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Autore: Niam_my_life    31/07/2016    1 recensioni
E se Don e Charlie non fossero fratelli di sangue?
Se Charlie fosse stato adottato?
Un'incredibile passione stravolge i due fratelli, una passione che Don, però, non riesce a controllare, rischiando di rovinare ogni cosa.
Questa storia si ispira alla canzone 'I'd come for you' dei Nickelback
I personaggi sono tratti da NUMB3RS, la mia serie tv preferita.
Per chi non la conosce troverà una spiegazione di quello che succede all'interno di questa serie nell' angolo autrice
|| Don/Charlie con accenni Don/Liz||
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Charlie Eppes, Don Eppes, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Don si passò le mani tra i capelli castani, cercando inutilmente di levarsi quella tensione di dosso.
Si massaggiò la nuca, facendo scivolare lentamente le dita sul collo. Sfiorò con le dita un lembo di pelle che gli faceva particolarmente male e una visione improvvisa della sera passata si fece viva nella sua mente.

Un altro gemito uscì dalle sue labbra non appena il più piccolo iniziò a mordergli e a succhiare un lembo sottile di pelle appena sotto la mascella.
Lasciava dei baci candidi e subito dopo carichi di saliva e desiderio.
La pelle gli bruciava ma non gli importava, era un bruciore piacevole.
Aprì gli occhi e si ritrovò lo sguardo di Charlie fisso su di lui. E si perse nei suoi occhi, quelli che lo avevano accompagnato nella sua vita fino a quel momento.

Scosse la testa, mordendosi il labbro inferiore. Doveva togliersi dalla testa quei pensieri. Non erano giusti, non avrebbe mai dovuto farlo.
Si leccò il labbro inferiore e un'altra immagine gli apparve chiara come non mai.

Si avvicinò lentamente al suo viso. Ormai riusciva a sentire il suo respiro sulla pelle.
Poggiò una mano sul suo petto e sorrise nel sentire il suo cuore battere velocemente.
Questa cosa lo rassicurò, voleva dire che non era l'unico a sentirsi in quel modo.
Si sentiva un po' strano, dopotutto era suo fratello quello che teneva tra le braccia in modo così ravvicinato, eppure si sentiva bene con se stesso.
Abbassò di poco il viso e non smise per un secondo di fissare gli occhi del ragazzo di fronte a lui.
un attimo e la distanza si annullò, avevano non solo le labbra unite in quel momento, ma anche il loro cuore.
Battevano all'unisolo, sembravano una cosa sola.

Una lacrima rigò il suo viso e strinse i denti.
"Cosa ho fatto.."
Si alzò di scatto dalla sedia della sua scrivania e prese un respiro profondo.
Camminava avanti e indietro, giocando nervosamente con le mani e portando lo sguardo verso il soffitto.
"È tuo fratello Don! " mormorò tra sè e sè, rimproverandosi "è tuo fratello, lo dovresti proteggere, non andare a letto con lui, ma che ti è preso?"
Si girò verso la sua scrivania e la prima cosa che vide fu la foto di loro due assieme, risalente a due anni prima.

