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Autore: Giugiu_2000    27/07/2016    3 recensioni
_Harry aveva 19 anni ed una cotta per ‘il ragazzo dei tatuaggi’_
_Si, Louis si era preso una cotta per ‘il ragazzo dei fiori’_
Larry, accenni Liam/Niall
3.934 parole
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SUPERHEROS

Bleeaker Street era una delle strade più famose di Holmes Chapel.
Era conosciuta per le  migliaia di negozi che la occupavano.
Era famosa, inoltre per le persone che ci lavoravano, sempre felici e con il sorriso sulle labbra. In fondo alla strada, c’era un negozio di tatuaggi, il più famoso e forse anche l’unico della città.
Il “Brothers’ Tatoo” era famoso per la bellezza dei tatuaggi – e dei due ragazzi – e per la bravura dei due fratelli.
Dopo la morte del padre, tre anni prima, i due ragazzi si trasferirono a Doncaster dove aprirono il negozio di tatuaggi.
 Liam, il maggiore, aveva 26 anni.
Era di una bellezza unica: pelle ambrata, occhi corvini e capelli marroni.
 Era molto alto e aveva l’intero braccio destro ricoperto di colore,che faceva contrasto con il suo abbigliamento dato che vestiva quasi sempre di nero: il suo colore preferito.
 Quando a dieci anni aveva scoperto la verità sulla sua adozione, iniziò a non fidarsi più di nessuno ad eccezione del fratello minore: Louis.
Louis aveva 22 anni ed era l’esatto contrario di suo fratello. Pelle chiara – macchiata dell’inchiostro di tatuaggi disegnati da lui stesso e impressi sul suo corpo dal fratello – capelli lisci, color miele che gli ricadevano sulle fronte in un ciuffo disordinato e due occhi color del mare.
Entrambi avevano frequentato l’Accademia d’Arte a Doncaster, città in cui erano nati e cresciuti.
Quando Louis, il giorno del suo 19esimo compleanno rivelò al fratello la sua omosessualità, questo alzò le spalle e continuando a bere la sua birra disse “Già lo sapevo, avanti Boo, chi preferirebbe Logan Lerman ad Emma Watson?” a quel punto, risero entrambi e continuarono a festeggiare il compleanno del piccolo come ormai facevano dalla scomparsa del padre: pizza al salame piccante e birra.
Era Lunedì e, come sempre, i due fratelli erano in ritardo.
 Liam sveglio Louis molto poco dolcemente urlando un “Louis o ti svegli adesso o vengo li e ti salto addosso!” il più piccolo non potè fare altro che alzarsi dal letto e sparire nel bagno mentre il maggiore gli urlava dietro di sbrigarsi.
Dopo dieci minuti e molte grida da parte di Liam, i due scesero dall’appartamento e presero la macchina del maggiore arrivando così in meno di cinque minuti al negozio.
Mentre Louis si occupava di aprire il negozio e preparare l’occorrente per i tatuaggi, Liam rimase fuori a fumare una sigaretta.
Quando rientrò, dopo circa cinque minuti, guardò il piccolo e con un sorriso sul volto gli disse “Louis il tipo dei fiori non ti stacca gli occhi di dosso da quando è arrivato!” il minore alzò il dito medio e con il suo solito sorriso andò nel magazzino.
Qualche ora e dieci tatuaggi dopo, i due ragazzi decisero di prendersi una pausa per mangiare qualcosa dato che quella mattina non avevano fatto in tempo neanche a bere un po’ di succo all’ACE, il preferito dei due.
 Si incamminarono alla tavola calda più vicina, quella in cui lavorava una ragazza non disprezzata da Liam.
Se i due ragazzi potessero sembrare privi di emozioni, il ragazzo del negozio dei fiori era assolutamente il loro opposto.
Harry – così si chiamava – era slanciato, aveva i capelli color nocciola che gli scendevano a boccoli sulle spalle larghe e due smeraldi al posto degli occhi.
