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Autore: BrightIncubus    27/07/2016    5 recensioni
Kagome ed Inuyasha si erano messi insieme a soli sedici anni ed avevano vissuto la loro storia d’amore in tranquillità e sempre felici, sembrava che niente potesse scalfirli. Subito dopo il diploma lui aveva iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia affiancando il fratello, e successivamente aveva deciso di sposarla. Non voleva che lei lavorasse per nessuna ragione al mondo, voleva che finalmente vivesse serena a villa Taisho, che si svagasse con sua cognata Rin e sua madre Izayoi. Subito dopo la fine della scuola si sposarono e lei, che ormai era una Taisho, si era trasferita nella villa di famiglia dove la famiglia risiedeva. Neanche un anno dopo rimase incinta e nacque Shinichi, due anni dopo Hikari e un anno dopo Kaito.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati già due anni da quando lei ed Inuyasha si erano separati, il fatto che lui l’avesse tradita con Sango, la sua migliore amica fin dall’infanzia e segretaria del suo ormai ex marito, aveva stroncato definitivamente il loro – apparentemente – idilliaco rapporto. 
Kagome ed Inuyasha si erano messi insieme a soli sedici anni ed avevano vissuto la loro storia d’amore in tranquillità e sempre felici, sembrava che niente potesse scalfirli. Subito dopo il diploma lui aveva iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia affiancando il fratello, e successivamente aveva deciso di sposarla. Non voleva che lei lavorasse per nessuna ragione al mondo, voleva che finalmente vivesse serena a villa Taisho, che si svagasse con sua cognata Rin e sua madre Izayoi. Subito dopo la fine della scuola si sposarono e lei, che ormai era una Taisho, si era trasferita nella villa di famiglia dove la famiglia risiedeva. Neanche un anno dopo rimase incinta e nacque Shinichi, due anni dopo Hikari e un anno dopo Kaito. 
 
Sembravano la famiglia perfetta, quella che si vede nei film, quella che tutti invidiano, ma poi lo stupido tradimento di lui aveva rovinato tutto. 
Dopo la confessione di Inuyasha, Kagome preparò le valigie sue e dei suoi figli, fece preparare le carte della separazione dal suo avvocato e si trasferì ad Osaka, in una nuova casa. Ovviamente non avrebbe permesso che Inuyasha non vedesse i suoi figli e quindi si erano messi d’accordo in modo che lui potesse andare a trovarli spesso. Non era riuscito a farsi perdonare, ma come avrebbe potuto Kagome perdonare il tradimento di suo marito con la sua migliore amica? 
«Buongiorno signora, siete mattiniera come sempre» disse la domestica già intenta a cucinare, distraendo Kagome dai suoi pensieri. 
«Ovviamente Aya, non ti lascerei mai fare tutto da sola, quelle tre pesti sono dei terremoti» disse Kagome, iniziando a sistemare la cucina.
«Oggi arriverà il signor Taisho, anche questa volta uscirà?» domandò Aya guardando Kagome.
«No, questa volta resto. Sono passati due anni e solo scappata abbastanza da questo incontro, ormai ho trent’anni» rispose Kagome sorridendo dolcemente. 
Erano appena le sette e da quanto aveva capito dalle chiamate di Inuyasha con i suoi figli, sarebbe arrivato alle dieci.
«Tra un’ora sveglierò i bambini, se vuoi prenditi pure la giornata libera, qui posso cavarmela da sola» propose Kagome ed Aya, anche se non troppo felice, accettò. Si era molto affezionata a Kagome e voleva starle accanto, ma capiva che per lei non doveva essere affatto facile, quindi decise di assecondarla e non appena la colazione fu pronta, si preparò e lasciò la casa.
Nel frattempo Kagome salì al piano di sopra, aprì le porte delle camere dei suoi figli ed entrò in ognuna a svegliarli per fare colazione perché il papà sarebbe arrivato a breve. Subito dopo scese giù e aspettò i ragazzi.
«Buongiorno mamma» disse Shinichi appena entrò in cucina e di seguito anche i suoi fratelli fecero lo stesso.
«Buongiorno amori miei» rispose Kagome sorridendo felice anche se non lo era, ma non voleva farlo pesare ai suoi adorati bambini.
