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Autore: Little_Lotte    01/08/2016    4 recensioni
"C'era una volta, tanto tempo fa, una bellissima principessa di nome Larenzia, che viveva sulle stelle."
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta, tanto tempo fa, una bellissima principessa di nome Larenzia*, che viveva sulle stelle.

Il suo Regno era grande e luminoso e tutti i suoi sudditi convivevano pacificamente in armonia e serenità, lieti dell'incredibile prosperità in cui vivevano.

La giovane principessa era buona e gentile, ed una delle fanciulle più belle che avesse mai abitato il regno delle stelle: I suoi lunghi capelli, spesso raccolti in una lunga treccia, erano di color argento e morbidi come preziosa seta, i suoi occhi azzurri riflettevano tutta la dolcezza del suo cuore ed i suoi modi eleganti e delicati incantavano ed ammaliavano chiunque posasse su di lei il proprio sguardo.

Molti pretendenti si erano già fatti avanti, per richiedere la mano della bella Larenzia, ma ella non provava alcun interessa per tutti quei damerini.

“Sono tutti uguali” diceva “Nessuno di loro si distingue dagli altri per una qualche nobile caratteristica. Sono tutti assolutamente identici nella loro mediocrità.”

Bisognava dire che Larenzia non era affatto come tutte le altre fanciulle del Regno Stellato, al contrario: Era sempre distratta, sempre pensierosa e disattenta, ed nutriva grande curiosità verso tutto ciò che proveniva da altri mondi ed altre galassie.

In particolare, ciò che ella amava fare più di ogni altra cosa, era osservare dalla finestra della sua stanza tutto ciò che avveniva sul grande pianeta chiamato Terra.

Le piaceva guardare la gente che camminava per le strade: i bambini che giocavano con le corde, i cerchi ed i palloni, gli innamorati che si tenevano per mano e si scambiavano baci appassionati, i musicisti di strada e gli artisti solitari che andavano in cerca di ispirazione nel chiarore della luna, lo sguardo sempre fisso al cielo ed un vecchio quaderno sgualcito fra le mani.

Per Larenzia era come osservare un magico affresco, i cui colori e personaggi cambiavano di giorno in giorno, ma la cui bellezza ed armonia restavano sempre intatte.

Non osava parlare a nessuno di questa sua passione: Sapeva che gli abitanti del suo Regno - compresi i suoi domestici ed i suoi genitori - non avrebbero mai compreso queste stranezze, e così preferiva custodire questo piccolo segreto, vivere di nascosto i suoi desideri e le sue speranze, certa del fatto che nessuno sarebbe mai riuscito ad infrangere l'incanto dei suoi pensieri.

Del resto, non aveva alcuna pretesa se non quella di vivere un sogno ad occhi aperti, chiusa in quell'enorme prigione dalle pareti di cristallo.

Un giorno, tuttavia, qualcosa cambiò e sconvolse interamente la sua vita: Avvenne tutto all'improvviso, mentre la principessa era – come al suo solito – intenta ad osservare le persone che passeggiavano sotto la luna, lungo la riva del mare in una tiepida notte di mezza estate; era una notte stranamente pacifica, le strade erano silenziose e solitarie, e ben poche persone aveva scelto di uscire e godersi la tranquillità di quella serata.

Larenzia, annoiata da quella vista così spoglia e malinconica, pensò di ritirarsi prima del previsto, ma all'improvviso la sua attenzione venne catturata da un'ombra all'orizzonte, una figura misteriosa ed evanescente, che camminava a passo lento e di tanto in tanto si fermava ad osservare le stelle, appuntando qualche rapido scarabocchio su di un vecchio quaderno dall'aspetto malconcio.

La fanciulla si sporse ulteriormente, per osservare meglio quel misterioso passante.

Si trattava di un giovane ragazzo, dai capelli lunghi e neri, raccolti in una coda spettinata; indossava un paio di pantaloni lisi e sgualciti, ed una camicia talmente vecchia da stargli ormai piccola; non riuscì, da quell'altezza, a scorgere il colore dei suoi occhi, ma percepì molto chiaramente la natura del suo sguardo, un'espressione serena e concentrata, ma a tratti malinconica.

“Deve essere un artista.” pensò la principessa “Magari un pittore. Solamente gli artisti hanno quello sguardo così assorto e melanconico. Mi piacerebbe poterlo vedere da vicino.”

Quella notte rimase a fissarlo a lungo, fino a quando la stanchezza non prese il sopravvento su di lei, costringendola a ritirarsi. Quando si risvegliò, il mattino seguente, il ricordo di quella visione era ancora perfettamente vivido nella sua mente, così chiaro e limpido da farle credere di aver davvero incontrato quel giovane artista, e non di averlo semplicemente ammirato dall'alto, desiderando in tutti i modi di poterlo osservare un po' più da vicino.

