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Autore: _Juddy_    31/07/2016    3 recensioni
Consigliata a tutti quelli che amano i colori ♥
"Nessuno dei miei compagni di squadra sembrava condividere questo mio desiderio finché non arrivò lui: in quel ragazzo dagli occhi vermigli brillavano tutti i colori della libertà, una libertà che io immaginavo come un arcobaleno di mille colori bellissimo e splendente nel cielo turchino al quale io ambivo per ricercare la mia felicità ormai perduta."
Nessuna coppia | Sakuma POV | Ambientata dopo l'episodio 38 | Piccola riflessione sulla vita vista attraverso i colori |
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David/Jiro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Colors ~
 

La testa delicatamente poggiata sul cuscino, le lenzuola, candide e profumate, rimboccate fin sotto il mento, lo sguardo rivolto verso il soffitto.
E’ da quando sono ricoverato che mi sembra di vivere in un mondo monocromo: bianco è il colore delle pareti di questa stanza e bianco è il letto d’ospedale e il vestito delle infermiere e dei medici. Smorto è il colorito della mia carnagione, come se questo luogo avesse risucchiato tutta l’energia vitale di questo corpo.
Fin da quando ero bambino ho sempre amato tutti i colori, nessuno escluso, e pensavo che ogni ambiente avesse il suo colore identificativo: i giardinetti dove trascorrevo interi pomeriggi a giocare con i miei amici erano verdi come l’imponente chioma degli alberi o la fresca erba dei prati,  la piscina dove mi rinfrescavo per sfuggire alla soffocante calura estiva e il piccolo torrente che scrosciava a pochi passi da casa mia erano azzurri, il fuoco scoppiettante nel camino era di un bel rosso acceso, la soffice neve che mi carezzava dolcemente il viso quando scendeva lieve dal cielo era bianca.
Poi arrivò il momento di andare a scuola e il mio mondo fatto di colori scomparve, inghiottito da un’imponente edificio di cemento tutto nero. All’inizio pensavo che, dal momento in cui la Teikoku era considerata la migliore scuola della prefettura, il suo colore identificativo dovesse essere per forza così scuro perché gli conferiva un aspetto importante, ma poi mi accorsi che col tempo il nero era diventato parte di me.
Quel vortice di colori che tanto caratterizzava il mio carattere da bambino ribelle, un po’ scanzonato e poco incline alle regole, scomparve improvvisamente lasciando il posto a un ragazzo serio e composto prigioniero di un non colore che inghiottiva spietatamente qualsiasi raggio colorato che provasse a illuminargli l’animo.
Cercai di ritrovare il mio mondo colorato nel calcio dove  almeno il campo per gli allenamenti e le partite era verde ma durò poco: un sasso nero gravava sul mio cuore schiacciandolo ogni volta che varcavo il portone della scuola senza lasciargli un attimo di tregua. Dedussi che la mia prigionia in questo oscuro abisso era dovuta alla mia debolezza e così iniziai a desiderare di diventare sempre più forte, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, per riuscire finalmente a liberarmi da questo buio permeante.
Nessuno dei miei compagni di squadra sembrava condividere questo mio desiderio finché non arrivò lui: in quel ragazzo dagli occhi vermigli brillavano tutti i colori della libertà, una libertà che io immaginavo come un arcobaleno di mille colori bellissimo e splendente nel cielo turchino al quale io ambivo per ricercare la mia felicità ormai perduta.
Per parecchi anni ricercai la mia libertà insieme a lui, il mio migliore amico, ma non ci riuscii: mi discostai da quel timido spruzzo di colori che fino a quel momento aveva illuminato la mia speranza, senza pietà e senza rimorsi, convinto di essere nel giusto e di essere stato ingannato per tutto quel tempo.
Le nostre strade giunsero a un bivio e si separarono perché io ormai avevo scelto di combattere per una libertà molto più bella che brillava di colori accecanti e meravigliosi ai quali resistere era impossibile. Splendeva in fondo alla buia galleria della mia vita e sembrava così facile coglierla ma era un bagliore fallace.
Lui però nonostante tutto non mi aveva abbandonato, aveva sempre continuato a vegliare su di me: in quel momento, all’apice del mio delirante potere, mi prese per mano e mi condusse una volta per tutte verso la libertà, quella vera e sempre sognata.
Mi sottrasse dal nero, quel colore odioso e maledetto, e mi portò verso il bianco, un colore strano, difficile da comprendere, a prima vista insignificante e anche noioso, ma che in sé racchiude tutti i colori.

