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Autore: rosie_lu    24/04/2009    10 recensioni
RINGRAZIAMENTI PER "WHAT DO YOU MISS?" "Le emozioni del momento. Quelle che non programmi ma che, per qualche strano scherzo del destino, ti rimangono lì. Impresse a fuoco nel cuore."
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Addio, anche se non finirà mai

~ Addio, anche se non finirà mai

 

 

 

Camminavo velocemente lungo il corridoio affollato.

Tutti ritornavano nei loro dormitori dopo una sana abbuffata.

Io no. Io andavo dalla parte opposta.

Come sempre.

Ignorai i miei amici che mi chiamavano e mi chiedevano con uno sguardo perplesso dove stessi andando.

Sarebbe stato buffo vedere le loro facce nel sentire la mia risposta.

 

“Non lo so”.

 

Risposta di merda. Avrebbero alzato tutti un sopracciglio – in contemporanea - e mi avrebbero preso per pazzo.

Ma era la verità. Non lo sapevo.

Non sapevo dove sarei andato in quel momento.

Non sapevo dove sarei andato il giorno dopo.

 

Alcuni direbbero che stavo andando dove mi portava il cuore.

La solita frase fatta, ma in fondo sincera.

Perché, quando non sai cosa fare, lasci che sia l’istinto a portarti da qualche parte.

Non importa dove, basta che ti faccia fare qualcosa.

Vivere qualcosa.

 

Le emozioni del momento. Quelle che non programmi ma che, per qualche strano scherzo del destino, ti rimangono lì. Impresse a fuoco nel cuore.

 

Ma esiste il destino? E’ veramente una strada designata, che noi dobbiamo solo seguire? O è solo la solita scusante per giustificare una nostra azione, una nostra scelta?

 

Io credo che sia la solita stronzata inventata dagli uomini. Si, una grandissima stronzata.

 

La vita la percorriamo noi, facendo scelte dettate dalle nostre riflessioni e dai nostri principi.

 

Perché, se così non fosse stato, io quella sera non avrei deciso di passare per il corridoio del quarto piano per raggiungere una terrazza da cui si poteva godere di una vista spettacolare.

 

Se così non fosse stato, io non avrei visto lei seduta a gambe incrociate su una sedia della biblioteca, intenta a leggere un libro, troppo concentrata perfino per accorgersi che si stava mangiucchiando le unghie che tentava di farsi ricrescere da anni.

Perfino per accorgersi che il sole di giugno andava a nascondersi dietro le montagne e illuminava i suoi capelli color mogano, raccolti in una treccia scomposta.

Perfino per accorgersi del vociare confuso e rumoroso che proveniva dal corridoio principale.

Perfino per accorgersi del fatto che io mi ero avvicinato silenziosamente e mi ero nascosto nello scaffale più vicino per osservarla senza farmi vedere.

 

 

And I’d give up forever to touch you

‘Cause I know that you feel me somehow

You’re the closest to heaven that I’ll ever been

And I don’t want to go home right now

 

E ho rinunciato per sempre a toccarti

Perché so che in qualche modo mi senti

Sei vicina al paradiso più di quanto io lo sia mai stato

E ora non voglio tornare a casa

 

 

Rimasi a guardarla, stringendo convulsamente il legno della mensola.

Osservai incantato i riflessi che la luce provocava sulla sua figura: alcune ciocche dei capelli si erano tinte di un delizioso rosso ramato, gli occhi nocciola erano diventati se possibile ancora più chiari, le labbra carnose e rosse venivano continuamente stuzzicate dai denti bianchi.

 

Come la sua anima.

 

E lei, piccolo angelo, inconsapevole del tumulto che provocava in me con ogni singolo gesto, capì che qualcuno la osservava.

Lo capii dal fatto che si aveva smesso di mordersi le unghie e che si era seduta composta, leggermente rigida.

Mi nascosi appena in tempo: la sua testa era scattata e si guardava in giro guardinga, assottigliando leggermente gli occhi.

 

Mi misi una mano sulla fronte, cercando di recuperare il controllo.

Cercando di regolare il battito del mio cuore.

 

Tum – tum – tum – tum – tum

 

Non andava decisamente bene.

Il mio autocontrollo stava per andarsi a fare una vacanza con il mio buonsenso.

Dovevo parlarle.

Dovevo sentire la sua voce gentile – gentile con me, per una volta

 

Feci un bel respiro e afferrai il primo libro che mi capitò tra le mani.

