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Autore: namirami    27/07/2016    4 recensioni
"Ora mi è chiara una cosa, Nami-san: ho capito perchè non riesco a smettere di pensare a te, anche se ti conosco a malapena. Ho capito perchè quando ti ho visto ho provato un sentimento che non avevo mai provato per nessuna, perchè mi hai ammaliato più di ogni altra ragazza.
Perchè la tua bellezza nasce da dentro, Nami-san. La tua bellezza è quella di una persona tenace e determinata, che ha superato mille difficoltà, che lotta con tutte le sue forze per le persone che ama, come una leonessa che difende i suoi cuccioli ad ogni costo".
Ciaooooo a tutti nakama!!!
Un piccolo regalo a tutti quelli che amano SanjixNami, una raccolta dedicata a loro che andrà a toccare vari momenti di questo bellissimo manga/anime e che vedrà impegnati i nostri protagonisti alla scoperta dei sentimenti che provano l'uno per l'altra.
Romanticismo, comicità, azione ed erotismo saranno gli ingredienti principali, con una larga dose di nakamaship!
che aspettate? date un occhio e ditemi che ne pensate!
Attenzione: SPOILER!
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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22. Gamba Nera
 
(Family affairs)

 
"Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno".

Sonetto XVII, Pablo Neruda.
 
 
Mentre si accingevano a salpare per dirigersi verso Whole Cake Island, Nami non resistette alla tentazione di parlare nuovamente con Pudding. Ancora non era sicura che si potessero fidare di lei e usò la scusa di aver bisogno di altre informazioni sul luogo da raggiungere. La figlia dell’imperatrice si dimostrò cortese e disponibile. Quando la navigatrice fu soddisfatta, tutto ad un tratto Pudding esclamò:
“Sanji aveva ragione su di te”.
“Ti ha parlato di me? ” le chiese stupita.
“Oh, certo che sì. Non sai quanto desidera tornare da voi, dal tono della sua voce si intuisce quanto siate legati. È strano, ma sembra che tenga più alla sua ciurma che alla sua famiglia. E poi, mi ha confessato che è innamorato di te. So che ha una cosa importante da dirti”.
Nami riflettè su quelle parole, così assurde. Non ci aveva mai pensato più di tanto, ai ragazzi. Da piccola doveva salvare il suo paese da Arlong, e ora aveva il suo sogno da realizzare. Non aveva di certo tempo per simili cose. E mai aveva pensato di prendere sul serio il corteggiamento del cuoco, in fondo lui ci provava con tutte. E allora perché mai aveva detto quelle parole a Pudding? Forse c’era davvero qualcosa che le doveva spiegare.
“Quando pensi che vi sposerete, Nami?”.
“Cosa?”. Nami strabuzzò gli occhi a quella domanda, e non ebbe il tempo di spiegare che lei e Sanji non stavano insieme, che non ci sarebbe stato nessun matrimonio, che l’altra aggiunse:
“Già, visto la vita che fate non dev’esser semplice programmare certe cose. Sei molto fortunata!”.
Nami si chiese cosa diavolo le avesse raccontato Sanji.
“Pudding credo ci sia stato un malinteso, io e Sanji non…” ma non riuscì a finire la frase.
“Oh, no, tranquilla. So tutto. Ma volevo comunque dirti che ti ama incondizionatamente, come vorrei avere anche io un uomo così al mio fianco! Chissà, magari un giorno lo troverò”. Concluse con uno sguardo sognatore sul suo futuro.
Nami decise di non aggiungere nulla, non sarebbe servito. Eppure si stupì nel sentire il suo cuore avere accelerato di vari battiti,a quelle parole. E anche se faceva finta di nulla, a Pudding non sfuggì il lieve sorriso che fece Nami, quasi inconsapevolmente, all’udire la dichiarazione di Sanji.
 
