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Autore: Crepuscolina13    30/07/2016    1 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Buongiorno Emma- mi sussurrò la sua voce ed io aprì subito gli occhi.

Mi scontrai impreparata con il suo sorriso dolce ed il mio cuore ancora debole e insonnolito fece già una capriola.

La sua pelle lucida, i suoi occhi luccicanti, la sua voce roca e le sue palpebre sonnolenti reduci dal sonno appena fatto mi tolsero il fiato.

Fu per me una visione angelica anche se l’angelo qui ero io.

Avrei voluto congelare il momento e rimanere così per sempre, tutto era perfetto.

Gli occhi cominciarono a pizzicarmi e poco tempo dopo calde ma poche lacrime scesero dai miei occhi.

-Emma perché piangi?!- esclamò allarmata lei.

Senza una ragione logica mi sentì in colpa per aver trasformato il suo rilassato viso in una maree di ansia ed ancora altre lacrime scesero giù.

Scossi la testa per mandarle via e con la voce tremolante le risposi.

-Niente è che..- -E’ che ti amo-

Le mie parole la fecero arrossire e per riprendersi distolse lo sguardo.

I suoi occhi mi ricercarono e facendomi mettere a sedere prese dolcemente una mia mano, l’accarezzò, poi se la portò al petto, sopra al suo cuore.

Il calore del corpo umano accolse le mie dita che si posarono sulla sua pelle nuda ancora reduce della notte scorsa, non capendo bene il suo intento cercai le risposte di cui avevo bisogno nei suoi occhi, il luogo in cui mi sentivo a casa.

Poi sentì un suono e fu strano perché non stavo ascoltando con l’udito ma con il tatto, udì il battere del suo cuore, il suo organo che pompava sangue nelle sue vene, batteva, batteva veloce, più veloce del normale, il suono primordiale della vita, un suono che in quel momento stava cantando per me.

Mi chiesi poi se ciò che stessi provando fosse una malattia contagiosa visto che anche il mio cominciò ad accelerare il suo normale ritmo.

-Che cosa mi hai fatto Emma??- domandò facendo l’amore con le mie pupille.

Rimasi senza ossigeno a quelle parole.

Sei parole che dicevano tutto.

Perché il mio cuore batte in questo modo? E’ questo che significa amare? Come hai fatto a farlo? Prima non batteva come è possibile? Adesso mi sento viva ma me lo merito? Io ti merito? Vedi? E’ questo il potere che tu hai su di me…

Una miriade di domande che rientravano tutte in quell’unico quesito che aveva espresso ad alta voce.

Ed io cosa avrei dovuto rispondere??

Presi la sua mano e ricopiando il suo gesto la posai sul mio petto.

-E tu che cosa mi hai fatto??-

Come se ci fossimo messe d’accordo lentamente avvicinammo i nostri visi l’uno all’altro e ci baciammo.

Prima un soffice assaggio di labbra contro labbra, poi cominciammo a muoverle mischiando i nostri sapori, mantenendo le nostre mani sopra i rispettivi cuori, perché il suo era mio ed il mio era suo.

Come se fossimo un tutt’uno smettemmo nello stesso istante e ci allontanammo sorridendo dolcemente.

-Andiamo a fare colazione- propose a voce bassa, ed io la seguì fuori dal letto.

Non ci fu bisogno di dire altro, avevamo già espresso tutto quello di cui avevamo bisogno.

Anche la colazione fu un momento intenso per noi due, restammo tutte il tempo in silenzio, ma non fu per nulla imbarazzante, anzi, fu un silenzio dolce e romantico,ci eravamo già dette tutto quello di cui avevamo bisogno ed adesso avevamo creato questa sorta di connessione che rendeva superfluo comunicare attraverso le parole.

Quasi alla fine del pasto qualcuno bussò alla porta, era un emissario reale.

-Scusate se vi interrompo maestà- anticipò subito facendo un inchino -Ma ho qui una lettera della Regina Elsa di Arendelle, ho pensato fosse importante-

-Hai fatto benissimo- si complimentò lei alzandosi dalla tavola ed andandogli incontro.