Prese la cornice tra le mani e sorrise.
La prima volta che aveva visto Charlie aveva sei anni, lui ne aveva da poco fatto uno.
Era piccolo, aveva due guanciotte enormi, la punta del nasino arrossato per il freddo e una testolina piena di riccioli castani.
Se lo ricordava molto bene, mentre entrava in casa tenendo in mano il peluches di un orsetto azzurro con dei bottoni al posto degli occhi, mentre con l'altra manina afferrava il dito di Alan, quello che da quel giorno era diventato ufficialmente il suo papà.
In quel momento gli sembrava un mostriciattolo, era rimasto svariati minuti a guardare quel nuovo individuo che era entrato a far parte della sua famiglia.
E si ricordava bene qual era stata la prima cosa che Charlie aveva fatto quando aveva visto il suo nuovo fratello maggiore.
Aveva fatto cadere il peluches per terra e aveva allungato le mani verso di lui, facendo piano piano un passetto alla volta per poi cadere abbracciato alla sua gamba.
Don aveva inarcato un sopracciglio, lo aveva preso in braccio, tenendolo a mezzo metro di distanza da lui con le braccia allungate, e lo aveva guardato come se fosse un impostore.
Ma bastò un sorriso del più piccolo per far sciogliere il cuore del più grande, e da quel momento aveva giurato di proteggerlo sempre.
Don posò nuovamente la foto sulla scrivania, accanto a delle cartelle di alcuni detenuti e incrociò le braccia al petto.
Ora Charlie era un uomo, e lui non aveva saputo proteggerlo come avrebbe voluto.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Non era giusto quello che provava per lui, non gli importava se Charlie era stato adottato, rimaneva suo fratello e quello che aveva fatto non era perdonabile.

Girò il viso e rimase a fissare lo sguardo di suo fratello.
Sembrava così rilassato, aveva la guancia schiacciata contro il suo petto e un sorriso sulle labbra.
Passò una mano tra i suoi ricci, alcuni dei quali si erano spiaccicati contro la sua fronte sudata.
Si abbassò di poco per baciargli la fronte, poi si strinse maggiormente a lui, circondandogli la vita nuda con le braccia e intrecciando le gambe con le sue.
Per la prima volta, quella notte, dopo tanti anni, non ebbe incubi.