Continuò a pensare a lui per giorni ed ogni notte, alla stessa ora, si affacciava al davanzale della sua finestra per osservarlo: lui era sempre lì, sempre con la testa rivolta alle stelle, sempre ad annotare dati e a scarabocchiare disegni sul suo quaderno.

Era così bello da toglierle il respiro.

Non era affatto come tutti quei damerini che le facevano la corte, lui aveva un'aria così dolce e riflessiva e la principessa avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter trascorrere un po' di tempo assieme a lui, anche solo per una sera.

“Già, ma come?” domandò una sera alla sua dama di compagnia, la sola con la quale osasse confidarsi “La Terra è così lontana dal Regno delle Stelle e a nessun abitante del Reame è concesso allontanarsi da esso, tanto meno per raggiungere un luogo tanto pericoloso e sconosciuto come il Pianeta Terra.”

La dama di compagnia, una fanciulla bionda e gentile che di nome faceva Astrea, rivolse un tenero sorriso alla principessa ed allungò una mano verso di lei, carezzandole le nocche con fare rassicurante.

“Mia dolce principessa, non dovete disperare.” le disse con voce morbida “Io conosco un modo per aiutarvi.”

Larenzia si voltò verso Astrea e la fissò confusamente.

“Di che cosa stai parlando, Astrea?”

“Conosco un modo per farvi incontrare quel giovane.” rivelò Astrea, in tono criptico e misterioso “O per meglio dire, so chi potrebbe aiutarvi a farlo.”

“Spiegati meglio.” rilanciò rapidamente la principessa, visibilmente intrigata da quelle parole.

Astrea sospirò profondamente: “Vi è una donna, in paese, un'anziana signora che si occupa di arti magiche. Personalmente non mi sono mai rivolta a lei, ma so che utilizza il proprio dono unicamente per fare del bene e sono certa che sarebbe ben lieta di aiutare voi, la nostra beneamata principessa, a realizzare il vostro desiderio. Non avete che da chiedere e lei, certamente, accoglierà la vostra richiesta.”

“E dove posso trovare questa donna?” domandò interessata la principessa.

“In paese, vive in una casetta non troppo distante dalla cattedrale.” le rispose Astrea “Non potete sbagliarvi, tutti la conoscono nel Regno e tutti sanno che la sua magia è sicura ed affidabile. Sono certa che riuscirà a risolvere il vostro problema.”

“Ti ringrazio, Astrea... Sei una vera benedizione!” Larenzia abbracciò la sua dama di compagnia in segno di riconoscenza.

Quella notte stessa, la principessa uscì di nascosto e si recò presso l'abitazione dell'anziana signora, facendo bene attenzione a non farsi scoprire dalle guardie che sorvegliavano a vista le mura del castello. A poco servì il travestimento da lei adottato, poiché fu sufficiente un solo sguardo affinché la donna capisse chi si trovava al suo cospetto.

“E' una vera sorpresa trovarvi qui, Vostra Altezza. Che cosa posso fare per voi, ditemi.”

Larenzia si spogliò del mantello e si accomodò nel piccolo ma confortevole salotto della donna, là dove ella era solita ricevere i suoi ospiti e dispensare loro magici consigli, filtri e sortilegi. La principessa sospirò profondamente, per farsi coraggio.

“Dunque, io... Mi vergogno un po' a farvi questa richiesta, ma ho bisogno di uno dei vostri incantesimi.” mormorò con imbarazzo “Mi è stato detto che utilizzate i vostri poteri per far del bene alla gente e...”

“Vi è stato detto il vero.” la interruppe l'anziana, rivolgendole un tenero sorriso “Fare del bene alle persone mi fa stare meglio. Molto spesso la gente più disparata viene a bussare alla mia porta in cerca di risposte ed io cerco di aiutarle a realizzare i loro sogni, i loro desideri più nascosti. Perciò ditemi, principessa, qual è il vostro più grande desiderio?”

Larenzia arrossì leggermente e chinò il capo imbarazzata.

“Vorrei poter andare sulla Terra.” spiegò “Ogni sera, dalla finestra della mia stanza, io osservo tutto ciò che accade su quel pianeta e mi diverto ad ammirare i passanti. Qualche notte fa, ho visto per la prima volta un giovane bellissimo, che sin dal primo momento ha catturato il mio interesse e la mia ammirazione. Vorrei tanto poterlo incontrare e parlare con lui, anche solo per pochi istanti, ma la Legge delle Stelle dice che non è possibile scendere sulla Terra e...”

“Oh, non devi fidarti della Legge delle Stelle!” esclamò la donna, per poi ridacchiare “Puoi credermi, principessa, io l'ho infranta un milione di volte e non mi è mai accaduto niente di male. Ricordati che è sempre possibile trovare una scappatoia, quando si tratta di magia.”

