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Autore: nikita82roma    28/07/2016    3 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Se questi giorni ti sentirai sola, potrai sentire lei tutte le volte che vorrai. 

Kate prese l’apparecchio che Rick le stava porgendo e lo ripose nel suo comodino. Si sentì profondamente stupida per essere andata così nel panico, non era da lei perdere il controllo della situazione e non trovare una spiegazione razionale delle cose. Forse però doveva dire non era da lei prima. Adesso non sapeva più cosa era da lei e cosa no.
Si asciugò gli occhi ancora carichi di emozione, vide Rick muoversi sul letto e sdraiarsi vicino a lei, ma a distanza di sicurezza.
- Sei più tranquilla? - Le chiese cercando una forma di comunicazione senza sapere quale fosse la via migliore
- Sì, grazie. Da quanto ce l’avevi?
- Qualche giorno. Volevo dartelo prima di partire. In un certo senso così è stato. 
Ancora silenzio.
- Sei tornata a casa perché eri preoccupata?
- Sì, non volevo che mio padre se ne accorgesse.
- Ok. - Disse Rick incrociando le braccia sul petto.
Rick non sapeva se era una cosa bella o brutta quella che le aveva detto. Era comunque felice che lei sentendosi preoccupata aveva deciso di tornare da lui. Sperava fosse perché lui le trasmetteva quel senso di sicurezza e protezione di cui aveva bisogno e poi c’era un fatto incontrovertibile: si trattava della loro bambina, con chi altro avrebbe dovuto sfogare le proprie paure? Certo, questo voleva anche dire che voleva proteggere suo padre dalle sue preoccupazioni ma non lui, gli faceva piacere, Castle voleva che lei condividesse con lui anche ciò che la preoccupava: era esattamente quello che non aveva fatto lui con la storia di Alexis.
Kate aveva una faccia distrutta. Jim gli aveva detto che era andata a dormire molto presto il giorno prima, ma sembrava avesse dormito veramente poco. Gli venne istintivo spostarle i capelli dal volto ma ritrasse subito la mano quando lei scosse la testa. Era ancora ferita e si stava rintanando in se stessa. Quella di prima era stata solo una splendida parentesi che si era concessa. 
- Ti lascio riposare, vado di là a scrivere. - Rick si alzò ed andò nello studio. Non aveva gran voglia di scrivere e nemmeno molta ispirazione, ma non riusciva a stare vicino a lei così e doveva trovare una valvola di sfogo e scrivere riusciva a svuotare la sua mente almeno per un po'.
Kate si girò su un fianco, chiudendo gli occhi, stanca. Stava accadendo esattamente tutto quello che aveva sempre temuto di più, quello che non l’aveva fatta lasciar andare fino a quel momento. “Si tratta della mia famiglia e non so se tu ne farai parte oppure no”. Si sentiva un’illusa mentre ascoltava il picchiettare frenetico delle sue dita sui tasti del computer. Non aveva chiuso bene la porta e si chiedeva se lo avesse fatto per errore o era una cosa voluta. Non le dava fastidio quel battere ritmico, cercava di concentrare, anzi i suoi pensieri su quello per allontanarli da tutto il resto e alla fine riuscì ad addormentarsi.

Si svegliò trovando Castle ai piedi del letto mentre finiva di preparare la valigia le faceva uno strano effetto, le sembrava quasi un segno del destino lui che si preparava per andarsene quel momento. Guardò l’orologio: aveva dormito più di tre ore, credeva di essersi riposata solo pochi minuti invece era già quasi ora di cena. Si passò una mano sugli occhi e tra i capelli e gli sfuggì qualche mugugno strano che richiamò l’attenzione di Rick verso di lei rimanendo con una di quelle magliette che anche lei usava per dormire in mano. Si guardarono per qualche secondo, attendendo ognuno la mossa dell’altro che non ci fu. Rick tornò a piegare i suoi vestiti Kate si alzò per andare in bagno.
- Abbiamo pensato di ordinare cinese per cena, tu cosa vuoi? - Le chiese Rick quando tornò in camera.
- Non penso che mangerò stasera, non ho molta fame.
- Kate non ti… - Lei alzò una mano fermandolo prima che continuasse
- Per favore Castle, non succederà nulla né a me né alla bambina se per una sera non mangio.
- Ok, come vuoi tu. 