Sospirai nuovamente pensai “Fallo per te Scorpius… probabilmente, da domani in poi non la rivedrai più. Fallo per avere un ultimo dolce ricordo di lei.”

Uscii dal mio nascondiglio.

Rose alzò sorpresa lo sguardo e, vedendomi, sgranò leggermente gli occhi, corrugando le sopracciglia.

 

Tenera. L’unica parola che mi venne in mente per descriverla.

 

<< Weasley >> dissi con voce neutra, facendole un cenno con la testa.

Rose mi guardò perplessa e, accennando un sorrisetto, rispose:<< Malfoy… come mai qui? Pensavo di essere rimasta sola qui dentro >>

Alzai le spalle e con voce piatta risposi:<< Ti sbagliavi… sono venuto a prendere un libro>> e glielo mostrai, indicandolo con un cenno della mano.

Lei si sistemò meglio sulla sedia e allungò leggermente il collo, assottigliando gli occhi.

<< Mmmm >> mugugnò con uno sguardo divertito << “Dieci semplici mosse per avere una manicure perfetta” >> recitò, lasciandosi andare a una risata cristallina.

Sgranai gli occhi e guarda la copertina.

Una scritta rosa shocking campeggiava su uno sfondo bianco come la neve, e sotto avevano anche messo la foto di una donna che muoveva con grazia le mani lunghe e affusolate.

Alzai le spalle, cercando di apparire disinvolto, e ribattei:<< Per mia cugina… sai come è fatta>> e le lanciai uno sguardo rassegnato come a dire “Che ci vuoi fare?”.

Beh, come scusa era plausibile per chi non conosceva mia cugina, ma per chi la conosceva come me era una baggianata: Susan era così bella che tutti credevano che si preparasse minuziosamente davanti allo specchio, ma in realtà lei si presentava agli altri proprio come si svegliava la mattina, solo con la faccia meno assonnata.

Rose annuì e ridendo di nuovo disse:<< Capito, capito…>>

 

 

And all I can taste in this moment

And all I can breathe is your life

‘Cause sooner or later it’s over

I just don’t want to miss you tonight

 

E tutto quello che posso assaporare è questo momento

E tutto quello che posso respirare è la tua vita

Perché presto o tardi è finita

E io non voglio perderti questa notte

 

 

La osservai mentre scuoteva leggermente la testa, lasciando ondeggiare i riccioli ribelli.

 

“Cosa penseresti, Rose, se ora mandassi a puttane tutto e ti baciassi?

Cosa penserebbero gli altri, se vedessero una Weasley e un Malfoy baciarsi?”

 

Quelle domande mi ronzavano in testa.

Mi ronzavano in testa in quel momento come mi ronzavano in testa da quando avevo cominciato ad apprezzare le sue maniere dolci e gentili, visibili a chiunque, persino al bambino di undici anni che ero quando la vidi la prima volta.

 

Lei, all'oscuro dei miei pensieri, si alzò e cominciò a mettere a posto le sue cose.

Gli appunti disordinati, i libri sparsi per il tavolo, schizzi dei paesaggi che le piaceva disegnare, le piume d’oca e la boccetta d’inchiostro quasi vuota.

Impressi nella mente tutto ciò che rappresentava lei, perché anche in quegli oggetti c’era lei.

C’era la sua essenza.

Sua e di nessun’altra.

<< Vuoi che ti aiuti? >> chiesi, desideroso di avvicinarmi il più possibile a lei.

Rose riportò lo sguardo su di me, sorrise e, alzando le spalle, rispose:<< Se vuoi… >> e mi rivolse un altro sorriso.

Mi avvicinai lentamente, senza staccare gli occhi dal suo profilo.

Presi alcuni tomi pesanti che si trovavano sul tavolo e li riportai velocemente al loro posto, poi con un incantesimo cancellai – a malincuore – le macchie di inchiostro che aveva lasciato sul tavolo.

Rose continuò a sistemare le cose nella sua borsa e, quando finì, mi guardò e disse:<< Grazie mille, davvero! >>

<< Di niente >> risposi, distogliendo lo sguardo dal suo viso e portandolo sul tramonto.

Rimanemmo in silenzio, ma capii che anche lei si era voltata a guardare l’orizzonte.

Era fatta così. Altrimenti avrebbe girato i tacchi e se ne sarebbe andata.

In quel momento perfetto, la stessa domanda di prima ricominciò a torturarmi.

“ Come reagirebbe lei se la baciassi? E come reagirebbero gli altri?”