-Grazie adesso puoi andare- lo congedò prendendo la busta di carta.

-Ha già risposto alla missiva che ha scritto il signor...di cui non ricordo il nome?- chiesi curiosa.

-A quanto pare si- ed una volta seduta prese un coltello e l’apri.

Lesse in silenzio per un paio di minuti nei quali la mia curiosità crebbe a dismisura ed alla fine sorrise.

-Ha accettato di non cercare più Biancaneve ma vorrebbe comunque contrattare per altri accordi commerciali ed ha colto l’occasione per invitarmi al ballo che si terrà domani sera in onore della Principessa Anna che ha finalmente messo alla luce un bellissimo maschietto-

-Che bella notizia, devi assolutamente andarci- esclamai entusiasta battendo le mani.

-Ovviamente verrai con me- mi corresse sciacquandosi la bocca con un calice di acqua fresca.

-Non credo di essere invitata- le feci notare alzando un sopracciglio.

-Ed allora? A questo tipo di feste ci sono così tante persone che una in più non si nota neanche e in più sono una regina quindi porto chi mi pare-

-Okay, capito, verrò con te- acconsentì alzando le mani in segno di pace, avevo subito capito che non avrei potuto far niente per farle cambiare idea.

-Forza allora! Andiamo a preparare i bagagli!-

-Partiamo ora? Ma il ballo è domani sera- le feci notare confusa.

-Da qui ad Arendelle è un lungo viaggio, se partiamo tra poco arriveremmo in tarda sera e sicuramente non avranno nessun problema ad ospitarci per una notte o più visto che deduco ci fermeremo lì anche dopo il ballo-

-Giusto, dimenticavo che tu sei una regina- risposi prendendola in giro.

-Questo è lo spirito giusto- e detto ciò ci alzammo da tavola per dare inizio ai preparativi.

Ovviamente io non avevo niente con me, ma lei si offrì di prestarmi/regalarmi tutto ciò di cui avessi bisogno.

Dopo aver sistemato un paio di questioni burocratiche ed amministrative sulla gestione del regno in sua assenza partimmo dopo pranzo, quando il sole fu più alto nel cielo.

Il viaggio in carrozza fu scomodo e dolorante eppure la cadenza lenta ed ondulata dovuta alla strada sterrata prese la funzione di una lenta ninna nanna, così visto che quella notte avevamo dormito poco ben presto giunse su Regina un po' di sonnolenza.

A questo punto visto che il viaggio sarebbe durato ancora molto e sarebbe stato altrettanto noioso decidemmo che Regina si sarebbe fatta un bel sonnellino ed io nel frattempo avrei passato un po' di tempo con la mia protetta.

Questa volta passai all’azione.

Sperando che non mi licenziasse mi ero scontrata “per sbaglio” con lei, con un secchio di acqua saponosa in mano.

Ovviamente il liquido si era riversato sul suo abito e dopo un po' di rabbia e strilli generali aveva acconsentito a farselo sistemare da me.

Probabilmente da adesso in poi mi avrebbe odiata ma almeno mi aveva notato, questo era il primo mattone per cercare di costruire un rapporto con la ragazza.

Dopo circa quattro ore tornai da Regina e la trovai ancora addormentata, così decisi di svegliarla...con un bacio.

I suoi occhi si aprirono lentamente ed automaticamente contraccambiò stringendomi a me.

-Mi sei mancata- le confessai prendendo posto accanto a lei.

-Non posso dire lo stesso di te visto che ho dormito tutto il tempo, a meno che io non dica che mi sei mancata nel sonno ma suonerebbe strano- rifletté ad voce alta e questo mi fece sorridere.

-Avevi proprio bisogno di un bel riposino- notai io.

-Ma chissà perché- replicò cercando di trattenere il sorriso ed io abbassai la testa imbarazzata ma lei mi prese subito il mento con due dita.

-Davvero Emma sei...sei molto brava- ammise sottovoce con tono malizioso ed io se possibili arrossì ancora di più.