Rick lasciò cadere sulla valigia il suo porta documenti ed uscì di camera chiudendo con poca cura la porta. Al di là c’erano Martha ed Alexis in silenzio, avevano capito che l’aria che tirava in casa era piuttosto pesante.
- Andiamo a cena fuori. - Disse Rick alle due rosse e non era una richiesta ma un dato di fatto. Non aveva per niente voglia di mangiare a casa mentre Kate era chiusa in camera. Alexis si alzò ed andò a prendere la sua borsa sull’attaccapanni, Martha, invece, rimase seduta a sorseggiare il suo calice di vino.
- Mamma, allora? - La esortò il figlio con tono poco gentile
- Andate voi, io non ho voglia di vedere gente questa sera, mi farò una bella tisana depurativa che farà bene alla mia pelle, dopo aver preso un’altro calice di questo ottimo vino accompagnato a questo delizioso formaggio - disse l’attrice infilzando con uno stuzzicadenti un paio di cubetti dal tagliere.
Quando padre e figlia furono usciti, Martha bussò con una discrezione che non era propria alla porta della camera di suo figlio.
- Rick ti ho detto che non ho fame. - Rispose Kate dalla porta chiusa
- Non sono Richard tesoro - l’attrice aprì appena la porta facendo capolino.
- Martha, scusami, pensavo fosse Rick… - Kate si ricompose sedendosi sul letto ed invitando la donna ad entrare.
- È uscito a cena con Alexis, per fortuna. 
- E tu? Perché non sei andata con loro?
- Una serata padre / figlia farà bene ad entrambi, anche se sono certa che lui avrebbe preferito passare la serata con te. - Martha si era seduta sul bordo non troppo distante da Kate che alle sue parole sospirò pesantemente.
- Abbiamo discusso ieri. - Le confidò la donna mentre l’attrice le prendeva amorevolmente una mano.
- Lo so tesoro, cose che succedono a chi è innamorato. - Martha dava delle pacche di incoraggiamento al dorso della mano di Kate. - Quello che ti ha detto Richard è ingiustificabile, mi chiedo cosa gli abbia insegnato quando fa queste cose, però sono convinta che non lo pensi. Ne sono assolutamente certa.
Beckett sospirò girando la testa dalla parte opposta. Non si voleva far vedere fragile, non doveva essere fragile. Martha intuì il suo disagio.
- Ti andrebbe un piatto di pasta figliola? Richard dice che sono una pessima cuoca, ma un piatto di pasta posso ancora prepararlo!
- Lo possiamo preparare insieme - suggerì Kate
- Questa mi sembra un’ottima idea ragazza mia!
Martha si alzò dal letto e allungò entrambe le braccia in direzione di Beckett che le prese e si tirò su sorridendo alla donna che la abbracciò e insieme andarono in cucina.
Prepararono insieme dei mac and cheese, ridendo e chiacchierando mentre tagliavano i vari tipi di formaggio e cuocevano la salsa e la pasta.
Martha le raccontava molti aneddoti divertenti su quando Rick era piccolo e adorava mangiare quel piatto talmente tanto che lo aveva mangiato fino a sentirsi male e poi per anni anche solo l’odore gli dava la nausea. 
- Credo che a Richard piacessero tanto perché quando ero incinta li mangiavo sempre, anche se se dovessimo dar retta all’appetito e ai gusti del mio ragazzo, io avrei dovuto mangiare qualsiasi cosa! - L’attrice rise sonoramente.
Misero tutto nel microonde e si sedettero al bancone della cucina, Martha con il suo solito bicchiere di vino, Kate con un succo di frutta, mangiando i pezzetti di formaggio avanzato.
- E a te, c’è qualcosa che va particolarmente di mangiare da quando sei incinta?
- Tutto ciò che è dolce, non ho mai mangiato tanti dolci quanto in questo periodo!
- Dolci? Perfetta figlia di suo padre allora! Sai quando Meredith era incinta di Alexis diceva che aveva sempre voglia di gelato al cioccolato con panna e cheesecake che ora sono i dolci preferiti di Al.
- Non mi parlare di gelato al cioccolato e panna Martha per favore - la pregò Kate con l’acquolina in bocca
- Stesso effetto anche a te eh? In questa casa se c’è una cosa che non manca mai è proprio il gelato al cioccolato e la panna spray dopo ci consoleremo con una coppa ciascuna!
Kate notava come l’attrice stava facendo di tutto per metterla di buon umore e apprezzava molto la sua leggerezza.
- Sai Martha - Le disse Kate più seria mentre guardava il piatto del microonde girare cuocendo la loro cena - oggi sono andata nel panico perché mi sono resa conto che ancora non l’ho mai sentita muoversi ed ho avuto paura. - La rossa posò il calice di vino e mise una mano sopra le sue tenute giunte sul bancone. 
- Non vorrei ripetermi ma questa bambina pare avere tutti i difetti del papà e spero per te che non faccia come lui che ha cominciato a farsi sentire tardi rispetto a quanto dicevano i medici, ma da quando ha capito come prendermi a calci non ha praticamente mai smesso fino a quando non è nato!
- Non è incoraggiante Martha! - Kate fece una smorfia
- Ah lo so mia cara, volevo solo metterti in guardia e dirti di goderti questi ultimi giorni di tranquillità
- Adesso poi ci sono molti più metodi per valutare che i bambini stiano bene, all’epoca invece potevi fare poco, solo sperare e pregare ogni sera che tutto andasse bene. - Ora era più seria anche lei. Martha non lasciava trasparire spesso tutto l’affetto che provava per quell’unico figlio arrivato in circostanze più che complicate, ma quando lo faceva i suoi occhi brillavano e non poteva fare a meno di commuoversi - Ho passato anche io giornate molto brutte, quando tutte le donne dicevano che doveva già sentirsi ed io invece non lo sentivo mai. Provavo anche a dargli dei colpetti per invitarlo a muoversi e farsi sentire, glielo chiedevo ogni sera, ma lui non mi dava ascolto, come ora del resto.
- Sai, Rick ha preso uno apparecchio per farmi sentire il suo battito, così dice se sono sola, posso sentire lei.