 

 

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

 

E non voglio che il mondo mi veda

Perché non penso che possa capire

Quando ogni cosa è stata fatta per essere distrutta

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

 

Riportai lo sguardo su di lei, e finalmente capii perché prima i suoi occhi mi erano sembrati più chiari: il sole creava dei riflessi mielati nelle sue iridi.

 

Sorrisi inconsciamente, pensando a quanto fosse bella.

 

E, prima che potessi rendermi conto di quello che facevo, chiesi:<< Ti piacerebbe vedere la Foresta Proibita al tramonto? >>

Rose si riscosse mi guardò con un sopracciglio inarcato. Poi, con tono ovvio – ma non arrogante – rispose:<< Sì, ma è… proibita >>.

Io risi e scossi la testa, replicando:<< Non ti preoccupare, non ti farò infrangere le regole proprio l’ultimo giorno di scuola… ma conosco un posto la cui vista è meravigliosa! Allora, accetti? >>

Rose soppesò la mia proposta, guardando intensamente il sole e mordendosi il labbro. Poi, con un sorriso appena accennato, mormorò:<< Beh… perché no?! >>.

Le sorrisi incoraggiante, presi velocemente la sua borsa e, con un tono che non ammetteva repliche, ordinai:<< Seguimi >>.

Alle mie orecchie, sembrava più che altro una supplica.

Cominciai a camminare, sentendo i passi leggeri e frettolosi di Rose che cercava di raggiungermi.

In quel momento, probabilmente, sembravo il fidanzatino che portava la borsa della ragazza, ma sinceramente non mi importava… volevo solo arrivare in tempo per permetterle di vedere il panorama meraviglioso, e poi non mi andava giù la possibilità che si sarebbe spezzata la schiena con quel borsone.

Raggiungemmo velocemente il sesto piano e entrai in una salotto con alcuni divani e un camino scoppiettante.

Dietro di me, Rose esclamò:<< Malfoy, dietro di te non c’è nessun rottweiler che vuole sbranarti! >>

Alzai gli occhi al cielo e, voltandomi a guardarla, ribattei:<< No, infatti c’è una lumaca >>

Rose si fermò e, incrociando le braccia al petto, borbottò indignata:<< Schiantati >>

 

Eh sì, eccolo l’altro lato di Rose… poteva essere terribilmente dolce, proprio come poteva essere terribilmente stronza.

Mi voltai e, prima che se ne potesse rendere conto, la issai su una spalla e cominciai e correre. Ignorai la sua voce che diceva :<< Ok Malfoy, cammino, anzi corro… ma ora mettimi giù!>>

<< Non ti credo >> replicai, con un mezzo sorriso sulle labbra.

Non era vero, le credevo… ma mi piaceva la sensazione del suo corpo caldo che toccava il mio.

Delle sue gambe magre imprigionate tra le mie braccia.

Riconobbi il terrazzo e mi avvicinai velocemente, aprendo le imposte. Ormai il sole era quasi calato, ma la vista era comunque stupenda.

La posai a terra prima che potesse ribattere. Lei si voltò versi la foresta con espressione scocciata e, aggiustandosi le ciocche con gesti stizziti, borbottò:<< Ma guarda quest… >>.

La vidi sgranare gli occhi e socchiudere la bocca.

Indicai con un gesto teatrale della mano il paesaggio e mormorai:<< Questo è il mio mondo >>

La osservai mentre sul suo volto si dipingeva uno sguardo piacevolmente stupito.

<< E’… indescrivibile >> mormorò assente, completamente persa nei giochi che il sole creava con il verde degli alberi, che si innalzavano maestosi e imponenti nella Foresta.

La vidi seguire con attenzione il profilo illuminato delle montagne che si trovavano dietro alla Foresta, per poi proseguire verso la brughiera e arrivare al villaggio di Hogsmeade che, parte integrante di quella bellissima scena,  sembrava uno dei  villaggi incantati delle fiabe babbane.

Sorrise radiosa e si voltò a guardarmi, una strana luce a illuminarle gli occhi, e sussurrò:<< Grazie. E’… impossibile, descrivere quello che sto provando in questo momento>> e deglutì a vuoto, ritornando a guardare l’orizzonte.

Sorrisi e, affondando le mani nelle tasche, risposi senza staccarle gli occhi di dosso:<< Non sai quanto ti capisco >>

La mia voce era uscita roca, strana. E lei se ne accorse.

Alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi ai miei.