Amava i colori ed indossava sempre una coroncina di fiori tra i capelli.
Era ormai preso di mira dai suoi compagni di scuola: dopo l’estate al villaggio – dove i genitori lo avevano costretto ad andare perché “Haz ti farai nuovi amici” – la notizia del suo orientamento sessuale era arrivata alle orecchie di tutti.
Per fortuna era all’ultimo anno di quella tortura.
Harry aveva 19 anni ed una cotta per ‘il ragazzo dei tatuaggi’.
Da quando sua sorella Gemma aveva aperto il negozio di fiori di fronte al negozio di tatuaggi, lui era sempre li ad ammirare quel ragazzo.
Da quando, qualche mese prima i due si erano guardati negli occhi, il ragazzo dagli occhi color smeraldo si era perso nel veder quegli occhi ipnotizzanti e di quelle labbra sottili.
Aveva anche provato a parlargli con la scusa di un tatuaggio, ma purtroppo si era ritrovato sotto le grinfie del castano ed era scappato via a gambe levate.
Dopo quel giorno, restava seduto dietro al bancone del suo negozio da dove poteva ammirare con facilità, e senza farsi scoprire dalla sorella, il liscio.
Quando i due fratelli tornarono al negozio, Louis si prendeva bellamente gioco del maggiore perché “Dai ammettilo ti piace il cameriere!” Liam gli diede una gomitata leggera sul fianco ed entrò nel negozio, si anche il maggiore provava un certo interesse per i ragazzi.
Quando si voltò verso la grande vetrata che dava sulla strada, notò una testolina riccia spuntare da dietro il bancone così, rise di gusto e “Il tuo ammiratore non tanto segreto mi mette i brividi” disse continuando ad avere un sorriso provocatorio sulle labbra, il più piccolo alzò gli occhi al cielo “Non ho nessun ammiratore segreto o non segreto, idiota!” disse sorridendo e sentendo le guance farsi un po’ più calde del normale. “Ma dai L! Ti mangia con gli occhi!” esclamò il maggiore portando le braccia in aria in modo teatrale.
 Il liscio, sentendo già le guance rosse, gli fece una linguaccia e sparì nel magazzino.
 I due ragazzi erano molto legati al padre, infatti, dopo quell’incidente di tre anni prima, divennero più protettivi l’uno per l’altro.
 “Che mi dici dell’irlandese della tavola calda Lì?” esordì il liscio uscendo dal magazzino con alcuni scatoloni che parevano molto pesanti.
Il maggiore, quasi si strozzò con la sua stessa saliva allo sentire quella domanda così cambiò subito discorso “Come fai a trasportare quegli scatoloni da solo? Sono sempre più sicuro che quello adottato qui sei tu!” il piccolo, capendo la tattica del maggiore, iniziò a ridere talmente forte che quasi cadde dalla sedia su cui, poco tempo prima si era seduto.
 Liam rise con lui e per lui, poi se ne uscì con un “Ragazzo dei fiori in arrivo!” il liscio si girò verso la porta, che fino a quel momento si trovava alle sue spalle, e notò due occhi smeraldo fissarlo e affrettarsi ad entrare nel loro negozio.
“Ciao!” balbettò il nuovo arrivato, Liam sogghignò e esordì con un “Vuoi scappare ancora ragazzo?” per poi iniziare a ridere di gusto del ragazzo ormai diventato paonazzo che gli era di fronte.
“Zitto Lì!” disse il piccolo “come possiamo aiutarti?” aggiunse con un sorriso sulle labbra, tantè che il riccio divenne ancora più rosso e iniziò a mordersi il labbro inferiore, prima di iniziare a parlare “Quando siete andati via, qualche minuto dopo è arrivato il postino e, vi cercava così mi sono permesso di dirgli che sareste arrivati più tardi e lui mi ha data questa lettera, per voi.” disse tutto d’un fiato. Il riccio gli sorrise e “Grazie mille” rispose educatamente prendendo dalle mani del ragazzo la lettera.