Marta alle parole di Kate strinse la sua mano un po’ di più e riuscì solo a fare un’esclamazione di stupore e commozione. Il bip del microonde le interruppe e Martha si precipitò a togliere la teglia, divise il contenuto in due piatti e lo porse uno a Kate. Mangiarono continuando a conversare più allegramente, con l’attrice felice di aver trovato un nuovo pubblico a cui poter raccontare i tanti aneddoti degli anni d’oro della sua carriera.
Marta poi fu di parola, finita la pasta, prese due belle coppe di gelato al cioccolato, una più grande per Kate una più piccola per se, perché lei doveva mantenere la linea era l’arte che lo richiedeva, e le cosparse di panna.
Rick ed Alexis, quando rientrarono di buon umore le trovarono così, a mangiare al bancone della cucina il loro gelato con giovialità. Si ritrovarono tutti e quattro a guardarsi, sorpresi tutti di vedere gli altri così spensierati e tutti cancellarono il sorriso dai loro volti, come se quell’alchimia che si era creata, si fosse rotta all’improvviso. 
Alexis fu la prima a rompere il gioco delle coppie, salutando con un bacio il padre e la nonna e passando una mano sulla spalla di Kate affettuosamente prima di andare in camera sua.
- Avevi detto che non avevi fame. - Il tono di Rick nei confronti di Kate fu oltremodo accusatorio, cogliendo impreparata la donna a rispondere ad un’accusa del genere. Cambiare idea sul proprio appetito era una colpa grave?
- Sono stata io ad averla indotta in tentazione con la mia ottima cucina! - Intervenne Martha per alleggerire la situazione ma fu inutile. Rick la mise a tacere con il gesto della mano e la madre estremamente contrariata, poggiò la sua coppa vuota nella lavastoviglie, diede un bacio sulla fronte a Kate e poi se ne andò borbottando frasi incomprensibili su quanto il figlio fosse testardo e insensibile.
- Mi stai accusando che mi è venuta fame? - Chiese Kate ironicamente.
- No, che non avresti cenato in mia presenza o forse di mia figlia, non so, ma una volta sola con la tua nuova alleata non ti sei fatta problemi di uscire da quella maledetta camera e mangiare. Mi prendi per stupido Kate?
Beckett lasciò la coppa con il gelato sul tavolo, le si era chiuso di nuovo lo stomaco. Provò a rispondergli, ma prima ancora di parlare cambiò idea, non ne valeva la pena, nemmeno sprecare il fiato per rispondere a quelle accuse. Scese dallo sgabello e si diresse in camera. Voleva farsi una lunga doccia e lavare via tutta la delusione accumulata. Rick la bloccò per un braccio mentre gli passava vicino. Sentiva le dita stringere sulla sua pelle. Non gli faceva male la stretta, ma il gesto sì, molto e lo sguardo ancora di più. Appena incrociò i suoi occhi che lo guardavano increduli e impauriti di quella reazione così fuori dal suo comportamento usuale, Rick aprì la mano di scatto, lasciando che lei andasse oltre.

