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Autore: Simple Girl    24/04/2009    6 recensioni
Quello che succede quando si guarda il cielo in compagnia di Axel *-*
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una piccola one shot che ho scritto parecchio tempo fa. E' un'AkuRoku a rating verde/giallo. Spero vi piaccia ^^

                                                        Tra le tue braccia

Il cielo era di un blu molto intenso, rischiarato dal debole bagliore delle stelle e dalla magnificenza della luna, che s'imponeva solenne sulla piccola collina desolata. All'orizzonte, quel blu notte si andava via via schiarendo, assumendo delle sfumature simili al lilla, che donavano una piacevole pacatezza a quel panorama mozzafiato.
Roxas era rapito da quella vista. L'oscurità che dolcemente avvolgeva gli astri lo affascinava. La tranquillità di quel venticello serale che soffiava verso di lui, scompigliandogli i capelli, lo rilassava. Tutto era perfetto in quell'angolo di universo. Persino lui, uno stupido ragazzo innamorato involontariamente della persona sbagliata...
Con la schiena poggiata al ruvido tronco dell'unico albero presente in quello spazio isolato e quieto, l'occhio vigile sui movimenti intorno a lui, ma allo stesso tempo ammaliato dal cielo, e l'orecchio teso, per udire anche il più lieve rumore, sentiva che la temperatura stava a poco a poco scendendo, sebbene fosse piena estate, e su quella piccola altura riuscì a percepire un brivido di freddo percorrergli la schiena e le braccia coperte dalla maglietta nera, un po' troppo larga per lui. “Forse non è per il freddo che sto tremando”.
Spostò lo sguardo verso destra, poggiando la testa sulla sua spalla e rivolgendo gli occhi ad alcuni cespugli che si stanziavano in lontananza. Sospirò. Aspettava da più di dieci minuti ormai... Per occupare il tempo, cominciò a sfregare le mani sui bermuda marroni, producendo un po' di calore che, tuttavia, svanì appena smise.
Si guardò le scarpe da ginnastica nere affondare tra gli umidi fili d'erba, che si muovevano sotto la guida del vento leggero, e per un attimo desiderò di sprofondare nel terreno e sparire per sempre, così da non subire l'umiliazione di aver ricevuto un rifiuto da lui... Ma cambiò immediatamente idea, appena si accorse della sagoma oscura che si avvicinava a passo lento.
Era troppo buio per riuscire a scorgere la sua espressione, ma i capelli rosso fuoco erano un segno inconfondibile e notabile anche in quell'abisso di oscurità. Axel era finalmente arrivato. Avanzava flemmatico e noncurante, quasi indifferente alla situazione, sebbene fosse stato lui ad organizzare quell'incontro. Teneva lo sguardo basso, in modo che quelle iridi perfette, che Roxas conosceva bene, fossero nascoste dalla palpebra bianca.
Spalancò gli occhioni azzurri quando se lo ritrovò davanti, intimorito e allo stesso tempo attratto da quel fisico proibito. Scattò in piedi, come un bambino interrogato dall'insegnante, e abbassò lo sguardo, sperando di non essere arrossito così tanto da fare in modo che Axel se ne accorgesse, sebbene fosse buio pesto.
“Ciao Roxas”
Lo salutò con cordialità, mentre quella voce calda e profonda entrava nelle viscere più profonde della sua mente e gli mandava in tilt il cervello. Ma lui non doveva sapere niente. Loro due non erano altro che conoscenti. A pensarci bene, non erano neanche buoni amici. Come poteva esserne attratto?
Mille pensieri attraversarono la mente di Roxas, mentre un leggero mal di stomaco lo colpiva all'improvviso.
“Ciao Axel” rispose il più piccolo, alzando lo sguardo e incontrando gli occhioni verdissimi e perfetti di Axel che, letteralmente, lo fulminarono, facendogli mancare il respiro per qualche secondo. Una leggere folata di vento gli scosse i capelli color del grano, scompigliandoli sempre più. Il rosso sorrise. “E' così carino...”
“Perchè hai voluto vedermi?” continuò il biondino, invaso da un mare di dubbi, mentre sprofondava sempre più nell'imbarazzo di quel silenzio.  