La guardò per un po’ e dopo qualche minuto, alzò lo sguardo verso il fratello e, con il labbro tra i denti “è mamma Lì”.
 Il maggiore guardò Louis, ora con sguardo duro e la mascella serrata “Butta via quella cosa! Non voglio neanche sapere cos’ha da dire!” si avvicinò alla porta e con una mano sulla maniglia si voltò verso il fratello “Io non ho una mamma! Lei per me è morta!” uscì definitivamente dal negozio andando verso casa, la macchina l’avrebbe portata Louis.
Il riccio guardò Louis “Tutto bene?” chiese timido, il tatuatore annuì e lo ringraziò ancora con una strana tristezza negli occhi.
Arrivata sera, Louis chiuse il negozio e tornò a casa.
Sapeva che dopo quello che la madre gli aveva fatto, il maggiore non la riteneva neanche più tale.
Quando Louis le rivelò (dopo qualche mese dalla morte del padre) la sua omosessualità, le gli aveva urlato contro di farsi curare da un medico perché lo riteneva malato; così, Liam prese il piccolo con gli occhi pieni di lacrime e lo trascinò via.
Arrivato all’appartamento, Louis aprì la porta e notò Liam sul divano con gli occhi chiusi, sapeva non stesse dormendo così ordinò due pizze ed uscì due birre dal frigorifero.
 Passarono la serata ridendo e scherzando, stuzzicandosi sui rispettivi pretendenti: il ragazzo dei fiori per Louis e il cameriere della tavola calda per Liam.
Qualche giorno dopo, mentre Liam era in negozio, Louis andò a comprare l’occorrente per il negozio, dato che non facevano un po’ di ‘spesa’ da molto tempo, erano entrambi troppo pigri.
 Il fornitore distava poco dal loro appartamento e Louis ci era andato con il suo motorino perché “Avanti fratello, davvero vuoi farmi camminare così tanto?!”.
 Il ragazzo si accorse che vicino al nuovo fornitore – con il vecchio avevano avuto una specie di discussione – c’era una scuola, erano ormai le quattro e di solito i ragazzi uscivano a quell’orario così sbuffò mentre aspettava l’occorrente.
 I ragazzi iniziarono ad uscire dall’edificio e mentre Louis li guardava, ricordava  quei cinque anni d’inferno passati tra quelle quattro mura.
Fin dall’inizio era stato preso in giro dai suoi compagni perché era diverso, ma negli ultimi tre anni, quelle prese in giro erano diventate sempre più violente.
 Li odiava tutti.
Mentre si risvegliava dai suoi pensieri, notò un gruppo di ragazzi riuniti in cerchio, si ricordava quella situazione.
Stavano pestando qualcuno e lui non poteva restare li a guardare senza far niente, così senza neanche pensarci si fiondò a vedere chi fosse il ‘fortunato’.
 La scena che gli si parò d’avanti però, lo fece rabbrividire.
Il ragazzo dei fiori era per terra ricoperto di lividi e taglietti.
Il liscio fermò la mano del bulletto prima che questa si potesse scontrare con il viso del piccolo.
 “Sta fermo!” disse a denti stretti.
 Il ragazzo in tutta risposta gli scoppiò a ridere in faccia e con voce derisoria chiese “Altrimenti?” Louis sorrise, di un sorriso falso.
Gli si avvicinò e gli diede un pugno, poi si girò verso gli altri e li ordinò di andare via. Quando tutti furono andati via, il liscio, senza perder tempo, si avvicinò al ragazzo per terra e lo aiutò ad alzarsi. “Stavamo solo giocando, tranquillo” disse il piccolo con in volto una smorfia dolorante.
“Si, ed io sono un unicorno” ironizzò il maggiore “Vieni, non puoi tornare così a casa tua, fiorellino” aggiunse poi e senza aspettare una reazione dal minore, gli mise un braccio intorno alla vita e lo portò vicino alla sua moto.