<< Che vuoi dire? >> mormorò, muovendo appena le labbra.

Rimasi in silenzio, beandomi della vista del suo viso a pochi centimetri dal mio.

Il mio sguardo seguì la linea del suo mento, delle guance rosee, il taglio a cerbiatta dei suoi occhi, i ciuffi sfuggiti alla sua coda che si dimenavano nel vento.

E, prima che potessi comprendere le conseguenze di quello che stavo per fare, presi il suo viso tra le mani e mi avvicinai lentamente a lei.

La vidi socchiudere gli occhi mentre mi avvicinavo alla sua fronte, sfiorandogliela con le labbra.

Rose sospirò, ma non si scansò. Continuai a seguire con le labbra i lineamenti del suo viso.

 

Un dolce sfiorarsi. Forse per paura di farle male.

 

Baciai delicatamente ogni lembo del suo volto, troppo emozionato persino per respirare.

Accantonai il pensiero di quello che sarebbe successo dopo aver assaggiato il paradiso.

 

Preferivo vivere il momento, vivere quegli attimi eterni e agognati col mio angelo.

 

Soffrire per lei? Sì… ne valeva la pena. Se toccare il cielo con un dito significava quello, sarei stato pronto anche a bruciare all’inferno per cent’anni pur di farlo.

 

Sfiorare la sua pelle era una sensazione indescrivibile.

Morbida.

Profumata.

Pura.

 

La sentii alzarsi leggermente sulle punte.

Feci appena in tempo a guardarla negli occhi.

Da quel momento in poi, fui perso.

 

Rose avvicinò le sue labbra alle mie, e mi baciò.

Un bacio semplice, sfuggente.

Ma che fece scattare in me una reazione immediata.

 

Feci scivolare una mano lungo il suo collo, per poi stringere tra le dita i suoi capelli setosi.

L’altra mano scivolò più in basso e le cinsi i fianchi, stringendola al mio petto.

 

Rose si aggrappò alle mie spalle, avvicinando ancora di più le nostre bocche.

 

Bocche affamate.

Rosse.

Che si cercavano e si trovavano in una danza disperata.

Gonfie d’amore.

 

E in fondo, la consapevolezza che non stavamo facendo niente di male.

 

 

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

 

E non puoi combattere le lacrime che non scendono

O  i momenti di verità nelle tue bugie

Quando tutto sembra come nei film

Sì, sanguini solo per capire che sei ancora viva

 

 

La spinsi delicatamente contro un muro, imprigionandola tra la parete e il mio corpo.

 

La paura che sarebbe scappata.

 

Ma lei non sarebbe scappata. Lo percepivo dal suo donarsi completamente a me.

Dalla sua presa ferrea e dolce sui miei capelli.

Dal suo cercare le mie labbra ogni qualvolta che ci staccavamo per riprendere fiato.

 

Senza interrompere il contatto, la presi in braccio e la posai delicatamente a terra.

 

A contatto col pavimento di pietra, Rose rabbrividì impercettibilmente.

 

Ma io me ne accorsi, troppo attento a ogni suo gesto per non notarlo. Per non sentirlo.

 

Circondai la sua schiena con le braccia, cercando di trasmetterle un po’ di calore, e in contemporanea, Rose si strinse maggiormente a me.

 

Lasciai andare la sua bocca e cominciai a baciare e a mordicchiarle il collo, il mento, il lobo dell’ orecchio.

Lei sospirò, lasciando andare un gemito sommesso e alzando in viso per permettermi di andare avanti.

 

Infilai lentamente la mano sotto la sua maglietta, ben attento a ogni rumore di protesta che sarebbe potuto provenire da lei.

 

Non l’avrei mai costretta.

 

Lei non si spostò.

 

Continuai a spogliarla, a baciarla, ad abbracciarla. E ben presto la trovai nuda sotto di me. In tutta la sua bellezza.

 

Cercai i suoi occhi, e non rimasi deluso.

Erano limpidi, innocenti, e pieni di desiderio e di… amore?

 

Rimasi a contemplarla, accarezzando con la mano destra la sua guancia. Lei chiuse gli occhi e sospirò, portando la sua mano a stringermi il polso.

 

Come se avesse paura che me ne andassi.

 

<< Lo vuoi? >> domandai con voce roca, appoggiando la mia fronte alla sua e posando i gomiti a terra per non pesarle sopra.

I nostri respiri erano affannati, e io non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, che però erano chiusi.