La principessa fissò curiosamente la maga, sempre più rapita ed interessata.

“Venite al dunque, per favore.” pronunciò a denti stretti.

Stavolta fu la donna a sospirare.

“Mia cara principessa, non hai che da bere un filtro magico che ti tramuterà in una stella.” spiegò, estraendo dalla tasca del grembiule una piccola e graziosa ampolla, decorata con ghirigori argentati “Una volta divenuta stella, potrai viaggiare per l'intera Galassia e potrai perfino dirigerti sulla Terra.”

“Veramente? Potrò davvero arrivare sulla Terra?” Larenzia afferrò avidamente la boccetta e se la rigirò fra le mani, ampliando felicemente il proprio sorriso “Ed una volta arrivata laggiù, potrò incontrare quel giovane?”

“Potrai fare molto di più.” disse la maga “Una volta toccato il suolo terrestre, tu potrai riprendere le tue sembianze umane e trascorrere con il tuo amato l'intera nottata, purché tu ti ricordi di rientrare prima del sorgere del sole. Ti basterà bere un altro sorso della pozione, per tornare ad essere una stella e fare ritorno nel nostro Regno.”

La principessa, felice per quanto aveva appreso, ringraziò di cuore l'anziana donna e poi corse via dall'abitazione, raggiungendo così il centro del paese. Una volta accertatasi che nessuno potesse vederla, bevette un sorso di quella magica bevanda ed in pochi istanti si mutò in una stella, tanto bella e luminosa quanto lo era nella sua forma umana.

Discese rapidamente il cielo fino a raggiungere la Terra e la fortuna volle che atterrasse proprio lì, di fronte al giovane artista che tanto a lungo ella aveva desiderato, il quale non poté nascondere lo stupore ed un certo spavento nel veder comparire praticamente dal nulla una splendida fanciulla, dall'aspetto fin troppo etereo ed elegante da appartenere a quel pianeta.

“V-voi chi siete?” domandò timorosamente, mentre le sue guance arrossivano per l'imbarazzo “Da dove venite? Santi Numi, sembra quasi che siate piovuta dal cielo!”

Larentia si guardò curiosamente intorno, sorridendo con soddisfazione nel constatare di essere arrivata realmente in quel lungo che per molti anni aveva semplicemente osservato dall'alto della propria finestra: I colori, i rumori e gli odori, tutto era così diverso da ciò che aveva sempre visto, udito e annusato nel suo enorme Regno sperduto fra le stelle.

Era tutto talmente bello, che sembrava quasi un sogno.

“Dunque è accaduto veramente!” esclamò gioiosa la principessa “Io mi trovo davvero qui... E voi siete davvero voi!”

Il giovane sollevò un sopracciglio e fissò la fanciulla con lieve perplessità.

“Sì... Certo che sono io.” replicò stranito “Ma voi chi siete? E per quale motivo ho la sensazione di avervi già visto da qualche parte, prima d'ora? Vivete forse in questo villaggio?”

Larenzia ridacchiò sommessamente.

“No, in effetti io provengo da un altro luogo.” replicò “E più precisamente dal Regno delle Stelle, del quale io sono la principessa. Io... Ero solita osservare la Terra dalla finestra della mia stanza ed una notte vi ho visto passeggiare sotto le stelle, con il vostro quaderno sotto braccio. Ditemi, siete forse un artista? Un pittore, magari?”

Il ragazzo scosse il capo.

“No, io mi occupo di stelle.” rispose “Sono un astronomo ed il mio compito è osservare il cielo, con tutte le sue stelle ed i pianeti. Sfortunatamente il mio telescopio si è rotto e ci vorrà ancora del tempo prima che io riesca a ripararlo. Grazie al cielo, conosco sufficientemente gli astri ed i pianeti da riuscire a riconoscerli ad occhio nudo.”

“Oh, dunque non siete un artista.” mormorò la principessa, non potendo nascondere una certa delusione “Che strano, eppure il vostro sguardo mi ha sempre fatto credere il contrario. Sì, insomma... Avevate un'aria così sognante, mentre guardavate le stelle!”

Il giovane sorrise dolcemente.

“Questo perché le amo più di ogni altra cosa al mondo.” dichiarò sentitamente “Ho scelto di studiarle proprio perché vedo in loro molto più che semplici ammassi di atomi, io credo che in ogni stella vi sia poesia, romanticismo, sentimento! In effetti, ammetto di essere un astronomo piuttosto insolito, rispetto alla maggior parte dei miei colleghi.”

Larenzia lo guardò con occhi colmi di stupore ed ammirazione.

“Oh, io credo che ciò che dite sia molto bello.” disse “E posso assicurarvi che vi è del vero nelle vostre parole, io stessa ne sono la dimostrazione.”