«Io vado a prepararmi, papà deve trovarmi più bella del solito oggi!» esclamò Hikari che aveva mangiato solo un po’ di riso e bevuto un bicchiere d’acqua. Aveva solo otto anni, ma già voleva apparire sempre bella agghindandosi come una vera e propria signorina.
I due maschi invece mangiarono tutto, anche la porzione della sorella e mentre Kagome lavava i piatti, loro si preparavano. Le vacanze di primavera erano un toccasana per i suoi ragazzi.
Le dieci arrivarono in fretta e Kagome sentì il campanello suonare. Si alzò dal divano e andò ad aprire, era la prima volta che lo rivedeva dopo quel giorno di due anni prima. Allungò la mano, aprì la porta e si paralizzò. Inuyasha, bello come sempre, si trovava davanti a lei con i lunghi capelli neri accuratamente sistemati e un abito elegante. Nonostante tutto, le faceva battere il cuore ogni volta. I loro occhi si incrociarono e per interminabili secondi si fissarono senza proferire parola.
«Kagome» mormorò Inuyasha, ma lei non fece neanche in tempo a rispondere che tre furie lo assalirono. Eccoli qui i loro cuccioli.
«Papà che bello! Quanti giorni rimani?» domandò Kaito guardando Inuyasha con quegli occhi così terribilmente uguali ai suoi. 
«Per tutta la durata delle vacanze di primavera» rispose Inuyasha entrando dentro casa trascinando la sua valigia. In quel momento Kagome lo guardò. «Starai qui da noi papà? Ti prego» disse Hikari abbracciando il papà.
«Io andrò in albergo» disse Inuyasha guardando Kagome.
«Ma perché papà? Qui una camera c’è, veramente più di una» disse prontamente Shinichi.
«Se vuoi resta» disse Kagome spinta dagli occhioni dei suoi figli che la fissavano.
«Si! Dai papà rimani!» esclamò Hikari battendo le mani. In quel momento ad Inuyasha non rimase che accettare.
Era da due anni che non viveva più nello stesso tetto di Kagome, tutto per colpa della sua stupidità. Se solo quella volta non fosse stato ubriaco e non fosse salito a bere un bicchiere d’acqua a casa di Sango, ora sarebbe felice con la sua famiglia a Tokyo. Però ora erano insieme e lui poteva spiegarle bene tutto, anche se sarebbe stato difficile.
«Papà, andiamo al parco?» domandò Kaito.
«Voi che ne pensate?» chiese Inuyasha agli altri due che annuirono felici. 
«Tu mamma non vieni?» chiese Shinichi alla mamma che negò con la testa. 
«Ma papà ha bisogno di una guida per arrivare al parco» disse convinta Hikari.
«Non preoccuparti amore, sono sicura che sarete delle ottime guide per papà» disse Kagome dolcemente e i bambini annuirono tristi. Loro tutta quella situazione non la capivano, perché la loro non era una famiglia normale? Perché i loro genitori non stavano insieme? 
Nel frattempo che i bambini erano al parco con Inuyasha, Kagome stava sistemando le camere dei suoi figli e anche quella in cui avrebbe dormito Inuyasha. Sarebbe stato così strano averlo in casa per circa due settimane, come avrebbe fatto a convivere con l’uomo che tanto l’aveva fatta soffrire? Lei questo non se lo spiegava proprio, faceva tutto per amore dei suoi figli, ma non era sicura che quella volta fosse stato giusto. Dopo il tradimento di Inuyasha lei aveva passato un bruttissimo periodo, non riusciva ad alzarsi neanche dal letto, sperava di vivere uno stupido incubo dal quale si sarebbe svegliata al più presto, ma così non fu perché quella era la vita reale. Non sarebbe crollata di nuovo, ci aveva impiegato un intero anno per riprendersi del tutto e concentrarsi sulla sua nuova vita. Fortunatamente ad Osaka si trovava sua sorella ed infatti la scelta cadde su quella città proprio perché Kagome era sicura di avere qualcuno su cui contare sempre. Kikyo, appena appresa la vicenda del cognato, aiutò Kagome a fare tutto il più in fretta possibile e per un periodo aveva vissuto con Kagome ed i suoi nipoti che furono ospiti in casa sua, trascurando anche suo marito, per starle vicino. Dormiva con lei e si faceva bagnare tutte le magliette di lacrime ogni volta che la notte la sua sorellina aveva bisogno di sfogarsi. Non era stata facile per nessuno quella situazione e Kagome aveva terribilmente paura di ricascarci perché non è vero che l’amore svanisce davanti al tradimento. L’amore resta e convive con la rabbia e l’amarezza di non poter stare con la persona per la quale il cuore batte.