Rose sembrò volermi dire qualcosa, poi aggrottò la fronte – aveva cambiato idea – e annuì, riaprendo le palpebre.

Io rimasi fermo: non ero sicuro, non volevo che si sentisse costretta. Ma il suo sguardo lasciava intendere che era sicura. Forse…

Evidentemente percepì la mia indecisione, perché prese il mio viso tra le mani e mormorò:<< Sono sicura, Scorpius… lo voglio, davvero! >>

Valutai la sua espressione seria: la bocca era socchiusa, i suoi occhi cercavano di incoraggiarmi ad andare avanti.

 

Mi avvicinai nuovamente lei, coinvolgendo la sua bocca nell’ennesimo bacio. La sentii chiudere gli occhi e sospirare, riavvolgendo le braccia esili attorno al mio collo.

La presi delicatamente per i polsi e li feci scendere in basso, fino a farle afferrare i lembi della mia maglia.

<< Spogliami >>

Rose arrossì fino alla radice dei capelli: se non fosse stato per il fatto che la situazione era molto seria, sarei scoppiato a ridere.

Lei mi sfilò la maglia con le mani tremanti, ma i suoi movimenti erano lenti, come se avesse paura di sbagliare qualcosa.

Sorrisi e mormorai rocamente:<< No… così >>.

Lasciai che la maglia cadesse a terra, presi la sua mano e la portai verso il mio viso.

<< Sfiorami… toccami… >>

Rose arrossì, se possibile, ancora di più, ma fece come le aveva detto.

 

Cominciò a sfiorare con l’indice il profilo del naso, della bocca. Mi accarezzò gli zigomi marcati del viso e la fronte marmorea, i capelli, per poi raggiungere lentamente il collo e le spalle.

Scese poco più giù e raggiunse il petto, per poi poggiare la mano lì. Dove stava il cuore.

 

Tum – tum – tum – tum – tum – tum

 

Il battito si fece irregolare.

Il respiro più affannoso.

Il mio desiderio più forte.

 

<< Fa sempre così? >> sussurrò con voce neutra. Ma lo sguardo era tutto meno che neutro.

Scossi la testa.

<< No… te sei l’unica che gli fa questo effetto >>

Non si aspettava una risposta del genere, infatti mi guardò con gli occhi lucidi, pieni d’emozione.

Sorrisi e la baciai di nuovo.

Senza staccarmi, tolsi l’elastico dai suoi capelli e mi rigirai tra le dita una ciocca, respirandone il profumo. Lei si staccò con un sorriso e, a pochi centimetri dalle mie labbra, sussurrò:<< Legati sono meglio… >>

Risi e, guardando la sua chioma sparsa sulla pietra, mormorai:<< Non è vero, li voglio così… sono bellissimi. E’ da sei anni che aspetto di toccarli, ora nessuno mi impedirà di farlo… >>

Rise anche lei e ribatté:<< Solo perché lo vuoi te >>

 

Ricominciai a baciarla, pensando che non meritavo tutta quella felicità, pensando che lei meritava il meglio. Ma io non ero il meglio.

Feci scendere le mani lungo la sua schiena liscia, le accarezzai il ventre piatto, abbandonai le sue labbra per baciarle il collo e i seni morbidi, mentre lei inarcava la schiena lasciandosi sfuggire un gemito sommesso.

No, non ce la facevo più. Era impossibile resisterle.

Infilai lentamente la mano tra le sue cosce, facendogliele divaricare, e mi posizionai tra di loro.

Inizialmente non si accorse della mia posizione, poi sgranò leggermente gli occhi e il suo corpo diventò rigido.

Avvicinai il viso al suo e, prima che potesse proferire parola, la zittì mettendole un indice sulla bocca e sussurrando:<< O adesso  o mai più… vuoi davvero farlo con me? Con me che non merito niente da nessuno, tanto meno da te? Con me con cui non potrai mai stare? >>

Rose annuì, senza staccare gli occhi dai miei, e quando provò a parlare di nuovo, sussurrai:<< Lo so… è per questo che te lo chiedo! Se non vuoi, ognuno andrà per la sua strada e io non racconterò niente a nessuno… >> i suoi occhi si inumidirono, e la mia voce si incrinò. Trattenendo l’emozione, continuai:<< … ma se invece sei sicura di quello che fai, sappi che cercherò di renderti la tua prima volta bellissima… basta solo che te mi dia il consenso >> terminai, mantenendo il suo sguardo.

Rose rimase in silenzio a osservarmi con le labbra socchiuse.