“Perchè provenite dalle stelle?” domandò immediatamente il giovane “In quanto uomo di scienza non dovrei credere a questa storia, eppure...”

Si avvicinò lentamente alla fanciulla, gli occhi fissi su di lei, ed allungò una mano per carezzarne il bel volto, facendo poi scorrere le dita lungo i suoi morbidi capelli argentati.

“... Eppure avete un aspetto così insolito ed ammaliante, da non poter certamente essere di questo pianeta.” concluse “Ditemi, vi prego, qual è il vostro nome.”

La principessa arrossì in fretta e chinò lievemente il capo, per celare una parte del proprio imbarazzo.

“Larenzia.” rispose.

“Larenzia.” ripeté l'altro, scandendo le lettere una ad una; poi, all'improvviso, venne colto da una rivelazione “Sì, certo... Ora ricordo dove ho già visto il vostro volto, prima di oggi!”

“Dove?” domandò curiosamente Larenzia, risollevando il capo.

Il giovane astronomo estrasse il proprio quaderno dalla bisaccia e lo aprì all'ultima pagina, mostrando a Larenzia il ritratto di una giovane e splendida donna, fatto col carboncino. La principessa strabuzzò gli occhi, annichilita.

Era lei.

“Diverse notti fa, guardando le stelle, ho avuto la sensazione di vedere il volto di questa giovane donna nel cielo.” spiegò il ragazzo “Ne rimasi talmente incantato che decisi di ritrarlo sul mio quaderno, non per i miei studi scientifici o per discuterne con i miei colleghi, ma semplicemente per averne un ricordo. Era... Eravate... Talmente bella che per notti intere non ho potuto fare a meno di pensare a voi.”

Gli occhi di Larenzia si riempirono di tenere lacrime di commozione.

“Dunque anche voi... Anche voi siete riuscito a vedermi.” balbettò emozionata.

“Oh, sì... E disperatamente ho sognato di potervi incontrare.” rilanciò il ragazzo, afferrando le mani della principessa e stringendole calorosamente “Ma erano ormai un paio di notti che non vedevo più il vostro volto fra le stelle e temevo di aver semplicemente sognato ogni cosa! Ancora non riesco a credere che siate davvero qui con me.”

Larenzia rivolse lui un sorrisetto impacciato.

“Qual è il vostro nome?” chiese.

Lui le sorrise di rimando: “Jacob.”

Larenzia ampliò il proprio sorriso e colmò ulteriormente la distanza fra di loro, le sue dita ancora saldamente intrecciate a quelle del ragazzo. I due rimasero a lungo in silenzio, semplicemente fissandosi, fino a che entrambi non si protesero l'uno verso l'altra e si baciarono intensamente, come se quello fosse ciò che anelavano da tutta una vita.

Si persero in quel bacio per molto tempo e dopo, mano nella mano, passeggiarono per tutta la notte lungo la riva del mano, parlando di tutto ciò che avevano vissuto prima di conoscersi, scambiandosi promesse e confidenze, fino a quando – purtroppo – non arrivò il sorgere del sole.

I due innamorati si salutarono tristemente, ma con la promessa di rivedersi nuovamente, ogni volta che la principessa ne avrebbe avuto l'occasione.

Ed infatti fu proprio così.

Ogni volta che la principessa Larenzia desiderava rivedere il suo amato Jacob, di nascosto, ella faceva visita all'anziana maga e domandava una nuova boccetta di pozione, così da poter scendere sulla Terra e trascorrere l'intera notte con il suo innamorato.

I due rimasero insieme per molti anni e si amarono moltissimo: Lui la chiamava la sua Stella Cadente e poiché gli abitanti della Terra, al contrario di quelli delle Stelle, erano mortali, Larenzia promise a Jacob che dopo la sua morte lo avrebbe posto fra le stelle, in mezzo a quelli astri che per tanti anni aveva amato e studiato con tanta passione.

Adesso vivono entrambi fra quegli astri, ma di tanto in tanto amano far visita alla Terra, sotto forma di stelle: Accade ogni anno, durante la stessa notte.

Nel decimo giorno dell'ottavo mese dell'anno.










N.d.A: *Il nome della protagonista, Larenzia, si ispira ad una semi divinità latina che sarebbe, in qualche modo, legata al mito delle Stelle Cadenti - infatti la fonetica del nome ricorda alla perfezione quella del nome Lorenzo. 

Che posso dire... Ho scritto questa sorta di favola perché, durante la mia settimana lavorativa, ho inventato diverse storie per la mia cuginetta e questa, in particolare, mi aveva parecchio soddisfatta.
Non mi aspetto certo di riscontrare molti pareri positivi e di ottenere successo, ma non volevo rischiare che una cosa della quale andavo così fiera (con che coraggio, poi) andasse perduta.

Grazie a tutti per l'attenzione. <3

  
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