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Autore: darken_raichu    30/07/2016    2 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Elettria, Monte Tuonoshock, 20/07/4783, circa le 23
Surskit ed Aegislash incontrarono i primi pokémon poco dopo, percorrendo il corridoio. Fino a quel momento avevano solo trovato alcune porte dietro cui si nascondeva al massimo un piccolo magazzino, ma più comunemente stanzette vuote. Poi, all’improvviso, avevano sentito delle voci. Si trovavano in un punto senza alcuna porta, e non avrebbero fatto in tempo a tornare indietro. Inoltre, sarebbe sembrato sospetto. Perciò si limitarono ad avanzare, comportandosi con naturalezza.
«Ehi voi!» Chiamò uno dei pokémon appena li vide «Fermi! Che ci fate qui?»
Surskit fissò i pokémon che avevano parlato. Un Lampent, un Mismagius e un Quagsire si pararono davanti a loro.
«Niente, stiamo soltanto controllando i magazzini.» Rispose Aegislash, prontamente.
Il Lampent lo fissò «Non ci hanno detto di alcuna ispezione ai magazzini. E comunque chi siete? Non vi ho mai visti prima.»
«Mi chiamo Gislas, e vengo da Spettria. Sono un sottoposto del Capitano Banette. Lui invece è Surs. Viene da Aeria, è un sottoposto del Capitano Dragonite.»
«Aeria? Non mi sembri un pokémon Volante. E avevo sentito che Dragonite si era portato a Terria i suoi soldati.»
«I miei genitori erano di Aeria, e data la mia resistenza alla Dominanza hanno preferito tenermi con loro.»
«E cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Terria?»
«Io…» iniziò Surskit, incerto.
«Lo hanno lasciato indietro, visto che non è adatto al deserto. Sapete, l’acqua…»
«Immagino. Bah, d’accordo, si saranno dimenticati di avvisarci. Potete passare.»
Quando furono abbastanza lontani, Surskit tirò un sospiro di sollievo.
«Grazie per prima. Non sapevo come rispondere.» Disse con un sussurro.
«Ringrazia che ho ascoltato la tua storia ad Oscuria. Se non avessi saputo i nomi dei Capitani, sarebbero stati guai.»
«Per fortuna che sei stato attento allora.Ma perché da Aeria?» Annuì Surskit.
«Perché non conosco nessun Capitano dell’Orgnaizzazione di Laghia o di Alvearia, quindi ho dovuto pensare in fretta. Inoltre, abbiamo guadagnato delle nuove informazioni. Quel Dragonite e i suoi sono andati a Terria. Il che vuol dire che l’Organizzazione ha qualcosa in programma per quelle terre.»
«Un po’ poco però.»
«Se ti aspettavi di trovare un foglio di carta con titolo “piano dell’Organizzazione dettagliato”, puoi anche lasciar perdere. La maggior parte delle informazioni le otterremo da quello che sentiamo. Quei pochi messaggi scritti che avranno sono sicuramente tenuti sottochiave, ben lontani da ovunque possiamo prenderle.»
Surskit annuì, poi il corridoio finì. Da un po’ sentivano delle voci, e arrivati in fondo si trovarono davanti una sala in cui numerosi pokémon stavano trascorrendo il tempo come pareva loro. Qualcuno giocava a carte, qualcuno parlava, altri se ne stavano per conto loro. Nessuno fece caso ai due.
«Direi che questa è la sala ricreativa. Non pensavo l’avessero, sono davvero ben organizzati.» Sussurrò Aegislash.
«Che si fa?»
«Si ascolta.»
Surskit annuì, poi seguì Aegislash, che prese a muoversi con tranquillità in mezzo alla sala, attraversandola. Lungo la strada, il pokémon cercò di ascoltare attentamente, ma ottenne solo qualche frase spezzata in mezzo alla confusione.
Arrivati dall’altra parte dalla stanza, li aspettavano altri due tunnel. Ne scelsero uno a caso, poi Aegislash fissò Surskit.