Passarono diversi secondi, ma lei non disse niente.

Sospirai e mi accinsi a rialzarmi, consapevole di aver perso.

Noi.

Lei.

Me.

 

<< NO! >> gemette, lasciando che le lacrime le rigassero le guance e aggrappandosi alle mie spalle. << Non andartene… >> soffiò con voce tremante. << Per favore… è questo quello che voglio… non lasciarmi così. Che senso ha andartene così, senza prenderti quello che io voglio darti? Io non mi pentirò mai di questa notte, ma se te ne vai così avrò dei rimpianti, e io non voglio averne… Questa notte voglio vivere te, voglio vivere noi…>>. La sua voce si affievolì, rotta dalle lacrime. Non l’avevo mai sentita così.

<< Shhh… no, Rose, no… non piangere tesoro mio >>

La strinsi a me, confortandola come meglio potevo, e asciugai le sue lacrime baciandole delicatamente le guance.

<< Sì, ma non dirlo più per questa notte… e non farlo. Non lasciarmi >> continuò a singhiozzare, guardandomi triste.

<< Dove credi che possa andare, se la mia unica ragione di vita è qui? >> chiesi in un sussurro, guardando con amore i suoi occhi umidi e le sue guance rosse.

Lei tirò su col naso e implorò:<< Ora… ti prego >>

La baciai un’altra volta, riposizionandomi tra le sue cosce, e le afferrai i fianchi con delicatezza.

Perso nei suoi occhi, entrai lentamente in lei, arrivando alla barriera. Rose strizzò gli occhi e quasi urlò dal dolore, ma soffocai l’urlo baciandola e abbracciandola, cercando di trasmetterle tutto il mio amore per lei.

Mi mossi lentamente in lei, attento a non farle male e ignorando le sue unghie che alcune volte si conficcavano nella mia schiena, graffiandomi.

Dopo un po’, Rose cominciò ad assecondare i miei movimenti, muovendo lentamente i fianchi, come facevo io.

 

C’eravamo io e lei. Il resto del tempo l’ho scordato.        

 

 

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

 

E non voglio che il mondo mi veda

Perché non penso che possa capire

Quando ogni cosa è stata fatta per essere distrutta

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

 

I nostri respiri affannati si unirono, come le nostre labbra che si cercavano e si trovavano, sfuggenti e desiderose d’amore.

 

Al diavolo la razionalità, e a tutti i dolori che comporta.

Al diavolo il passato.

Al diavolo il futuro.

 

Volevo solo vivere il presente.

 

Sì, una vita intera di sofferenze valeva la pena viverla, se anche per una notte, una sola notte, mi abbandonavo completamente a lei e l’amavo.

 

 

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

E non voglio che il mondo mi veda

Perché non penso che possa capire

Quando ogni cosa è stata fatta per essere distrutta

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

 

Lei.

Il suo profumo.

La sua voce.

Il suo sapore.

 

Appoggiai il viso sul suo seno, tentando di riprendere fiato e stringendola a me.

 

Un alito di vento.

Alcune gocce di sangue a terra, simili a scure macchie d’inchiostro rosso.

La luna, unica spettatrice di quell’unione.

E noi.

 

Un altro alito di vento.

 

<< Non ti scordar di me >>

<< E tu? Ti scorderai di me? >>

<< No >>

<< Nemmeno io. Tieni, questo è per te >>

<< Perché mi dai questo ciondolo? >>

<< Me l’ha regalato mia nonna prima che morisse, è la cosa più cara che ho. Prenditene cura >>

<< Vuoi davvero che lo tenga io? >>

<< Sì >>

<< Lo terrò sempre con me, te lo prometto >>

<< Addio, Scorpius >>. Una lacrima.

<< Addio, Rose >>. Una bacio su una fronte candida, incorniciata da boccoli color mogano.

 

 

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

E non voglio che il mondo mi veda

Perché non penso che possa capire

Quando ogni cosa è stata fatta per essere distrutta

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

 

Il sole splendente di giugno si insinuava tra le vetrate della stazione di King’s Cross.

Attorno a me, centinaia di studenti dagli undici anni ai diciassette anni correvano con i rispettivi bauli verso i genitori o verso altri amici.

Ridevano, scherzavano.

Solo noi, studenti che avevamo appena finito i M.A.G.O, non avevamo molta voglia di ridere.

 

Hogwarts… con i suoi segreti e i suoi nascondigli.

