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Autore: Just_Charlie    29/07/2016    3 recensioni
Perché i mostri sotto al letto forse esistono davvero
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ADAM

                 
                 
                     
Miles, dopo tutto, era un bambino normale.
Viveva in una microscopica cittadina degli Stati Uniti dove l'inverno cominciava il 28 Settembre e non finiva mai.
Odiava andare a scuola, ma era sveglio e intuitivo e non aveva ancora portato a casa un'insufficienza in pagella.
Adorava Harry Potter e i fumetti della Marvel - dopo qualche anno, però, avrebbe scoperto i manga, e allora sarebbe stata la fine.
Era allergico alle fragole, ma una volta alla settimana la sua migliore amica Maggie gliele contrabbandava passando dalla scala antincendio. Le mangiavano finché non si ricopriva le braccia di tanti puntini rossi.
Era quasi certo di essere mezzo innamorato di lei.
Miles dopo tutto era un bambino normale, no?
Allora perché continuava a vederlo?
Insomma, a dodici anni e otto mesi  ormai si è grandi. A dodici anni e otto mesi non si dovrebbe più credere che dei mostri mangiatori di uomini dimorino sotto il proprio letto.
Eppure.
Eppure ogni notte, quando sua madre spegneva la luce e chiudeva la porta della sua camera, Miles faticava a prendere sonno.
Eppure ogni notte gli pareva di scorgere qualcuno, qualcosa, nei fasci di luce che filtravano dalle tapparelle abbassate. Un guizzo, una creatura. Una parvenza di vita che scivolava a nascondersi nelle ombre della sera non appena Miles si accorgeva di lei.
Eppure ogni notte Miles lo sentiva, lo scricchiolio delle assi del pavimento sotto al suo letto. Il colpo di un corpo che cercava di sistemarsi meglio sul duro legno del parquet. Il fruscio delle coperte quando lui era immobile, a occhi spalancati. In attesa della mano che gli avrebbe afferrato la caviglia per trascinarlo nel suo antro nero.
Eppure una notte lo aveva visto.
Proprio lì, davanti al suo letto, fermo. Un uomo vestito di nero. Sorrideva.
Lo stava fissando.
Miles aveva urlato e urlato, e accesso la luce così velocemente da rimanere per un istante cieco.
In quell'istante, lui era scomparso.
I suoi genitori non trovarono niente: nell'armadio nulla se non i suoi vestiti, sotto al letto il videogioco di Mark che non aveva più restituito.
Loro tornarono a dormire, lui spense la luce e pianse in silenzio fino ad addormentarsi sul cuscino bagnato.
Non vide gli occhi che si aprirono nell'angolo più scuro della sua stanza.
Da quella notte, i suoi incubi si popolarono.
C'era lui, ogni volta.
Lo guardava da oltre le ante socchiuse dell'armadio. I suoi gelidi occhi chiari seguivano i suoi movimenti tormentati mentre si agitava nel sonno.
Rideva a ogni suo fremito di terrore quando si spostava sotto il suo letto.
Ovunque ci fosse ombra, c'era anche lui.
Gli parlava.
Si chiamava Adam. Era lì per lui. I suoi genitori non avrebbero potuto vederlo neanche nella più abbagliante delle giornate.
Erano solo loro due.
Lo toccava.
A volte gli sfiorava il braccio quando percorreva di corsa un corridoio buio.
A volte gli prendeva un piede, tirandolo un poco di più verso il bordo del letto.
A volte Miles si svegliava e trovava sulla fronte le sue labbra, che lo mangiavano e lo divoravano, e gli consumavano energia facendo divenire Adam ogni notte più forte, ogni notte più grande. Ogni notte più nero.
A volte riposava accanto a lui, accarezzandogli la testa, scostandogli i capelli dal viso. Sussurrandogli che quella, quella notte sarebbe stata l'ultima.
Non era mai l'ultima.
Quando Miles si svegliava la mattina, però, non c'era nessuno. E allora Miles rideva, ed esorcizzava tutti i suoi brutti sogni.
Faceva colazione, andava a scuola. Chiedeva a Maggie di uscire con lui.
Perché Miles, dopo tutto, era un bambino normale.
Perché i mostri sotto al letto non esistono davvero.
Perché gli incubi, alla fine, restano solo incubi.

                                       
Ma solo gli incubi.
                       
                       
   
 
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