“Io non ci salgo la sopra!” annunciò il biondo guardando male la moto del liscio. “Sta tranquillo fiorellino, ci sono io” disse il grande porgendogli il suo casco.
 
 “Mi chiamo Harry” puntualizzò il piccolo facendo un po’ di fatica nel salire sulla moto. Il grande sogghignò e prima di partire disse un “Mantieniti forte fiorellino!” il ragazzo dietro di lui, lanciò un urlo poco virile che fece ridere il maggiore.  Arrivarono all’appartamento del tatuatore “Non è molto accogliente e neanche molto pulito, non aspettavamo nessuno e abbiamo molto lavoro tra il negozio e tutto e mi dispiace” disse tutto d’un fiato grattandosi la nuca il maggiore.
 “Non preoccuparti, va tutto bene, anzi non dovevi disturbarti” disse il riccio arrossendo “A proposito, grazie per avermi aiutato” sorrise.
Louis gli sorrise ed entrò in una stanza per poi uscirne qualche minuto dopo con un po’ di cerotti, disinfettante e batuffoli d’ovatta.
 Il liscio fece sedere il più piccolo su di una sedia ed iniziò a medicargli alcuni taglietti sul viso.
“Non vorrei sembrare un ficcanaso – disse dopo un po’ – ma perche quei tipi ti stavano picchiando? E perché non hai reagito?!” finì con in volto uno sguardo disgustato dal comportamento di quei bulli.
 Il riccio abbassò lo sguardo “Sono pacifista, se reagisco è peggio e poi la violenza genera altra violenza” finì mordendosi il labbro inferiore e gli occhi lucidi.
“Se continui così, ti si stacca il labbro fiorellino” sorrise Louis mettendo sue dita sotto il suo mento in modo tale da fargli alzare la testa per disinfettare il piccolo taglietto che si era, ora procurato sul labbro.
“Lo fanno spesso?” chiese il tatuatore dopo qualche minuto di silenzio. Il riccio annuì “Quasi tutti i giorni” sorrise tristemente.
“Perché?” chiese di nuovo il riccio “sono gay, Louis” rispose mentre una lacrima gli rigava il volto.
 Luois in quel momento avrebbe tanto voluto baciarlo, ma si limitò a stringerselo addosso abbracciandolo forte “Sei speciale fiorellino, e loro sono solo degli stronzi! Non capiscono un cazzo!” disse massaggiandogli la schiena in modo da farlo calmare.
 “Se ti fanno ancora qualcosa, devi dirmelo! Ok?” aggiunse il biondo guardandolo negli occhi, il riccio sorrise ed annuì.
 “Dovresti sorridere più spesso, fiorellino” sorride il grande vedendo Harry arrossire. Dopo qualche ora passata a guardare la tv e a parlare del più e del meno, il più grande annunciò al minore che si sarebbe andato a fare una doccia e “Fa come se fossi a casa tua, fiorellino!” disse pria di chiudersi in bagno.
Sentì il piccolo sbuffare un “Harry!” e poi si mise sotto il getto caldo dell’acqua.
Il piccolo rimase sul divano a studiare la piccola stanza.
C’erano diverse polaroid che ritraevano i due fratelli e altrettanti quadri e disegni con le loro firme, un piccolo divano nero e una tv con vicino la playstation.
 Dopo una mezz’ora il riccio era uscito dal bagno.
Adesso aveva indosso una tuta grigia e la maglietta dei The Script.
 Quando il piccolo la vide, iniziò a parlare di quanto amasse quella band e di quanto avrebbe voluto anche lui una maglia come la sua, così il riccio gli promise che gliel’avrebbe regalata al compleanno.
“Non puoi Lou” continuava a ripetergli il piccolo “Invece posso, quand’è il tuo compleanno?” chiese il lisce “Non te lo dico” rispose il piccolo facendogli una linguaccia, così Louis aveva iniziato a fargli il solletico.
“Dio Boo! Avresti potuto avvisarmi e vi avrei lasciato casa libera!” esordì Liam notando il fratello sovrastare la figura piccola del ragazzo dei fiori.