-Vi fanno un corso gli angeli o cosa?- domandò riportando la conversazione sullo scherzoso.

-Cosa!??- esclamai scandalizzata.

-Suvvia Emmuccia non fare l’angelino puro ed innocente- mi provocò marcando bene la doppia emme nel mio nome.

-Guarda che io sono pura ed innocente- le feci notare.

-Ma davvero? Stanotte non lo sembravi tanto- disse ritornando al tono malizioso ed io arrossì ancora.

-Possiamo cambiare discorso per favore?- chiesi guardando fuori dal finestrino per riprendere fiato.

-Va bene, ma solo se mi dai un altro bacio- rispose lei ed io accontentandola ma fregandola allo stesso tempo le diedi un bacio sulla guancia.

-E cos’era questo?- domandò delusa.

-Quello che ti meritavi- le risposi sorridendo furbamente ed incrociando le braccia sul petto.

Per fortuna quei discorsi imbarazzanti finirono e dopo un’ora arrivammo finalmente ad Arendelle.

Era notte, faceva freddo ed avevamo saltato la cena anche se in realtà nessuna delle due aveva fame.

-Chi va là?- domandò un guardia alle mura del castello.

-Sono Regina dalla Foresta Incantata, la Regina Elsa non mi sta aspettando ma sicuramente mi riceverà volentieri-

La guardia andò ad informarsi e dopo cinque minuti i cancelli si aprirono per farci passare.

Ci fermammo nel cortile e quando scendemmo la splendida, perfetta e glaciale Regina Elsa era lì ad attenderci nel suo splendido abito celeste diamantato.

-Che bello rivederti- la salutò la bionda abbracciandola, poi quando ebbero fatto i loro comodi si girarono verso di me.

-Elsa questa è..-

-La famosa Emma! Ma non era un angelo?- domandò dubbiosa.

Cosa? E lei come faceva a saperlo? Mi domandai stupita.

-Ehm Emma...c’è qualcosa che non ti ho detto- mi disse Regina avvicinandosi, io la fissai in attesa di una spiegazione.

-L’ultimo giorno di Elsa al castello, durante l’esibizione dei giullari, le rivelai tutto di te, mi dispiace ma avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, stavo impazzendo e lei mi ha aiutato a chiarirmi le idee….sei arrabbiata?- domandò veramente preoccupata mentre Elsa imbarazzata si rimpiccioliva su se stessa.

-No..credo..credo solo di essere sorpresa- risposi dubbiosa sulla veridicità delle mie parole.

-Forse è meglio che ne parlate da sole ma volete prima mangiare per caso?- domandò la padrona di casa in modo molto gentile.

-No grazie, a questo punto vogliamo solo riposarci dal faticoso viaggio se tu vorrai ospitarci- rispose Regina.

-Ne sarei lieta- poi battendo le mani proseguì -Forza seguitemi-

Dei vassalli presero i nostri bagagli mentre Elsa ci condusse alla nostra stanza.

-Allora ci vediamo domattina-

-E piacere di averti conosciuto Emma- disse porgendomi cordialmente la mano che accettai volentieri, tutto sommato era una brava persona.

-Buonanotte- disse Regina.

-Buonanotte e grazie per l’ospitalità- mi aggiunsi in ritardo.

-Di niente- e poi se ne andò.

In silenzio prendemmo le valigie lasciate sul ciglio della porta ed entrammo in camera.

Era molto semplice ma allo stesso tempo elegante.

Le pareti erano color verde smeraldo così come il lenzuolo che copriva l’enorme letto a baldacchino.

-Davvero mi dispiace di non avertelo detto, ma me lo sono dimenticata e poi comunque avevo paura di come avresti reagito, proteggere il segreto della vostra esistenza era così importante per te che mi sono sentita come..se ti avessi tradita- mi spiegò malinconica lanciando un’occhiata alla finestra dalla quale si vedeva la luna piena riflessa nel mare gelido di Arendelle.