Hogwarts… con i suoi camini scoppiettanti e le sue poltrone comode.

Hogwarts… con i suoi cibi deliziosi e le maledette scale che ti portano dal’altra parte del luogo in cui vorresti andare.

Hogwarts… una seconda casa.

 

La cosa che mi faceva più male, però, era che non avrei rivisto lei.

E, quelle poche volte in cui ci saremmo incrociati per strada, ci saremmo fatti a malapena un cenno col capo, mentre dentro il cuore sanguinava.

 

 

I just want you to know who I am

 

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

<< Rose! >>

 

Mi voltai, sentendo il suo nome pronunciato da un uomo.

Guardai suo padre, Ronald Weasley, allargare le braccia e accogliere sua figlia nella sua stretta protettiva.

 

Io non avrei più potuto abbracciarla così.

 

<< Tesoro, che novità! Tutte E! Sono fiero di te! >> esclamò il signor Weasley con un tono tra l’ironico e il divertito.

<< Simpatico papà! >>. Rose rise e fece una linguaccia in direzione del padre, che in risposta le scompigliò i capelli.

<< Lascialo stare, Rosie! Sei stata bravissima! >>. La signora Weasley spostò il marito e abbracciò la figlia, sulle labbra un dolce sorriso.

 

Di aspetto fisico assomigliava molto al padre, ma il comportamento – i gesti, le parole garbate, il sorriso gentile, lo sguardo fiero – era tutta la madre.

 

 

I just want you to know who I am

 

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

 

Sotto la maglia a maniche corte, sentii chiaramente il metallo freddo del ciondolo a contatto con la mia pelle.

Ma nessun metallo era più caldo di quello.

 

Vidi Rose voltarsi verso di me.

 

Tum – tum – tum – tum – tum

 

Sorrise, guardandomi negli occhi.

Io no.

Io, per tutta risposta, toccai la zona in cui c’era il ciondolo.

 

Lei seguì la mia mano e, vedendo dove si posava, le si inumidirono leggermente gli occhi.

Di nuovo una lacrima le cadde lungo la guancia.

 

<< Tesoro, ma che hai, piangi? >>

Ronald Weasley guardò ad occhi sgranati la figlia.

Rose, colta in fallo, arrossì e farfugliò qualcosa.

<< Che hai detto? >> chiese il signor Weasley, ancora più perplesso.

Rimasi a guardarla mentre cercava una scusa, arrossendo sempre di più.

Una ragazza dell’ultimo anno che piangeva dicendo “No, non voglio andarmene… Hogwarts per me è come una casa! Voglio rimanere!” la aiutò.

Rose annuì e disse:<< Papà, non prendermi in giro ma… Hogwarts mi mancherà tanto!>>

<< No, tesorooo! >>. Il signor Weasley la abbracciò, dandole colpetti di conforto sulla schiena.

 

Sorrisi, scuotendo la testa.

Rose era una pessima attrice, solo il padre poteva cascare a una cavolata del genere.

 

 

I just want you to know who I am

 

Voglio solo che tu sappia chi sono

 

 

La vidi mentre si liberava dalla stretta del padre e si voltava verso l’uscita del binario, seguita oltre che dai genitori e dal fratello, anche dal resto dell’esercito Weasley.

 

Poi, inaspettatamente, sciolse l’elastico, liberando i capelli che si sparsero come una cascata lungo la schiena.

 

Era una maniera per salutarmi.

A volte è vero che i gesti contano più delle parole.

 

Addio, anche se non finirà mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

ed eccomi di nuovo qui, con un’altra Rose/Scorpius!!^^ Sì, lo so, lo so che rompo a tutti, ma il successo che ha avuto la one-shot “What do you miss?” mi ha dato carica e ispirazione, cosa che di solito mi manca.

Insomma, l’avevo appena pubblicata e già poche ore dopo 3 persone l’avevano messa tra i preferiti e in 5 l’avevano recensita… inutile dire che ero emozionatissima… E i commenti sono stati veramente fantastici, mi avete commosso! Vi posso ringraziare solo dicendovi Grazie ^^

Grazie per averla letta

Grazie per avermi fatto sapere la vostra opinione

Grazie per averla messa tra i preferiti

 

Per quanto riguarda questa seconda fic, il titolo della canzone è “Iris” dei Goo Goo Dolls, e l’ho scritta in due giorni ascoltando ininterrottamente questa song, giusto per non perdere l’ispirazione!xD ~ Piccio sghignazza come una scema e si guarda in giro, sperando che la madre e la sorella grande non la prendano per una pazza e non la portino al manicomio, che oltretutto le sta vicino casa ~

 

Ok, è 00.50 e cinque ore di sonno a notte incoraggiano i vaneggiamenti ma non l’attenzione a scuola, quindi è meglio che rispondo alle recensioni di “What do you miss?”, per poi lasciarvi vivere in pace.