 “OOPS” disse il liscio ridendo e facendo arrossire il riccio che “Ciao” disse in imbarazzo per via del ragazzo che era appena entrato.
 Liam gli fece un cenno di saluto con la testa e poi “Ti fermi per cena?” chiese rivolto al piccolo “In realtà io dovrei tornare a casa” rispose quest’ultimo guardando Louis. “Ti accompagno io dopo, ora è tardi per andarci da solo, fiorellino” sorride Luois ordinando le pizze senza lascia modo al piccolo di rispondere.
 Parlarono, mangiarono e risero poi, verso le undici e mezzo, il tatuatore accompagnò il piccolo a casa sua.
“Grazie ancora per questo pomeriggio, Lou” disse il biondo sorridendo e porgendogli il casco.
 “Di niente, fiorellino” sorrise il maggiore lasciandogli un bacio sulla guancia “A domani” aggiunse e si voltò tornando a casa lasciando il piccolo incredulo sulla soglia della porta.
 Il giorno dopo, Louis andò a prendere il piccolo da scuola.
“Cia fiorellino” disse appena lo vide e sorrise.
“Che ci fai qui?!” sorrise il riccio arrossendo.
 “Te lo avevo detto che ci saremo visti” sorrise il maggiore lasciando un bacio sulla guancia del piccolo “Allora? Ti va di andare a magiare qualcosa?” aggiunse.
 “Non devi lavorare?” chiese il biondo “Nah, a cosa serve un fratello altrimenti?” rispose il biondo sorridendo.
 “Dai andiamo!” sorrise prendendo il più piccolo per mano.
Andarono a mangiare nel fast-food preferito di Harry: Nando’s.
“Amo questo posto!” disse il riccio con la bocca piena di patatine fritte “Se non fossero patatine fritte, ma una persona le avrei già sposate!” aggiunse.
Il liscio sorrise ed annuì.
 Quando finirono, uscirono e fecero una passeggiata.
Arrivate le sei del pomeriggio, Louis accompagnò Harry alla casa perché “Non posso restare Lou, devo fare i compiti” aveva detto arrossendo e Louis, ne era sicuro, lo avrebbe abbracciato per tutta la vita se avesse potuto.
 Si erano scambiati i numeri di telefono così, Louis ogni tanto gli scriveva.
 Il tatuatore gli mandava il buongiorno tutti i giorni e ogni tanto gli scriveva mentre il piccolo era a scuola.
Un giorno gli scrisse ed Harry lo sgridò perché “Lou sono a scuola! Se mi beccano con il telefono chiamano mamma!” gli aveva scritto per messaggio e, in tutta risposta il maggiore gli scrisse “Ma mi manchi, fiorellino L” e il piccolo non smise di sorridere per tutta la giornata.
Tutti i giorno, Louis andava a prendere Harry da scuola e passavano giornate intere a ridere e scherzare.
 Era arrivato il compleanno di Harry e Louis, come tutti i giorno andò a prenderlo da scuola.
Quando il ragazzo più piccolo uscì, Louis alzò un braccio e gli fece cenno di avvicinarsi.
“Auguri fiorellino!” gli aveva gridato il biondo abbracciandolo di slancio e lasciandogli un bacio sulla guancia.
“Come hai fatto..?” chiese sorridente il piccolo dato che, non gli aveva ancora rivelato il giorno del suo compleanno.
“Gemma” aveva riso il liscio.
Ormai conosceva la famiglia di Harry e gli erano tutti molto simpatici, soprattutto Gemma e il migliore amico del riccio che era molto gradito dal fratello: e già il biondo della tavola calda.
“Grazie” sussurrò il riccio abbracciandolo più forte che poteva “Così mi uccidi, fiorellino” disse ridendo il tatuatore e abbracciandolo ancora di più.
“Oh a proposito, tadan!” esordì il maggiore, dopo qualche minuto, porgendogli un pacchetto “Cos’è?” chiese il riccio “Il mio regalo” sorrise il liscio incitandolo ad aprire il regalo.
