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Autore: Balenotta    24/04/2009    3 recensioni
Ho deciso di scrivere le pagine della nostra storia o, per meglio dire: la mia storia. Solo mia, per sempre. Quindi..Piacere a tutti, mi chiamo Mara, piccola abbreviazione di un lunghissimo e insignificante nome. In poche parole io sono una di quelle sfigate che guardano il mondo da una prospettiva quasi sempre negativa, ma che ha sempre il sorriso sul volto. SPERO CHE VI PIACCIA!! UN BACIO BALENOTTA
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritsuka96:Ciao, piacere di conoscerti! Sono felice per il tuo commento. Un pò di tempo fa ti ho inviato un e-mail, ma tubito che tu l'abbia ricevuta. Vabbè..Proverò a mandartene un'altra. Purtorppo credo ti arrivi tramite il sito EFP, per mantenere gli indirizzi e non spifferarli ai quattro venti. Comunque.. Ti ringrazio tantissimo per il cuo commento, per il tuo pensiero e quindi anche per i tuoi complimenti :) grazie ancora!
Niki: Ciau Niki nik! ihih! Già ho tirato le somme. Però devo dire che sto decisamente meglio rispetto a circa un mese fa. Grazie per il tuo commento!!!
Jadina94: Ciao! Sono contentissima per il tuo commento e per i tuoi complimenti! Sono felice che ci sono persone che la pensano come me! Un bacio!
Razorbladekisses: Ehi, piccola! E' da troppo tempo che non ci sentiamo. Mi manchi te con i tuoi casini, sai?? ihih! Ti ringrazio tantissimo per le parole che hai detto. :) Forse troppo.. Non so come fai a sopportarmi! Un bacio
Ki: Ciao! Grazie grazie grazie.. Purtroppo questo capitolo non mi piace tanto. Quindi mi scuso in precedenza. Veramente sono contentissima che ti piacciano le mie storie, il mio modo di scrivere! Sono felicissima! Grazie ancora Un bacio!
 
QUESTO CAPITOLO FA UN Pò SCHIFO..COMUNQUE SIA RINGRAZIO TUTTE LE PERSONE CHE HANNO SOLAMENTE LETTO QUESTA FF E QUELLE CHE L'HANNO INSERITA NEI PREFERITI!!! E NELLE STORIE SEGUITE!
 
 
Capitolo 3
 
 
Era, purtroppo, iniziata la scuola da pochissimi giorni e l’unica motivazione per cui resistevo era svegliarmi la mattina sapendo che appena tornavo a casa lo vedevo tramite webcam e ci parlavo.
Si, ogni benedetto giorno mi svegliavo con la voglia di risentirlo. Perché ormai non mi bastavano più le sue conversazioni; lo volevo sentire, vedere.
Nel mio cervello solamente pochi concetti svolazzavano qua e la:
-Marco
-Tra dieci minuti suona la campanella della fine delle lezioni!
-Che sonnoooooo!!
Magari ora penserete..Oddio questa, peggio di Federico Moccia è diventata! Ci sta facendo venire il diabete a mille! Io sono il contrario dello stile Moccia, senza levare nulla a questo scrittore, visto che se fa questo mestiere tanto stupido non dovrà essere.
Comunque sia..
Continuammo a parlare e contattarci per circa due mesi. Fino a quando, una bella sera, gli dissi che mi ero infatuata di lui.
Attenzione, infatuata non vuol dire di certo innamorata! Cosa che lui, evidentemente, non capì..
E immaginatevi voi un pazzo o una pazza che, senza neanche conoscervi di persona, vi dice che è innamorata.. Ci rimase spiazzato, ma forse anche soddisfatto.
Come se lui avesse raggiunto uno scopo.
Nonostante questo e con ritmi differenti da quelli precedenti continuò a contattarmi. Sempre di meno, sempre di meno fino a quando sparì.
Ed inutile cercarlo, inutile rimediare, ogni parola, ogni lettera che scrivevo sembrava come un macigno da fargli leggere; come se improvvisamente fosse scocciato di tutto ciò.
Come una macchinetta usa e getta. La usi, la usi, la usi..E poi la butti.
La differenza è che io ho dei sentimenti. Avevo il mio mondo che già faceva schifo di suo senza che lui ci mettesse lo zampino.
Nel passato sicuramente avevo fatto qualcosa a qualcuno per meritarmi sofferenza! Si, si..Ne sono sicura!
Era novembre quando mi decisi di non contattarlo più: lui non sarebbe più esistito. Mai più.
Passarono giorni, e ancora giorni, passarono i minuti, le ore, piene di voglia, piene di tentazioni. Eppure passarono.
E, giunti a gennaio, esattamente il 20 gennaio..Notai una sua frasina.
1° tappa Roma..e poi dritti a Londra, per sempre.
Come faceva quella canzone? Cuore matto, matto da legare?
Mi si ghiacciò persino il vuoto che conteneva il mio petto. Quello che esplode per il dolore, quello che ti manda in confusione la mente, quello che ti fa entrare in Blackout..
Non volevo, non volevo che partisse. Volevo vederlo.
Mi decisi, tramite l’aiuto di una mia amica di contattarlo chiedendogli di passare per la mia città, visto che per andare a Roma ci passava lo stesso, e lo feci.
Presi il suo numero, lo composi mille volte, e lo chiamai.
“Pronto”
Slittai facendo un mega salto dalla sedia.
“M..Marco! Ciao! Sono Mara!”
“Ah, ciao! Si,dimmi!”
“Ehm…Sei arrivato a Roma?” Diglielo! Mara diglielo!
“Si..”
“Ma quanto ci hai impiegato”  IDIOTA CHIEDIGLIELO!
“Marcoooooooooooo! Vieni quaaaaaaaaaaaa! A bello!!!”
“E..Eh..Ehi…S…Scusami…SMETTETELA STO PARLANDO!”
“E’ fica??E’ carina?”
“Oooooh! Eccomi, dimmi pure..”
“Ehm…N..nulla..Forse è meglio che vai prima che sfondino la porta..”
“Magari mi invii un messaggio..”
“Si..ok! Ciao..”
“Ciao..”
 
