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Autore: Imagine_Poison    28/07/2016    1 recensioni
"Ha incominciato a piovere. E non sai quanto vorrei che quella pioggia portasse via ogni tuo dubbio, ogni tuo tormento. Non sai quanto vorrei dirti che ho bisogno di te, ché sei una meraviglia. E non sai quanto pagherei per vederti finalmente felice e soddisfatta della tua ragion d’essere. Ché tu non sembri capirlo, non sembri comprendere l’incommensurabile amore che provo per te e per la straordinaria e forte donna che sei diventata. Ti amo, tesoro, ti amo come non ho mai amato nessuno nella mia giovane e tormentosa vita. E spero che tu l’abbia capito, in un modo o nell’altro, tra un piccolo gesto ed una carezza, tra un bacio e un sospiro, ché uno in più non fa mai male"
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Copyright © 2016 Imagine_Poison / E' assolutamente vietata ogni riproduzione, anche parziale, di quest' opera.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Her.
A Diary
 
Closer

  "Stranded in this spooky town
Stoplight is swaying and the phone lines are down
Floor is crackling cold
She took my heart, I think she took my soul
With the moon I run
Far from the carnage of the fiery sun "

Closer, Kings Of Leon


Closer, Kings Of Leon
 
Londra, 20 novembre 2014
 
Perché, amore mio? Perché? Non lo capisco davvero. Mi sento una persona insulsa ed inutile in questo momento, ne sei consapevole? Per quale motivo mi hai fatto una cosa del genere?

Ti sei fatta sotterrare dalle menzogne, dalle tue paure più profonde, dai giudizi degli altri. Ed io? Io cosa ero per te? Il nulla. Mi hai ferito, hai disintegrato ogni piccola parte di me, ogni pezzetto rimasto intatto del mio essere. Hai reso impossibile la mia vita. L’hai resa tormentata e insopportabile, mi hai condannato a reggere un dolore più forte di me, mi hai reso una persona senz’anima ormai, un vegetale. Ti sei comportata da perfetta egoista, da persona insensibile ed immatura. Io c’ho provato, c’ho provato con tutto me stesso a riportarti in superficie, a farti vedere in modo diverso la tua vita. Ho visto un cambiamento nei tuoi occhi. E dov’è ora? E’ svanito con te, con la sconosciuta che ormai da tanto tempo condivideva il mio stesso letto. Perché quella non eri tu, amore mio, era una persona assente.

Ti odio, non sai quanto. E non sai quanto vorrei tornare indietro nel tempo, tornare da te e parlarti. Parlarti di tutte le cose che siamo riusciti a fare insieme, tutte le grandi imprese che abbiamo portato avanti. Parlarti del nostro amore, che abbiamo difeso con le unghie e con i denti. Vorrei tornare indietro ed afferrarti, dirti che ti amo. Vorrei salvarti, amore, vorrei portarti indietro, insieme a me. Ma non è successo. I sensi di colpa mi stanno divorando come leoni affamati. E’ solo un sogno, un’ illusione. E si sa, i sogni e le illusioni non diventano mai realtà. Rimangono nascosti ed irrealizzati negli abissi della nostra psiche. E non c’è altro che si possa fare, che io possa fare.

Non l’ho ancora realizzato del tutto, sai? Sono trascorsi tre giorni, ma sembra sia successo solo un minuto fa. Ricordo tutto, tutto è fin troppo chiaro nella mia mente. Ricordo le lacrime sul tuo viso, e al solo pensiero piango anch’io. Ricordo le mani tremanti, e scusami se non riuscirai a decifrare le parole che sto scrivendo, ma stanno oscillando anche le mie, di mani. E scusa anche se continuo a rivolgermi a te mentre scrivo. Perché continuo a farlo? Tu non potrai mai leggere nulla, niente di niente. E sai perché? Perché te ne sei andata. E ti odio per questo, ti odio con tutto me stesso.

Sono confuso, tutto questo che sto scrivendo è confuso, la mia vita è confusa. Non so più che fare, non so più come agire. E forse non l’ho mai saputo.

E’ successo tutto così in fretta, in modo così inaspettato. Te ne sei andata silenziosamente per non tornare più. Ma da una parte è anche meglio di una lunga e sofferente agonia. Però sai cos’è che proprio non sopporto? E’ che noi quest’agonia l’avevamo già vissuta, superandola e vivendo come se nulla fosse realmente successo, vivendo come due persone che si amano, amando anche la loro vita. Tu l’hai disprezzata, come si disprezza il male peggiore. E ho paura che la vita per te fosse proprio quello, vero? Un mostro che ti divora dentro.