 Il piccolo aprì la busta e con un’espressione stupita, uscì la maglietta dei The Script – simile a quella del maggiore – il piccolo portò una mano sulla sua bocca “Oh mio dio!” esclamò con gli occhi lucidi “Non sono riuscito a trovarla uguale, mi dispiace” si scusò il maggiore “E’ perfetta, Boo!” sorrise il riccio.
 Il liscio alzò gli occhi al cielo, per come lo aveva chiamato, ma sorrise, infondo detto da lui, non sembrava poi così male.
Si, Louis si era preso una cotta peril ragazzo dei fiori’.
Per il suo fiorellino.
Mentre camminavano verso casa del piccolo “Oh fiorellino” attirò la sua attenzione Louis “Hai da fare Sabato sera?” sorrise uscendo due biglietti per il concerto dei The Script.
 “Oh mio dio Lou! Non lo hai fatto davvero!” disse il piccolo iniziando ad urlare e saltellare di gioia “Dio si! Si che sono libero!” aggiunse dopo abbracciando il maggiore e lasciandogli un bacio sulla guancia.
Sorridendo entrarono nel negozio del tatuatore perché, mentre camminavano Liam aveva chiamato Louis dicendogli di voler fare gli auguri al ragazzo dei fiori, era solo una scusa per sapere di piu sul migliore amico del riccio che scoprì chiamarsi Niall.
Harry lasciò lo zaino sul piccolo divanetto nero, ormai non c’era più imbarazzo, era uno di famiglia, e si sedette dietro al bancone.
“Auguri fiorellino!” aveva annunciato Liam entrando in negozio dal magazzino. “Hei!” lo aveva sgridato il liscio “Solo io posso chiamarlo così!” aggiunse dopo andando ad abbracciare il piccolo e facendo ridere il fratello.
“Tuo fratello è pazzo, Lì!” sorrise il riccio “Per la maglietta ed i biglietti?” rise il maggior “Ha girato tipo tutti i negozi che ci sono ad Holmes Chapel per trovare quella maglietta” rise il maggiore “E’ stato troppo divertente.
Ha chiamato tipo centomila persone per quei biglietti” aggiunse ridendo di gusto e facendo imbronciare il fratello.
 “Idiota!” disse Louis rosso in volto.
Il riccio lo guardò e gli lasciò un bacio sulla guancia.
Passarono il compleanno con la famiglia di Harry.
Passarono la serata a chiacchierare e Liam e Niall avevano gli occhi a cuoricino mentre si fissavano.
 Appena si fece sera, i due fratelli tornarono al loro appartamento dopo che Liam aveva insistito per accompagnare Niall a casa sua.
Harry non vedeva l’ora che arrivasse il sabato successivo.
 I giorni seguenti, erano ormai una routine: Luois andava a prendere Harry da scuola, mangiavano fuori, parlavano del concerto e si addormentavano massaggiando. Arrivò il sabato ed Harry andò nel panico così chiamò Louis che era a lavoro. “Pronto?” rispose il maggiore “Boo” disse il riccio con voce triste “Fiorellino, che succede?” chiese, allarmato dal tono di voce dell’altro. Il riccio tirò su col naso “Non so cosa mettere stasera!” rispose “Haz mi hai fatto prendere un colpo!” lo rimproverò il maggiore “Metti quello che vuoi, starai bene” aggiunse con più calma il grande.
“Devo essere perfetto! Non devo semplicemente stare bene Boo! Sono i The Script!” urlò quasi il riccio nel panico “Sarai perfetto piccolo, tranquillo ok?” disse il biondo con tutto l’amore di questo mondo nella voce “Mi dispiace, ma ora devo andare. Il lavoro mi chiama” annunciò il tatuatore tristemente “Prima o poi mi farai un tatuaggio?” chiese Harry più tranquillo “Certo fiorellino” sorrise e mise giù. Arrivò sera e Louis andò a prendere il piccolo.