In quel momento non poteva fare altro che pensarci, quel dolore così forte la aveva sognata terribilmente, ma il campanello interruppe i pensieri della ragazza che corse giù per aprire la porta.
«Ciao tesorino!» esclamò Kikyo entrando in casa e dando un bacio sulla guancia alla sua sorellina.
«Buongiorno Ki» rispose Kagome cercando di contenere l’uragano seguendolo in cucina.
«Allora? Dove sono le pesti?» domandò Kikyo guardandosi intorno con sguardo indagatore.
«Sono al parco...» disse Kagome prendendo aria «Con Inuyasha» terminò come risposta alla domanda muta che gli occhi della sorella le avevano fatto.
«Ah! È arrivato oggi quello sciagurato! Ma non ti preoccupare, massimo due giorni e andrà via» disse Kikyo convinta.
«Ehm... Non proprio. Rimarrà qui per due settimane e starà da noi» disse Kagome ridendo nervosamente.
«Io lo dico sempre che dovresti imparare a dire “no” ai tuoi figli! Ho ovviamente capito che è grazie a loro se tu e il traditore condividerete la casa per due settimane» le rispose Kikyo. Non voleva essere dura con Kagome, ma quelle notti c’era lei a consolarla, c’era lei per aiutare i nipoti quando la sorella era distrutta, c’era lei ad accertarsi che tutto andasse bene e tutto quello era accaduto per colpa di uno stupido che non sapeva tenerlo al suo posto. 
«I miei figli desiderano una famiglia normale, anche se Inuyasha mi ha fatto incredibilmente male, loro meritano di vivere dei momenti felici. Preferisco mettermi da parte pur di vederli sereni come quando Inuyasha sta con loro, i sorrisi che ho visto oggi e che vedrò nei giorni a seguire mi ripagheranno di tutto lo sforzo che farò» disse Kagome trattenendo a stento le lacrime. Kikyo si alzò e andò verso la sorella e la abbracciò «Piccola mia, ci sono io con te, sempre» mormorò infine. 
 
Nello stesso momento, al parco, i bambini con Inuyasha si stavano divertendo molto. Ogni singolo istante che Inuyasha passava con loro era un vero e proprio toccasana. Smetteva di pensare a qualsiasi cosa e si concentrava solo sui suoi bambini. Ma questa volta c’era una novità, Kagome non era fuori città o dalla sorella, era a casa, con loro e lui avrebbe dormito lì. Al solo pensiero spuntava un sorriso spontaneo, poteva almeno provare a farsi perdonare da lei, poteva spiegarle come erano andate le cose e poteva portarla con se. Magari sua madre gli avrebbe di nuovo rivolto la parola, cosa che non accadeva da ben due anni. Lo stesso sua cognata Rin, suo fratello e suo padre non potevano non parlargli visto che lavoravano insieme, ma la situazione era veramente opprimente. 
«Papà, ma perché poi tu vai sempre via e non stai con noi come prima?» domandò Kaito curioso attirando anche l’attenzione dei due fratelli.
«Vedi piccolo, la mamma ha voluto prendersi un piccolo periodo di pausa, ma spero che presto lei ci ripensi e torni a casa nostra, a Tokyo, dai nonni e dagli zii» gli rispose Inuyasha.
«I nonni e gli zii vengono spesso a trovarci, siamo noi a non andare mai da loro» disse Hikari mentre scivolava tranquilla sullo scivolo.
«Stupida! È molto più facile che vengano loro da noi piuttosto che il contrario» rispose piccato Shin.
«Non litigate bambini» disse Inuyasha guardando entrambi cercando di non ridere. Quei battibecchi gli ricordavano lui e Kagome da adolescenti, quando alle scuole medie lei affermava una cosa e lui chiamandola “stupida” smontava tutte le sue teorie. 