Doveva chiarire questa cosa con Charlie, il prima possibile.
Prese la giaccia e se la mise addosso, uscendo dal suo ufficio.
"David devo andare a risolvere una cosa, ce la fai a controllare quei fascicoli al posto mio?"
L'agente annuì "certo nessun problema, li guarderò non appena avrò finito di sistemare alcune cose"
"Grazie mille, prenditi un giorno libero quando vuoi" e con questo lasciò che il suo collega tornasse al suo lavoro.
Doveva raggiungere Charlie al più presto.
Una volta arrivato davanti casa, dovette suonare un paio di volte prima che suo padre venisse ad aprirgli.
"Ehi Don che ci fai qui?"
"Ho staccato prima da lavoro, c'è Charlie?"
"Sì è in garage, nel suo studio, sta lavorando a un problema di.." ma non lasciò finire la frase a suo padre che già era entrato in casa e stava scendendo le scale in più in fretta possibile.
"Charlie ti posso parl-oh scusa non sapevo fossi in compagnia" disse non appena vide suo fratello abbracciato ad Amita, sua amica e collega dell'università.
Non seppe perché, ma un senso profondo di gelosia si impossessò di lui, facendogli serrare la mascella e stringere i pugni.
"Oh Don..no tranquillo non disturbi" Charlie si staccò dall'abbraccio con Amita e, non appena incrociò lo sguardo con quello di suo fratello, sentì le gote accaldarsi, segno che era arrossito.
"Uhm..io vado Chuckie, grazie per..tutto" esordì Amita, lasciando un bacio sulla guancia del professore poco prima di allontanarsi dalla stanza.
"Chuckie eh? Pensavo non ti piacesse quel soprannome" Don era parecchio irritato. Incrociò le braccia al petto, camminando lentamente verso il fratello, con uno sguardo a dir poco raggelante. Tutte le volte che Don aveva osato chiamarlo Chuck o Chickie, quest'ultimo lo aveva sempre rimproverato. E ora si lasciava chiamare così dalla professoressa bella ed intelligente?
"Infatti è così, non mi piace" il più piccolo fece spallucce e prese alcune carte in mano, iniziando a metterle in ordine sul tavolo in legno davanti a lui.
"Come mai a casa così presto?"
"Oh beh ecco..volevo parlarti di.." roteò gli occhi mordendosi il labbro nervoso. Si sedette sul divanetto verde accanto alla lavagna dove Charlie segnava tutte le sue formule matematiche.
"Volevo parlarti di quello che è successo ieri, in poche parole" si decise di dirlo tutto in un fiato, dopotutto se sapeva cosa voleva dire non serviva a molto fare il prezioso.
Se prima era rosso, ora Charlie era anche viola.
Non si era pentito per niente di quello che aveva fatto la sera prima con suo fratello, aveva capito di provare qualcosa per lui da tempo e se fosse tornato indietro lo avrebbe rifatto senza alcun dubbio.
"Cosa..cosa volevi dirmi?"
Smise di sistemare quei fogli e si concentrò sul fratello maggiore.
Era così bello, amava tutto di lui, i suoi lineamenti, il suo viso, le labbra, gli occhi così dolci, le sue amabili rughette che gli si formavano ai lati degli occhi quando sorrideva, il suo corpo. Di lui amava il fatto che avesse un gran senso del dovere e di protezione verso la famiglia, dopotutto aveva lasciato tutto della vita che si era costruito solo per tornare indietro e assistere la madre nella sua malattia prima di morire.
"Credo che sia stato un errore e dovremmo dimenticare ogni cosa"
Crack. A Charlie il cuore si era appena rotto a quella affermazione. Come poteva..si stava davvero pentendo?
"Come puoi chiedermi di dimenticare ogni cosa, Don?"
"So che è difficile Charlie ma..cerca di capire"
"No, non riesco a capire. Cosa ti è successo questa mattina? Ieri sembrava tutto così bello..sei stato tu a bacia-"
"Lo so. E ho sbagliato" il più piccolo sgranò gli occhi. Non poteva andare tutto a rotoli, non quando finalmente aveva visto che Don provava lo stesso per lui.
"Don..non è un errore, sono innamorato di te, ieri è stato bellissimo non puoi-"
Don si alzò in piedi di scatto e si avvicinò troppo pericolosamente a lui
"No, Charlie, tu non sei innamorato di me perché noi siamo fratelli e, questo, tra fratelli non succede"
Charlie strinse i pugni.
"Non ti capisco. Come puoi decidere di chi mi posso innamorare o no? E poi non siamo fratelli, questo lo sai bene. Quindi se tutto questo è solo un modo per dirmi che quello che è successo per te era solo una scopata abbi almeno la dignità di dirmelo!"
Don guardava verso il basso, non riusciva a guardare suo fratello negli occhi. Se lo avesse fatto gli sarebbero venute in mente le immagini della sera prima e non sarebbe riuscito a non baciarlo, di nuovo.
"Don..guardami negli occhi e dimmi che non provi nulla, che ieri non hai sentito niente"
L'agente sospirò, decidendosi a guardarlo negli occhi e cercò di trattenersi dal posare le labbra su quelle morbide dell'uomo davanti a lui.
"Non provo nulla. Non ho mai provato nulla".
E ci volle tutta la sua forza di volontà per non rincorrere il fratello che in quel momento era uscito di casa, con le lacrime agli occhi.
Aveva mentito, era vero, ma era meglio così, Charlie merivata di meglio e lui, quel meglio, non sarebbe mai stato in grado di darglielo.

Angolo Autrice
Salve ragassuole
Questa storia sarà breve, avrà si e no tre capitoli o quattro
È nata perché ero particolarmente fissata con la canzone "I'd come for you" dei nickelback e, per chi la conosce, credo capirà che la canzone si intona perfettamente con la mia idea.
Inoltre la mia serie tv preferita è Numb3rs, che, per chi non la conosce, è una serie tv su dei casi da risolvere dell'FBI che vede come protagonisti Don e Charlie Eppes, due fratelli completamente diversi.
Don è un agente a capo di un team nell'FBI e si serve dell'aiuto di suo fratello Charlie per risolvere i casi.
Charlie è un professore universitario di matematica più giovane di Don ma dalla mente brillante, infatti si è diplomato a soli 16 anni.
E niente, spero che come prologo vi abbia incuriosito e mi piacerebbe sapere che ne pensate <3

  
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