 

 

 

mokuren078: ciao! Mi fa piacere che ti abbia fatto piacere – che sciogli lingua o.O – leggere la fic! Si, concordo con te, deve essere difficile per i figli dei sopravvissuti, soprattutto per quelli del Trio dei Miracoli e per i nipoti di ex Mangiamorte (quindi anche Scorpius!xD)… è veramente brutto e fastidioso vivere all’ombra di qualcuno, figuriamoci se quel qualcuno è uno dei tuoi genitori! Bye bye, e grazie mille per la recensione! Un bacio ^^

zukkyna: Valee!!! L’altro giorno ero abbastanza fusa, tant’è vero che praticamente ho detto un mucchio di stupidaggini ~ Piccio si batte una mano sulla fronte, pensando “tonta, Ludo, tontaaa” ~ Comunque… ti ha fatto piangere?? O__O Ops, la mia mascella ha fatto un buco nel parquet xD nono, scherzo! Beh, oddio, non so che dire… ti è piaciuta davvero così tanto? Fino al punto di piangere? Oddio, da una parte mi dispiace ma dall’altra gongolo come pochi! Grazie mille, davvero! E aggiorna presto, sono ansiosa di leggere il continuo! A presto cara, un abbraccio!^^ ps: beh, anche io adoro Scorpius, ma penso che si sia capito! Ihihihi! Grande Vale!!!

trixina: Ciaooo!!! Immaginavo che Rossana fosse il tuo cartone preferito, e vuoi sapere il perché?? Perché la tua storia [ <3 Redemption (forgive me) ] è tra le mie preferite!^^ Penso che sia inutile dire che anche io ho adorato Scorpius dal primo momento in cui ho letto quelle poche frasi che la Row ha scritto su di lui, e soprattutto la coppia Scorp/Rose da quando Ron ha cercato di aizzare la nostra Hermione-La vendetta contro Scorpius!! Ritornando a Rossana, ti confesso un segreto_________ adoro il cartone, sono stracotta di Eric e odio  Naozumi e la sua vocina irritante_________ penso di aver reso l’idea!xD Abbiamo questa cosina in comune!^^ Per quanto riguarda i complimenti, grazie mille, mi fa piacere che la trama ti abbia intrigato! Ora so cosa devo fare: quando una storia non mi piace la pubblico, quando mi piace non la pubblico: il contrario di quello che dovrei fare si rivela sempre la scelta migliore! Ok, questo discorso è un po’ contorto, ma come ho già detto il poco riposo non aiuta ~ ben presto Piccio diventerà come i Cullen: due lividi a posto degli occhi, ma meno da sbavaaa ~… Comunque, ecco questa prossima volta… contenta? Spero di si!^^ un abbraccio!

altovoltaggio: beh, che dire, grazie! Si, per averci ragionato, ci ho ragionato anche troppo, ci sono rimasta quasi due settimane….eheheh! Per quanto riguarda i discorsi profondi provo a farli, se dopo ci riesco tanto meglio ^^ grazie 1000 per il commento! Un bacione!

robby: uuuuh, un’altra appassionata delle Scorp/Rose che mi chiede di farne un’altra… ma così mi coccolate! No, seriamente, grazie 1000… si, hai assolutamente ragione, prima o poi tutti si sentono dei pesci fuor d’acqua, poi quando ti ci senti da sempre… arghhh, brutta storia!u___u spero che arriverai anche a questo sclero, giusto per farmi sapere cosa ne pensi!Un bacione e grazie ancora!

virgi_lycanthrope: tu! Tu! TU hai messo questa storia tra i preferiti! ~ Piccio si asciuga commossa una lacrima sfuggita al suo controllo ç___ç ~ Eccomi, sono ritornata normale… Comunque ti capisco, anche io amo le Scorp/Rose!! Con un po’ di fortuna arriverai anche a questa, veroo?? Spero di si! Grazie cara! Un bacione!

 

 

Grazie anche a chi ha inserito tra i preferiti questa storia

 

virgi_lycanthrope

Myanne

elepaddy85

Christy 94

 

 

 

 

Peace&Love

  
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