuetta.

 

Robin si prese qualche attimo per riflettere.- Forse però so come aiutarti.-

 

La rossa interruppe di nuovo il suo lavoro e guardò l'amica.- Cosa intendi?-

 

- Ecco...forse ho qualcosa che potrebbe aiutare a risollevarti il morale. Hai impegni per dopo il lavoro?-

 

- No.-

 

- Bene. Allora verrai con me a casa mia. Una volta lì, ti farò vedere di cosa si tratta.-

 

- Non potresti dirmelo prima?-

 

- No. E' meglio che sia una sorpresa.-

 

- Hmm...come vuoi.- annuì Nami, chiedendosi cosa mai avesse in mente la mora.

 

***

 

Una casa in periferia

 

Nami non si considerava una fifona. Tuttavia, c'erano diverse cose che le incutevano timore. Una di queste, era il film Psycho, che aveva visto da bambina e che le era rimasto impresso nella mente. Il villino che ora stava osservando, e che Robin aveva indicato come casa sua, era spaventosamente identico a quello del film. Mentre lei e Robin scendevano dall'Impala, la rossa non potè fare a meno di pensare che quel posto raccapricciante si addiceva molto alla personalità della mora.

 

Un'altra delle cose che le incutevano timore erano i cani grossi. Proprio come la montagna di pelo che in quel momento stava correndo verso di loro. A prima vista, sembrava un San Bernardo.

 

- Fermo, Lovoon!- gridò Robin, ma il cane non le diede ascolto. Abbaiò un paio di volte e puntò verso Nami. La rossa, impaurita, rimase immobile. Arrivatole davanti, il grosso cane si alzò sulle zampe posteriori, posò quelle anteriori sulle spalle di Nami e prese a leccarle la faccia, scodinzolando nel mentre.

 

- Smettila, Lovoon. A cuccia!- Robin afferrò il San Bernardo per il collare e lo spinse via dalla sua amica. Il cane guaì e si sedette a terra.

 

- Scusa. Lovoon è molto socievole, anche con gli estranei.-

 

- Ho...ho notato.- mormorò Nami, togliendosi la saliva dalla faccia.

 

- Cattivo, Lovoon. Per punizione, stanotte resterai fuori.- Il cane reagì al rimprovero di Robin con un guaito, per poi alzarsi e sparire dietro la casa.

 

La mora tornò a rivolgersi alla rossa.- Scusa, avrei dovuto avvisarti.-

 

- Non fa niente, in fondo non è nulla.- Anche se mentalmente lanciò una dozzina di invettive all'indirizzo di quel sacco di pulci.

 

Le due ragazze entrarono nel villino. Nami approfittò del bagno per darsi una ripulita, e poi seguì Robin in un'altra parte dell'edificio.

 

- E' davvero una bella casa.- disse Nami guardandosi attorno. Diceva sul serio. L'interno dell'abitazione era arredato con gusto ed eleganza, e a differenza dell'esterno, trasmetteva anche una certa allegria.- Vivi qui da sola?-

 

- Sì. Il precedente proprietario, il signor Brook, è morto all'inizio di quest'anno, e dato che non aveva parenti ha lasciato tutto a me.- rispose la mora.- Incluso il cane.-

 

- Era un tuo amico?-

 

- Sì. Lui...mi aveva accolto nella sua casa quando sono arrivata qui a Loguetown, due anni fa. Ha fatto tanto per me.- Un'ombra di tristezza le attraversò il volto, scomparendo dopo appena un secondo.- Ma non parliamo di questo. Vieni, ti mostro una cosa.-

 

Robin guidò Nami in quella che doveva essere la biblioteca della casa. La giovane Watanabe vide una buona parte della stanza occupata da centinaia, forse migliaia di libri. In un angolo, un caminetto spento, e davanti un tavolino con due poltrone. Sul tavolino notò un oggetto che all'inizio non riuscì a identificare. Poi si avvicinò e capì cos'era: la custodia di un violino.