Axel si diresse lentamente verso il tronco su cui stava appoggiato Roxas prima del suo arrivo e stese la schiena sulla ruvida corteccia, avvertendo un po' di fastidio e ignorando totalmente la domanda che gli era stata rivolta. Alzò le iridi smeraldine verso la distesa blu, trasmettendo ciò che provava in quel momento. Sicurezza e beatitudine. Stava bene guardando il cielo. “Non ti piace il cielo stellato?” sbottò all'improvviso, tornando a guardare Roxas per qualche secondo, solo per osservarlo mentre annuiva distrattamente, un po' spiazzato da quella domanda inaspettata.
“Certo che mi piace!”
Stava fermo lì. Immobile. In piedi come uno stupido. Non sapeva che fare e l'unica cosa che Axel desiderava era stringerlo forte tra le sue braccia. Decise, così, di prendere l'iniziativa, consapevole del fatto che il biondino non l'avrebbe mai fatto.
“Perchè non ti siedi?” chiese, con un tono così persuasivo che Roxas non potè fare a meno di obbedire. Si accovacciò lentamente al suo fianco e, prima di toccare terra, venne bloccato dalla mano del rosso che, delicatamente, gli afferrò il polso, facendolo sobbalzare.
“Che c'è?” sbottò il biondino, un po' infastidito.
“Non lì” sussurrò Axel, scuotendo lievemente il capo “Qui” e indicò lo spazio vuoto tra le sue gambe in cui Roxas ci sarebbe tranquillamente stato, per via della sua esile corporatura.
“Stai scherzando, vero?”
“Mai stato così serio”
Il biondino inarcò un sopracciglio, ancora accovacciato al fianco del rosso, con un'espressione stupida dipinta sul volto. Non accennava a muoversi, incapace di prendere una decisione sul da farsi. Però, quando Axel gli lanciò uno dei suoi sorrisini un po' perversi, ma pur sempre adorabili, il suo cuore si sciolse, e non potè far altro che cedere alla sua richiesta.
Scavalcò la gamba del rosso, trovandosi proprio davanti a lui e, lentamente, si sedette sulla coperta erbosa, senza appoggiare la schiena al busto di Axel. Questi, notando la sua riluttanza, roteò gli occhi, convincendosi sempre più della dolcezza di quel ragazzo, così restio ad abbandonarsi a lui. Si protese in avanti, avvolgendo il busto del ragazzino con le possenti braccia, lasciate scoperte dalla canottiera nera e attillata che indossava.
Roxas sobbalzò, sorpreso e un po' spaventato dal gesto del rosso. Cosa sarebbe successo se quei suoi pensieri un po' deviati si sarebbero avverati?
Sentiva il fiato caldo di Axel irrompere pesante sul suo collo, come le onde del mare che violente s'infrangono sugli scogli, e inumidirgli leggermente la cute. Provò una strana sensazione, come se avesse voglia di scappare da quella stretta, ma allo stesso tempo volesse rimanervi intrappolato per sempre. Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dalla stretta del rosso che, lentamente, lo tirava a sé. Si ritrovò steso sui suoi addominali scolpiti, con la testa appoggiata al suo petto, e le mani che si reggevano alle sue ginocchia, coperte dal jeans scuro.
L'aderenza con la stoffa dei pantaloni di Axel e la pelle della mano, lo misero a disagio, e, per un attimo, desiderò che quei pantaloni non ci fossero mai stati. Strizzò gli occhi, come per liberarsi di quei pensieri, e rivolse lo sguardo al cielo, ammirando le stelle che erano man mano diventate più luminose.
Sorrise.
Sentiva il respiro del rosso cullarlo delicatamente, mentre le sue mani continuavano a stringerlo forte, come per paura che da un momento all'altro sarebbe potuto scappare via. Riusciva a percepire persino il battito del suo cuore, che pulsava contro il cranio, appoggiato al torace del rosso.
Non aveva più freddo protetto dalle braccia di Axel che gli donavano calore e sicurezza in un semplice, ma profondo, abbraccio. Si abbandonò totalmente a lui, rendendosi conto di non essersi mai sentito così bene. S'immaginava quella scena: stretti l'uno all'altro mentre il chiarore lunare bagnava delicatamente il viso di Axel, rendendolo ancora più affascinante. E sperava che fosse davvero così... Avrebbe voluto alzare lo sguardo e ammirarlo in tutta la sua perfezione, ma rinunciò a rompere quell'atmosfera, lasciandosi trasportare da quell'immagine che non riuscì più a togliersi dalla mente.
“E' più bello visto da qui, no?”
“Si, è più bello visto dalle tue braccia”




Colgo l'occasione per ringraziare tutte coloro che hanno recensito la mia one shot "BlackOut" e che l'hanno messa tra i preferiti. Grazie a tutti ^^! Un bacione dalla vostra Simple Girl





  
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