***
 
Chiuso nella sua stanza, Sanji aspettava che gli portassero l’abito da sposo per provarlo.
Maledisse nuovamente i Vinsmoke e sentì ancora una volta di non appartenere per nulla a quel mondo così meschino, a quelle persone così crudeli. Avrebbe trovato un modo per tornare dalla sua vera famiglia.
Sentì la porta aprirsi piano e immaginò che l’ennesimo domestico fosse arrivato a portargli l’abito, anche se gli sembrò strano che non bussasse.
Voltandosi però, rimase di stucco: di fronte a lui c’era la sua adorata Nami-san. E come ogni volta che la guardava, si chiese come diamine facesse a diventare sempre più bella.
“Sanji-kun, dobbiamo sbrigarci: Rufy sta parlando ora con Big Mom, non so come si evolveranno le cose ma abbiamo poco tempo, dobbiamo andare a sostenerlo”.
Il ragazzo necessitò di alcuni minuti per riprendere il contatto con la realtà e realizzare quanto pericoloso fosse per Nami essere in quella stanza.
Nel frattempo, lei estrasse qualcosa dal suo reggiseno: una piccola chiave, con la quale aprì i braccialetti che Sanji ancora aveva ai polsi.
“Ma, Nami-san, come hai fatto ad avere la chiave? Solo Big Mom la teneva. Non dirmi che…”.
“Sono una ladra, no? E comunque non è il momento per i dettagli, dobbiamo fare in fretta”.
Sanji era incredibilmente felice di rivederla, inutile negarlo: in quei giorni di agonia, rinchiuso in quel palazzo che tanto aveva odiato, ripensare a lei e al suo modo così delizioso di ridere era tutto ciò che gli dava la forza di andare avanti. Ma era anche consapevole che stava rischiando molto.
“Vi avevo detto di non venire, Nami-san. È troppo pericoloso per tutti voi essere qui!”.
“Credevi davvero che Rufy non sarebbe venuto ad aiutarti? Che non saremmo venuti a tirarti fuori da questo problema?”.
“Mia adorata, non fraintendermi: sono estremamente felice di rivederti, ma…”.
“Nessun ma, Sanji-kun” disse la ragazza in tono solenne, per poi aggiungere: “Siamo una famiglia. E famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato”.
Sanji metabolizzò piano quelle parole, gustandone tutto il sapore: gli sembrarono così giuste, e si sentì straordinariamente fortunato ad essere un Mugi.
“Sanji-kun, ti capisco” sospirò Nami-san. Aveva osservato quel palazzo ed era buffo pensare che Sanji aveva tutto ciò che lei desiderava da piccola: un’enorme casa, una schiera di servitori pronti a soddisfare qualunque desiderio, un esercito pronto a difenderlo.
 Lei aveva capito a caro prezzo che non erano quelle le cose realmente importanti nella vita. Lui invece aveva da subito rifiutato quel mondo, preferendo diventare lo sguattero di una piccola nave – ristorante e coltivare i suoi sogni, piuttosto che rimanere in quell’ambiente apparentemente ricco, ma arido di sentimenti e di affetto. Iniziò inaspettatamente a cambiare prospettiva: Sanji le apparve sotto una nuova luce, più maturo e profondo di quanto si aspettasse.
“Lo so che è pericoloso essere qui. Lo so che vorresti tenerci lontano dai tuoi problemi. Lo so, perché io feci lo stesso, e mi costò tantissima fatica chiedere il vostro aiuto. Ma non puoi, né devi, affrontare tutto questo da solo. Non sei da solo”. Vedeva così tanti parallelismi tra la storia del cuoco e la sua, tra il suo modo di comportarsi e quello che fece lei anni prima, che sentiva davvero di essere in sintonia con lui, di capirlo pienamente.
Sanji la guardò e tornò ad innamorarsi perdutamente di lei: Nami aveva una bellezza particolare, solo sua. La bellezza di chi non si era mai arresa, di chi avrebbe sempre continuato a combattere per ciò in cui credeva, per le persone che amava.
Dal canto suo, Nami gustò quel piccolo momento in cui erano soli: avvicinandosi a Sanji, come sempre era stata avvolta dal familiare odore di tabacco misto a salsedine, e anche se non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, le era mancato.
Dopo quei pochi minuti in cui si guardarono, sperando che i loro occhi si dicessero ciò che sembrava non riuscire ad uscire dalle loro bocche, Nami esclamò:
“Dobbiamo andare”. Fece per voltarsi verso la porta, ma Sanji la bloccò appoggiando delicatamente una mano sulla sua spalla.
“Solo un momento, Nami-san, c’è una cosa molto importante che devo dirti”.
“Sanji-kun non mi sembra il momento per…”.
“Perdonami se ti interrompo, mia adorata, ma non posso, né voglio, trattenermi ancora. Ti amo, Nami-san. Prima di te credevo di sapere cosa fosse l’amore, ma così non era. Mi hai fatto il regalo più bello di tutti: mi hai fatto scoprire cos’è l’amore. Sei la donna più meravigliosa che potessi mai sperare di incontrare: tu mi hai travolto, sei stata un fiume in piena nella mia vita che stava diventando monotona, sei stata ossigeno puro. Non avrei mai immaginato di poter meritare tanto, ma credimi Nami-san: sono pronto a starti accanto qualsiasi cosa succederà. Ho bisogno di te, di noi e non voglio più sprecare altro tempo lontano da te. Voglio dimostrarti ogni giorno quanto tu sia importante per me. Ti prego, permettimi di farlo, concedimi questo privilegio”.
Sanji la guardò intensamente, come non aveva mai guardato nessuna donna, e si affidò a tutti gli Dei esistenti affinché Nami credesse alle sue parole.
La ragazza trattenne a stento le emozioni contrastanti che si agitavano nel suo animo, mentre con una mano accarezzò la guancia del compagno. Lui sussultò a quel contatto, mentre Nami muoveva la sua mano quasi a voler ripercorrere la strada percorsa dalle numerose lacrime che doveva aver versato da piccolo, come se volesse lenire le ferite invisibili che erano state inferte a quel volto apparentemente sempre tranquillo e sorridente. Ritirò la mano e sussurrò:
“Non sei Sanji Vinsmoke, terzo figlio di una famiglia di tiranni interessati solo al potere. Sei Sanji Gamba Nera, della ciurma dei Mugiwara”. Poi, tutto avvenne rapidamente: Nami prese la mano del compagno, ancora sulla sua spalla, e vi strinse la sua, mentre si avvicinava a lui per sfiorare le sue labbra con le proprie. Fu un gesto brevissimo e la ragazza interruppe subito quel contatto.
Ma a Sanji bastò per capire quanto c’era da capire. Ebbe la consapevolezza che Nami non lo giudicava né criticava e sentì che lo comprendeva per davvero.
“Quando tutto sarà finito, chiuderemo la questione rimasta in sospeso tra noi” disse Nami, per poi condurlo verso la porta, senza lasciargli la mano.
E Sanji sorrise, perché quella donna aveva una forza così straordinaria che era sicura che ci sarebbe stato un “dopo”, che ancora una volta se la sarebbero cavata, nonostante la situazione fosse disperata. Perché insieme potevano superare tutto.
Avrebbe di nuovo lasciato quel palazzo, quella gente, quel mondo all’apparenza sfarzoso, ma povero dei valori autentici. Tutti pensavano che non ce l’avrebbe fatta e che sarebbe diventato un uomo inutile, triste e povero.
E invece Sanji era diventato un uomo forte e coraggioso, faceva parte di una famiglia che lo amava davvero, continuava a coltivare i suoi sogni e, soprattutto ora che aveva la certezza di essere ricambiato dalla sua adorata Nami, non si era mai sentito tanto ricco۩   ®  
 


 
Ciao adorati lettori!
Torno a scrivere dopo vario tempo perché i capitoli di One Piece stanno diventando un’ispirazione continua. L’ultimo, in cui si accenna al flash back di Sanji, mi ha davvero colpito, e in effetti questa fic oltre che essere una SaNami vuole soprattutto essere un modo per sottolineare quanto sia bello (in tutti i senti!) il personaggio di Sanji, anche se non ce n’è bisogno. Ma visto che lo stesso Oda disse che questo sarebbe stato l’anno del cuoco, mi pare giusto dedicargli molte fic. E mi piace l’idea del parallelismo tra la sua storia e quella di Nami, così come mi piace pensare che lei possa iniziare a vederlo in modo diverso, che possa rendersi conto di averlo sottovalutato. Quindi prevedo altre fic con questo “tema”.
Rimanete sintonizzati e fatemi sapere che ne pensate della fic e degli ultimi sviluppi del manga!
Un abbraccione nakama.
Namirami

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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