 «A noi piacerebbe che tu vivessi con noi adesso e non tra qualche tempo quando torneremo a Tokyo» mormorò il piccolo Kaito. Inuyasha in quell’attimo perse un battito, non si era accorto in quei due anni i suoi figli soffrissero così tanto, aveva pensato solo a sé e a darsi le colpe. Non si perdonava per ciò che aveva fatto, ma il fatto che quelli che soffrivano di più erano i suoi figli e Kagome, non riusciva proprio a digerirlo. Era stato un verme e non sarebbe stato facile ottenere il perdono di sua moglie e dei suoi figli, anche se questi ultimi non sapevano di dover perdonare il padre. 
«Bambini, si è fatto tardi! Andiamo a casa così mi metto qualcosa di più comodo e pensiamo a cosa fare stasera» disse Inuyasha ai suoi figli che corsero dietro di lui e si avviarono alla macchina che il padre aveva affittato durante la permanenza ad Osaka.
«Papà, ma anche se sono una femmina, posso lavorare in azienda con te, il nonno e lo zio?» domandò Hikari mentre si allacciava la cintura.
«Ma sì certo, sarai perfetta raggio di sole» disse Inuyasha sorridendo e facendo arrossire la figlia.
Così partirono e si avviarono verso casa, la casa che Kagome aveva comprato con il capitale dei Taisho sotto costrizione di Izayoi. Diceva che lei sarebbe stata sempre una Taisho, qualsiasi cosa sarebbe accaduta e che quindi quei soldi erano anche i suoi. 
«Siamo tornati!» strillò Shin entrando in casa.
«Ciao pesti!» esclamò Kikyo precipitandosi da loro.
«Ciao zia!» esclamarono i tre bambini andandole incontro.
«Inuyasha» disse Kikyo facendo un cenno con la testa e fulminando l’ex cognato con gli occhi.
«Ciao» rispose lui cercando di apparire naturale e senza far trasparire la paura che aveva della sorella di Kagome.
«Dov’è la mamma?» chiese Kaito alla zia.
«Sta preparando la camera di papà, sarebbe il caso di portare le valigie, dormirà nella stanza accanto alle vostre. Qualcuno accompagni vostro padre e due rimangono ad aiutarmi a preparare il pranzo» disse Kikyo.
«Lo accompagno io!» esclamarono i tre bambini, ma purtroppo, come accadeva praticamente sempre, fu Hikari a spuntarla e accompagnare il padre.
Padre e figlia salirono le scale e la bimba gli indicò la stanza e poi tornò al piano di sotto. Inuyasha non sapeva cosa fare, doveva bussare? Ma poi si accorse che la porta era socchiusa e spinto dall’istinto entrò nella stanza.
«Ah sei tu» disse Kagome guardandolo freddamente.
«Già» rispose lui senza sapere che altro dire.
«Questa è la tua stanza e da quella porta hai accesso ad un bagno personale. Lì ci sono gli armadi, sistema pure le tue cose» disse lei per poi girarsi e avviarsi verso l’uscita.
«Aspetta Kagome, possiamo parlare?» domandò Inuyasha.
«Non abbiamo più nulla da dirci» rispose lei uscendo dalla stanza e lasciando lui inebetito.



Angolo autrice
Allora... Si, ciao a tutte, mi chiamo Giulia e sono una frana con le presentazioni. Si vede? Assolutamente si ahahahah 
Coooomuuunquee questo è il primo capitolo della malsana idea che è balzata sul mio cervello, diciamo che siccome anche io non sono tanto sana, non la ho respinta xD
È la prima storia che scrivo su Inuyasha, ma non è la prima che scrivo. A proposito di questo chiedo a tutti voi di farmi notare qualsiasi imprecisione, o errore, o abominio o qualsiasi altra cosa che non vada nella storia. Accetto critiche costruttive positive e negative perché penso che aiutino a crescere non solo al livello "professionale" (ahahah scusate, ma non mi viene in mente il termine corretto xD), ma anche al livello umano :)
Eh niente, sono felice di aver scritto questa storia e vorrei volgere un saluto e un ringraziamento particolare al gruppo "Takahashi Fanfiction Italia" di cui faccio parte e che inconsciamente mi ha spronata a cimentarmi in questo progetto.
Keep calm and... Read, read, read!!!
BrightIncubus 
 
 
 
   
 
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