Mi hai stravolto l’esistenza, mi hai reso una persona diversa, quasi non mi riconosco. Sono diventato fragile, insicuro. Hai prosciugato ogni mia energia, ogni sfaccettatura di me. Hai condizionato le mie decisioni, prese considerando te come mia costante fissa ed improrogabile. Mi hai preso le mani e mi hai trascinato nel baratro. Come ti senti ora? Sai, spero meglio. Spero che la mia assenza ti abbia fatto capire quanto tu abbia agito in maniera avventata e sconsiderata. E sai una cosa? Vorrei non averti mai incontrato, quella sera, davanti al Queen Of Hoxton. Vorrei non aver mai calciato la tua bottiglia di vodka per errore, vorrei essere rimasto a casa a suonare Listz piuttosto che uscire a cercare quel deficiente di Max ei suoi quattro fottuti amici. Vorrei anche rimangiarmi ogni singola, fottuta parola che ho appena scritto, e dirti che ti amo. Ma non ci riesco, ne sono ancora pienamente convinto, purtroppo. E credo che ne rimarrò convinto ancora per un bel po’.

Cosa farò? Non so cos’altro chiedere a me stesso. Come agirò? Come farò a dormire nello stesso letto? Quello in cui dormivi anche tu, in cui mi sorridevi la mattina appena svegli, in cui ci amavamo. E cosa farò io, di me stesso? Cosa farò del fantoccio vuoto e privo di essere che mi hai reso. Mi hai rubato l’anima, il cuore, le ossa. Mi hai portato via con te. Riportami qui, amore, te ne prego. Ridammi la mia vita, la rivoglio subito indietro. Devo essere in grado di continuare a vivere, devo portarla avanti, devo comportarmi come se niente fosse successo. Come se tu fossi ancora qui accanto a me, come se in questo momento stessi ridendo di me perché scrivo senza uno scopo, come se mi stessi ascoltando mentre le note di Rachmaninov  risuonano dal mio pianoforte tra le pareti della stanza. E spero che anche ora tu stia ridendo di me, chè non esisteva cosa più bella al mondo della tua risata, tesoro.

Ma come posso? Non riesco a fare a meno di pensarti, di pensare alle lacrime di quei pochi tuoi parenti che sono venuti alla tua sepoltura, che mi guardavano con esagerato rancore, come fossi un assassino. E, in fondo, mi sento proprio così, un assassino, un fallito. Un totale fallito.

Ho pregato che tu riaprissi gli occhi, da un momento all’altro, come se tutto fosse stato in realtà un orribile sogno. Ma niente, ogni preghiera è stata vana.

Poi ha incominciato a piovere, come quella volta al parco. Quella pioggia che consideravo ristoratrice, quella che avrebbe dovuto cancellare tutte le tue preoccupazioni, ricadeva violenta e fredda sulla tua bara bianca. E quella rosa che ho gettato io sulla tua bara, è caduta colpita dalle veementi gocce, come sei caduta tu, uccisa dalla tua stessa vita.

Sono andato subito via, dopo. Non riuscivo a sopportare nulla, tantomeno le condoglianze forzate ed ipocrite del resto dei partecipanti. Ho fatto un giro in auto, tra le strade trafficate del giovedì sera inglese, quando tutti escono a bere e a divertirsi. Il colore rosso dei semafori rifletteva negli specchietti retrovisori, arrivando diretto nei miei occhi. Lo stesso rosso del sangue, quello che usciva dalle mie nocche dopo aver colpito il muro per la furiosa rabbia.

La pioggia diventava sempre più violenta, i tergicristalli si muovevano sempre più energicamente cercando di rendere la mia vista più chiara attraverso il parabrezza. Non sarebbe bastato nessun tergicristallo a renderla più vivida, sarebbe rimasta appannata comunque ed inevitabilmente. Le luci della città si infrangevano nell’acqua sul vetro, scomponendosi in mille colori abbaglianti. Quei colori non erano niente in confronto al blu dei tuoi occhi. Non riuscirò mai dimenticarlo, e me ne rincuoro e addoloro al contempo.

Ho bisogno di resettare la mia vita, di darle una svolta, e di riprenderla in mano. Ho bisogno di dimenticarti, amore mio. Lo so che fa male, ma deve essere così. La confusione regna nella mia mente, e devo darle un taglio, deve finire qua. Metterò un punto e ritornerò a capo. Perché alla fine la vita è una sola, e non posso rovinarla per qualcuno che evidentemente era troppo, persino per me. E non sai quanto io ti ami e ti odi in questo momento, amore mio, così tanto. 
  
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