«Quindi, ottenuto qualcosa?»
«E come facevo in mezzo a quella confusione? Ho sentito solo qualche parola.»
«Bah, patetico. Per sentire le cose interessanti devi cogliere i discorsi al volo. Mettere insieme quello che sai e quello che riesci a carpire. Se ti fermi ad ascoltare, in casi del genere, rischi solo che mangino la foglia. Devi invece concentrarti sul dialogo più vicino, poi su un altro, poi su un altro ancora. In questo modo ottieni comunque diverse informazioni.»
«E tu cosa sei riuscito a ottenere? Di certo non molto.»
«No, certo, non tanto. Solo che i Capitani di questa base sono Banette e Spiritomb, che Roserade non è più qui, che questa era una trappola, e che altri due pokémon importanti di questo posto sono un Kabutops e un Omastar.»
Surskit strabuzzò gli occhi «Come hai fatto?!»
«Semplice. Uno di loro si stava lamentando che Banette ha fatto fare alla sua squadra gli straordinari, e l’altro ha risposto che Spiritomb è peggiore. Un altro ha detto che è un peccato che un “bocconcino” come Roserade sia tornata alla base, anche se è un po’ … e poi non ho più sentito. Ma più avanti, due pokémon stavano scommettendo su chi tra Kabutops e Omastar avrebbe guidato l’attacco di domani, e un terzo ha chiesto se finalmente “l’esca” avrebbe funzionato. Perciò, mettendo insieme questo con quello che sapevo già, arrivo a dedurre quanto che ti ho detto prima. Capito, incapace?»
Surskit era a bocca aperta. Fu costretto ad ammettere che, nonostante fosse antipatico come pochi al mondo, Aegislash sapeva fare il suo lavoro maledettamente bene.
«Ora muoviamoci. Non abbiamo molto tempo. Ricorda che se uno qualunque di loro venisse a sapere chi siamo, saremmo subito circondati. L’ideale è ispezionare il resto della base, cercare di quantificare il numero di pokémon che hanno, e fuggire il più velocemente possibile.»
I due presero uno dei due corridoi, intervallato da porte come il precedente. Lo percorsero e, sbirciando, Aegislash rilevò che erano le camerate dei soldati.
«Beh, questo è perfetto.» Disse Aegislash «Grazie al numero di letti, possiamo farci un’idea del numero di soldati.»
Contando i letti che davano segno di essere usati, Aegislash arrivò a determinare che dovevano esserci circa trecento pokémon in quella base. Stava per esaminare la porta successiva, quando una voce alle sue spalle lo interruppe.
«Ehi, voi due, venite qui, subito.» A gridare era un Dusclops. I due si girarono e si misero meccanicamente sull’attenti.
«Oh, siete davvero ben addestrati. Comunque tranquilli, non sono mica un Capitano.» Rispose quello sghignazzando «Mi serve invece che vi muoviate a darmi una mano. Gli ufficiali attendono la cena, e mi servono due che gliela portino. Sbrigatevi.»
Surskit stava pensando a una scusa, ma Aegislash rispose per primo «Ma certo, ma certo. Nessun problema.»
«Che stai facendo?» sussurrò a denti stretti Surskit, mentre Dusclops faceva loro segno di seguirlo e prendeva a percorrere il corridoio.
«Stai calmo, so che è pericoloso, ma rifiutare avrebbe destato sospetti. Mi ha visto mentre entravo in una camerata, non c’era scusa che attaccasse. Non ci resta che servire a tavola.»
Surskit annuì. Arrivati a una grande porta, Dusclops fece loro segno di entrare e indicò alcuni piatti e un largo vassoio di bacche arrosto. Lui ne afferrò quattro, Aegislash due e Surskit riuscì in qualche modo a sollevare il vassoio.