Il concerto sarebbe iniziato tra poco più di un ora ma, sarebbe stato meglio arrivare prima.
 Louis aveva indossato degli skinny jeans neri, la sua maglietta nera dei The Script, le sue immancabili Vans bordoux e la sua giacca di pelle.
Arrivò a casa di Harry e, dopo aver preso un lungo respiro, suonò il campanello.
 La porta si aprì e, un Harry mozza fiato gli si presentò d’avanti.
Indossava anche lui degli skinny neri – strappati sulle ginocchia - la  maglietta che gli aveva regalato il maggiore al compleanno e le sue amate Vans nere.
 “Sei bellissimo” esordì il maggiore, dopo esser rimasto a fissare il ragazzo.
“Anche tu, Boo” rispose l’altro arrossendo.
 Il liscio prese la mano del piccolo e gli sorrise, dopo gli lasciò un bacio sulla guancia e salirono entrambi sul motore del maggiore.
  Arrivarono al concerto in anticipo, entrarono e presero posto vicino al palco.
Il riccio si girò verso il tatuatore e iniziò a fargli domande del tipo “Sto bene? Come stanno i capelli, Boo?” così il maggiore, gli prese una mano e lo rassicurò “Sei perfetto, fiorellino” sorrise e gli lasciò un bacio sulla guancia.
 Il concerto cominciò e, dopo tre o quattro canzoni, intonarono Superheros – la preferita dei due ragazzi – Louis, che non aveva smesso di guardare Harry neanche un secondo, pensò fosse bellissimo il modo in cui si muoveva e cantava agitando le mani per aria, sorrise e gli si avvicinò all’orecchio per farsi sentire “Sei bellissimo” gridò.
 Il ragazzo si girò verso di lui e sorrise così, Louis gli prese il volto tra le mani e lo baciò. Fu un bacio lungo e pieno d’amore.
 Si staccarono per riprendere fiato e il piccolo, rosso in volto riunì le loro labbra. Continuarono a baciarsi mentre le canzoni andavano avanti e le persone intorno a loro urlavano e si agitavano.
 Finito il concerto, Louis riaccompagnò il piccolo a casa.
“Grazie per tutto, Boo” disse il piccolo.
 “Grazie per avermi insegnato ad amare, fiorellino” sorrise il maggiore e gli lasciò un bacio a fior di labbra “A domani piccolo” aggiunse e andò via.
Appena arrivò a casa, Louis sentì il suo telefono vibrare, segno che gli fosse appena arrivato un messaggio.
Estrasse il telefono dalla tasca e, appena vide il mittente sorrise.
Aprì il messaggio e lesse a bassa voce il contenuto, che recitava “Grazie per avermi salvato ragazzo dei tatuaggi”.
Il ragazzo sorrise di fronte a quel messaggio e, senza fare troppo rumore si diresse in camera sua e chiamò il piccolo.
 Dopo tre squilli, il ragazzo rispose e restarono a parlare per tutta la notte fino a che, troppo stanchi si addormentarono.
 Il giorno dopo, Louis avrebbe fatto un tatuaggio ad Harry perché, prima di addormentarsi questo gli aveva detto “Boo, domani voglio farmi un tatuaggio” il maggiore sorrise a quell’affermazione e “Si? Cosa vorresti tatuarti?” gli chiese con voce dolce e, il piccolo, sorprendendolo gli aveva risposto “Superheros”.
 Poi entrambi si lasciarono cullare tra le braccia di Morfeo con un sorriso sul volto.


Angolo autrice: HEIIII :) se siete arrivate fin qui vuol dire che non fa proprio schifo la storia :) cooomunque è la prima storia sui Larry che scrivo, spero vi piaccia :)
P.S. ho postato la storia ieri (26/07/2016) ma l'ho cancellata perche non si leggevano i dialoghi :(  Non so cos'altro dire.....perciò Ciaoo :)

Always in my heart,
Yours sicerely Giulia ;)
   
 
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