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Autore: gp123    27/07/2016    0 recensioni
Emily ha 20 anni, è appena entrata al college che desiderava tanto frequentare, quando in lontananza vede lui. Le avevano detto di non avvicinarsi troppo e ora aveva capito perchè, ma non ci avrebbe neanche provato, a Emily non piacciono quel tipo di persone.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Finalmente era giunto il momento, lo attendevo da tanto, forse da troppo. Mentre finivo di sistemare nella mia valigia le ultime cose venni bloccata dalle piccole e fragili braccia di mia madre, ormai in lacrime da una settimana
«Ti prego, promettimi che mi chiamerai tutti i giorni e chi mi racconterai tutto», non ci credo, piange ancora
«mamma lo sai che me ne vado solo per fare il lavoro che voglio e poi, ti racconterò tutto come ho sempre fatto», la abbraccio e chiudo la valigia.
Scendo le scale, saluto tutti con un groppo alla gola e prima che le lacrime prendano il sopravvento esco e salgo in macchina. Faccio in tempo ad accenderla e partire quando finalmente realizzo che finalmente stò facendo quello che desideravo tanto.
Torno con i piedi per terra
«devo andare a prendere Francesca», era la mia migliore amica da sempre, con lei avevo sempre condiviso tutto e naturalmente avremmo condiviso anche quest'esperienza. Arrivo davanti a casa sua, mette la sua valigia dietro e sale in macchina. Ha addosso una camicia bianca e dei jeans neri strappati, e come tocco finale degli occhiali da sole firmati... ma la mia stornzaggine si fa strada e se la esce con
«Scusa eh, gli occhiali da sole, senza sole?» sapevo benissimo a cosa servissero, avrà finito di salutare il suo ragazzo 10 minuti fa
«Sempre simpatica Emily, mi sei mancata»
Le sorrido, mentre riparto a tutto gas.
Mi fermo in autogrill dopo quasi tre ore e mezza di strada, non ne posso più
«Ho un assoluto bisogno di andare in bagno» … guardo Francesca, forse non si è accorta che siamo circondate da persone, ma fa niente, la conosco e scoppio a ridere, ho quasi le lacrime agli occhi fino a quando non mi tira una gomitata, ormai diventata rossa come un peperone, mi tira un’occhiataccia e poi si gira scoppiando a ridere anche lei.
Risaliamo in macchina, questa volta guida lei, e prima che potessi mettermi comoda lei incomincia a fissarmi
«che hai? »le dico con voce irritata ma anche preoccupata «non dirmi che hai dimenticato qualcosa a casa, perché se è così puoi scordarte.. »non faccio in tempo a finire che mi interrompe
«ti ricordi vero che devi stare lontana da quel ragazzo conosciuto da tutta la scuola vero? Non ha una bella reputazione, sai si è scopato metà istituto»
Ribatto subito, senza darle tempo di continuare
«non sono stupida e poi mi conosci, non sono mai stata attratta da certa gente, quindi rilassati, e poi dovresti stare attenta anche te, solo perché sei fidanzata non significa che non può succedere niente e che la tua “grotta” sia chiusa al pubblico»
 Scoppiamo a ridere e prima di accendere la macchina mi tira un pugno sulla spalla esclamando
«si, mi sei proprio mancata».
Faceva un caldo infermale, così decisi ti abbassare con malavoglia il finestrino e farmi scompigliare i capelli dal vento, «tutto il mio lavoro di questa mattina andrà a puttane», sento Francesca ridere e fare di no con la testa. Non riusciremo mai a sopportarci per così tanto tempo, ma so che ci divertiremo troppo insieme.
Finalmente siamo arrivate, parcheggiamo nell’unico posto libero che c’è, prendiamo le nostre cose e con entusiasmo ci dirigiamo al dormito, non facciamo nemmeno in tempo a buttare in stanza le cose che siamo già fuori, devo assolutamente vederlo tutto prima di sta sera.
Eravamo quasi vicine al locale della scuola, quando incomincio a sentire delle ragazze urlare, avete presente delle oche? Ecco.
Non riesco a capirne il motivo, fino a quando dal fondo non vedo lui, l’uomo da cui dovevo stare alla larga, bello si, ma si vedeva che non era serio, per niente e io, Emily White ne sarei stata capace di sicuro, lo avrei evitato in qualsiasi caso e per qualsiasi motivo. Mi giro verso la mia amica, ormai persa, le do una sberla dicendo« stai già immaginando il matrimonio e i nomi dei figli?»
Francesca scuote la testa e sembra ritornare sulla terra, pensavo fosse stato grazie a me, alle mie parole e si, anche grazie alla manata che le avevo tirato e invece no, era il telefono che squillava. Mi guarda e si allontana un attimo, giusto il tempo per essere totalmente disponibile ad avere una conversazione con lui...
   
 
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