L’acqua le scendeva sulla testa e sulle spalle, percorreva il suo corpo lambendolo delicatamente goccia dopo goccia. Adorava l’acqua calda ed i getti potenti, stava facendo una doccia quasi fredda con spruzzi delicati. Non cercava conforto o relax, solo qualcosa che scorresse sul suo corpo e trascinasse via quel senso di frustrazione che provava. Era diventata lei la cattiva adesso? Per che cosa? Perché quella persona che diceva sempre di amarla così tanto, che solo poche ore prima era stato capace di un gesto tanto dolce ora la trattava così? Tra poche ore sarebbe andato via per diversi giorni e tutto quello che avrebbe voluto quella notte era solo stare tutto il tempo nel suo confortante abbraccio per accumulare il più possibile la sua presenza. Gli sarebbe mancato più di quanto voleva fargli capire e più di quanto lei potesse immaginare. Era proprio questo il problema. Aveva decisamente superato ogni limite che pensava di essersi data. 

Rick steso sul letto ascoltava i rumori provenienti dal bagno. Si era fatto vincere dalla rabbia. Guardava la mano che aveva stretto il braccio di Kate, la apriva e la chiudeva lentamente, ripetutamente. La guardava con biasimo, come se fosse colpa dell’arto che aveva una volontà propria staccata dalla sua. 
Sentì l’acqua chiudersi, le porte della doccia scorrere, riconobbe il rumore delle spazzole che si appoggiavano sul lavabo. Silenzio. Poi lo sportello del mobile che si chiudeva sbattendo seguito dal ronzio fastidioso del phon. Quando il rumore cessò spense la luce principale lasciando accesa solo quella del comodino di lei e si girò su un lato, dando le spalle al centro del letto.
Kate aprì la porta del bagno trovando la camera più in penombra di quanto l’avesse lasciata. Vide Castle sdraiato su un fianco che faceva finta di dormire, non ci mise molto a capirlo, le bastò osservare per qualche secondo il suo respiro irregolare e veloce, mentre quando dormiva era sempre calmo e profondo.
Si mise dalla sua parte di letto dandogli a sua volta le spalle e fingendo anche lei di dormire dopo aver spento la luce.
Al buio erano entrambi con gli occhi sbarrati, combattendo contro la voglia di voltarsi l’uno verso l’altra. Il profumo di ciliegie di Kate, così intenso dopo aver fatto la doccia era come fuoco nelle narici di Castle e lei avrebbe voluto perdersi nel calore del suo abbraccio e dormire sul suo petto. Stavano entrambi sul punto di cedere ma non lo fece nessuno dei due, continuando ad ignorarsi solo nei gesti, perché erano reciprocamente nelle rispettive menti.
Rick non fece nemmeno suonare la sveglia che aveva programmato per le sei e mezza del mattino. Era già sveglio da un po', aveva dormito forse un paio d’ore ma non era sicuro. Andò in bagno lasciando la porta socchiusa che mandava una linea di luce trasversale in camera. Kate sentendo l’acqua scorrere, si alzò aprì la valigia di Rick e prese quella maglietta che stava piegando la sera prima. La sostituì con quella che aveva addosso e che si era appena tolta, ripiegandola con cura e chiudendo il bagaglio. Si rivestì e continuò a fare finta di dormire. Dal bagno le arrivò un’ondata del suo dopobarba e sarebbe solo voluta andare da lui e baciarlo fino a quando l'autista non fosse andato a prenderlo.
Lo vide uscire e dirigersi verso la cabina armadio, vestirsi nella penombra di tutto punto per poi tornare in bagno a darsi gli ultimi ritocchi a quel ciuffo ribelle. Avrebbe voluto dirgli di lasciarlo stare, che era bellissimo anche così, con il ciuffo imperfetto. Quando spense la luce chiuse gli occhi. Lo sentì prendere il trolley e i porta abiti appesi nel gancio dell’armadio, mettersi sulla spalla la 24 ore con il computer portatile e poi chiudere delicatamente la porta di camera. Lo sentì prepararsi il caffè e l’aroma arrivò fino a lei. 
Rick ne fece una tazza in più lasciandolo sul bancone ed appoggiò le labbra al bordo della tazza lasciandoci un bacio. Erano quasi le otto. Sarebbero passati a prenderlo a breve. Si voltò verso la porta di camera e con poche ampie falcate la raggiunse. Appoggiò la mano sulla maniglia tentato di entrare e di salutare Kate come voleva fare. Lei dall’altra parte della porta era nella sua stessa situazione, e valutava di uscire per stringersi a lui almeno per qualche istante. Nessuno dei due cedette nell’abbassare la maniglia ed il bip sul cellulare di Rick lo avvisò che poteva scendere e lui uscì chiudendosi dietro la porta del loft, non prima di aver indugiato un istante in più nel vedere se quella di camera di fosse aperta.

   
 
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