 
[Ricordo che volevamo diventare più forti, più potenti, ma subimmo l’umiliazione della sconfitta. Le parole di Kageyama ci ipnotizzarono e ci convinsero a entrare nella Shin Teikoku Gauken, poi finalmente... Una persona ci mostrò la luce nel’abisso più oscuro del calcio: eri proprio tu Kidou!]
 

Mi alzo lentamente da letto, dirigendomi a piccoli passi verso la finestra.
E’ una bella giornata: i raggi del sole mi pizzicano delicatamente le guance pallide e l’azzurro del cielo inonda i miei occhi.
Rimango per qualche istante a osservare quella limpida distesa azzurra senza nuvole  finché le mie labbra non si distendono in un sorriso sereno e commosso.
- Che bell’arcobaleno...-


 
Angolino dei colori ~
Ohayo, minna! ♥
Dopo pochi giorni dalla pubblicazione della OS Slaves, eccomi qua con un'altra fanfic ^^''
Ultimamente ho tante idee che mi frullano nella testa e visto che è estate cerco di scriverne e pubblicarne il più possibile.
E' la prima One-Shot che scrivo su Sakuma quindi spero sia venuto un qualcosa di decente >.<
Penso comunque che sia il caso di specificare alcune cose perchè, anche se è una storia abbastanza semplice e introspettiva, è una di quelle fanfiction che per apprezzarla a pieno occorre avere qualche delucidazione.
Allora inanzitutto preciso il momento temporale in cui siamo: teoricamente io mi sono immaginata questo momento dopo l'episodio 38 dove Sakuma -per sua sfiga- finisce una seconda volta in ospedale.
Per quanto riguarda il riferimento ai colori mi sembra abbastanza semplice: anche il nero in riferimento alla scuola e alla squadra mi sembra abbastanza chiaro, così come l'arcobaleno associato alla libertà.
Possiamo quindi dire che la storia di Sakuma sia descritta in questa OS attraverso i colori.
La cosa più importante che volevo chiarire era l'importanza del colore bianco.
Come si può vedere infatti il bianco apre la narrazione, con l'ospedale tutto bianco e la descrizione allegata che all'inizio è triste e un po' malinconica; nonostante questo inizio diciamo non proprio positivo, in fondo Sakuma se ne esce con una frase in cui sembra rivalutare e apprezzare il colore e ciò rappresenta.
Questo perchè il bianco è, sì, il colore dell'ospedale, un luogo in cui di solito si va per guarire, ma che proprio per questa associazione si può capire appieno anche l'importanza di questo colore sulla narrazione. Viene descritto come un colore con il quale si deve avere pazienza, e in effetti è vero: il protagonista non è ancora arrivato a capire la sua importanza, capirà solo una volta uscito d'ospedale che quel pazientare in quel mondo monocromo, noioso e insignificante in qualche modo ha contribuito alla sua rinascita come persona.
Insomma il ragionamento è un po' astruso ma con questa piccola indicazione dovrebbe aiutarvi... Nel caso qualcosa non fosse chiaro fatemelo spaere senza problemi nelle recensioni ! ♥
Grazia a chiunque leggerà fin qui e anche a chi vorrà recensire! 
Alla prossima storia,
Kisses
Juddy ♥

 
  
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