Una scarica di adrenalina inondò il mio corpo, la testa era vuota, tutto intorno a me girava, sprofondai nel letto intorno ai pupazzi che mia madre mi aveva vietato di gettare dalla finestra e chiusi gli occhi.
La sua voce.
Era impossibile come in quei pochi attimi io abbia provato tutte quelle emozioni sentendo la sua voce. Felice lo dissi alla persona che, dopo varie minacce al mio corpo, me lo aveva fatto chiamare: Erica.
Tutta contenta iniziai a studiare matematica; purtroppo non mi concentrai e finii quasi sempre a cercare quel lapis che, il più delle volte, si trovava nelle mie mani.
La sera mi feci nuovamente convincere da Erica a mandargli un messaggio con riferito le cose che volevo domandargli.
Con paura glielo spedii.
Io:
Ciao! Sei ancora chiuso dentro il bagno?
Marco:
E? Ma che stai dicendo?!        
Io:
Prima! Eri chiuso dentro il bagno per non essere disturbato!!!
Marco:
Ah! Si..Capito!Cosa mi volevi dire?
Io:
Ah, già! Ehm..Avevo pensato, insieme a Sara, se magari ti andava al tuo ritorno di passare da noi..Tanto ci dovresti passare lo stesso, no?!
 
Non ricevetti più risposta. Come ho detto prima sono una persona che, come tale, cerca di addossare le colpe su cose, fatti, avvenimenti, persone.
E, nonostante lo sapessi già da me che lui non mi avrebbe risposto, continuavo a dirmi che magari non rispondeva perché era con i suoi amici, perché magari aveva lasciato il cellulare in un'altra stanza, perché forse..
Forse, forse, forse..Siamo fatti così non è vero? Sempre con queste ipotesi, se fosse così, e se fosse cosà, se ero in questo modo, se non facevo la cretina …
E se mia mamma aveva messo 1 euro in mezzo alle ginocchia, di certo non faceva me!
Quanti se che le persone si creano. Se inutili perché ormai questo è il presente. Ragazzi, questa è la nostra vita. Ormai è così che volete fare. E se proprio volete farvi queste idee mentali, allora siete dei masochisti..
“ALLORA LO SEI ANCHE TU!” Una vocina nella mia mente si fa sentire..
“Eh..E tu ora cosa vuoi?!”
“ihihih” Sghignazza nel più remoto degli angoli nella mia mente.
“Non ridere! Sparisci dalla mia mente!” Ruggisco.
“Okok..Basta che non ti arrabbi! Ciao pazza!”
“Vaffanculo!”
“MASOCHISTA!”
 
Ok, e va bene. Io sono l’ultima che dovrebbe parlare di masochismo.
Infatti per tutta la sera non feci altro che inventare scuse su scuse, ma cucendo dentro di me un airbag con cui proteggermi. Ero stanca, rassegnata, sembravo Lucia dei Promessi Sposi.
Ringraziavo qualunque persona che da lassù mi avesse fatto provare tanta felicità, anche se per poco. Ma tanta. Come non l’avevo mai provata.
Spensi il computer e come un automa mi diressi in cerca d’acqua appoggiando il mio cellulare sotto il cuscino del letto.
Quando ritornai con una bottiglia verde in mano, chiusi lo schermo del pc e, nello stesso momento, qualcosa sotto il mio cuscino vibrò.
Mi precipitai a guardare:
Marco
Si, va bene. Ma ci impiego stra tanto
Il mio sorriso si dilatò enormemente, i miei piedi si alzarono sulle punte e incominciarono a saltare per tutta la piccola stanzetta fino a quando, stanca, non mi accasciai nel letto dove iniziai a ringraziare mentalmente chiunque avesse voluto ciò.
  
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