 

- Siediti.- Robin le fece cenno di accomodarsi su una delle poltrone. Nami si sedette, mentre la mora si sistemava sull'altra e apriva la custodia, tirando fuori un violino dall'aria antica.

 

- Tra le altre cose, il signor Brook mi ha insegnato ad apprezzare il valore della musica e a suonare il violino. Diceva sempre che la musica aveva il potere di rimettere a nuovo le persone, e ho avuto modo di verificare questa cosa più di una volta. Quando mi sentivo triste, il signor Brook mi suonava sempre una delle mie sinfonie preferite. E ogni volta, mi tornava il buonumore.-

 

La rossa annuì.- Quindi...vorresti fare lo stesso con me.-

 

- Esatto.-

 

- Io...non so, Robin. Credi davvero che possa funzionare?-

 

- Se ha funzionato per me, funzionerà anche per te. Cosa vuoi che ti suoni?-

 

- Non saprei, non mi viene in mente niente...-

 

- Faccio io, allora.- Robin posizionò l'archetto sulle corde dello strumento, chiuse gli occhi e cominciò a suonare.

 

L'aria della stanza si riempì di una serie di note melodiose. Nami non riconobbe la musica, ma decise subito che era di suo gradimento. Era davvero piacevole, e, proprio come aveva detto Robin, iniziò a sentirsi meglio. Per un attimo dimenticò tutti i suoi problemi, e si concentrò soltanto su quella musica meravigliosa.

 

Quasi non si rese conto dello scorrere del tempo, e quando Robin smise di suonare, si accorse di stare sorridendo.

 

- Mi sembra di capire che ti è piaciuto.- Robin posò il violino sul tavolo e sorrise a sua volta.

 

La rossa annuì.- Moltissimo, non me lo sarei mai aspettato. Sai, sei proprio brava, Robin.-

 

- Grazie. Ho avuto un ottimo insegnante.-

 

- Mi sento meglio, adesso. Io...ti ringrazio, Robin.-

 

La mora si tolse gli occhiali e li posò accanto al violino.- Era il minimo che potessi fare, per una mia amica. E...- Per un attimo distolse lo sguardo da Nami e si schiarì la voce.- Se c'è...qualche altra cosa che posso fare per te, non hai che da chiedere.-

 

Nami fece per rispondere, ma all'improvviso si accorse che lo sguardo di Robin era cambiato. Non ci mise molto a capire di che si trattava. Era inequivocabile, la mora la stava guardando allo stesso modo in cui lei aveva guardato Bibi. A conferma della cosa, il piede di Robin sfiorò il suo in maniera sensuale. Nami era sbalordita; non si sarebbe mai aspettata di ricevere delle avance da Robin, solitamente così fredda e riservata.

 

Cosa doveva fare? Una parte di lei era contenta della cosa, e doveva ammettere che non le sarebbe dispiaciuto passare del tempo a letto con Robin. Ma un'altra parte, quella che di solito aveva la meglio quando prendeva una decisione, le stava dicendo di no. Alla fine si decise.- No, Robin.-

 

- Cosa...-

 

- Non mi fraintendere, tu sei bellissima, e ti ringrazio per l'offerta, ma...vedi, il fatto è che sono ancora un pò scossa per Bibi. Non me la sento di avere subito un'altra storia. Vorrei...vorrei stare un pò per conto mio, ecco.-

 

- Oh...- Robin sembrò rattristarsi.- Ti chiedo scusa. Non intendevo metterti a disagio.-

 

- Non preoccuparti, è tutto a posto. E comunque, siamo sempre amiche, no?-

 

Robin annuì mestamente. La rossa provò dispiacere per l'altra, ma decise che sarebbe stato meglio per entrambe cambiare subito argomento.- Piuttosto...non è che mi suoneresti qualcos'altro?-

 

Il sorriso riapparve sul volto della mora.- Certo.- Prese il violino e ricominciò a suonare, stavolta con più energia di prima.