-Tradita? No non pensarlo mai- la rassicurai avvicinandomi a lei, d’altra parte starle più di dieci metri lontana era per me una sforzo immane.

Grazie alla sua spiegazione l’inquietudine che mi aveva assalita dopo aver scoperto questo piccolo segreto mi aveva totalmente abbandonata.

-E poi sai che c’è? A questo punto mi sono proprio rotta le scatole delle loro noiose e rigide regole- e con quella frase la feci sorridere.

-Wow Emma, le parole- mi fece notare lei.

-E’ colpa tua, mi stai corrompendo- risposi abbracciandola quanto bastava per poter vedere il suo volto.

-Mh dovrei sentirmi in colpa allora- disse mordicchiandosi le labbra.

-E’ probabile- e la baciai o meglio feci finta di baciarla perché mi fermai ad un millimetro di distanza e le sussurrai una proposta allettante.

-Dopo questo viaggio faticoso che ne dici di rilassarci facendo un bel bagno?-

-Insieme?-

-Ovvio, non sapevi che ormai non riesco più a starti lontana?- ed i suoi occhi mi fecero quasi piangere dalla dolcezza di cui erano fatti.

-Vale lo stesso per me- e detto questo andammo a rilassarci.

 

La mattina dopo io e Regina fummo svegliate da una campana molto rumorosa che suonava a festa.

-Mhhhh ancora un altro po’- mugolai nel cuscino muovendo le braccia senza una ragione logica finché non colpì qualcosa di duro e sentì un -Ahi- levarsi dalla bocca di Regina.

-Scu...sami- sbadigliai girandomi a pancia in su.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.

Un -Avanti- fu mormorato da Regina che si mise seduta.

In stanza entrò una giovane ragazza.

-Buongiorno- esclamò ella molto pimpante aprendo le tende che impedivano alla luce solare di entrare in camera.

-Oggi è un gran giorno!-

-Lei chi è?- chiese giustamente Regina.

-Io devo aiutarla a vestirla e a prepararsi per la grande festa ma prima devo condurre Emma da un’altra parte-

-Dove?-

-Io!?- chiedemmo contemporaneamente.

La ragazza ignorò entrambe e mi trascinò letteralmente giù dal letto porgendomi una vestaglia per coprirmi.

Una volta vestita salutai con una mano Regina e poi fui condotta di corsa davanti ad una porta e lasciata sola.

Titubante bussai e la voce di Elsa mi invitò ad entrare, ed io timidamente lo feci.

-Perché hai voluto vedermi?- domandai sulle spine.

-Perché volevo parlarti e aiutarti a farti bella per Regina- mi spiegò dolcemente.

-E a te cosa importa?- chiesi cercando di essere il meno scorbutica possibile.

-Mi importa perché Regina è mia amica e ci tengo che sia felice- mi spiegò pacificamente e senza aspettare una mia risposta mi fece strada verso una piccola camera, piena di abiti.

-Wow- mi meravigliai osservando intorno a me decine di abiti regali e luccicanti.

-Stamattina stavo rovistando in giro ed ho trovato qualcosa fatto a posta per te- mi spiegò e da un armadio tirò fuori uno dei più bei vestiti che avessi mai visto.

Aveva il corpetto a cuore che si stringeva in vita grazie ad una cintura di diamanti, poi la gonna scendeva liscia fino ai piedi.

La stoffa era di un colore azzurro come il cielo in cui il sole comincia ad albeggiare e tutto l’abito era ricoperto da piccole rose bianche ricamate a mano.

-Forza provalo-

-Grazie Elsa non so cosa dire-

-Prima di ringraziare aspetta di averlo indosso- e prendendolo in mano mi accorsi che la schiena era leggermente scoperta mentre la stoffa che rimaneva era ricoperta da piccoli brillantini color argento.

Elsa mi aiutò ad indossarlo e solo alla fine mi porse anche dei guanti di pizzo bianco lunghi fino al gomito.

Mi guardai allo specchio ed ero meravigliosa, ciò che colpiva di più erano i miei capelli che venivano esaltati da quei colori chiari ed azzurrini.