«Ottimo lavoro. Ora muoviamoci, sapete come sono gli ufficiali quando aspettano troppo.» Rispose Dusclops, e i tre percorsero il corridoio nella direzione opposta. Arrivati alla sala ricreativa, preserò il secondo tunnel, poi a un nuovo bivio Dusclops girò a destra. Percorsero il corridoio, e arrivarono davanti a una porta davanti a cui erano schierate non meno di cinque guardie, di cui molti erano Spettri. Una guardia, un Dusclops a propria volta, sorrise.
«Ciao, Colp. Come stai?»
«Come sempre Dusclops. Ora, ti spiacerebbe aprire la porta? Siamo alquanto carichi.»
«Certo. Per pura formalità però devo farti il solito test. La giornata si promette rovente.»
«E le Pietrefocaie aiuteranno. Possiamo passare ora?» Chiese Colp.
«Avanti, avanti.» Disse Dusclops, spingendo la porta e aprendola.
All’interno, gli ufficiali erano in attesa intorno al tavolo, intenti in una discussione, con le coppe piene di quello che pareva Succo di Baccauva. Aegislash e Colp scaricarono i loro piatti distribuendoli, poi Surskit si fece avanti con il vassoio.
«E allora quello mi ha guardato. Pietà, pietà, pregava.» Stava dicendo in quel momento Kabutops «Mi stavo divertendo davvero. Un bestione di quella stazza, che implorava come un bambino.»
«La stazza non è tutto, certo.» Commentò Banette prendendo alcune Bacche dal vassoio e posandosele nel piatto, cominciando a mangiare.
«Per fortuna, altrimenti Lord Nidoking non avrebbe rivali.» Commentò Omastar, servendosi per secondo.
«Ad essere onesti, credo tu abbia scelto un pessimo esempio. Il Generale Nidoking è enorme ed è invincibile. L’ho visto perdere una volta sola, contro il Generale Harma. Ed è stata una vittoria sfiorata, perché il Generale ha finito Lord Nidoking poco prima che il veleno avesse la meglio su di lui.» Replicò Spiritomb, prendendo da mangiare a propria volta, raccogliendo dal vassoio la maggior parte del cibo.
«E allora parliamo di quelli del Gruppo.» Replicò un Drifblim, scuotendo la testa mentre Surskit gli porgeva il vassoio «Tanto qui siamo stati sconfitti tutti.»
«Non proprio.» Rispose Kabutops, servendosi direttamente dal vassoio infilzando le bacche cone le lame.
«Facile non perdere, quando non combatti.» Rispose Trevenant, prendendo alcune bacche.
A quel punto, Surskit aveva servito tutti, e con l’aiuto di Dusclops posò il vassoio al centro del tavolo.
«Beh, il Gruppo ha la sua bella dose di piccoli ma forti.» Ammise Banette «Come il Raichu.»
«O il Pichu.» Commentò Spiritomb.
«Concordo, il suo Locomovolt fa davvero male.» Disse Drifblim.
«Anche Roserade parlava bene di uno di loro, un Surskit.» Commentò Kabutops.
«Io il Surskit non l’ho mai visto. Sarà stato uno di quelli che sono scappati durante il nostro combattimento.»
«Io ho visto gli avvisi di taglia, incluso il suo, ma non è che aiutino molto con pokémon come quelli. Secondo Roserade c’era qualcosa di troppo nel ritratto, anche se non mi ha detto cosa.» Rispose Omastar, fissando intanto Surskit, che ora era in disparte insieme a Dusclops e Aegislash. I suoi occhi si posarono sull’antenna mancante, che stava lentamente ricrescendo. «Ecco, magari, è quello. Ehi, piccoletto, avvicinati.» Disse. Surskit annuì e si avvicinò, il cuore che batteva all’impazzata.
«Dici che ha perso l’antenna?» Chiese Kabutops «Può darsi. Ehi, come l’hai persa tu?» Chiese il Pokémon.
«Ecco… facevo il criminale su ad Aeria. Sapete, furtarelli e cose del genere. E un giorno un pokémon che stavo derubando mi ha attaccato. Sono scappato, ma ho perso la mia antenna. Poco dopo sono entrato nell’Organizzazione, e adesso sto ancora aspettando che ricresca.» Rispose, inventando di sana pianta e sperando di suonare convincente.