 

Nami si adagiò sullo schienale della poltrona, chiuse gli occhi, e si lasciò cullare dalle note.

 

***

 

Terzo distretto di polizia

 

Zoro uscì dal distretto sbadigliando.- Che giornata.- Si grattò la testa, ripensando a tutte le scartoffie che aveva appena finito di firmare. La vita di un poliziotto poteva sembrare emozionante, tra inseguimenti e sparatorie, ma a volte era intervallata da momenti di pura e semplice noia, in cui si annegava in un mare di carte e procedure burocratiche. Un'autentica rottura.

 

Si infilò le mani in tasca, e cominciò a meditare sulla sua prossima destinazione. Era troppo stanco per andare in palestra, quindi quell'opzione era automaticamente esclusa. Forse poteva fare quattro passi per la città, magari per poi incontrare qualcuno dei suoi amici e bere qualcosa insieme? No, a pensarci bene non ne aveva voglia. Sebbene non fosse proprio un asociale, di tanto in tanto gli piaceva restare da solo, e quello era uno di quei momenti. Alla fine si decise. Sarebbe rimasto a casa a guardare un film, e avrebbe ordinato una pizza. Conosceva una pizzeria che le faceva davvero bene, e che era anche molto economica. Ne avrebbe ordinata una enorme con peperoni e salsicce, e ci avrebbe fatto mettere una dose extra di formaggio che non guastava mai...

 

- Ehi, Zoro! Che fai di bello?-

 

Roronoa si voltò e vide Tashigi venirgli incontro.

 

- Tashigi...stavo andando a casa.-

 

- Non vieni in palestra? Stavo giusto andando lì, magari potremmo allenarci insieme...-

 

- No, sono stanco. Ho solo voglia di rilassarmi un pò e dormire fino a domattina.-

 

- Capisco. Beh, non mi stupisce che tu sia stanco. Oggi è stata una giornata difficile per tutti.-

 

- Già.-

 

- Tu però l'hai superata. Sei proprio un uomo di ferro, eh?-

 

- Sono un uomo come tanti. Ora però, se non ti dispiace vorrei andarmene...-

 

- Aspetta, volevo chiederti una cosa.-

 

Zoro sbuffò.- Cosa?-

 

- Ti andrebbe di venire a casa mia, più tardi? Mio padre non c'è...-

 

- Cos'è, hai paura di restare da sola?-

 

- No, ma vorrei passare un pò di tempo con te.-

 

- Non ne abbiamo già passato abbastanza oggi, al lavoro?-

 

- Intendevo...noi due soli.- La ragazza sorrise e fece un passo verso di lui.- Ho imparato a cucinare, sai? So a memoria tutte le vecchie ricette della famiglia di mio padre. Potrei prepararti degli ottimi piatti.-

 

- Grazie, ma non amo la cucina giapponese.-

 

- Allora potremmo fare altro. Guardare un film, oppure...-

 

- Oppure cosa?-

 

- Oppure potremmo fare cose di tutt'altro genere...-

 

Chiunque, al posto di Zoro, avrebbe capito cosa voleva in realtà la ragazza, anche l'uomo più stupido del mondo.

 

Ma Zoro era un caso speciale, e pertanto continuò a non capire una beata mazza.

 

- Cioè, che cosa?-

 

E fu allora che accadde qualcosa che si sarebbe potuto definire un evento epocale. Tashigi, che normalmente era cortese con tutti e non imprecava mai, digrignò i denti e strinse i pugni.

 

- Che cosa? CHE COSA?! Si può sapere quale cazzo è il tuo problema, Zoro?-

 

Roronoa, sbigottito, fece per rispondere, ma Tashigi lo travolse con la sua sfuriata.