-Regina rimarrà a bocca aperta- commentò la nordica.

-Speriamo- risposi mentre lei si apprestava a mettere un po’ di ordine.

-Come mai il tuo abito ha due tagli sulla schiena?- domandò scettica indicando la prova del delitto.

-Oh quello è per le mie ali- spiegai ammirando ancora il mio riflesso.

-Ma tu non hai delle ali- controbatté confusa.

-O forse sei tu che non le vedi- risposi sorridendole.

-Emma a proposito, ieri sera non ho voluto chiedere perché non mi sembrava il momento ma come fai ad essere qui? A detta di Regina la vostra era una situazione molto complicata-

-E’ successo qualcosa di magico che mi ha consentito di stare finalmente insieme a Regina-

-Allora ne sono felice, sai..ti ricordi la nevicata che ho creato prima di andarmene?- mi domandò sedendosi sul bordo del letto mentre io rimasi in piedi ma concentrata su ciò che mi stava per dire.

-Si, a proposito, grazie mille, è stata stupenda- dissi sinceramente, ricordando con chiarezza il momento in cui Regina aveva confessato i suoi sentimenti.

-L’ho fatto per voi- aggiunse velocemente.

-Per noi?- domandai sbalordita non capendo bene ciò che mi volesse dire.

-Sapevo che la neve avrebbe creato il luogo giusto per far finalmente aprire il cuore di Regina-

-E perché lo avresti fatto?- domandai davvero curiosa.

-Come ti ho già detto Regina è una mia cara amica e avresti dovuto vedere il modo in cui mi raccontava di te, i suoi occhi luccicavano, la sua voce era meno crudele ed il suo volto più rilassato, da quando la conosco non l’avevo mai vista così e da subito ho capito quanto fosse importante che lei si lasciasse andare-

-Io non so cosa dire- risposi quasi commossa.

-Per molto tempo ho cercato di distruggere quei muri di crudeltà che lei aveva edificato intorno a se ma non ci sono mai riuscita e quando ho capito che invece tu ce l’avevi fatta ho realizzato subito di dover fare qualcosa perché lei non avrebbe mai avuto il coraggio necessario per buttarsi, per camminare in un territorio nuovo e sconosciuto e che senza un aiuto avrebbe sicuramente rovinato tutto tornandosi a rintanarsi nel suo letargo piuttosto che affrontare la nuova sfida che la vita le aveva finalmente concesso.-

-Grazie mille- risposi con gli occhi lucidi, commossa da quel discorso così toccante e non sapendomi controllare le andai incontro e l’abbracciai, lei colta di sorpresa ci mise un po’ ma poi contraccambiò la stretta.

-Di niente- borbottò imbarazzata sulla mia schiena.

-No invece, grazie per esserci stata per lei quando io non c’ero, grazie per averla aiutata ad aprirsi con me e grazie per questo magnifico abito, lo adoro-

-Ne sono felice- rispose imbarazzata e per non farlo notare cambiò velocemente discorso.

-Ma adesso toglitelo, dobbiamo andare a pranzo e non voglio rovinare la sorpresa a Regina- mi spiegò strizzandomi l’occhio ed io ridacchiai.

Nell’immensa sala da pranzo ritrovai la mia amata ed anche lei mi raccontò di aver trovato un abito per il ballo.

Per il pasto si aggiunse anche la Principessa Anna con suo marito e finalmente ebbi il piacere di conoscerli.

Ella era una ragazza davvero molto dolce e simpatica ed oltre ai suoi capelli arancioni ciò che più colpiva di lei era la sua spiccata parlantina.

Mi raccontarono di come si conobbero, della avversità che affrontarono e si raccomandarono con me di non perdere mai la speranza perché tutti i sacrifici un giorno verranno ripagati ed il loro premio era arrivato sotto forma di un bellissimo bambino che avrei potuto ammirare stasera.

Dopo mangiato ci dividemmo di nuovo e questa volta andammo a prepararci per davvero, il ricevimento sarebbe iniziato nel primo pomeriggio.

 

  
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