«Ecco, magari è andata così anche per quello. Grazie, puoi andare. Potete andare tutti e tre, in effetti, ci serviremo da soli e chiameremo più tardi per far pulire.» Rispose Omastar, facendo un cenno. I tre pokémon si inchinarono e uscirono.
Surskit sorrise, ignaro dello sguardo freddo di Omastar che lo seguiva mentre usciva dalla stanza.
 
Normalia, vicino a Knowledge Castle, 21/07/4783, circa le 10
«E con questo direi che hai terminato l’apprendimento di Forzasfera. Semplicemente straordinario, secondo la storia c’era una sola famiglia in cui i Riolu potevano impararla. E non finì bene.» Disse il Lucario, guardando il masso che le Forzasfera di Riolu avevano distrutto.
«Già, me lo raccontò anche mio padre. A quanto pare invece nella nostra famiglia è una cosa che si tramanda da generazioni, di padre in figlio. Comunque, è parecchio utile.»
«Indubbiamente. Adesso ragazzo, la tua parte dell’accordo. Qual è la situazione del gruppo?»
«Niente di che. Siamo bloccati in città per altri sette o otto giorni. A quanto pare, non c’è modo di spostarci più avanti nella lista, anche se Eelektross va a informarsi tutti i giorni per trovare uno spazio che ci permetta di ripartire anche solo un giorno prima.»
«Capisco. Nient’altro?»
«Niente direi. Chande ed Abra sono esaltati dalla città, e hanno fatto richiesta per visitare la Torre.»
«Vuoi dire il Tempio del Sapere, la Torre di Arceus? Capisco. Beh, se non c’è altro, direi che puoi andare.»
«Sì. Non vorrei che si insospettissero. Non mi piace comportarmi così, ma non ho scelta, vero?»
«No infatti. Credimi, stai facendo la cosa giusta ragazzo. Stai facendo un grande favore a tutta Pokémos. Inoltre, puoi anche diventare più forte. Direi che ne vale la pena, non pensi?»
Riolu annuì, poi salutò il Lucario e si avviò. Quando fu certo che il piccolo pokémon si fosse allontanato, Persian saltò giù dall’albero. Si scosse per togliere alcune foglie dal pelo, e sorrise «Tutto secondo i piani, vero Ditto? O devo chiamarti Lucario?»
Il Lucario tremò per un momento, poi sembrò sciogliersi. Poco dopo, al suo posto, si trovava una massa informe di gelatina. «Uff, non me ne parlare. Certo, restare un Lucario è molto comodo per muovermi, e in genere tengo questa Trasformazione anche per muovermi, ma è sfiancante. Mi fa male il collo.»
«Tu non hai il collo.»
«Credimi, se ce l’avessi mi starebbe uccidendo. Invece devo accontentarmi di avere male un po’ dappertutto. Credi sia facile mantenere una struttura fisica completamente diversa?»
«No, no, figurati. Lungi da me pensare una cosa simile.»
«Bene. Piuttosto, sentito il ragazzino? Abbiamo altri sette giorni, otto al massimo.»
«Abbastanza per chiamare le squadre vero?»
«E così potremo prenderlo.»
«Già. Finalmente, sarà nostro. Verremo ricompensati profumatamente. Credi che riusciremo a riscuotere la taglia?»
«Lo spero, il capo sarebbe davvero crudele a non lasciarcela prendere.»
«Vero, ma in fin dei conti non siamo più cacciatori di taglie, e la differenza si sente. L’ultima volta ci è stato detto che era solo il nostro lavoro e ci ha dato pochissimo.»
«Beh, questa volta non andrà così. Sono certo che per questo lavoro riceveremo l’adeguato riconoscimento.»
«Voglio sperarlo. Comunque, le nostre squadre saranno qui dal nord in una settimana. Sarebbe molto più facile se potessimo costruire un teletrasporto a Knowledge Castle, ma quelle maledette mura non bloccano solo gli spettri ma anche il Teletrasporto.»
