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Autore: Victoire    24/04/2009    1 recensioni
"Non avendo mai sperimentato la convivenza con altri vampiri non sapeva cosa aspettarsi pur essendo stata aiutata ad immaginare il tutto dal suo dono speciale, le visioni che spesso le affollavano la mente."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era ospite della famiglia Cullen da circa tre mesi.
Non le era risultato difficile ambientarsi, le era sembrato sin dall’inizio tutto piuttosto “normale”.
Non avendo mai sperimentato la convivenza con altri vampiri non sapeva cosa aspettarsi pur essendo stata aiutata ad immaginare il tutto dal suo dono speciale, le visioni che spesso le affollavano la mente.
Carlisle nell’ultimo periodo aveva dimostrato particolare interesse per le immagini che le si palesavano cercando di comprendere da dove venisse quel dono speciale.
Anche lui era arrivato alla conclusione che fosse del tutto innato, esattamente come quello di Edward.
Già, Edward.
Era stato sin dall’inizio proprio lui la sua spina nel fianco.
La teneva a distanza, sembrava quasi che avesse paura di lei e la cosa risultava alquanto ridicola essendo entrambi appartenenti alla stessa specie.
Alice sospirò e lasciò che le gambe che teneva sospese in aria essendo seduta sul ramo della grande quercia del giardino di casa Cullen ondeggiassero appena.
Puntò lo sguardo lontano, individuò senza problemi una gazzella lontana almeno un miglio da lì ma si scoprì sazia pur non mangiando da più di una settimana.
Nonostante i suoi occhi fossero diventati del colore della pece non aveva intenzione alcuna di scendere da quel ramo e di unirsi alla battuta di caccia che si sarebbe svolta quel giorno stesso con il favore della notte.

Emmett era piuttosto nervoso a causa degli spasmi che gli attanagliavano lo stomaco e, tra l’altro, aveva voglia di correre. La furiosa lite avuta con Rosalie il giorno precedente non aveva fatto altro che aumentare il desiderio di allontanarsi da lei per qualche tempo.
Rosalie, al contrario, era una statua di cera. Non lasciava che nessun sentimento particolare trasparisse dalla sua pelle d’avorio o dagli occhi scuri per la fame. Le liti con Emmett rientravano ormai nel quotidiano, si era assuefatta a quegli scontri furibondi così come aveva fatto con tutto il resto.
Tra Carlisle ed Esme tutto pareva invece non essere mai mutato.
Si erano amati, si amavano e si sarebbero amati per tutta l’eternità.
Lei stava sistemando dei fiori in un vaso di cristallo, Carlisle era al piano di sopra chiuso nel suo studio intento a leggere un libro scritto in rune.
Il più irrequieto, come sempre del resto, era Jasper.
Essendo il più giovane vampiro della famiglia non si era infatti ancora del tutto abituato alla mancanza del sangue umano nella dieta vegetariana dei Cullen. Spesso immaginava ancora il sapore del sangue di quelli che un tempo erano stati suoi simili.


I sentimenti forti e contrastanti che saturavano la casa si ripercuotevano tutti su Edward.
Su colui che era capace di leggere nella mente di tutti quelli che lo circondavano, in maniera ancora più profonda nella mente di coloro ai quali era legato emotivamente.
Carlisle era suo padre, Esme sua madre.
Rosalie ed Emmett erano suoi fratelli.
I vincoli di sangue non contano quando ce ne sono altri ben più forti a condizionarti la vita.
Jasper era il suo protetto.
E Alice…
Lei era Alice.
Le aveva letto nella mente una sola volta, il pomeriggio in cui si era presentata a casa loro.
Poi più nulla, il vuoto.
Non riusciva a capacitarsi di questo blocco assurdo, di questo impedimento.
Lei era così piccola, sembrava una bambina. Eppure era tanto forte da riuscire a chiuderlo fuori dalla propria testa, impedendogli di accedere a pensieri o visioni che fossero.
Scese le scale che congiungevano la propria camera al salotto, non gli servì’ affatto voltare lo sguardo per accettarsi della presenza di Emmett ed Esme e per quella di Rosalie nella stanza attigua.
Varco la soglia della porta di ingresso e, non appena giunse sotto il portico, voltò lo sguardo verso destra dove, poggiato alla parete, sostava Jasper.
<< Va tutto bene? >> gli chiese, fissandolo insistentemente.
<< Lo sai benissimo >> rispose Jasper in un soffio.
<< Il fatto che io lo sappia non conta, sai come la penso >>
Si lo so” si limitò a pensare il biondo.
Edward scosse appena il capo e serrò la mascella per un istante.
Non c’è bisogno di prendersela
Edward non rispose, si limitò a voltarsi verso il giardino e a fissare un punto lontano.
Jasper gli fu accanto in un istante e voltò il capo verso di lui.
Cominciarono a correre contemporaneamente. Jasper aveva infatti appena formulato un pensiero che somigliava molto a “gara con Edward”.
  
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