 

- Io cerco di fartelo capire in tutti i modi, senza essere troppo diretta. Chiunque al tuo posto avrebbe già capito. Ma tu...TU NO, CAZZO! Comincio a chiedermi chi cazzo me lo faccia fare!-

 

- Ma...Tashigi...-

 

- Ma un cazzo! Sai che ti dico, Zoro? Vai a farti fottere!- Al che si girò e iniziò ad allontanarsi da Zoro.

 

Il poliziotto rimase lì imbambolato, mentre la ragazza se ne andava lungo il marciapiede.

 

Fu solo quando Tashigi scomparve del tutto dalla sua vista che Zoro capì finalmente il senso delle sue parole. Gli occhi gli si allargarono e la bocca si spalancò. Ora tutto aveva senso. Tutte le occhiate, le frasi allusive, tutte quelle volte in cui gli si era "accidentalmente" strusciata addosso...ecco spiegata la sfuriata di poco prima. Ora aveva capito, finalmente.

 

- Merda...- Si passò una mano tra i capelli.- E ora che cazzo faccio?-

 

 

OMAKE

 

Tashigi sentì Zoro che la chiamava. Si fermò e si girò verso di lui.- Che c'è?- Era ancora arrabbiata.

 

- Tashigi, perdonami per prima. Volevo solo dirti che...che ti amo!-

 

Il cuore dell'occhialuta iniziò a battere all'impazzata.- Oh...Zoro, anch'io ti amo!-

 

I due poliziotti si abbracciarono e siglarono il loro amore con un bacio. Poi si recarono nella chiesa più vicina, si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.

 

Fine della storia.

 

John Spangler guardò con aria scettica le pagine che aveva appena scritto.- Hmm...no, decisamente no. Questo non è OOC. Questo è follia pura.- Appallottolò i fogli e li gettò in un cestino già pieno di cartacce.- E ora che faccio?-

 

- Ti aiuto io, John.-

 

Improvvisamente, e senza alcuna spiegazione logica, Spangler si trovò davanti Ned Stark, Lord di Grande Inverno e protettore di putt...ehm, Protettore del Nord, ancora munito di testa.

 

- Ned...che ci fai qui?-

 

- Sono venuto ad aiutarti coi tuoi problemi di scrittura.-

 

- E come potresti aiutarmi?-

 

- Con un semplice consiglio: usa la Forza. La Forza ti aiuterà a trovare la giusta ispirazione.-

 

- Scusa, ma che c'entri tu con la Forza? E' una roba da Jedi.-

 

- Non discutere. Ricordati ciò che ti ho detto: usa la Forza. E ora scusa, ma devo andare. Ho un appuntamento urgente ad Approdo del Re.- Al che svanì in una nuvoletta di fumo.

 

Il povero (In tutti i sensi) Spangler rimase a lungo imbambolato, ancora incredulo per ciò che era accaduto. Poi, gli arrugginiti ingranaggi del suo cervello iniziarono a girare, e finalmente ebbe un'idea.- Usa la Forza...ma certo!- Prese degli altri fogli e ricominciò a scrivere.

 

 

NOTA DELL’AUTORE: Ned Stark che mi compare davanti e mi suggerisce di usare la Forza, Robin che vuole farsi Nami…ho proprio bisogno di una vacanza, eh?

 

A parte gli scherzi, che ve ne pare del capitolo? Qui ho cercato di concentrarmi più sugli stati emotivi dei personaggi, anche se mi rendo conto che non è proprio il mio forte. Spero comunque che abbiate gradito.

 

Concludendo, vi annuncio che mi prenderò una pausa dalla scrittura per tutto il mese di Agosto. Tornerò all’inizio di Settembre col nuovo capitolo, e vi anticipo che…no, non vi anticipo nulla (Sono un bastardo!). Nel frattempo, fatemi sapere le vostre opinioni su questa storia, e se avete voglia date anche un’occhiata alle altre mie storie (Ne vale la pena, credetemi).

 

Alla prossima, cari lettori. E buone vacanze.

  
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