«Oh, non importa, abbiamo giusto il tempo che ci serve.» Rispose Ditto «Voglio dire, il nostro caro amico è sempre lì, no? E poi se anche si rimettessero in viaggio ci sono un paio di passaggi obbligati che possiamo sfruttare. Siamo in una botte di ferro, amico mio.»
«Spero tu abbia ragione. Ora, che ne diresti di fare colazione?» Chiese il Persian. Ditto annuì, si trasformò in un secondo Persian e i due si diressero verso la città.
Monte Tuonoshock, 21/07/4783, circa le 10
«Bene, direi che abbiamo raccolto tutto quello che ci serviva. Abbiamo le informazioni sui loro soldati, su quello che hanno nei magazzini, e sulla trappola che hanno preparato. Tutto quello che dobbiamo fare adesso è tornare indietro.» Commentò Aegislash.
Surskit annuì, soddisfatto. Aegislash non l’aveva tradito, quindi doveva concludere che i sospetti del Capitano erano infondati.
I due si guardarono intorno, percorrendo i corridoi. Era ancora difficile orientarsi, ma alla fine trovarono la sala in cui alcuni dei soldati si stavano rilassando. Erano meno dell’altra volta, notò Surskit, senza dare troppo peso alla cosa. D’altronde, Omastar e Kabutops erano partiti quella mattina per un nuovo attacco quindi di certo molti dei soldati dell’Organizzazione erano andati con loro.
«Devo ammettere che non pensavo sarebbe andata così bene. Specialmente con te. Ma anche se mi dispiace dirlo, te la sei cavata bene.» Disse lo Spettro, mentre i due scivolavano lungo il corridoio. Questa volta, non incrociarono nessuno, e arrivarono con tranquillità al magazzino.
Si guardarono intorno, scivolarono dietro le casse e ritrovarono l’apertura. Poi, Surskit sentì l’acqua sotto di sé, e riprese a camminare seguendo i segnali di Aegislash.
Per un po’ tutto procedette per il meglio. Dopo una discesa, i due si ritrovarono nello stesso lago dell’andata, illuminato dalla fioca luce delle Pietretuono.
Surskit si guardò intorno. Rispetto a prima, la stanza gli sembrava più scura. Ma a fargli capire la situazione fu Aegislash. Il pokémon si fermò.
«Non va bene…» lo sentì dire Surskit, poi la stanza fu invasa dalla luce. Surskit fu abbagliato, poi, quando si riprese, si guardò intorno, giusto in tempo per evitare una Palla Ombra.
«Oh no, lo hai mancato. Poveretto, sarebbe stato meglio per lui se lo avessi centrato direttamente.» Commentò una voce sopra di loro. Surskit guardò verso l’alto. Oltre alla luce di quello che doveva essere un Giornodisole, vide MegaBanette insieme a una trentina di altri Pokémon Spettro. Il Pokémon sorrise. Uno di loro, un Drifblim, fissò Banette, mentre il suo secondo Palla Ombra mancava Aegislash per un pelo.
«Ciao. Tu sei il Surskit del Gruppo vero? Direi che non ci siamo mai incontrati di persona, perciò dovremmo rimediare. E vedo che mi hai fatto il favore di portarmi un altro caro amico, molto gentile da parte tua. Non ci vediamo da un sacco, Honedge. Oh, ma adesso di certo ti chiami Aegislash. Sbaglio?»
«Banette. Un vero dispiacere rivederti.»
«Non fare così, Aegisluccio, eravamo tanto amici una volta. Non te lo ricordi? Io, te, Spiritomb e gli altri, tutti insieme a viaggiare per Spettria.»
«Mi avete ingannato! Mi avete tradito!»
Banette rise di gusto, poi lo guardò dritto nell’occhio «Ehi, è il mio lavoro. E poi, chi sei tu per parlare di tradimenti? Sei il Custode dei Loro del più grande traditore di tutti i tempi. Sei il Custode di Giratina!»
  
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